Rosie’s Narrator

John alzò lo sguardo verso gli occhi azzurri di colui che gli stava di fronte: Sherlock, due splendidi oceani che trasmettevano amore puro." Ti amo, John. È vero, sono un sociopatico e normalmente non mostro emozioni. Ma tu...Tu mi fai sentire umano. È per questo che ti amo. Sei ciò che mi riporta con i piedi per terra " sussurrò Sherlock all'altro, mettendogli una mano sul braccio di John.
Erano sotto le coperte, sudati dopo aver fatto l'amore.

In quel preciso momento si aprì la porta della loro camera e spuntò una testolina bionda, la quale si stava sfregando gli occhietti. " Papà, zio Sherlock, ho fatto un brutto sogno. Mi leggete una storia per favore? " chiese Rosie. John sorrise per la richiesta della figlia.

" Dacci il tempo di metterci la vestaglia e arriviamo, tesoro " disse dolcemente Sherlock. La bambina ritornò nella sua stanza.

" Allora, chi deve leggere? " le chiese il padre.

" Zio Sherlock, lui è bravo a fare le voci " rispose Rosie e il medico finse di offendersi.

" Va bene, piccola Watson " acconsentì il ricciolino " Quale storia vuoi che ti legga stasera?"

La biondina ci riflettè su. " La bella e la bestia! "

" E così sia, milady ". E Sherlock cominciò a raccontare, sedendosi sulla poltrona girevole accanto a letto della figlioccia mente John osservava la scena sullo stipite della porta.