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Autore: SellyLuna    31/03/2017    4 recensioni
«Nick, sei mai stato innamorato?»
Non l’aveva vista arrivare, non era riuscito a prevederla, semplicemente si era abbattuta su di lui, proprio come una bomba. E Judy, sicuramente, non era consapevole dei danni e delle conseguenze delle sue azioni.

Una normalissima giornata di lavoro per Judy e Nick.
Ovviamente Judy/Nick♥
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questions

 

 

 

 

 

«Nick, sei mai stato innamorato?»

Non l’aveva vista arrivare, non era riuscito a prevederla, semplicemente si era abbattuta su di lui, proprio come una bomba. E Judy, sicuramente, non era consapevole dei danni e delle conseguenze delle sue azioni.

Non era la prima volta che poneva domande così dal nulla, un po’ come quando fuori c’è il sole e l’attimo dopo ha già iniziato a piovere – e guarda caso tu ti trovi fuori senza ombrello.

Nonostante avesse già avuto esperienze simili, non era mai in grado di prevenirle e sarebbe stato tutto più facile, perché avrebbe avuto tempo per preparare una degna controffensiva, invece così doveva riparare sulla soluzione che gli risultasse la meno peggio.

E lui odiava non avere tutto sotto controllo, non sapere cosa dire e soprattutto quando.

Velocemente valutò le sue possibili opzioni: se avesse negato, sapeva che la sua Carotina non avrebbe demorso e, con insistenza, gli avrebbe impartito di ricordare quel momento, perché era impossibile che non fosse mai stato innamorato, no?; se le avesse dato corda, era conscio che ne avrebbero avuto per un po’.

Forse, però, la volpe non sapeva quantificare per quanto e dove quella discussione sarebbe realmente giunta con un suo sì.

Ma preferiva di gran lunga la seconda ipotesi, perché meno sfiancante.

«Sì, una volta» rispose secco.

Nutriva sempre una piccola speranza che la curiosità della coniglietta venisse così appagata.

«E com’è?»

Non si stupì affatto della domanda, quasi che l’attendesse.

Se non altro Judy non aveva indagato sull’identità della sua presunta amata. O magari la stava prendendo alla larga, molto alla larga.

In ogni caso non voleva scoprirlo.

«Non pensi siano domande da fare a una madre piuttosto che a una povera volpe che vorrebbe lavorare?» disse, adocchiando l’immensa pila di fogli sulla sua scrivania – che solitamente avrebbe evitato come la peste, utilizzando le sue energie altrove, anche nella cosa più semplice e stupida – e che, per la prima volta, gli apparve come una plausibilissima via di fuga.

«Tu? Che vuoi lavorare seriamente su quei fascicoli?»

Il suo stupore – per niente celato – quasi lo ferì, inarcò un sopracciglio, infastidito.

«Hai ragione. Normalmente le figlie dovrebbero porre questa domanda alla madre o alle sorelle maggiori…» continuò Judy – Dai che forse me la cavo! – «…ma tu non conosci mia madre. Potrebbe saltare a delle conclusioni affrettate. E sai come può finire in una grande famiglia come la mia. Per questo ho pensato di chiedere a te.»

No, non aveva esattamente idea di quello che un semplice – dipendeva dai punti di vista –quesito come il suo poteva scatenare, ma poteva benissimo intuirlo, perciò questa volta non si sentì di venire meno alla sua richiesta.

«Allora, com’è?»

Lo sapeva, Judy non mollava finché non otteneva quello che voleva; questa sua caparbietà aveva il potere di meravigliarlo ancora, nonostante ormai si conoscessero da diverso tempo.

«Uhm, vediamo…» rivolse gli occhi al soffitto come per inseguire un ricordo e non era sicuro se questa sua interpretazione l’avesse convinta, perché accidenti quella sensazione era lì con lui sempre, probabilmente da quando i suoi occhi incontrarono per la prima volta quelli di una coniglietta ottusa, un po’ ingenua, dal cuore grande, che aveva voluto aiutare un finto padre a acquistare un ghiacciolo per il suo finto figlio, fan degli elefanti, riconoscendo un’ingiustizia nella negazione a  essere serviti. E Judy Hopps non sopportava le ingiustizie, soprattutto quelle gratuite!

«Essere innamorati è una bella, bellissima sensazione, ma allo stesso tempo può procurarti una grande sofferenza» disse, forse con un tono un po’ troppo solenne, Nick.

Voleva che comprendesse che si trattava di una cosa seria, che non era solo come lo descrivevano sempre tutti, vaneggiando di situazioni solo rose e fiori, come se i problemi non ci sarebbero stati, come se si potesse provare solo felicità. Era qualcosa di più complesso di così. C’era sì la gioia, immensa, quella che ti fa brillare gli occhi e ti rende luminoso e immune alla negatività, ma poteva anche rivelarsi quasi come una condanna.

Dopo la pausa studiata per fare in modo che le sue parole ottenessero il giusto peso, scavando fin nell’anima della coniglietta, la volpe riprese.

«Ogni mattina, quando ti svegli sei felice, perché fondamentalmente provi amore. Per quanto possa sembrare un cliché, i colori ti sembrano davvero più lucenti, dalle tonalità più vive e belle, vedi ogni cosa intorno a te sotto una nuove luce.

Sei così felice che ti senti più gentile del solito, ben disposto a aiutare gli altri.

Sei molto più tollerante di quanto ti ricordassi e fai volentieri cose che normalmente avresti evitato in tutti i modi .

Tutto questo con la consapevolezza di vedere lei» si lasciò scappare un sospiro.

Judy lo ascoltava attentamente e si stupì di quanto Nick parlasse una lingua comprensibile – aveva sempre pensato di non afferrare fino in fondo discorsi del genere, visto che in passato non si era mai interessata più di tanto all’argomento – e come si ritrovasse nell’esperienza personale del collega.

Aveva avuto il presentimento che quello che aveva iniziato a provare da un po’ di tempo a quella parte potesse definirsi amore, ma voleva una conferma, per questo le era nata, urgente, quella domanda; altrimenti avrebbe pensato di essere pazza.

Le sue lunghe orecchie scattarono al dolce suono che Nick aveva impresso nel pronome personale lei. 

Ora Judy era curiosa di scoprire chi fosse quella lei che occupava i pensieri della volpe, che le suscitava sentimenti così profondi, e pensarlo, le procurò una fitta allo stomaco e il desiderio opposto di non volerlo sapere, perché era certa che con questa lei non sarebbe andata d’accordo, già non la sopportava.  

«Sai, basta davvero poco perché la giornata migliori. È sufficiente stare in sua compagnia, scambiarci quattro chiacchiere, vedere il suo fantastico sorriso. Perché se la persona che ami è felice, di conseguenza lo sei anche tu. Se lei soffre, tu soffri insieme a lei e vorresti fare di tutto affinché ritorni a sorridere.»

La coniglietta avvertì l’importanza che per Nick doveva avere questa persona.

Che fortunata.

«Sai, sarebbe proprio una bella dichiarazione.»

A me piacerebbe, era tentata di aggiungere, ma fortunatamente la ragione le impedì di rendersi ridicola.

Nick percepì le gote tingersi leggermente di rosso, sperò che la sua pelliccia fulva nascondesse il lieve rossore d’imbarazzo.

«E lei? Come è finita con lei?» si sentì domandare, suo malgrado, la coniglietta.

La curiosità ebbe il sopravvento su tutto il resto.

Quella richiesta lo sorprese, non l’aveva minimamente calcolata.

Che le dico adesso?

 «Carotina, non pensi che per finire, dovrebbe iniziare?» la stuzzicò.

Era quello che riusciva a fare meglio, dopotutto.

«Oh. Oh» realizzò, dispiaciuta.

Si pentì della risposta, perché, accidenti a lui, sapeva che era emotiva e questo piccolo dispiacere poteva evitarglielo.

Nick, volpe ottusa che non sei altro.

 Avrebbe voluto dirle che non serviva dispiacersi, perché in fondo non gli faceva così male, aveva imparato a conviverci.

E forse poteva ancora continuare con la farsa  che la sua storia risaliva a molti anni prima, che fosse ormai acqua passata.

Ma chi vuoi prendere in giro?

Era, ormai, da un po’ che desiderava che potessero fare quel passo in più, perché la veste di solo amici iniziava a stargli stretta, ma nonostante avesse osservato e decifrato ogni gesto di Judy, era giunto alla conclusione che, forse, per lei era ancora presto oppure non l’avrebbe mai visto in altri termini se non quelli di un caro amico.

O forse non era stato in grado di notare quei segnali, perché magari per i conigli era palese quello che provavano l’uno per l’altro e bastavano piccoli gesti per scegliersi; avrebbe dovuto documentarsi.

«Mi sono innamorata.»

Non seppe per certo se a ridestarlo dai propri pensieri fu la serietà con cui la collega aveva pronunciato quella confessione o per il significato intrinseco della stessa.

Su chi mai poteva aver posato i suoi splendidi occhi ametista?

Doveva essere un coniglio, non poteva essere altrimenti; non sapeva,però, motivare la sua certezza.

La sua mente vagliò i suoi ricordi recenti per trovare la possibile cotta di Judy, valutò anche elementi insignificanti, ma nonostante la breve analisi, non riscontrò nessun individuo che avesse potuto catturare il suo interesse.

Non sapeva se avesse mai pensato seriamente a una relazione interspecie, per lei, e in tal caso avrebbe dovuto allargare il campo d’indagine. 

E, in ogni caso, lui era fuori dai giochi.

Percepì salirgli alle labbra un ringhio sommesso, gutturale, che riuscì, a fatica, a domare.

«Buon per te.»

Le orecchie di Judy captarono il tono infastidito di Nick, quasi che avesse sputato malvolentieri quelle parole, sentendosi in dovere di dire qualcosa per non apparire scortese.

Rimase stupita e forse anche un po’ delusa: non si aspettava quella risposta, ma invero non era certa di quello che voleva sentirsi dire.

«Comunque farò di tutto per far decollare la mia storia» gli confessò, convinta.

«Non ne dubito, Carotina

Ed era sincero. Ormai aveva imparato che per Judy non esisteva la parola impossibile, se si intestardiva su qualcosa, costi quel che costi, la faceva funzionare, come voleva lei.

Arrivò a immaginare la sua Carotina a imporre al malcapitato – nella sua fantasia aveva le sembianze di un coniglio – di diventare il suo fidanzato, minacciandolo con la sua penna carota, in nome della legge.

In quella situazione non avrebbe invidiato per nulla il poveretto, anzi riusciva persino a trovare la cosa anche divertente.

«Comunque, sai cosa voglio fare ora? Offrire una fetta di torta ai mirtilli alla mia volpe preferita. Perché so che questo dialogo ti ha infastidito.»

La mia Carotina.

Judy sapeva decisamente come farsi perdonare – non che, comunque, sarebbe riuscito a tenerle il broncio per troppo tempo. Lei era così tenera – chécché ne dicesse –  che semplicemente guardandola, si dimenticava il motivo per cui doveva avercela con lei e semplicemente sorrideva.

E da quando la conosceva, il sorriso era diventato di casa sul suo muso.

Era la proposta più allettante che avesse sentito per quel giorno – e Nick non rifiutava mai un’occasione per fare una piccola pausa durante il lavoro, ricevendo sempre dei rimproveri da parte della partner – e era riuscita a scacciare, come neve al sole, l’inquietudine provata alla rivelazione della compagna.

Ma se esistevano ancora momenti come quelli, solo loro due, allora il problema dei presunti e futuri spasimanti della coniglietta poteva aspettare.

La coda di Nick ondeggiava sinuosa, mentre seguiva la coniglietta fuori dall’ufficio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehilà, risalve a tutti! ^^

Sono di nuovo qui. C:

Mi sa che devo ringraziare questi due, perché mi stanno aiutando a ritornare a scrivere. Magari tra un po’ di tempo, riuscirò a scrivere anche qualcos’altro. Ma ora, mi va di scrivere di questi due.

Perché. Perché sì.

Spero che i personaggi siano IC e che il tutto sia verosimile, nella mia testa aveva un senso preciso.

Grazie per aver letto.

Alla prossima (perché ci sarà una prossima volta, mi sa) ;)

Selly

 

 

   
 
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