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Autore: sangueoro    01/04/2017    4 recensioni
Ambientata dopo la fine della serie
Ricordi, timori, rimpianti...
Bonnie ha terminato il suo viaggio e vorrebbe trovare la forza di tornare a casa, un incontro inaspettato le indica la via.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Affacciata alla finestra della sua camera d’albergo la donna guardava silenziosa le persone che si affannavano per la strada, le mille luci, i mille suoni…

New York era meravigliosa, ci era arrivata una settimana prima, di ritorno dall’Europa

Aveva deciso di aver bisogno di procedere per gradi, di mettere una sorta di cuscinetto tra la sua evasione e il motivo della sua fuga… perché quello si era sentita di fare, fuggire…

Fuggire da quella cittadina, dove era nata e vissuta, dove aveva vissuto tutte e due le sue vite

La prima fino ai 17 anni, non poteva dire che fosse stata perfetta… ma serena si! Poteva affermarlo, la nonna, le amiche, la vita di provincia in una cittadina con forti tradizioni.

Gli anni si susseguivano con il rassicurante carosello di eventi sempre uguali, la parata, la festa dei fondatori, l’elezione della più bella, le raccolte fondi per questo o quell’altro progetto, in seguito erano arrivati anche i balli scolastici…

Poi era iniziata la sua seconda vita, ad un occhio estraneo sarebbe potuto sembrare che nulla fosse mutato, ma non era così, era cambiato tutto… 

Lei era cambiata o per meglio dire aveva preso consapevolezza di chi fosse realmente, il suo cognome aveva preso un altro significato, essere una Bennet non era una cosa semplice.

Ripensando agli ultimi anni Bonnie era consapevole che le cose fossero andate esattamente come dovevano andare, era sicura che se avesse avuto la possibilità di riviverli, avrebbe preso sempre le stesse decisioni, avrebbe agito sempre nel medesimo modo… avrebbe fatto gli stessi sacrifici.

Perché lei Bonnie Bennet si era sacrificata, aveva sacrificato tutto, poi però, quel TUTTO era stato troppo… ed era fuggita da tutti…

L’ora di punta era passata, le persone non correvano più, il flusso era più lento, New York si stava preparando a trascorrere la serata, era giunto il momento della sua passeggiata.

L’aria crepuscolare era un po' frizzantina, i locali cominciavano ad animarsi e i ricordi continuavano il loro corso.

I suoi amici avevano provato a fargli cambiare idea, “dobbiamo stare insieme…” dicevano, “siamo una famiglia…” sostenevano, ma Bonnie aveva bisogno di spazio, aveva bisogno di pensare un po' a se stessa, tutti loro avevano bisogno di ricominciare… 

ed ognuno per farlo doveva percorrere la propria strada, sapeva che le sarebbero mancate le sue amiche.
Elena e Caroline erano le sue amiche da sempre, erano sorelle da sempre, dalla sua prima vita… 

nella seconda avevano solo avuto più bisogno l’una dell’altra, ma ora Elena doveva pensare al suo futuro, doveva pensare a finire gli studi, doveva pensare a viversi finalmente il suo amore… senza sentirsi in colpa ogni volta che la guardava.
Caroline aveva la sua scuola, le sue figlie ed un dolore da superare, e lei lo capiva molto bene, più di chiunque altro… sapeva che poteva aiutarla, che potevano aiutarsi a vicenda, ma non era pronta, in questo caso era Bonnie che non voleva sentirsi in colpa ogni volta che la guardava… consapevole che ancora non era riuscita a perdonarlo del tutto.

E così era partita, in ogni tappa, si fermava un mese o poco più.

Tramite un sito cercava un appartamentino, in zona centrale un po' caratteristica

A Londra era stata a Camden Town, a Roma si era stabilita a Trastevere, a Roma era rimasta più di due mesi! 

Poi quando aveva voglia di cambiare, si riconnetteva al sito e cercava la prossima meta, e la comunicava ai suoi amici, erano questi i patti. 

“sola si… ma dobbiamo sempre sapere dove sei e dove vuoi andare” e lei li accontentava.

 Li avvertiva sempre una decina di giorni prima della partenza, e comunicava il nuovo indirizzo, non che si aspettasse delle loro lettere! 

Lei, Elena e Caroline continuavano a scriversi il loro “diario” solo che lo facevano tramite un blog privato, solo loro tre ne conoscevano l’esistenza, ognuna di loro scriveva giornalmente i suoi pensieri, le sue speranze, era un modo per sentirsi vicine…

Ma c’era un motivo per il quale lei comunicava ogni volta il suo nuovo indirizzo.

Era per trovare il “suo” pacchetto ogni volta che arrivava nella nuova casa… e puntualmente c’era sempre

Una scatola avvolta in carta da pacchi, senza fronzoli, senza un biglietto, una bottiglia di Bourbon…

Lui non aveva cercato di fermarla, lui non aveva chiesto spiegazioni, lui capiva che lei ne aveva bisogno.

Lui, l’egoista… il cinico… il dissacrante Damon Salvatore.

Al momento dei saluti l’aveva abbracciata e gli aveva sussurrato un “A presto BonBon”

Damon conosceva bene il significato della parola “perdita” nei suoi 170 e passa anni di vita, aveva dovuto superare tanti momenti difficili, era andato in guerra che era poco più di un ragazzo, si era innamorato di una donna che gli preferiva il suo fratellino, la stessa donna che lo aveva poi trasformato in un vampiro… 

Quella donna che lui, nonostante tutto, aveva aspettato per oltre un secolo e mezzo, per poi rendersi conto che lo aveva ingannato! 

Eppure lui non aveva mai evitato di chiamare le cose con il loro nome, si era sempre confrontato con la realtà, senza falsi buonismi…

Bonnie aveva saputo come erano andati i fatti, quando avevano trasformato sua madre in un vampiro, era una decisione che Damon e Stefan avevano preso insieme, ed avevano tirato a sorte chi doveva materialmente farlo, aveva perso Stefan… ma poi l’aveva trasformata Damon, perché una cosa in più o meno per farsi odiare non faceva differenza!

Certo, quando era arrivato a Mystic Falls, non si era proprio presentato nel migliore dei modi! ma anche in quel caso, aveva un motivazione, anche quelle cose l’aveva fatte per amore! 

Ed Elena l’aveva capito… Elena, la dolce ed umana Elena…
Damon l’aveva amata da subito, dal primo momento e si era fatto da parte, ok… è vero…aveva cercato di farsi da parte! per amore suo e di suo fratello.

Poi Elena era diventata un vampiro e tutti, nessuno escluso avevano cercato di “riaggiustarla”…

Tutti tranne Damon, lui amava Elena, ed Elena era ancora con loro ed era sempre dolce, ed aveva sempre la sua “umanità” … non era rotta…

Elena non aveva scelto Damon perché era diventata un vampiro, aveva scelto Damon perché era l’unico che aveva dimostrato che l’amava esattamente come l’amava un secondo prima che Rebekah la buttasse giù da quel ponte.

Lo voleva ammazzare quella volta che li aveva beccati durante la loro “lezione di vampirismo” a quel ballo universitario… ora gli veniva da ridere al pensiero! Ora lo aveva capito che Damon quella sera aveva dato ad Elena esattamente la cosa della quale aveva bisogno.

Bonnie come tutti, si era fermata alle apparenze, era stato comodo farlo… 

Cosa c’è di meglio di avere un capro espiatorio per tutti i mali? qualcuno a cui addossare tutte le cose brutte che gli erano capitate nella sua seconda vita?

Poi però era stata costretta a starci insieme in un mondo monotono, dove si doveva rivivere sempre lo stesso giorno, ed è stato li che lei aveva conosciuto un altro mondo… 

Un mondo molto più vario… un mondo nascosto, che solo pochi avevano il permesso di visitare… quello del vero Damon…

il mondo di una delle poche persone che si erano sacrificate per lei…

Damon aveva rinunciato ad essere felice, per lei… 

Il Damon che tutti pensavano di conoscere l’avrebbe lasciata morire in quella sala ricevimenti.

Una volta ucciso Kai… non lo avrebbe saputo nessuno, poteva semplicemente dire che non era arrivato in tempo… 

Non si era mai sbagliata così tanto nel giudicare una persona! a pensare che per anni aveva creduto di essere una sensitiva!

 

stava sorridendo, quando lo vide…

il suo sguardo magnetico, il sopracciglio incurvato, quel sorriso sarcastico…

la prima reazione fu di paura, seguita dalla ricerca di una via di fuga, poi si rese conto che sarebbe stato inutile…

così continuò a camminare, e lui gli si affiancò in silenzio…

non parlarono per un bel po', anche i rumori della città arrivavano come ovattati fu lui a rompere gli indugi

“non volevo spaventarti, sweetheart

“che vuoi?….. so per certo che a New Orleans, una cosa che proprio non manca sono le streghe”

sorrise, quasi un ghigno…

“no… di certo non mancano, anzi… ce ne sono pure troppe!”

anche Bonnie sorrideva, -cosa stava facendo?- si chiese, ah si… 

si stava proprio dicendo che avrebbe dovuto sforzarsi a non farsi preconcetti…

dopo un altro lunghissimo silenzio lui riparlò

“ti ho vista all’aeroporto, qualche giorno fa… ti ho seguito, mi son detto che fosse una strana coincidenza, troppo strana per non approfittarne… “

“mi hai seguito… quindi sono giorni che sai dove abito…”

“e che fai una passeggiata ogni sera a quest’ora? si…”

“non so se devo avere paura o essere onorata per aver avuto una super potente guardia del corpo in queste mie passeggiate newyorchesi”

“non devi avere paura, honey

“Ok…”

… ancora silenzio…

“come sta?”

“sta bene… sta meglio…”

“Lui era uno dei pochi amici che ho avuto…”

“per fortuna! quante volte hai cercato di ucciderlo?”

“Mai!” Rise “se lo volevo morto…” e fece uno dei suoi ammiccamenti… “e comunque mi riferivo a Chicago, negli anni 20… abbiamo passato dei bei momenti”

Bonnie sospirò, e guardò a terra…

“Miss Bennet… non era se stesso… non era Stefan…”

“quando lo hai soggiogato per uccidere Elena, ha lottato! ha cercato di controllarsi!”

“non è la stessa cosa Bonnie… credimi…”

“me lo ha ucciso davanti agli occhi… certe volte rimpiango di aver distrutto l’altra parte, di non essere più l’Ancora”

“ah… Miss Bennet, non l’ho mai ringraziata per quello! quando ha sollevato il velo, mi ha fatto l’enorme regalo di far sfuggire anche il mio adorato papà e la mia amorevole mamma… grazie mille!”

“dovere Mr Mikaelson! come è che dite? Always and Forever? una riunione di famiglia è sempre una buona cosa!”

questa volta scoppiò in una risata vera e Bonnie non riuscì a trattenersi dall’unirsi…

Lei che rideva con Klaus Mikaelson, c’era davvero qualcosa che non andava!

lui la guardò e un po' in imbarazzo proseguì…

“anche Kol e Finn… quindi grazie davvero… “

“prego Klaus…”

“dovevamo cercare un modo per trattenere in un qualsiasi posto anche la Petrova!”

“se non ti fossi perso nei boschi… magari lo avresti trovato!” questa volta era il turno di Bonnie di ammiccare…

“se fossi una cattiva persona… ma che dico? io sono una cattiva persona! quindi chissene frega della Petrova!… i boschi di Mystic Falls sono meravigliosi! e vale la pena visitarli!” il riso si trasformò pian piano in un qualcosa che sembrava essere un tenero sorriso…

“era serena quella sera… lei lo negherebbe, ma io so che non se ne è mai pentita”

“le ho fatto una promessa quel giorno…”

“lo so… ma sono cambiate anche le premesse…”

“aveva dei piani… Miss Efficenza e Controllo…”

“è nata per fare la Direttrice di una scuola!”

“già! è così tanto da Caroline… poveri studenti!”

“certo è stato molto più facile organizzare, con un assegno da 3 milioni di dollari… siamo andati in crescendo! un braccialetto… un romantico disegno… un abito…”

“due… due abiti, anche quello del ballo di fine anno… voleva essere hot! come la Principessa di Monaco… era bellissima…”

“Klaus… anche di promesse gliene hai fatte due… le hai promesso di farle vivere la sua vita, di amare… ma gli hai detto … i intend to be your last”

“… However long it takes”

“Mister Mikaelson… credo che sia arrivato il tempo per tutte e due di tornare a Mystic Falls, e cominciarlo a vivere questo dannato futuro…”

“dopo di lei… Miss Bennet…”

 

 

 

 

 

 

   
 
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