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Autore: With H    01/04/2017    0 recensioni
Sui titoli e le note di alcune canzoni di Jack Savoretti si sviluppa una storia d'amore un po' complicata.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mentre guidava per raggiungere il luogo dell’appuntamento fu tentato di tornare indietro ed inventarsi un imprevisto, forse Cristina ci avrebbe creduto, ma Helen no e probabilmente avrebbe pensato che lui non volesse vederla, forse lo pensava a prescindere ed era una cosa che gli faceva male perché sapeva che era colpa sua.
Ripensò alla sua espressione l’ultima volta che si erano visti, allo sguardo circospetto appena si erano incontrati, al modo in cui si era sforzata di sorridere, fino alla sensazione di averla mandata in frantumi quando le aveva detto che non voleva stare con nessuno in quel periodo.
Al momento gli era sembrata una buona idea ed era certo che lei avrebbe preferito l’onestà, ma non immaginava che le avrebbe fatto così male anche se Helen era stata bravissima a nasconderlo e lui l’aveva capito semplicemente perché l’aveva già vista soffrire di recente, quando non l’avevano presa per un lavoro che lei sognava. Aveva provato a mandarle un messaggio quella sera, scusandosi per essere stato di poca compagnia e ringraziandola ancora per il regalo che gli aveva fatto per il compleanno passato due settimane prima, ma lei aveva risposto solo con uno smile e poi non si erano più sentiti.
La sua esperienza con Helen gli aveva fatto pensare, persino sperare, che a un certo punto lei avrebbe ceduto e lo avrebbe cercato, era successo in passato, ma più trascorrevano i giorni e più la consapevolezza che stavolta non l’avrebbe fatto si era dimostrata veritiera.
Poi tutte quelle foto in cui era stata taggata mentre era nella sua città, sorridente con gli amici, gli avevano fatto provare un moto di gelosia e lui era certo che era un sentimento che non avrebbe mai provato. In particolare in una, lei aveva i capelli lisci - lui la preferiva riccia, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo perché gli sembrava in qualche modo troppo intimo - ed una minigonna, era scalza ed aveva la schiena appoggiata ad un ragazzo biondo con il quale stava chiaramente ballando in modo particolarmente provocatorio, lui la teneva stretta a sé come un polipo, con una mano sulla pancia ed un’altra che le accarezzava il braccio piegato che portava il suo drink evidentemente molto alcolico alle labbra tinte di rosso; tutto attorno a loro c’era il mare ed il tramonto che infiammava il cielo sebbene fosse solo inizio Aprile. Helen era chiaramente brilla perché lui sapeva che non si sarebbe mai fatta toccare così da nessuno, lui stesso aveva sperimentato quanto fosse diffidente quando aveva iniziato a provarci con lei che solo dopo mesi si era abbandonata quasi completamente al contatto tra di loro.
Inconsciamente sapeva che quella era la reazione a ciò che era successo tra di loro, anche se non immaginava che ci tenesse così tanto a lui. Insomma, nell’ultimo periodo erano stati qualcosa di più che semplici amici che andavano a letto insieme e lui ancora poteva ricordare un pomeriggio a casa sua, mentre lei era seduta come al solito sulle sue gambe e gli rivolgeva uno sguardo così carico di affetto da lasciarlo quasi senza fiato, tanto da desiderare che non smettesse di guardarlo così e che il caffè che aveva messo a fare tardasse ad uscire solo per non interrompere quel momento.
Sapeva di essersi comportato male con lei, anche se la loro relazione era iniziata come “divertimento”, era consapevole che ad un certo punto entrambi avevano smesso di divertirsi e basta. Anche se lui ci aveva messo tempo a capirlo.
E poi le aveva detto che non voleva stare con nessuna in quel momento, anche se intuiva che una piccola parte di Helen sperava da un po’ che lui lasciasse la sua ex per poter stare insieme in modo più serio. Gli era sembrata una giusta decisione, aveva bisogno di un po’ di libertà dopo una storia che soprattutto alla fine era stata come un carcere, ma dopo svariate serate passate a bere con gli amici, si era reso conto che Helen negli ultimi mesi della sua relazione era stata l’unico motivo che rendesse le sue giornate meno pesanti tra lo stress del lavoro che non lo ricompensava mai quanto avrebbe voluto e la frustrazione che provava nei confronti della sua ex. Gli mancava.
Non aveva più provato a cercarla, non riusciva ad accettare l’idea che gli rivolgesse una risposta - giustamente - fredda e distaccata; in questo era bravissima: ci erano volute parecchie settimane prima che riuscisse a sciogliersi con lui e pochi secondi invece per tornare gelida.
Parcheggiò sapendo di essere già in ritardo di un quarto d’ora, in un altro momento probabilmente lei gli avrebbe lanciato una frecciatina al riguardo, ma adesso sapeva che non l’avrebbe fatto. In realtà, non sapeva come si sarebbe comportata quella sera, un conto erano loro due da soli che si erano creati un mondo tutto loro con un corrispettivo modo di comunicare, un altro era la presenza di un’altra persona ignara come tutti dei fatti.
Camminò a passo svelto, sentendosi agitato e poi girò l’angolo diretto al punto d’incontro dove le due ragazze lo stavano aspettando. Helen era di spalle, ma catturò comunque la sua attenzione: sembrava più slanciata nonostante i colori chiari che indossava, la maglia ricamata le lasciava scoperta sensualmente la spalla da cui si vedeva il tatuaggio che lui aveva spesso baciato mentre la spogliava, ed il pantalone aderente le metteva in risalto la forma a mandolino del suo fondoschiena che attirava le attenzioni di alcuni passanti. Cristina lo vide e lo salutò con la mano prima di avvicinarsi a lui, Helen si girò lentamente rivolgendogli solo uno sguardo, ma rimase indietro. Salutò Cristina distrattamente senza smettere di guardare Helen, senza curarsi che entrambe avrebbero potuto accorgersene. Il colore della pelle era più scuro del solito, segno che avesse passato molte ore al sole, la maglia bianca faceva risaltare ancora di più la sua abbronzatura ambrata ed i capelli che dovevano essere più lunghi ed anche leggermente più chiari con i riflessi dorati e ramati evidenziati dal sole che stava tramontando; le ossa della clavicola sembravano più sporgenti e le labbra screpolate, ma apparentemente non c’erano altri segni che potessero mostrare che non stesse bene, anzi, sembrava ancora più bella dell’ultima volta che l’aveva vista.
Si avvicinò piano a lei cercando un contatto con quegli occhi che da quasi un anno lo inchiodavano, lei tenne opportunamente lo sguardo altrove e sorrise semplicemente a beneficio di Cristina, ma senza illuminarsi come accadeva spesso quando lo vedeva. Nonostante i tacchi che era strano vederle ai piedi, era comunque parecchio più bassa di lui, per cui si abbassò leggermente per salutarla con degli innocenti baci sulle guance posandole con delicatezza la mano sul fianco ed avvertendo una sporgenza delle costole che prima non c’era, Helen restò rigida e non lo toccò in nessun modo, poi si allontanò in fretta rivolgendo uno sguardo a Cristina.
Avvertì una sensazione di amaro in bocca e di peso sullo stomaco, si era aspettato che fosse fredda o arrabbiata, ma quella era una Helen totalmente diversa che lui non sapeva come gestire, era una maschera d’indifferenza sotto uno strato di ghiaccio che non sarebbe riuscito a scalfire con una delle sue battute o con il più dolce dei baci come quando avevano avuto delle discussioni in passato.
Cercò di riprendersi e fare il giullare, almeno con Cristina, che era rimasta ancora facile da far ridere come sempre, lei gli camminava accanto, mentre Helen era un po’ più avanti perché non entravano tutti e tre sul marciapiede; era sempre stata bella in modo inconsapevole e quando lui glielo diceva, era spesso arrossita, in quel momento invece sembrava particolarmente conscia delle sue potenzialità, camminava dritta, con il vento leggero che le muoveva i capelli e lo sguardo fisso davanti a sé ed attirava moltissimi sguardi; naturalmente li aveva sempre attirati, ma in qualche modo sembrava nascondersi, in quel momento invece non lo faceva affatto.
Arrivarono in un locale e decisero di sedersi ad uno dei tavolini all’aperto, mentre il sole rifletteva sulla superficie del canale di fronte a loro; era vagamente consapevole che Cristina stava raccontando del suo nuovo lavoro e cercava di non spostare troppe volte lo sguardo su Helen che invece era concentrata sull’amica come se fossero da sole; ricordò una scena analoga, quasi otto mesi prima, quando dopo l’estate si erano incontrati per una serata simile tutti e tre insieme, allora aveva appena iniziato a flirtare con Helen che ancora non se n’era resa davvero conto, lei era molto più abbronzata dopo due settimane in Grecia e lui le si era seduto accanto, ogni tanto si sporgeva verso di lei sfiorandola per qualche secondo e ricevendo dei sorrisi da parte sua, quella sera dubitava che sarebbe successo. E lui amava il suo sorriso.
Il cameriere portò i menù ed indugiò un po’ troppo con lo sguardo sulla scollatura di Helen che era chiaramente la sua attrattiva maggiore, avrebbe voluto rivolgergli un’occhiataccia ma non ne aveva alcun diritto; lei invece gli sorrise con disinvoltura facendolo ammiccare mentre rientrava all’interno del locale.
«Ti trovo in gran forma, Helen.» ammise Cristina, lei dal canto suo poteva apparire simpatica, ma del tutto normale ed il confronto con Helen non reggeva nemmeno quando quest’ultima non faceva niente per attirare l’attenzione.
Sorrise ancora, era quasi uno dei suoi sorrisi pieni che le illuminavano gli occhi e le formavano un’adorabile fossetta sotto l’angolo delle labbra, ma quei sorrisi così aperti erano sempre rari e di solito li riservava a lui quando la baciava improvvisamente interrompendo ciò che lei diceva.
«Grazie!» esclamò «Ultimamente sto molto bene, sono molto più serena…»
Avrebbe potuto crederle, ma lui la conosceva meglio di Cristina e sapeva che c’era un velo di inquietudine che i suoi occhi non riuscivano a mascherare.
«Sì, rispetto all’ultima volta che ci siamo viste la differenza è palese. Cos’è, sei innamorata?»
Lui sbiancò mentre l’immagine del ragazzo che la stringeva a sé riaffiorava nella sua mente, ma Helen scosse la testa «Nah… gli ultimi ragazzi che ho frequentato si sono dimostrati una perdita di tempo e nemmeno troppo interessanti…» la frecciatina lo colpì con effetto, in questo Helen era la regina e lui non si era aspettato quel colpo.
«Ah no?» ribadì d’impulso, con una nota un po’ troppo acida perché suonasse indifferente.
Cristina gli rivolse uno sguardo perplesso, Helen invece lo guardò negli occhi per la prima volta da quando si erano incontrati, inarcò un sopracciglio e rispose con un pacato “no”; chiaramente più brava di lui a fingere distacco. O magari lo provava davvero, non ne era certo, ma quella non era la ragazza che si nascondeva tra le sue braccia ogni volta che arrossiva. Sentiva di averla sprecata.
«E tu, invece, Roberto?» domandò Cristina, curiosa di saperne di più soprattutto di lui che non vedeva da Settembre.
Fece spallucce con fare disinteressato «Il solito: lavoro tanto, sono stressato, faccio stronzate… e poco più di un mese fa ho lasciato la mia ragazza, cioè, adesso ex ragazza.» disse notando sott’occhio che Helen aveva abbassato lo sguardo, ma solo per pochi istanti.
Prima che Cristina potesse commentare sorpresa - d’altronde tutti avevano pensato che non sarebbe mai riuscito a lasciare la sua ex sebbene la loro relazione fosse diventata malsana da tempo -, il cameriere tornò con le ordinazioni prese poco prima: un cocktail a base di frutta tropicale per Cristina e vino bianco freddo per Helen e Roberto. Pagarono ed il cameriere andò via senza però esitare a fare l’occhiolino ad Helen.
«Quel tipo ti ha puntata.» ribadì Cristina per un attimo dimenticando dell’argomento precedente «È carino, magari può porre fine alla serie di ragazzi che sono stati una perdita di tempo.» per un attimo fu tentato di buttare in faccia all’amica il contenuto del suo calice, ma non era colpa sua e, in effetti, lui non poteva più avere pretese nei confronti di Helen, la quale sorrise tranquilla e suggerì loro di andare per primi a prendere qualcosa al buffet mentre lei restava lì a guardare le borse, a Roberto non andava di lasciarla da sola ma non poteva obiettare.
«Scusa Roberto, stavi dicendo? Hai lasciato la tua ragazza, come mai?»
Mentre si alzavano per andare all’interno, avvertì più che vedere Helen agitarsi impercettibilmente sulla sedia, era chiaro che non era un argomento di cui le piaceva si parlasse e poteva capirla, in effetti anche lui avrebbe preferito non parlarne, non perché fosse ancora scosso per com’era finita quella relazione, ma perché lo era stato ed aveva troncato in modo stupido ed incosciente anche quello che c’era - o poteva esserci - con lei.
«Ormai erano mesi che non andavamo più davvero d’accordo…»
«Hai sempre parlato abbastanza male di lei, in effetti.» aveva conosciuto Cristina qualche mese prima di Helen e già allora, ricordò, la sua relazione non era più felice.
«Già, ma ho continuato a portarla avanti, non so perché. E alla fine ero talmente saturo da precludermi la possibilità di stare con una persona migliore per me.»
Cristina non era abbastanza intuitiva da presupporre che in effetti una persona migliore per lui poteva non essere solo un’ipotesi.

Quando tornarono al tavolo, Helen stava parlando con il cameriere che Roberto constatò essere almeno quindici centimetri più basso del suo metro e novantasette ma comunque alto abbastanza rispetto a lei, inoltre era anche molto palestrato e lui aveva da sempre una certa invidia per i ragazzi che avevano un fisico così scolpito che lui per conformazione e per poca voglia di allenarsi in palestra, non aveva mai avuto. Constatò con piacere che Helen, nonostante stesse sorridendo, non lo guardava davvero con interesse o, almeno, non ricambiava lo stesso evidente interesse che lui mostrava per lei. Non per questo il desiderio di dargli un pugno era meno forte.

   
 
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