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Autore: Wawes    03/04/2017    0 recensioni
«Sai» dice allora Walter. «Non pensavo fossi uno a cui piacciono i bambini».
Se si voltasse potrebbe vedere Jesse sorridere, gli occhi azzurri riflessi nel vetro e il cielo scintillante del New Mexico a ricambiare lo sguardo.
«Prima di andare via gli ho detto una cosa».
Pausa.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jesse Pinkman, Walter White
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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«Mr White, mi chiedo perché-» Jesse si interrompe per riprendere fiato. Ha il respiro affannato mentre sfrega il bancone dell’Harvey e Walter sa che sta facendo più fatica di quanto dovrebbe. Il ragazzo ha parecchia droga in circolo ancora dalla sera prima, probabilmente. 

«Dobbiamo farci un culo del genere per dei tossici che se ne fregano della qualità della nostra roba» aggiunge.

Walter si volta di scatto. Il ragazzo è girato di spalle, chinato sulla superficie legnosa del mezzo.  

«Punto primo: è la mia roba. Punto secondo: zitto e lavora».  

Dietro di lui, Jesse smette di sfregare e scuote la testa.  

«Mr. White, andiamo. Lo sai anche tu ho ragione! Sono tutti tossici che vivono nella loro merda». Con la mano si asciuga il sudore dalla fronte, poi guarda fuori dal piccolo finestrino. Il sole è bollente, alto nel cielo azzurro di Albuquerque, e il camper sta diventando un forno.  «Cazzo, che caldo» aggiunge, facendosi aria con la mano.  

In silenzio, Walter continua a lavare le ampolle. Avverte Jesse immobile dietro di lui, e sta per girarsi di scatto e chiedergli perché non sta finendo il suo lavoro, quando il ragazzo sospira.  

«Sai, a volta mi chiedo se quel bambino sta bene».  

Walter smette di pulire, poi si volta lentamente. Guarda il ragazzo da sopra la sua spalla. 

«Quale bambino?». 

Il suo ex-allievo gli sta dando le spalle, probabilmente concentrato a osservare il deserto fuori dall’Harvey. 

«Il figlio di quella coppia che aveva fregato Skinny Pete» risponde, il tono di voce leggermente più basso.  

Walter distoglie gli occhi dal ragazzo, tornando ad osservare le ampolle macchiate. Erano passate settimane da quell'incidente, e lui l'aveva già quasi rimosso.  

«Ti stai riferendo a quella donna che ha schiacciato la testa del marito con l'ATM?». 

Sente Jesse sospirare di nuovo.  

«Cristo, sì». 

Per qualche lungo minuto, nessuno dei due dice una parola. Walter sa che l'attrezzattura da laboratorio è quasi pulita, e sa anche che Jesse sta sfregando sempre più debolmente, può sentirlo. Ma per qualche strano motivo, desidera intrattenersi ancora un attimo.  

«Sai» dice allora. «Non pensavo fossi uno a cui piacciono i bambini».  

Se si voltasse potrebbe vedere Jesse sorridere, gli occhi azzurri riflessi nel vetro e il cielo scintillante del New Mexico a ricambiargli lo sguardo.  

«Prima di andare via gli ho detto una cosa». 

Pausa. 

Questa volta Walter si gira. 

«You have a good rest of your life, kid».  

Jesse si volta e guarda il suo ex professore di chimica dritto negli occhi. 

«Spero stia bene» aggiunge.  

Poi scrolla le spalle e torna a sfregare la superficie del bancone.  

 

L'aria è gelata, il respiro gli si condensa in nuvole di fumo non appena fuoriesce dalla bocca. Quella era la fine di tutto, uno davanti all’altro senza nemmeno il coraggio di parlare.  

Ciò che è rimasto di Jesse, una maglia sporca e due occhi vacui, si avvicina ad una delle macchine nel parcheggio. Walter fa ancora qualche passo poi si ferma, e aspetta. Il fianco gli brucia terribilmente e un dolce intorpidimento gli sta arrivando alla testa, cerchi di dolore che salgono a ondate, ed è come se l'aria avesse un odore diverso, un profumo che mai ha sentito ma che ricorda appena la morte.

Jesse si ferma davanti alla portiera. Walter lo guarda, aspettando, e il ragazzo deve aver capito che quello è il loro ultimo momento, perché si volta.   

Quello che segue è un lungo sguardo, doloroso come il male che si sono fatti, i suoi occhi chiari puntati su quel ragazzino disordinato e strafottente, incapace di parlare senza usare parolacce come intercalari, inadatto a reggere situazioni difficili senza affondare nel panico. Walter lo osserva e si rende conto che il suo ex studente ora assomiglia tanto al guscio di un uomo infelice.  

Stringe appena la mascella e senza averle richieste gli arrivano alla mente ondate di ricordi che si condensano in uno solo: Jesse in mutande che cade da un tetto e poi si rialza, gli fa segno di tacere e scappa, THECAPN scritto sulla targa di quella macchina rossa.   

Vorrebbe tanto dirgli che per quanto abbia desiderato ardentemente che morisse e per quanto gli è tutt’ora difficile accettare il suo tradimento, lui è stato un po' come un figlio. 

Mentre lo guarda cercando di resistere al dolore al fianco si dispiace di essere l'uomo che è, perché se non lo fosse lo abbraccerebbe un’ultima volta.  

Ma non lo fa, e riduce i suoi pensieri a un leggero cenno con la testa.  

Quando Jesse ricambia annuendo appena, Walter sa che quello è il loro perdono e il loro addio, e gli basta. Lo guarda salire salire macchina e fare retro e per un secondo ha la sensazione di essere investito ma Jesse accelera, il motore su di giri, finché non sfonda il cancello della struttura e diventa un punto luminoso che si allontana nella notte.

Walter rimane al freddo ancora qualche secondo, gli occhi fissi nel punto il suo ex partner è scomparso.

Good luck for the rest of your life, kid, pensa.   

 

Poi si gira ed entra nel laboratorio. 

 

 

 

 

 

 

* Ho scelto di mettere la scritta in inglese per un motivo banalissimo: non ho visto Breaking Bad doppiata e quindi non so come hanno tradotto quella particolare frase. L'ho lasciata in lingua originale per essere il più fedele possibile alla serie. 
Spero che la storia sia stata di vostro gradimento.  

 

   
 
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