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Autore: kaos3003    06/06/2009    3 recensioni
Shelinda deve farsi carico delle responsabilità di una discepola di Yevon.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: kaos3003
Titolo:
Perdere l'equilibrio e cadere (È stata una lunga attesa, lunga ed estenuante.).
Fandom:
Final Fantasy X
Personaggi:
Shelinda, Gran Maestro Mika
Avvertimenti:
nessuno
Note:
la storia è partita, come da bando, da un proverbio cinese: è quando arriva il freddo inverno che si notano di più gli alberi che non perdono le foglie. Chi conosce il fandom riconoscerà, spero, nel momento trattato il concetto espresso da questo proverbio.

Sempre come da bando, nel testo si incontrano due citazioni:

«[...]Il viso spaventato di chi perde l'equilibrio e cade[...]» (Milan Kundera – L'insostenibile leggerezza dell'essere)

«È stata una lunga attesa, lunga ed estenuante.» (Matrix)
Disclaimer:
I personaggi e i luoghi descritti o citati in questa storia non mi appartengono, ogni diritto legale è da attribuirsi a Square Enix.

Questa storia è stata scritta seguendo il bando film delle Olimpiadi e sfruttando un prompt di Temporal-mente.


Guardando la grande sala del tempio, Shelinda comprese l'agitazione della guardia che l'aveva scortata fino a lì. Le statue dei grandi evocatori troneggiavano su alcuni piccoli monaci che discutevano tra loro fin troppo animatamente, quasi sovrastando l'inno dell'intercessore, e i fedeli riuniti erano poco più di una decina: Bevelle, centro di Spira e del popolo di Yevon, stava scivolando a poco a poco nel caos totale.

Non che in fondo potesse dirsi veramente sorpresa: se la perdita dei maestri Seymour e Kinoc era stata un duro colpo per tutti loro, ben peggio era credere Lady Yuna e i suoi guardiani fossero assassini e traditori. L'abbandono e l'assassinio del maestro Kelk, poi, aveva destabilizzato definitivamente quel precario equilibrio che il popolo aveva cominciato a ricostruire.

Nonostante le molte occhiate perplesse, i due monaci continuarono a discutere, mentre Lord Braska pareva osservare benevolo la scena che si svolgeva ai suoi piedi. Sembrava impossibile che la figlia di una persona tanto mite e altruista, la gentile evocatrice che aveva incontrato più volte, si fosse macchiata di colpe tanto gravi.

“I grandi evocatori dovrebbero essere fonte di ispirazione.”

Uno dei due monaci aveva il viso spaventato di chi perde l'equilibrio e cade, mentre il Maestro Mika si avvicinava alla statua del grande evocatore, seguito da un drappello di guardie armate e monaci.

L'odore penetrante dell'incenso che l'uomo si lasciava dietro le fece girare la testa, mentre si rialzava dalla riverenza, e forse questo contribuì a manifestare apertamente il suo sconcerto: solamente pochi dei presenti avevano reso omaggio all'ultimo dei grandi maestri, esattamente come pochi avevano accettato di dare ospitalità alla guardia che l'accompagnava nel suo viaggio verso la capitale di Yevon.

Le persone rumoreggiavano mentre il maestro cercava di sedare quella lite e Shelinda prese un profondo respiro. Mentre percorreva la scalinata verso il tempio aveva pensato ci fossero veramente tante, troppe questioni da chiarire: perché proprio lei, una semplice discepola, fosse stata richiamata; perché il popolo di Yevon fosse lasciato allo sbando; come fosse possibile permettere che i sacerdoti si comportassero in una maniera tanto riprovevole in un momento tanto arduo; come fosse possibile che Lady Yuna, la donna che si era occupata del trapasso dopo la strage causata dal piano della Milizia, fosse stata accusata di tradimento.

C'era veramente tanto da chiedere, ma in quel momenti il maestro sorrise al placido volto di Lord Braska come se si trovasse davanti ad un caro amico che non vedeva da tempo, e si profuse in quello che sembrava essere un atteggiamento rituale di preghiera.

Shelinda si ritrovò a trattenere il fiato: quella scena era sufficiente a spiegare ad ogni scettico perché la gente di Spira ritenesse Mika il più saggio fra i maestri e necessitasse tanto della sua guida. La vista della più alta carica di Yevon mostrarsi tanto umile di fronte a chi aveva dato la propria vita per tutti loro era qualcosa che, pensava Shelinda, non poteva assolutamente lasciare indifferenti; se solo le genti di Spira avessero potuto assistere a tale fatto, certamente la sfiducia nel clero si sarebbe dissipata in pochissimi istanti come le nubi di lunioli sul Fluvilunio al sorgere del sole.

Dietro di lei anche un monaco, che ricordava essere padre Zuke, osservava attentamente il maestro inchinarsi davanti alla statua in un attimo di raccoglimento. Il volto anziano, rilassato nella contemplazione di chi aveva fatto un dono così grande al popolo, doveva essere motivo di pace per chi, come lui, sentiva di aver fallito nel proprio compito.

Shelinda ancora sorrideva estasiata mentre il grande maestro si rialzava e le rivolgeva uno sguardo benevolo. Avrebbe potuto chiedere tutti i chiarimenti che desiderava in un secondo momento, ma era certa che una persona tanto giusta e saggia avrebbe ascoltato con attenzione e interesse quello che aveva da dire sulla figlia di Lord Braska.

“Maestro, Lady Yuna...”

“Calmatevi, figliola.”, la interruppe il maestro Mika, prendendole le mani. Se non le avesse viste tremare prima, avrebbe giurato che fosse dovuto al contatto con la pelle insolitamente gelida dell'uomo di fronte a le. “Devo forse intendere che le dicerie degli Al Behd vi abbiano raggiunto e messo in un tale stato di agitazione?”

“Gli Al Behd?”

Il Gran Maestro annuì. “Quegli esseri non hanno nessun rispetto.” disse mestamente, rivolgendo nuovamente la propria attenzione alle quattro statue davanti a lui.

“I morti dovrebbero poter riposare in pace, senza veder infangato il proprio nome, non quando hanno fatto tanto per Spira e le sue genti”, concluse con la voce mozzata, accarezzando con una mano il marmo della statua.

L'inno dell'intercessore risuonava debole fra le maestose pareti, quasi diverso dal canto che si poteva udire quando un evocatore accedeva al naos, e Shelinda osservò ancora una volta il volto gentile dell'ultimo Grande evocatore.

Erano passati ormai dieci anni dall'ultimo Bonacciale e per il popolo di Spira era stata una lunga attesa, lunga ed estenuante, perché mai il popolo Al Bhed avrebbe dovuto impedire alla maggiore speranza di Spira di concludere il proprio viaggio e portare un po' di sollievo alle anime afflitte?

La voce rotta del maestro si insinuò nel corso dei suoi pensieri, quasi a voler confermare qualcosa che non era stato chiesto. “Siamo in un momento difficile, ragazza mia. Quegli eretici hanno minato nel profondo la fede del popolo con le loro calunnie, e ora più che mai abbiamo bisogno dei nostri migliori elementi.”

La sala del tempio era ormai quasi vuota e la maggior parte dei monaci si era ritirata nei chiostri. Chissà se i chiostri di Bevelle avevano il profumo confortante dei testi antichi come nel tempio di Doijse.

Il Maestro Mika le concesse un'ultima occhiata, prima di voltarsi. “Sei stata richiamata perché desidero che da domani tu prenda il comando della guardia”, disse facendo un rapido cenno di benedizione ad un'anziana che, dal tessuto della veste, si sarebbe detta dell'isola di Besaide. Quando era più piccola era stata al tempio di Bevelle e per essere benedetti dal Gran Maestro occorrevano giorni, ma ora quella era la prima benedizione che vedeva da quando era arrivata, e nessun altro sembrava intenzionato ad avvicinarsi.

La vecchietta si allontanò e il maestro sospirò osservando quella fedele tornare alle proprie preghiere. “Mi è stato detto che sei stata vista con l'evocatrice Yuna e che la gente ti ascolta, questo è di fondamentale importanza per l'ordine di Yevon.”.

La traccia d'incenso cominciava oramai a svanire, sostituita dall'odore di pelle sudata e di stoffe trattate. Ad un rapido cenno del maestro le guardie cominciarono ad avvicinarsi. “Confido che saprai fare un ottimo lavoro.” concluse, avviandosi nuovamente verso la soglia. Nel frattempo padre Zuke gli si era avvicinato, tenendo sotto braccio quello che aveva tutta l'aria di un importante fascio di documenti.

Mentre i generali delle guardie le si stringevano intorno, ponendole domande sul da farsi, Shelinda cominciò a sentire l'ansia montarle in corpo: non aveva saputo farsi ascoltare da un corpo di quattro miliziani prima dell'operazione Mi'ihen, come potevano pretendere che un intero esercito le obbedisse. Era diventata discepola di Yevon per aiutare la sua gente, ma non era pronta per tutto questo, una come lei non era semplicemente adatta.

Il gruppo di clericali aveva quasi oltrepassato la soglia del tempio, quando riuscì a dare voce alla sua protesta. “Maestro Mika... io...”

Il Gran Maestro si voltò ancora una volta verso di lei. “Prega Yu Yevon perché ti indichi la via giusta da seguire, figliola”, rispose, prima di sparire definitivamente all'interno dei propri uffici.


   
 
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