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Autore: ca_te    04/04/2017    4 recensioni
|Traduzione|
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Il cuore di Yuuri era sempre stato una piccolezza, una cosa riservata, e il ragazzo era certo che il proprio segno -quei tre puntini allineati sulla sua clavicola sinistra- sarebbe rimasto invariato. Questo sino al momento in cui Victor era entrato nella sua vita, come una tempesta.
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Soulmate AU in cui ciascuno nasce con un semplice tatuaggio sul polso. Un cerchietto, una linea dritta, un puntino, e via dicendo. Quando la persona inizia ad interagire con la propria anima gemella, il tatuaggio si fa via via più complesso.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Note dell'Autrice: Basata sul seguente prompt : Soulmate AU in cui ciascuno nasce con un semplice tatuaggio sul polso. Un cerchietto, una linea dritta, un puntino, e via dicendo. Quando la persona inizia ad interagire con la propria anima gemella, il tatuaggio si fa via via più complesso. Al primo bacio, crescono delle foglie; alla prima volta, sbocciano dei fiori.
 
La trama di questa fanfiction si estende per tutta la durata della prima stagione dell’anime, e, ad eccezione dell’epilogo, è narrata dal punto di vista di Yuuri.
Un enorme grazie a hazelandglasz per avergli dato una rilettura. Mi assumo la responsabilità di tutti quanti gli errori!



 
 
 
Eventually soulmates meet
Because they have the same hiding place
[R. Brault]
 
 
Prologo
 
Uno, due, tre. Tre punti, perfettamente allineati sulla sua clavicola sinistra. Sono lì, invariati, da che Yuuri ne ha memoria. Non che la cosa lo sorprenda. Il suo cuore è sempre stato un po’ bizzarro: così veloce a preoccuparsi, così lento a scaldarsi nei confronti delle persone, nel profondo, dove ha importanza.
Non che a Yuuri non importi degli altri, anzi, prova un senso di gratitudine nei loro confronti, spesso e volentieri immensa, simile a quella di un uomo assetato che trova una oasi nel deserto – sempre sorpreso dal fatto che qualcuno possa ritenerlo degno di attenzione.
L’amore romantico, tuttavia, è tutt’altra questione, decisamente più sfuggente.
Yuuri l’ha visto realizzarsi attorno a sé parecchie volte: i suoi genitori, Yuko e Takeshi. È sempre possibile dire quando l’amore abbia toccato qualcuno, se la persona in questione prova abbastanza sicurezza da lasciarlo trasparire.
Dopo aver baciato Takeshi per la prima volta, la linea sulle costole di Yuko si era tramutata nello stelo di un fiore, con una manciata di piccole foglie sulla pelle. Lo sapeva, perché Yuko stessa glielo aveva mostrato, una sera, nella stanza dedicata allo staff dell’Ice Castle di Hasetsu. Avevano sedici anni. Le gote di Yuuri si erano infiammate, ma non aveva distolto lo sguardo, studiando le linee grigie sulla pelle della sua migliore amica.
«Sono felice per te, Yuko-chan» aveva sussurrato, incantato, e lei lo aveva abbracciato con forza.
«Non ho mai osato sperarci, eppure è successo… non riesco a crederci!» aveva quasi urlato la ragazza.
Poi erano cresciuti, e Yuuri era certo che il tatuaggio di Yuko fosse cambiato ad ogni singolo passo compiuto nella relazione con Takeshi. Era così che funzionava, era così che l’anima chiamava la propria metà e mostrava al mondo cosa, nel frattempo, stava accadendo fra le pieghe del cuore.
Ad essere onesti, Yuuri non aveva mai capito perché dovesse essere un processo così visibile. Non era imbarazzante? E se non si verificava alcun cambiamento nonostante due persone si piacessero?
 
Un cuore è una cosa così piccola, così riservata – il suo lo era senz’altro, perlomeno; questo pensava il ragazzo. Così facile da rompere e da spaventare. Forse questo era il motivo per cui non aveva ancora incontrato la persona giusta. Ma anche se avesse dovuto incontrare tale persona, Yuuri non era certo che le cose, poi, sarebbero potute andare avanti. Quel genere di affetto fisico… era qualcosa che, apparentemente, il suo cuore non teneva minimamente in considerazione. I tocchi, i baci, le carezze: in un certo senso, quei termini erano solo parole per lui. Quando era un ragazzino semplicemente non li bramava, diversamente da quanto accadeva per i suoi coetanei, e quando era cresciuto quel bisogno non si era mai manifestato.
A volte gli viene da pensare che forse è questo il motivo per cui ama a tal punto il pattinaggio. Il suo cuore si sente a proprio agio quando è sul ghiaccio, nei muscoli che si flettono e si distendono, nella concentrazione, persino nelle lacrime di frustrazione e nel timore costante di non essere mai abbastanza bravo. Questo è lui, si conosce e si rispetta profondamente. Il resto delle persone, tuttavia, rimane un territorio incerto, e Yuuri sta sulle sue, facendosi strada con il pattinaggio attraverso i suoi sogni e le sue paure, i propri punti sempre immutabili.
 

 
**
 
 
Il tatuaggio di Victor è una circonferenza perfetta, situata esattamente alla base del collo. Ed è, per giunta, del tutto incontaminata.
Yuuri lo nota durante il primo giorno in cui il pattinatore russo fa la sua comparsa nello stabilimento termale della sua famiglia. Ed è una sorpresa il fatto che, di tutte le persone sulla Terra, proprio Victor non abbia trovato la sua esatta metà. In qualche modo, ciò lo rende più umano.
 

 
**
 
Il cuore di Yuuri si blocca in gola, la prima volta che i due fanno il bagno insieme. Ovviamente molte persone hanno visto il suo tatuaggio, da Phichit a Yuko, ma sotto lo sguardo di Victor il ragazzo si sente esposto sin nel profondo, dove il sangue incontra l’anima.
È profondamente consapevole non solo del suo corpo nudo, ma più di tutto di quei puntini, che bruciano attraverso la pelle. Neri e spogli, si stagliano sul pallore della carnagione, così che Victor possa osservarli.
Sino a quel momento il russo ha dato grande prova di voler condividere piccoli assaggi di informazioni personali: “ti piace Minako?”; “hai mai avuto una ragazza?”; “dovrei raccontarti della mia prima ragazza?” 1. Sin troppe informazioni, e Yuuri non ha nulla da offrire in cambio.
«Hai bisogno di perdere un po’ di peso, maialino. Come potresti atterrare da tutti quei bei salti altrimenti?»
E Yuuri fa una smorfia, ma è anche grato a Victor per non aver affrontato l’argomento dei loro tatuaggi rimasti immutati. Le dita del giovane nei suoi capelli umidi generano dei brividi lungo la sua schiena, e Yuuri fa del suo meglio per non allontanarsi di corsa come al solito.
«Tu hai qualcosa dentro di te, Yuuri. Me lo mostrerai, prima o poi?»
Victor è troppo vicino, troppo esigente, e i pensieri di Yuuri si agitano nella sua mente, preoccupati. Cosa si suppone che debba avere dentro di sé? È solo un ragazzo di ventitré anni che ama pattinare ma continua a fallire, ancora e ancora, perché non è forte abbastanza. Un ragazzo che non ha mai baciato nessuno, mai toccato nessuno, solo perché… be’, non gli è mai capitato.
«Victor…»
«Nessun “ma”, Yuuri. Sono il tuo coach, ricordi?»
La verità di quella affermazione, assurda e innegabile, riverbera attraverso Yuuri, la sua mente che ancora stenta a capacitarsene. Victor Nikiforov, star indiscussa del pattinaggio di figura, sarà il suo coach. Non può negare che quello sia un sogno infantile che si realizza, eppure Yuuri ha il sentore che ciò avrebbe potuto portare numerose conseguenze inaspettate.
 
 
 
1- Svegliarsi
 
Victor si ferma di fronte a loro, e Yuuri sente di stare per piangere. Non solo il programma è, tecnicamente, una sfida. Il tema non potrebbe essergli più estraneo, completamente diverso dal modo in cui, per tutta la sua vita, si è sempre tenuto alla larga dall’orbita delle fisicità e dell’attrazione sessuale.
Come si suppone che incanali nel pattinaggio qualcosa che non era mai stato, e che probabilmente non sarebbe stato mai?
Eros.
Yuuri continua a rigirare la parola mentalmente, sulla propria lingua, ma il sentimento di estraneità non diminuisce. Diligentemente, il ragazzo si esercita diverse volte al giorno, ma è conscio del fatto che la sua esibizione manchi di qualcosa di solido e di vivo al suo interno.
Il pensiero di una ciotola di katsudon è infantile, ma è qualcosa a cui aggrapparsi per prendere tempo, per concentrarsi sulla disperata ricerca di qualcosa che non ha mai compreso con chiarezza.
 
La sfida con Yurio si avvicina, veloce e spietata, facendolo sentire esausto. Persino questa paura, è qualcosa che il ragazzo non sa come interpretare. È spaventato dalla possibilità di essere lasciato da solo con la sfida di dover scalare le classifiche per arrivare alla Finale del Grand Prix? No, decisamente.
Egli continua ad esercitarsi come una bambola vuota, il disappunto di Victor come una spada pendente sulla sua testa.
 
Una notte, Yuuri è steso sul letto, ancora sveglio, quando una consapevolezza accarezza i suoi pensieri. È semplice ed egoista, ma la verità è che non vuole lasciare che Victor se ne vada. Se continua così lo perderà, scivolerà via dalle sue dita, portato lontano, sino in Russia. Yuuri rimane sorpreso da quanto quel pensiero lo terrorizzi. C’è qualcosa in Victor che gli fa pensare di poter essere salvato. Non è pronto per lasciarlo andare, non ancora.
 
«Quindi, per favore, guardami!»
Quel giorno, mentre pattina, nei pensieri di Yuuri non c’è spazio per altro, se non per Victor e per quei sentimenti a cui non sa dare un nome. Il desiderio, la felicità, la paura, tutti mescolati assieme, intrecciati come un paio di mani.
So per chi sto pattinando.
Ed è come svegliarsi dopo un sonno profondo, è come aprire gli occhi per la prima volta.

 
**
 
I mesi passano in fretta, sei dei quali in ordine preciso come bambini su un campo da gioco. È un turbinio, e se in un primo momento Yuuri fatica a stare al passo, entro settembre è finalmente in grado di seguire il flusso degli eventi.
Sta cambiando, lo riesce a percepire. Le sue intenzioni non vacillano più. Certo, il panico si manifesta ancora insistente, e lui non è esattamente la persona con più fiducia in se stessa tutto il tempo, ma sente di aver appreso il modo di sfruttare qualcosa che per così tanto tempo è stato nascosto, qualcosa che lo sostiene, che lo rende libero.
Sa di essersi dato da fare, di aver lavorato sodo finché la bolla che lui stesso aveva costruito era scoppiata, ma è anche consapevole del fatto che non ce l’avrebbe mai fatta senza Victor. Così aveva parlato a quella fatidica conferenza stampa.
Mai, in vita sua, aveva dato voce ai propri sentimenti così chiaramente. Era stato allo stesso tempo spaventoso e liberatorio. In più, gli aveva fatto aprire gli occhi su di una questione: quel che Victor aveva piantato quando era arrivato con la neve di aprile, stava crescendo.
È nei brividi che attraversano il suo corpo quando Victor lo guarda, nel leggero tremore del suo cuore quando Victor ride e passa con lui il suo tempo libero, semplicemente camminando per Hasetsu o guardando serie TV di cattivo gusto.
Il fatto è che tutti quei sentimenti non assomigliano a nulla che Yuuri abbia mai sentito prima.
“Non ho un nome preciso per quell’emozione, ma ho deciso di chiamarla ‘amore’.”
Aveva speso una notte intera a ricercare le parole adatte per quel discorso, dopo la vittoria nel Campionato del Chugoku, dello Shikoku e del Kyushu, e dopo quell’abbraccio. Era stato del tutto inaspettato, e aveva smosso qualcosa dentro di lui. Come quando si rimuove un blocchetto di legno da una piramide e la si guarda oscillare, sperando che non cada e si distrugga sul pavimento.
 
Le cose tra lui e Victor stanno cambiando, e Yuuri è certo che anche Victor se ne renda conto molto bene.
Il giorno in cui fa ritorno a casa dopo la conferenza stampa, si preoccupa che l’imbarazzo dei primi tempi possa manifestarsi nuovamente, ampliando una distanza che il ragazzo ha faticato così tanto per accorciare.
Yuuri è steso sul letto dopo una cena veloce -finalmente, una ciotola di katsudon- il corpo che si rilassa lentamente, quando qualcuno bussa alla porta. Tre colpetti sottili, e una sensazione calda straborda nel suo petto al pensiero che, ora, Yuuri è in grado di riconoscere il modo in cui Victor annuncia la propria presenza.
«Entra pure.»
Yuuri ha notato che, quando è a casa, Victor si muove in maniera differente rispetto a quando è sul ghiaccio, di fronte ad un pubblico: è più delicato, come se fosse consapevole di una fragilità che le altre persone non vedono.
«Sei stanco?»
Yuuri annuisce. Il materasso si incurva sotto il peso di Victor quando questi si siede. Trattiene il respiro, senza sapere che direzione prenderà la conversazione. Non è sicuro di poter dar voce ai suoi sentimenti una seconda volta.
«Sei stato molto bravo al Campionato. Certo, ci sono alcuni miglioramenti da fare, ma… complimenti.»
Il tono di voce di Victor è gentile, dolce, come una ninna nanna. L’elogio solletica il cuore di Yuuri, che non può fare a meno di sorridere.
«Grazie…»
La mano di Victor sulla sua giunge inaspettata, come una sorpresa, e ogni cosa rimane immobile dentro Yuuri.
«Sono io che dovrei ringraziarti, Yuuri. Per ciò che hai detto. È… è così che ti senti?»
E Yuuri stava aspettando quella domanda, ovviamente Victor non avrebbe lasciato cadere l’argomento. A dirla tutta, Yuuri potrebbe aver avuto il coraggio di lasciarsi scappare fuori tutto proprio per quel motivo.
Annuisce.
Victor lo abbraccia con gentilezza, e profuma del sapone offerto dalle Terme. È l’odore di casa, realizza Yuuri nel momento in cui il suo cuore si dilata e il suo respiro si perde da qualche parte dentro i suoi polmoni.
 

 
**
 
 
La bellezza è qualcosa di cui Yuuri ha sempre riconosciuto l’esistenza, ma che non ha mai veramente compreso.
Quando era un bambino, mentre guardava Victor vincere le sue prime competizioni mondiali, Yuuri aveva pensato che il ragazzo russo fosse carino, con i suoi lunghi capelli argentati e la sua figura elegante. Anche crescendo, non poteva negare quanto Victor continuasse ad essere bello e aggraziato. Ma tutta quella bellezza non aveva avuto conseguenze: era semplicemente quel che era, come dei dipinti o delle sculture antiche.
Tuttavia, vivendo più vicino a Victor, la bellezza diventa qualcosa di reale. Si trova nei suoi sorrisi sinceri, nelle sue risate. E scuote qualcosa in Yuuri, qualcosa di sconosciuto.
 
 
 
2- Camminare sui vetri
 
Il tempo trascorre in un frenetico susseguirsi di nuvole che scivolano via fuori dal finestrino dell’aereo, accoglienti ristoranti cinesi e il tifo della folla che esplode sotto il tetto del palazzetto del ghiaccio.
Yuuri è nervoso, non è abituato a fare il suo ingresso per primo, non è abituato alle luci abbaglianti e al peso di nuove aspettative. È anche spaventato, quel genere di paura che cresce nei giovani cuori dei bambini quando si ritrovano in un posto nuovo, da soli.
Mentre, nella sua stanza d’albergo, si prepara per il libero, Yuuri sta di fronte allo specchio e osserva con insistenza quei tre puntini. Per la prima volta nella sua vita, egli desidera che possano mutare, prega che questo possa accadere per via di Victor.
 
La paura di perderlo, fredda e affilata, si deposita nella bocca del suo stomaco. Continua a ferirlo, ancora e ancora, mano a mano che gli altri pattinatori si susseguono sul ghiaccio, finché Yuuri riesce a percepire che essa gli scorre nelle vene, mista al sangue. È grato a Victor quando lo porta via e lo conduce giù, nel parcheggio delle auto.
Ma in ogni caso, sa che non è abbastanza: ha bisogno che Victor raggiunga un livello più profondo, dove si trova il suo piccolo cuore; ha bisogno che lo prenda fra le sue mani e gli dia conforto. Ma è quel genere di richiesta che si potrebbe ragionevolmente fare ad un coach, o ad un amico?
Se dovesse essere lui la mia anima gemella…
Il pensiero torna a galla in maniera spontanea, e proprio per questo molto più forte di prima.
Le parole di Victor a proposito del rassegnare le dimissioni se Yuuri non dovesse qualificarsi incidono la sua pelle, le sue ossa, il soffice tessuto dei suoi polmoni, come un coltello. Yuuri non riesce più a percepire i suoi piedi, le sue gambe, non appena l’ansia stringe in una morsa i suoi muscoli. Non può essere.
«Se sbaglierai nel libero e mancherai il podio, me ne assumerò personalmente la responsabilità, ritirandomi dall’incarico di tuo coach.»
Ciascuna parola lo colpisce con una forza diversa, come se fossero delle rocce lanciate da numerosi lati. Tutte quante dirette al suo cuore.
Come può Victor non capire?
Dopo tutti quei mesi passati ad allenarsi insieme, Yuuri pensava di aver mostrato con sufficiente chiarezza la devozione, e il timore di deludere il suo allenatore. Non è decisamente una persona di molte parole; esporre i suoi sentimenti non gli viene certo facile, eppure, non sono state le sue semplici richieste, l’impegno che ha messo nell’allenamento a parlare abbastanza? Come può Victor essere così cieco?
Le lacrime fuoriescono tutte d’un colpo, come acqua fresca da una sorgente, gorgogliando.
«Questa volta sono in ansia perché i miei errori si rifletterebbero anche su di te! Mi sono chiesto spesso se tu segretamente non volessi farla finita.»
I polmoni di Yuuri bruciano, le lacrime sono calde lungo le sue guance, e lui è certo di non essere mai stato più esposto di così, sino alle ossa. È umiliante. È liberatorio.
«Ma ovviamente non ho intenzione di…»
«Lo so!»
Lo urla, quasi, le parole che si fanno largo a forza oltre le sue labbra. E con sua grande sorpresa, è la verità. Per la prima volta da quando Victor ha iniziato ad allenarlo, Yuuri è certo del fatto che Victor sia lì per sempre, o almeno sino al Grand Prix. Ma non è il genere di rassicurazione di cui ha bisogno ora. Quello di cui ha bisogno, è che Victor capisca l’origine dei suoi sentimenti.
«Abbi solo fiducia nella mia vittoria, più di quanta ne abbia io. Non c’è bisogno che tu dica nulla. Resta al mio fianco e basta!»
 
In passato, Yuuri ha pianto spesso dopo le gare, la vergogna e il senso di colpa incisi profondamente nel suo cuore stanco dopo ogni sconfitta. Questa è la prima volta in assoluto che piange prima di competere, e scopre di sentirsi più leggero, come se fosse fatto esclusivamente di aria, di sogni… e d’amore. I suoi sentimenti per Victor stanno cambiando, può starne certo. Si stanno evolvendo in sincronia con il suo modo di pattinare, espandendosi, osando, prorompendo liberi.
Yuuri pattina, e commette degli errori, e si rialza ancora una volta, il suo tatuaggio stranamente caldo sotto al suo costume.
Un quadruplo flip è qualcosa che non avrebbe mai osato tentare, solo un anno prima. Ma lui è cambiato, e questo grazie a Victor. E ci prova per mostrargli che sarà sempre in grado di sorprenderlo; ci prova per dimostrare a Victor e a sé stesso che lui ne è all’altezza.
 
In un attimo, è tutto finito, e Yuuri sta in piedi sotto le luci accecanti, gli applausi che si infrangono tutto intorno a lui come onde. Ma lui ha occhi solo per Victor, e li avrà sempre.
«Victor! Sono stato bravo, giusto?»
Gli occhi di Victor sono due cristalli limpidi sotto i riflettori, il suo sguardo, dolce. Ci vuole un respiro, il tempo di inalare l’aria, e Victor è completamente intorno a lui.
È il primo bacio di Yuuri.
La sensazione di avere le labbra di qualcun altro sulle proprie è estranea e un po’ bizzarra. Gli occhi di Victor sono come l’acqua dell’oceano, poi si chiudono non appena lui si avvicina ulteriormente. Yuuri riesce a sentire la mano dell’altro cullare la sua nuca nel momento in cui cadono a terra. Il suo cuore barcolla non appena la sua mente realizza cosa sta accadendo.
Victor lo sta baciando. Sta baciando lui.
C’è del calore che straborda da ogni parte, riempendolo sino all’orlo, e Yuuri velocemente, stupidamente, si chiede se una persona possa morire di questo, di questo costante tremito del cuore.
È vagamente consapevole delle persone che applaudono ed esultano, del ghiaccio freddo contro la sua schiena, ma la sua vista è riempita dal dolce sorriso di Victor. Quel sorriso che non è fatto per il pubblico, così privato, e proprio per questo molto più prezioso.
«Questa è l’unica cosa a cui sono riuscito a pensare per sorprenderti più di quanto tu abbia sorpreso me.»
La frase viene pronunciata in un sussurro, le guance di Victor un po’ più rosse, e si avvolge attorno al cuore di Yuuri, come una carezza.
 

 
**
 
 
Nel momento in cui si libera delle celebrazioni sul podio, Yuuri si precipita negli spogliatoi, il cuore che gli martella nel petto. Ha bisogno di sapere. Le sue mani tremano nel rimuovere la felpa e la maglietta. Qualcosa si dilata e palpita nel suo petto.
Delle piccole foglie sono germogliate dai suoi tre puntini, tenere come germogli di primavera, nere come inchiostro sulla sua clavicola. Yuuri lascia fuoriuscire le lacrime, lacrime di sollievo, di gioia.
Di tutte le persone che ha incontrato, di tutti coloro che sono passati inosservati, si scopre che la sua sola e unica anima gemella è proprio l’unica persona che ha importanza, colui che gli ha ridato vita.
Si chiede se Victor controllerà il suo tatuaggio, se questo è stato anche il suo primo pensiero. L’ansia torna da lui come un cane fedele: e se Victor ne fosse deluso? Certo, prima lo ha baciato, però…
Yuuri si costringe a respirare, a farsi largo attraverso la foschia che si sta addensando nella sua mente. Le sue dita tremanti tracciano i contorni dei nuovi segni. L’amore è un concetto così oscuro da comprendere e afferrare. Eppure, se pensa a Victor, ogni vaghezza scompare.
Amore è quando Victor gli viene incontro, quando corregge il suo Ina Bauer per la centesima volta, quando si siede al suo fianco pieno di supporto, senza giudicare.
“Respira” si impone Yuuri. Lentamente i nervi si distendono, finché non smette di tremare e sente il desiderio di stare semplicemente più vicino a Victor, di avvertire la sua presenza, di sapere che stanno ancora percorrendo la stessa strada.
 

 
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Yuuri, Phichit, Leo, Chris e tutti gli altri si scattano delle foto insieme prima di fare ritorno in albergo. È bello sentirsi parte di un gruppo del genere.
Yuuri non è mai stato bravo a stringere amicizia, con l’eccezione di Yuko, Takeshi, e inspiegabilmente Phichit. Era stato un periodo cupo della sua vita, a Detroit, e Yuuri non desiderava nulla più che stare da solo, protetto dal resto del mondo che sembrava correre troppo veloce, lasciandolo indietro. Ma Phichit non era stato della stessa opinione, e pazientemente si era dato da fare per far breccia nella sua riservatezza. E Yuuri gli è immensamente grato per questo.
Anche Victor si trova lì, sorridente verso la telecamera, la sua mano che non lascia mai le spalle o la vita di Yuuri. Dà una sensazione calda e confortevole, fa in modo che il cuore di Yuuri salti uno o due battiti ogni volta.
 

 
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Sino a che non fanno ritorno in hotel, Yuuri ancora non ha occasione di stare da solo con Victor, e i suoi sentimenti iniziano ad ingarbugliarsi dentro di lui. Le paure si fanno largo e dei fili si attorcigliano attorno al suo fragile cuore.
Per Beijing c’è ancora un certo andirivieni, anche a quell’ora della notte, e il loro taxi ci impiega un po’ per raggiungere l’hotel. Victor sta chiacchierando di allenamenti e quadrupli flip, ma Yuuri non lo sta ascoltando, deve concentrarsi sul controllare le proprie emozioni e sul forzarsi a respirare. Una volta tornati in camera, Victor tirerà in ballo il bacio? Non è sicuro di avere abbastanza coraggio da affrontare l’argomento di propria iniziativa.
«Terra chiama Yuuri. Il tuo coach ti sta parlando e non stai nemmeno prestando ascolto!»
Victor mette quasi il broncio, e Yuuri avverte le sue guance arrossarsi al pensiero, fulmineo, di quanto l’altro sia adorabile con quell’espressione.
«S-scusa! Sono un po’ stanco.»
Victor lo guarda con espressione accigliata. Per un attimo, Yuuri non desidera altro che poter spazzar via quel cipiglio. Ma, ora come ora, non è in grado di farlo, tutto ciò a cui riesce a pensare sono quelle piccole foglie, appena sbocciate.
 

 
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Yuuri si cambia nel bagno, e in un batter d’occhi è sotto le coperte. Il cuore gli martella così forte in petto da farlo sentire frastornato.
L’acqua smette di scorrere nell’altra stanza, e lui sa che il momento della verità si avvicina. Non c’è modo che possa continuare ad evitarlo ancora a lungo.
Con le coperte tirate su sino al naso, osserva Victor raggiungere il letto con tranquillità. Quando parla, la sua voce è flebile, come quella di un bambino.
«Per caso… è stata una brutta sorpresa?»
È raro sentire Victor così incerto, scatena del dolore nella parte del suo cuore riservata ai sogni importanti. Non può fare a meno di notare che Victor porta un asciugamano attorno al collo, nascondendo così il suo tatuaggio alla vista. Le punte delle dita di Yuuri fremono per l’impulso di avvicinarsi e afferrarlo.
«N-no, affatto. Io…»
«Ho male interpretato qualcosa, Yuuri?»
Il ragazzo pensa al suo segno, e a tutte le storie che ha sentito a riguardo. Non c’è modo che quello di Victor non sia cambiato, giusto?
Sa fin troppo bene di non essere abbastanza coraggioso per chiederlo ora, ma Victor lo sta guardando, in attesa, e la decisione prende forma nella sua mente con la stessa facilità di un respiro.
«No, non hai sbagliato. Io… posso baciarti ancora?»
E il sorriso di Victor è come la luce del primo mattino, che inonda ogni cosa, così puro da colpire dritto al cuore.
 
 
 
3- Spiegare le ali
 
La pista di pattinaggio è più fredda del solito, e nuovi brividi corrono lungo la sua pelle ora che Victor non è lì. La sensazione lo spaventa, lo rende incapace di muoversi.
Sa di aver fatto la scelta giusta lasciandolo tornare in Giappone, lo sa bene, ma è anche conscio del fatto di non aver ancora raggiunto un punto in cui è abbastanza sicuro di sé da farcela da solo. Certo, di passi avanti ne ha fatti parecchi in confronto all’anno precedente, ha lavorato sodo su sé stesso e sul suo modo di pattinare, ma c’è ancora una parte di lui che ha paura di stare lì, sul ghiaccio, esposto agli sguardi altrui, senza Victor a confortarlo, a stringerlo.
Un anno fa, si sarebbe vergognato di questa debolezza. Al tempo, era abituato a pensare di dover affrontare tutto da solo per meritare un qualche tipo di riconoscimento. Ma ora…
“Anche se non sarò presente, sarò sempre al tuo fianco nello spirito.”
Yuuri si costringe a respirare, continuando i suoi esercizi di stretching mentre aspetta il proprio turno. Ancora non è in grado di definire i contorni e la profondità di ciò che è nato tra lui e Victor, ma riesce ad avvertirne il peso nel petto, il calore nelle vene. Ascolta la musica del suo libero, pensando che è quasi in grado di sentire la mano di Victor sulla sua spalla, il suo respiro nell’orecchio.
Più di una volta Yuuri lascia che le sue dita percorrano i contorni del tatuaggio, sotto la giacca. Quei segni lo terranno al sicuro, anche senza la presenza di Victor?
 
Come c’era da aspettarsi, inizia in maniera disastrosa. La sua mente, traditrice, si è data da fare per farlo incespicare nonostante lui non desideri altro che dimostrare al mondo di non essere una causa persa, che tutto ciò che Victor gli ha insegnato ha avuto i suoi frutti.
Tuttavia, è difficile tenersi a galla con un tale senso di lutto addosso. La solitudine che sente senza Victor è diversa da qualsiasi altra sensazione che abbia mai provato. Questo è ciò che significa essere innamorati, pensa Yuuri, mentre forza il suo corpo ad eseguire i movimenti del libero.
“Yuuri, non sei debole. Nessuno lo pensa, tra l’altro.”
Questo è ciò che ha detto Victor quel giorno, sulla spiaggia. Victor, che per tutto il tempo gli aveva sorriso, lo aveva spronato, rimproverato, abbracciato; Victor, che aveva fatto leva sul suo piccolo cuore e l’aveva messo nuovamente in moto.
Yuuri avverte qualcosa distendersi dentro di sé, i piccoli gesti di Victor vividi nella sua memoria. La musica fluisce dentro e fuori dal suo corpo mentre si libra attraverso la seconda parte del programma, i suoi muscoli finalmente liberi, il tatuaggio che brucia sulla pelle. Adesso lo sa, sa che questo è l’amore: la coreografia che lui e Victor hanno creato insieme, le palpitazioni del cuore e la melodia della mente. In fondo, lui è il solo a saperlo ed il solo che può farne tesoro.
Ed eccolo lì, ancora una volta, quel prezioso senso di libertà che solo il ghiaccio sembra in grado di dargli. Il ghiaccio, e Victor.
 

 
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Per un attimo, Yuuri è certo che la sua avventura stia per concludersi così, e il fatto è che di per sé non ne è spaventato. Se deve lasciar andare Victor, allora significa che era destino le cose andassero così: in tal caso, ha bisogno di sapere del tatuaggio. Non c’è verso che possa andare avanti senza sapere nulla.
Tuttavia, pare che il fato non abbia ancora finito con lui. Yuuri accoglie con gratitudine quell’ultima occasione, ma l’intera esperienza ha solo rafforzato la decisione di congedare Victor dopo la Finale del Grand Prix, di lasciarlo libero. In fondo, dicono che se è amore, durerà, no?
 

 
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Le braccia di Victor attorno al suo corpo sono un sollievo, come un salvagente quando si sta troppo a lungo in acqua e tutti i muscoli sono sul punto di cedere. Per tutto il volo di ritorno, Yuuri non è riuscito a trattenere i propri pensieri dall’andare fuori controllo: cosa sarebbe successo alla sua vita una volta che Victor non ci fosse più stato? Sarebbe rimasto in piedi, più forte di prima, o sarebbe crollato, peggio di prima? E i loro tatuaggi? Quali erano poi i sentimenti di Victor?
 
«Per favore, sii il mio allenatore fino al giorno del mio ritiro.»
Le labbra di Victor sono calde sulle sue nocche.
«Vorrei che non ti ritirassi mai.»
E Yuuri non dovrebbe piangere nel bel mezzo dell’aeroporto, ma lo fa comunque, si aggrappa a Victor sempre più forte.
Vorrei essere abbastanza coraggioso da mostrarti il tatuaggio.
 

 
**
 
 
Una volta di ritorno dalla Russia, Victor inizia a dormire nella stanza di Yuuri. Nessuno dei due sente il particolare bisogno di discuterne, accade e basta. Il calore che Victor irradia mentre si baciano dolcemente, prima di andare a dormire, è una sorpresa. Fa sentire Yuuri protetto e accudito in un modo di cui non aveva mai pensato aver bisogno. Ogni mattina lotta contro il sonno per potersi svegliare in tempo e avere una manciata di minuti per osservare Victor mentre dorme, come un sogno diventato realtà tangibile. La sua anima gemella, l’unica e sola.
 
Victor non affronta l’argomento dei loro tatuaggi. E dopo il dolore e la confusione iniziali, qualcosa si acquieta dentro Yuuri, in attesa. Victor deve avere i suoi buoni motivi. Yuuri lo ha osservato nel corso dei mesi precedenti, si è reso conto della sua determinazione, della fredda sicurezza con cui Victor affronta ogni cosa nella vita. Potrebbe essere che l’altro, semplicemente, non vuole che sia una mera questione di destino?
L’affetto è lì, davanti ai suoi occhi, in ogni gesto e in ogni sguardo, non c’è modo di negarlo. E se ha l’amore di Victor, perché segni e parole dovrebbero importare?
 

 
**
 
 
La prima cosa che Yuuri nota, è che Barcellona palpita di luci, si rivolge a lui in una maniera del tutto inaspettata. Lo rende più audace.
 
«Possiamo andare a fare un giro turistico?»
Prima che arrivasse Victor, non c’era stata nessuna occasione di camminare mano nella mano con qualcuno, di fare due passi solo per il piacere di esplorare un posto nuovo con un’altra persona, qualcuno di caro. A ripensarci adesso, la sua vita di prima sembra qualcosa di estremamente lontano. Certo, senza il suo passato non sarebbe diventato la persona che è adesso, eppure, visto da dove si trova ora, tutto gli appare abbastanza sbiadito.
Prima che arrivasse Victor, l’amore era qualcosa che riguardava gli altri; ora, al contrario, è qualcosa di tangibile. Si trova lì, nella mano di Victor attorno al suo polso mentre lo trascina in giro per la città.
 
L’idea dell’anello non nasce all’improvviso, e in realtà il fatto che stia sopraggiungendo il compleanno di Victor è solo una scusa - anche piuttosto misera, a dirla tutta.
Prima di partire per la Finale del Grand Prix -l’ultimo passo di quel viaggio meraviglioso che Yuuri sa fin troppo bene debba concludersi- si è soffermato a pensare a tatuaggi e simboli. Nessuno ha voce in capitolo per quanto riguarda il proprio segno, accade e basta: potrebbe mutare anche se i propri sentimenti nei confronti dell’altro non sono ancora maturati; è semplicemente sconnesso rispetto al cuore.
E prima di dare a Victor l’occasione di andarsene, prima di lasciarlo libero, Yuuri vuole regalargli qualcosa che ha scelto, proprio come ha scelto quell’amore che è sbocciato tra le pieghe del suo cuore.
 
“Portafortuna” è un nome abbastanza da codardi, ma è sempre meglio di nulla. Per il momento, è quanto più lontano Yuuri si sente di spingersi. È ancora certo di non avere alcuna pretesa su Victor, alcun diritto di vincolarlo.
Le mani gli tremano, il cuore gli martella in petto, coprendo le voci dei canti natalizi che vengono eseguiti solo qualche passo più in là.
«Victor, grazie per tutto quello che hai fatto.»
Per tutto ciò che mi hai mostrato, per i nostri baci, la nostra amicizia, per questa speranza che hai piantato dentro di me.
Il cuore gli si blocca in gola non appena Victor mette l’anello gemello sul suo dito. Ancora una volta, il russo non dà voce ai suoi pensieri riguardo ai loro baci, ai loro tatuaggi.
L’oro dei gioielli luccica sotto le luci della città, e Victor sorride così dolcemente da attraversare Yuuri come una spada. Di certo, questo è abbastanza, indipendentemente da quei segni che il destino ha impresso sulla loro pelle il momento in cui sono nati.
 
La cena è rumorosa, e Yuuri è abbastanza sicuro che le sue guance prenderanno fuoco per quanto sta arrossendo. Tuttavia, nel momento in cui le persone raccontano le sue prodezze al banchetto dell’anno prima, realizza qualcosa: se una situazione del genere si fosse verificata mesi prima, ne sarebbe stato mortificato, e avrebbe continuato senza sosta la sua lotta contro sé stesso. Ora, però, circondato da persone che conosce da tempo, con Victor che ride e sorride al suo fianco, con i loro anelli al dito, Yuuri si sente una persona diversa. Certo, è imbarazzato, ma più di tutto è meravigliato da quanto sia riuscito ad acquisire sicurezza in sé stesso, e da quanto lui e Victor si siano avvicinati l’uno all’altro praticamente senza alcuno sforzo.
E quando Victor parla di “anelli di fidanzamento”, Yuuri è certo di aver interpretato i segni nella maniera corretta. Non importa se non sarà mai in grado di vedere il tatuaggio dell’altro, non importa cosa accadrà dopo la Finale del Grand Prix.
In quel momento, sa che i sentimenti di Victor sono reali, esattamente come i suoi.
 

 
**
 
 
«Ti ha dato fastidio?»
La voce di Victor echeggia con forza attraverso il silenzio che è sceso fra di loro nel momento in cui hanno messo piede nella stanza. Tutto quanto sembra in sovraccarico, come se il mondo stesso fosse sul punto di esplodere.
«Cosa intendi?»
«La parte del fidanzamento.»
Victor sta guardando dritto verso di lui, gli occhi chiari velati da qualcosa che Yuuri non riesce a decifrare.
«N-no, no mi ha infastidito. In realtà…»
Deve chiudere gli occhi, serrarli, non c’è verso che sia in grado di pronunciare la seconda metà della frase guardando l’altro.
«In realtà… mi ha reso felice.»
«Oh, meno male. Io voglio solo renderti felice, Yuuri.»
«Victor, io…»
Victor si avvicina lentamente. Il suo dito è caldo premuto contro il labbro di Yuuri.
«Mostramelo.»
Yuuri sgrana gli occhi per la sorpresa e per il modo in cui il cuore gli balza in petto. Non ha nemmeno bisogno di chiedere cosa l’altro voglia dire.
Le sue dita tremano, e ha qualche difficoltà a togliersi il maglione; ogni nervo del suo corpo è in tensione, paura, speranza e amore si spintonano nella sua mente come cavalieri in guerra. La stanza è calda, ma nonostante ciò il ragazzo rabbrividisce sino alle ossa nel momento in cui scopre la pelle. Non abbassa lo sguardo sul proprio tatuaggio, semplicemente osserva Victor studiarlo con profondo interesse.
«Meraviglioso.»
Lo dice in un sospiro, così tenue che Yuuri non è nemmeno sicuro di aver sentito bene. E poi le punte delle dita di Victor sono lì, che tracciano i contorni di quelle piccole e nuove foglie.
«A-adesso tocca a te.»
Le parole sono pesanti come macigni sulla sua lingua, ma è sollevato di essere riuscito a pronunciarle. Sino a quel momento è stato certo che quello che provano l’uno per l’altro è reale, indipendentemente dai loro tatuaggi. Eppure, prima del programma breve del giorno seguente, necessita di sapere.
Victor non replica, si limita a sorridere e inizia a svestirsi. È la prima volta che lo fa in maniera così deliberata davanti a lui e Yuuri è inchiodato al suolo, il sangue che scorre talmente veloce nelle vene da sentire il suo intero corpo dilatarsi. La camicia di Victor viene gettata per terra, e l’uomo si gira di schiena, dando le spalle a Yuuri.
Eccolo lì. Quel piccolo cerchio che cela al suo interno più significato del mondo intero. Una nuova linea è sorta dalla parte inferiore. Si estende fra le scapole di Victor, e delle piccole foglie vi sbucano come gocce d’inchiostro, in contrasto con il pallore della carnagione.
Yuuri non è certo di star respirando, non è sicuro se il suo corpo sarà più in grado di funzionare correttamente ora che sa che la persona che il fato ha scelto per lui è l’unica che abbia mai amato veramente.
 
 
 
4- Volare
 
Eseguendo i movimenti del programma breve, Yuuri avverte la presenza di un nuovo strato sotto la sua pelle. Qualcosa di soffice e resistente allo stesso tempo, uno scudo e una carezza. Le sue labbra fremono ancora per i baci che lui e Victor si sono scambiati, i corpi a contatto, le punte delle dita di Victor che puntualmente tornavano sul suo tatuaggio, ancora e ancora, l’anello un peso rassicurante e già familiare attorno al suo dito.
“Non vuoi vedermi atterrare da un quadruplo flip, Victor?”
Si è impegnato così tanto per arrivare dove è ora; è giunto allo sfinimento più volte di quante potrebbe essere in grado di contare solo per assicurarsi di ritirarsi senza rimpianti. Questo è il momento che ha continuato ad aspettare, l’occasione di mostrare al mondo chi è diventato, cosa il suo amore per Victor lo ha aiutato a raggiungere.
Il freddo del ghiaccio l’attimo in cui tocca il suolo per tenersi in equilibrio brucia nel profondo.
Alla fine, ha fallito, ha deluso tutti coloro che avevano avuto fede in lui. Il panico cresce così in fretta da fargli girare la testa, e non riesce a trattenere le lacrime, non ci riesce proprio.
 
Victor non si allontana mai da lui, le sue braccia attorno alle sue spalle rimarcano il fatto che lui è lì, ma i sentimenti di Yuuri giungono ovattati, come se fossero coperti da una campana di vetro.
 

 
**
 
 
«Terminiamola qui.»
Cos’altro può dire? Deve lasciare Victor libero, no? È meglio che lui si ritiri, e l’amore… cosa può mai significare? Sarà solo d’intralcio a Victor una volta che sarà tornato a pattinare, e Yuuri non lascerà che sia lui ad intrappolare Victor in quel modo.
«Come puoi dirmi di tornare quando stai affermando di volerti ritirare?»
Le parole di Victor sono dure e taglienti come coltelli, come speranze infrante. Si attorcigliano attorno al cuore di Yuuri e lo stringono in una morsa dolorosa. Non è questa la reazione che si aspettava.
«E questo?» quasi urla Victor, la mano premuta contro il petto di Yuuri, esattamente sopra il suo tatuaggio.
«Cosa dovrebbe…»
«C’entra eccome, Yuuri. È solo un segno, d’accordo, ma i sentimenti al di sotto? Pensi che possa semplicemente proseguire per la mia strada e lasciarti indietro? È questa la fiducia che riponi nei miei sentimenti per te?»
«Victor…»
«Quando imparerai a credere che sei degno di essere amato, che vali il mondo intero per me?»
Yuuri sgrana gli occhi. Questa è la prima volta che Victor urla contro di lui in questo modo, la prima volta che si espone del tutto.
Lentamente, Yuuri allunga la mano, massaggia con dolcezza i capelli di Victor. L’altro non respinge il gesto, e Yuuri lo prende come un buon segnale. Ha commesso un grosso scivolone stavolta, è necessita di sistemare le cose.
«Posso… posso dirti una cosa?»
Victor non risponde, si limita ad annuire.
«Vedi… l’amore, per me, non è mai stato qualcosa di veramente reale. Non ho mai provato delle emozioni così grandi, e pensavo non le avrei mai sperimentate. E poi, sei arrivato tu, Victor… e questo mi ha spaventato. Temevo che non sarei stato in grado di viverlo nel modo in cui si suppone dovessi farlo, temevo di perdere tutto… di perdere te
Victor sbuffa, e alla fine la sua mano raggiunge la guancia i Yuuri.
«Tutta questa paura finirà per paralizzarti, Yuuri.»
«Ma io voglio continuare ad andare avanti, quando si tratte di te, e di noi…»
«Allora non parliamo di ritiro, aspettiamo sino alla conclusione della finale di domani… e ricorda che niente cambierà mai il nostro rapporto.»
Le labbra di Victor sono ferme e gentili al tempo stesso. Yuuri si decide a trascinarlo più vicino a sé, finché entrambi non cadono all’indietro sul letto, mentre il suo cuore palpita ad un nuovo ritmo.
 

 
**
 
 
Per più di metà della sua vita, Yuuri ha semplicemente cercato di raggiungere Victor, come un bambino che segue una stella guida. Ma ora è cresciuto, e riversa tutto ciò nel libero che ha modificato da sé, nella precisione e nella potenza dei suoi salti, nella nuova trovata certezza del suo cuore.
Grazie per avermi portato sin qui, Victor.
Il suo corpo si contrae e si distende, scorre sul ghiaccio come acqua e si indurisce come pietra. E per tutto il tempo è presente quella luce, che brilla sempre più forte, dentro di lui, dove nessuno, ad eccezione di Victor, può vederla.
Non voglio che finisca qui, Victor.
 
 
 
Epilogo
 
Vita e amore: due parole, due universi, pensa Victor guardando Yuuri che pattina su quella canzone, il brano che lui ha scelto un anno fa, e che ha finito per connetterli in una maniera più profonda di quanto avrebbe mai potuto pensare. Due universi che avrebbe finito col perdersi se solo non fosse stato per l’uomo che sta pattinando di fronte a lui.

Sento una voce che piange lontano
Anche tu, sei stato forse abbandonato?


Ha imparato a contare solo su sé stesso, a ritagliarsi lo spazio per le proprie passioni e i propri patimenti con le sue sole mani. Tutta la sua vita è stata così, prima che arrivasse Yuuri. Non gli ci è nemmeno voluto molto per innamorarsi di quegli occhi gentili, di quel cuore impaurito eppure intraprendente.
Yuuri commette degli errori, cade, e si rialza una volta ancora. Yuuri cresce e fiorisce ad una velocità da capogiro. Yuuri è tutto ciò che Victor ha sempre desiderato amare e adorare.
Ovviamente, Victor si è precipitato a controllare il proprio tatuaggio nel momento in cui sono stati annunciati i risultati della Coppa di Cina. Era certo di trovarlo cambiato, doveva esserlo.
Nonostante le sue numerose avventure, Victor non ha mai incontrato l’amore, quello vero, che ti cattura e ti scuote con forza, sin nel profondo. In ogni caso, era certo che i suoi sentimenti per Yuuri fossero mutati dal semplice affetto in amicizia, sino a diventare qualcosa di diverso, molto prima di quel momento.
Quella linea, quelle foglie, nessuna di esse giungeva di sorpresa, e benché molte altre parti di lui fossero cambiate da quando si era innamorato di Yuuri, era comunque una vista da far perdere un battito al suo cuore.
Il suo tatuaggio era rimasto intoccato per così tanto, la sua vita era stata così solitaria, che Victor era quasi certo che niente e nessuno sarebbe stato in grado di cambiarlo.

Le tue mani, le tue gambe,
le mie mani, le mie gambe,

e i battiti del cuore
si fondono tra loro

Pattinare insieme a Yuuri è euforia allo stato puro. È come la prima volta che abbia mai messo piede su una pista di pattinaggio, ripetuta più e più volte: l’esaltazione di combattere contro la gravità, la grazia che si estende attraverso i muscoli, il cuore che si riversa sul ghiaccio. Non aveva mai pensato che pattinare in coppia potesse farlo sentire così.
Come la musica si appropria delle sue gambe, si fa strada sotto la sua pelle e si avvolge attorno al suo cuore, Victor pensa che anche la sua prima volta con Yuuri è stata così, esattamente come pattinare: la genuina meraviglia nello scoprire tutto il suo corpo, la riverenza con cui è entrato dentro di lui, così dolcemente. Il desiderio che anche Yuuri facesse lo stesso.
Ricorda bene lo stupore che gli ha fatto trattenere il respiro quando il tatuaggio di Yuuri è cambiato seguendo il ritmo dei suoi movimenti, seguendo ogni spinta e ogni carezza. Le foglie si sono ingrandite, ed un piccolo fiore è sbocciato sulla pelle di Yuuri. Sembrava di assistere alla nascita del mondo.
 
Victor solleva Yuuri, lo guarda da dietro la sua schiena come fosse un fiore, e un brivido corre lungo la sua spina dorsale al pensiero del fiore sul petto di Yuuri, gemello a quello sul suo collo: i segni che il loro amore e le loro anime intrecciate hanno dipinto sulla loro pelle.


Partiamo insieme
Ora sono pronto.







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Note della Traduttrice
 1) Il testo orignale inglese, in questa frase, recita: “have you ever had a girlfriend?”, “shall I tell you about my first girlfriend?”
Tuttavia, anche nel testo inglese, che riprende a sua volta letteralmente i sub di quella scena dell'anime, c'è una piccola imprecisione, dovuta ad un lost in translation (fonte) . Infatti, nell'audio giapponese, Victor utilizza il termine "koibito", parola generale per indicare un amante (l'equivalente di lover insomma), e che non specifica il sesso. Il senso della frase orignale, non è quindi chidere a Yuuri se abbia mai avuto una ragazza, ma se abbia mai avuto una relazione, che è leggermente diverso- a maggior ragione vista la piega che poi prende l'anime. Quindi già i sub in principio avrebbero dovuto essere adattati con "hai mai avuto una relazione?" e "dovrei raccontarti della mia prima relazione?" (l'imprecisione è ovviamente presente anche nei sub italiani, tradotti da quelli inglesi). La cosa fa ridere se si pensa che, nel quarto episodio, Victor utilizza ancora la stessa parola, "koibito", che però questa volta viene tradotto con "qualcuno che ti amava". lol?

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Dunque. Mi mette abbastanza in soggezione il pensiero di postare il mio primissimo lavoro di traduzione (almeno, per quel che riguarda le fanfiction), ma non potevo lasciare questa bellissima One Shot solo in inglese su Ao3. Primo, perché è da qualche mese che ho iniziato a leggere prevalentemente in inglese, e tradurre cose è sempre un ottimo modo per tenersi allenati. Secondo, perché è basata su questo AU di cui sono FOLLEMENTE INNAMORATA.
 
Ringrazio molto ca_te , l’autrice originale, per avermi permesso di tradurre in italiano la sua shot (che trovate qui ), nonostante sia lei stessa italiana. Spero di aver reso giustizia alla sua opera.
In secondo luogo, ringrazio Niakuro per avermi fatto da beta reader ❤
 
Essendo questo un account traduttore, ci entrerò ovviamente meno spesso rispetto a quello principale, ma se avete commenti da fare e consigli da darmi, o errori da segnalarmi, o delucidazioni da chiedere, scrivete pure! Potete contattarmi o qui tramite messaggio/recensione, oppure (preferibilmente) andando sul mio Tumblr , e cercherò di rispondere il prima possibile.
Grazie per aver letto! ❤
 
Aki_Saiko
   
 
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