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Autore: lallaharley    04/04/2017    0 recensioni
Un personaggio lasciato nell'ombra. Camille de Chagny, madre del nostro amato Raoul, è molto più di un personaggio trascurabile. Questa è la storia mai raccontata, di un tempo lontano, in una lontana Persia dove una giovane nobildonna francese conobbe l'angelo della morte e fu la prima a mostrargli un po' di umanità...
- basato sul romanzo di Susan Kay con riferimenti significativi al romanzo di Gaston Leroux.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/Il fantasma, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 4

Una volta terminato il mio incontro con lo Shah, arrivò un servitore che annunciava il desiderio della Khanum di conoscermi. La Khanum era la madre dello Shah e, da ciò che avevo sentito, anche molto influente. Si mormorava che fosse lei a tirare le redini dello stato e che suo figlio fosse totalmente succube di questa donna. Reza aveva anche accennato alle atrocità che faceva commettere a Erik e alla sua leggendaria bellezza. Lo Shah mi guardò deliziato e disse:
" È un grande onore, ciò che vi sta offrendo mia madre, spero mostrerete obbedienza e riconoscenza".
Detto questo se ne andò, lasciandomi nelle mani del servitore, senza neanche avermi dato il tempo di salutare Nadir. Mi incamminai per raggiungere la zona del palazzo dedicato all'harem.
Il confronto con Erik mi aveva riportato alla mente ricordi che pensavo di aver seppellito nei meandri della mia mente.
Ciao Camille... una voce roca, rovinata dal l'alcol e dal tabacco faceva capolino nella mia stanza ogni sera, anticipando una figura bassa e spiacevole alla vista. 
" No, lasciami stare" ripetevo come una nenia ogni sera, cercando di impedire ciò che inevitabilmente sarebbe accaduto dopo. Non ci riuscivo mai. Ma la cosa che mi ripugnava di più era il timore che provavo di fronte a quel' uomo e il senso di piacere che, inevitabilmente instaurava nel mio corpo. La mamma ovviamente  che non sospettava niente...
Fui riportata al presente dal nostro arrivo. Non appena attraversai la porta, il miscuglio di vari incensi colpì il mio naso e fui inondata da una tenue luce rossa. Ero entrata in un ampio cortile sul quale sovrastava un elegante balcone. Vidi distintamente alcune donne coperte da veli che bisbigliavano tra loro e mi guardavano. Cercai di non essere indiscreta e le ignorai. Tuttavia, dopo un quarto d'ora di attesa chiesi:
"Perdonatemi, potreste informare la vostra padrona che la contessa de Chagny è arrivata?".
Inutile dire che le donne mi guardarono come se fossi pazza. In quel momento si udirono delle risate cristalline, provenire dall' interno. Dopodiché si affacciò una donna vestita riccamente: in vita mia non avevo mai visto ne tessuti più pregiati dei suoi, ne anelli più belli, ne occhi più freddi. Questi occhi mi squadrarono dall'alto verso il basso e io mi ricordai di trovarmi di fronte alla madre dello Shah; così mi inchinai rispettosamente. Lei, mi sembrò, sorrise e prese la parola dicendo:
"Allora sei veramente così bella come tutti dicono petite comtesse. Avete conquistato tutti fino ad adesso... Nadir Khan, mio figlio... e da quanto ho sentito anche il mio amico Erik è rimasto sorpreso da voi."
Quest'ultimo fece il suo ingresso e mi guardò sprezzante, rivolgendosi tuttavia alla donna:
"Sorpreso dalla sua inaspettata arroganza Madame. Certamente non dalla sua persona mediocre".
Lei fissò per un attimo Erik con uno sguardo languido, lui tuttavia sembrò non accorgersi di niente. Poi la Khanum si rivolse a me contrariata:
"Hai per caso offeso il mio amico, ragazza?" chiese con tono imperioso.
Io guardai in alto e finalmente capii tutto. Erik era l'uomo più potente in quel paese; non perché fosse particolarmente ricco o nobile, ma perché aveva conquistato talmente tanto la Khanum che ormai ogni sua parola era legge. Tuttavia non avevo alcuna intenzione di sopportare ingiustizie da parte sua, così risposi rispettosamente:
"Maestà, io mi sono semplicemente limitata a rispondere alle provocazioni del vostro... amico... tuttavia non ho mai avuto intenzioni di offenderlo, casomai di proteggere la mia persona".
Lei sembrò soddisfatta e cambiò argomento dicendo con tono, questa volta annoiato:
"Così avete trascorso del tempo con quello sciocco del Daroga?"
Io mi ritrassi istintivamente nel sentir parlare così  male del mio amico. Erik ovviamente era stato in silenzio per troppo tempo per non aggiungere un commento:
"Ah adesso capisco da chi ha preso le sue maniere! Vi consiglio, mia cara, di scegliere più accuratamente le vostre amicizie!"
Quanto era odioso! Senza guardarlo gli risposi con tono secco:
"Sono perfettamente in grado di scegliermi gli amici da sola, la ringrazio."
La Khanum rise e si rivolse a me dicendomi:
"Dovresti ascoltare il mio amico. Così hai anche conosciuto quello storpio di suo figlio!"
A questa osservazione sia io che Erik ci irrigidimmo. Con quale crudeltà si poteva parlare di un bambino malato in quel modo? Non mi sfuggì lo sguardo d'odio che Erik lanciò alla sua signora, e in quel momento ricordai che quell'uomo era probabilmente uno dei pochi ad essere veramente affezionati al bambino. Tuttavia non riuscivo ancora a conciliare l'immagine di un uomo che rideva e scherzava con un bambino e l'arrogante uomo che mi stava davanti. La Khanum si accorse del mio sdegno (ma non di quello di Erik) e mi chiese di raggiungerla sul balcone.
"Anzi no!" esclamò " lascia che sia il nostro amico a portarti qui!".
Detto questo batté le mani imperiosamente e Erik si sporse dal balcone. Poi mi raggiunse saltando dal parapetto e atterrando con mosse aggraziate. Si avvicinò a me e mise una mano intorno alla mia vita. Era ossuta e fredda, oh molto fredda, ma nonostante ciò riuscivo ad avvertire come un'esitazione ed un senso di disagio da parte sua. Non che lo mostrasse, ma un'osservatrice attenta come me è in grado di capire certe cose. Senza guardarmi mi tirò su di peso e si avvicinò ad una corda che non avevo notato. In meno di due secondi mi trovavo davanti alla Khanum e Erik mi lasciò andare con uno scatto nervoso, come se temesse una qualche reazione da parte mia. Non appena mi lasciò provai una strana sensazione mista tra il sollievo e l'indignazione. Anche se tutt'a questa situazione puzzava di marcio. Erik non mi sembrava il tipo che assecondava senza battere ciglio agli ordini di qualcuno.
La Khanum nel frattempo si era tolta il velo, rivelando un volto estremamente bello:non doveva avere più di 35 anni. Tuttavia la freddezza degli occhi rendeva difficile definirla "bella", ma affascinante e inquietante.
"Lascia che ti spieghi una cosa bambina: esistono due tipi di donne in questo mondo, alcune sono fragili e belle come la porcellana, totalmente succubi di uomini che le considerano bambole, poi ci sono quelle forti, simili a pezzi di legno,che rivendicano là propria forza e la propria indipendenza. Ma una vera donna è colei che riesce a combattere le debolezze del proprio sesso, trasformandole in forze. Come me".
Dove voleva andare a parare quella donna? Per un momento pensai che tutte le storie che avevo sentito su di lei non fossero altro che assurdità. Poi però mi rivolse un ghigno e si avvicinò a d Erik.
" Adesso mi darai prova del tuo coraggio piccola..." detto questo sussurrò qualcosa ad Erik è questo si irrigidì. Improvvisamente vidi un lampo omicida nei suoi occhi e le sue mani stringevano pericolosamente una piccola corda legata sul suo fianco.
" Adesso Camille, avrete l'onore di assistere alla mia attrazione principale. Avanti Erik sbattile in faccia il volto della morte" disse ridendo.
Io finalmente avevo capito a cosa si riferisse e, devo ammettere, la curiosità mi stava mangiando viva. Mi avvicinai a lui... cercai di togliere la maschera e vedere il volto di quell'uomo. Ma lui mi fermò.
"Non vedrete mai il mio volto. Madama" disse rivolgendosi alla Khanum " mi ritiro".
Lei lo guardò indignata " Assolutamente no! Non ti muoverai da qui fino a quando non le avrai mostrato il tuo volto altrimenti... altrimenti quel tuo piccolo amico storpio finirà in pasto ai serpenti!".
Lui si avvicinò pericolosamente alla donna mentre io li guardavo disgustata.
"Voi... osate minacciare me? Perché vi assicuro Madame che potrei rompervi l'osso del collo quando voglio" sibilò in faccia alla donna.
"Perché non lo fai ?" Disse lei " o dovrei pensare che finalmente provi affetto per una donna?"
Intuii che aveva appena toccato un tasto dolente perché Erik si voltò schifato verso di me e si avvicinò dicendo:
"Questa... donna... non è altro che una piccola nobile senza storia e dignità, che non è mai uscita dal suo piccolo giardino incantato! Non potrebbe mai interessarmi! Io sono al di sopra di questi sciocchi sentimenti umani!".
Dentro di me nacque una rabbia sorda, che mi comandava di fare del male a quell'uomo che osava maltrattarmi in quel modo

Camiiiille...

Rabbia...

Vieni dal tuo paparinoooo

Improvvisamente mi avvicinai ad Erik e gli strappai la maschera. Lui si voltò ringhiando e infine lo vidi. Tutta la mia rabbia si dissolse e si trasformò in disgusto e orrore. Orrore per la.. cosa.. che si era mostrata ai miei occhi. Sentii la bile salire per la gola ma , non so per quale miracolo, riuscii a cacciarla indietro. Una faccia, se si può definire cosi, fatta di morte... senza un naso e senza occhi... un teschio. Improvvisamente mi si annebbiò la vista e cominciai ad indietreggiare... ad indietreggiare, fino a quando non arrivai fino al parapetto e li i sensi mi abbandonarono. Ma prima di chiudere gli occhi mi sembrò di scorgere, su quel devastato volto, una singola lacrima. 
Tutto divenne buio e l'ultima cosa che percepii fu la risata acuta e fredda della Khanum.









Note dell'autrice 
 Salve! Chiedo perdono per il ritardo ma tra campo scuola a Berlino e febbre non ho avuto molto tempo. Questo capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere perché non riuscivo a descrivere bene lo smascheramento. Lo so, è molto breve, ma ho pensato che una donna che stesse per svenire non avesse il tempo di fare profonde riflessioni sull'essere umano.
In questo capitolo vediamo Erik sempre strafottente, ma anche, a mio parere più umano. La Khanum è perfida e stronza, ma in fondo, me la sono sempre immaginata un po' femminista.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima!

   
 
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