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Autore: Moriko_    04/04/2017    4 recensioni
"La turchina riaprì gli occhi sorridendo. Ora, di sicuro, poteva dirsi felice e soddisfatta della sua vita.
Dopo essersi guardata intorno, prese dal taschino della sua tuta una busta di colore rosa chiaro, aprì lo sportello del veicolo al quale stava lavorando e la pose sul sedile del conducente.
Dandogli uno sguardo colmo d’affetto, la donna sorrise. I suoi occhi divennero sempre più lucidi, al pensiero del misterioso contenuto di quella busta."

Un messaggio proveniente dal passato indirizzato al giovane Trunks, che racconta di un rapporto indissolubile tra madre e figlio di due linee temporali differenti.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Mirai!Mai, Mirai!Trunks, Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Salve a tutti!
Eccomi di nuovo qui con una nuova storia su Dragon Ball Super. Ma… dopo ben tre storie sull’Universo 10, ho deciso di cambiare completamente protagonisti (e anche Universo, a dir la verità XD)
Questa volta i protagonisti sono due personaggi provenienti dall’Universo 7: Bulma e suo figlio Trunks, nella versione del futuro. Il tema sul quale si fonda tutta la mia storia riguarda la nascita della sorella di quest’ultimo, la piccola Bra.
A dir la verità, dovrei avvisarvi che il racconto che seguirà è teoricamente spoiler per l’episodio 83 di Super… ma, ogni bravo fan di Dragon Ball conosce già la secondogenita della scienziata; perciò, in fondo, questo non è proprio uno spoiler! (Però, sì: l’episodio è spoiler per le modalità della nascita della bambina, anche se la mia storia non si incentrerà su questo elemento.)
A dire il vero, l’idea per questa storia è stata lanciata da una ragazza con la quale discutiamo ogni tanto di questa serie. Uno dei più grandi desideri di questa persona, insieme ad altri fan di DB - compresa la sottoscritta - è che qualcuno riferisca al povero Trunks del futuro che nella linea temporale nella quale si stanno svolgendo i principali eventi della serie gli è nata una sorella. Perciò, questa fanfiction è dedicata a lei, la quale supporta (e sopporta) tutte le mie chiacchierate idiote riguardo la serie ed i personaggi che la compongono!
In effetti, se ci pensiamo bene, in teoria quel Trunks dovrebbe essere ancora ignaro della nascita di Bra e, anche se non è proprio sua sorella perché fanno parte di due linee temporali diverse tra loro, è comunque sorella della sua controparte del presente… Sarebbe bello vedere la sua reazione di fronte a quella che per lui sarà sicuramente una splendida notizia!
Avvertimenti: Nella seconda parte della storia ci sono (purtroppo) alcuni riferimenti sul finale della saga di “Mirai” Trunks (ovvero l’episodio 67 dell’anime), proprio riguardo il “destino” di Trunks e Mai del futuro. E proprio su questo elemento, su certi aspetti dai caratteri drammatici, si è concentrata la mia attenzione nella stesura della storia.
Spero di avervi detto tutto. Vi lascio alla lettura!

Nota: Si ringrazia stellaskia per l'immagine che accompagna il titolo!



Speranza.
(Lieto evento)



Da qualche giorno, la vita alla Capsule Corporation era cambiata.
La nascita della secondogenita della famiglia Brief aveva ravvivato di gioia e di allegria un vasto luogo dove solitamente si potevano udire rumori di macchine e pesanti colpi che riecheggiavano come una forte scossa di terremoto.
La neo mamma, un’acuta e brillante scienziata dai capelli blu, dopo il parto aveva ripreso il suo quotidiano lavoro. Bulma Brief - questo il nome della donna - non vedeva l’ora di rimettere mani a quello che aveva definito come il suo più ambizioso progetto: un misterioso veicolo che l’avrebbe aiutata a realizzare il suo sogno nel cassetto.
Nel laboratorio dove stava lavorando, un ragazzino dai capelli viola la stava aiutando nel lavoro, fornendole una continua assistenza su alcuni dettagli della macchina. Il piccolo Trunks aveva ereditato dalla madre la sua straordinaria intelligenza e il suo essere preciso e infallibile nella cura dei dettagli: per questa sua capacità innata, peculiare della più grande famiglia di inventori del mondo, la madre cercava di portarlo sempre con sé - quando non era impegnato ad allenarsi con il padre nella Gravity Room.
«Secondo me, anche questa volta Lord Beerus lo scoprirà.» le disse, mentre le porgeva un cacciavite con fare perplesso.
«Non preoccuparti. Questa volta andrà bene!» rispose la donna, prendendo in mano l’oggetto che gli stava dando il ragazzino e iniziando ad avvitare un piccola vita su un’ala del veicolo giallastro. «Per fortuna che avevo ricopiato tutti gli appunti della “me” del futuro nei nostri database, altrimenti a quest’ora non sapevo proprio cosa fare!»
«Mah. Secondo me, ripeto: lo scoprirà di nuovo.»
«Che non ci provasse, eh: dopo tutto il lavoro che ho svolto! Questa volta non la passerà liscia: gli dimezzo i suoi pranzi e tutte le promozioni per i migliori ristoranti della città!»
Bulma si alzò in piedi, asciugando il sudore accumulatosi sulla fronte con il braccio. Suo figlio inarcò un sopracciglio di fronte alle affermazioni della donna, e le chiese: «Comunque, a cosa ti serve una macchina del tempo? Per le minacce che potremmo avere in futuro? Lo sai che per quelle bastiamo io e papà.»
La scienziata sorrise al ragazzino e gli rispose dolcemente: «Quando un giorno anche tu sarai un genitore, capirai.»
«Eeeh?!»
Trunks non comprese le parole della madre. Cosa mai c’entrava una macchina del tempo con l’essere genitori?
La donna congedò il ragazzino dicendo: «Per favore, Trunks: vai in cucina e portami una bottiglia d’acqua. Poi puoi tornare a giocare con i tuoi amichetti.»
A quell’invito, senza farselo dire due volte, il figlio uscì velocemente dal laboratorio per allontanarsi in direzione della cucina.

Rimasta sola, la donna chiuse gli occhi e sospirò.
Quel breve momento di tranquillità, tra il suo quotidiano lavoro e il badare ai suoi adorati figli, le dava modo di riflettere su momenti particolari della sua vita. A lei sembrava essere trascorso poco tempo da quando, ancora giovane e inesperta, aveva iniziato il suo viaggio alla ricerca di preziose sfere magiche che, se riunite insieme in un solo luogo, avevano il potere di esaudire qualunque desiderio.
Da quel giorno ormai lontano aveva vissuto mille avventure (e altrettante disavventure) e, durante il suo percorso, aveva conosciuto molte di quelle persone che poi sarebbero diventate suoi amici. Aveva viaggiato molto sulla Terra, ma poteva vantare di essere stata anche nello spazio: amava molto l’astronomia e da bambina, ogni notte, si incantava a fissare il cielo stellato sognando l’arrivo di un affascinante principe azzurro.
Desiderio che, nel giro di qualche anno, si realizzò. Su un lontano pianeta, in una situazione di grave pericolo, aveva incontrato colui che sarebbe diventato un giorno suo marito: un principe ad litteram, affascinante d’aspetto ma con un carattere piuttosto particolare.
Ciò che aveva sempre amato di lui era proprio quel suo essere orgoglioso e scontroso, che spesso era il motivo del loro battibeccarsi ma, allo stesso tempo, la rendeva soddisfatta del suo essere donna. Si era ripromessa che non avrebbe mai sposato un “pappamolle” e per questo motivo adorava ogni giorno di più quell’alieno dalle sembianze umane.
La nascita del loro primo figlio, Trunks, era inaspettata per entrambi. In quel momento erano solo amanti, e in effetti nessuno di loro due aveva in programma di concepire un bambino.
Quando lei scoprì di essere incinta, il suo compagno restò indifferente di fronte alla lieta notizia: ciò che contava di più per lui non era formare una famiglia, ma diventare sempre più forte per essere in grado di sconfiggere tutti gli avversari che avrebbero osato affrontarlo. L’idea di un bambino, di un erede al quale insegnare e trasmettere tutte le sue conoscente, non sfiorava minimamente la sua mente di duro e ferreo combattente.
Perciò, ogni volta che alla giovane donna tornavano in mente quei burrascosi momenti durante i quali aveva sofferto molto, un leggero rossore colorava le sue gote. Constatò che Vegeta - ora suo marito - fosse cambiato molto da allora. Forse l’arrivo di quella spaventosa forma di vita distruttrice, l’androide Cell, gli aveva suscitato delle prime incertezze sulla sua vita: un nemico più forte e più astuto di lui e per questo capace di sconfiggerlo in men che non si dica, l’improvvisa scomparsa di Son Goku - il suo più grande rivale - e l’inaspettato assassinio di suo figlio giunto dal futuro per combattere al suo fianco… tutto ciò doveva aver provocato in lui un totale cambio di rotta.
A Bulma tornò in mente quel momento in cui, pochi mesi dopo il Cell Game, lui fece irruzione nel suo laboratorio e le chiese se poteva osservarla mentre lavorava. «Allenarsi sempre è una grande goduria per un Saiyan, ma diventa abbastanza noioso senza una pausa nella quale la tranquillità regna sovrana. Anche noi abbiamo bisogno di distrarci come voi stupidi umani.» le disse, voltando il capo con fare seccato. Di fronte a quell’evidente scusa, la donna rischiò di far andare di traverso la bibita che stava gustando per rinfrescarsi: rimase incredula di fronte a quell’affermazione, ma subito dopo riuscì a rivolgere un sorriso di approvazione nei confronti della persona che lei stava iniziando ad amare profondamente.
Le venne anche in mente di quella volta in cui, mentre era assorta in un momento di gioco con un piccolo Trunks di soli tre anni, lui entrò nella cameretta del figlio e le chiese:
«Posso prendere il moccioso? È giunto il momento che impari qualcosa sull’arte del combattimento.»
Anche in quell’occasione la turchina rimase piuttosto sbalordita. Non riusciva a credere che Vegeta, quel Vegeta, stesse cambiando a poco a poco le convinzioni che aveva sulla sua vita e, soprattutto, sul legame con gli altri.
Ben presto anche il loro rapporto migliorò. Nel giro di poco tempo si fidanzarono e infine, di comune accordo, giunsero al grande passo. Fu un grande balzo per entrambi: da amanti, a semplici sconosciuti, fino ad arrivare a coniugi legati da un sentimento di profondo affetto.
Da quel momento in poi, suo marito dimostrò sempre di tenere molto alla sua nuova famiglia. Pur continuando a mantenere quell’orgoglioso lato del suo carattere che gli impediva di mostrare in pubblico gesti d’affetto nei confronti della moglie e di suo figlio, allo stesso tempo era stato capace, attraverso semplici azioni, di voler bene a coloro che erano diventate le due persone più importanti della sua vita.
Il suo sacrificio contro Majin Bu era stato uno dei picchi più alti della maturità di questo sentimento del Principe dei Saiyan. La reazione di rabbia di fronte allo schiaffo che Lord Beerus, il Dio della Distruzione del loro Universo, aveva dato alla sua Bulma, era un’altra prova del suo amore per la scienziata.
E, infine… la nascita di una nuova creatura, questa volta cercata e desiderata a lungo dai due coniugi. Una piccola bambina che era diventata per loro la nuova speranza sulla quale consolidare sempre più il loro rapporto.

La turchina riaprì gli occhi sorridendo. Ora, di sicuro, poteva dirsi felice e soddisfatta della sua vita.
Dopo essersi guardata intorno, prese dal taschino della sua tuta una busta di colore rosa chiaro, aprì lo sportello del veicolo al quale stava lavorando e la pose sul sedile del conducente.
Dandogli uno sguardo colmo d’affetto, la donna sorrise. I suoi occhi divennero sempre più lucidi, al pensiero del misterioso contenuto di quella busta. Chiuse lo sportello e tornò a sedersi, in attesa dell’arrivo del figlio con la bibita che gli aveva richiesto.

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In un’altra epoca, diciassette anni nel futuro, una donna stava preparando la cena per il suo coinquilino. Da quando era tornata nel suo tempo insieme al suo compagno d’armi, si sentiva tranquilla e sicura come mai lo era stata in tutta la sua vita.
I due erano riusciti ad eliminare una grande minaccia - sebbene a costo della distruzione della loro originaria linea temporale - e da allora loro due, unici sopravvissuti del loro mondo, decisero di continuare le loro vite insieme. Entrambi testimoni di un terribile e funesto avvenimento, pensarono di non interferire troppo nelle vite delle loro controparti temporali di quel mondo dove loro erano giunti come ospiti: cambiarono città e si trasferirono in un piccolo appartamento nei pressi di un parco situato nella zona centrale.
Da quel giorno i due combattenti trascorsero giorni colmi di pace e di serenità. Il compagno della donna, un giovane uomo dai capelli blu, aveva trovato lavoro nella direzione di una succursale della Capsule Corporation, mentre lei aveva avuto un impiego come cameriera presso un prestigioso ristorante.
In quel momento Mai - questo il nome della donna dai lunghi capelli neri - era nel suo giorno libero e questo le aveva permesso di dedicarsi maggiormente alla preparazione della cena per lei e il suo amico. Mentre era intenta a condire l’insalata, udì la porta dell’ingresso aprirsi, e vide entrare nella cucina un uomo vestito elegantemente con una valigetta in mano.
«Bentornato, Trunks.» gli disse con dolcezza la donna, rivolgendogli un sorriso. Il giovane posò la valigetta sulla soglia d’ingresso e le chiese:
«Come è andata oggi, Mai?»
«Abbastanza bene, grazie. Come vedi, oggi ero abbastanza libera, per cui ne ho approfittato per riposarmi… e per preparare gustosi manicaretti!»
L’uomo sorrise, togliendosi la giacca e, dopo averla appoggiata sul divano del loro salotto, si accomodò nella cucina.
I due rimasero in silenzio a lungo. Solo quando Mai portò a tavola ciò che aveva preparato con tanto amore, ripresero a parlare, augurandosi reciprocamente buon appetito.
«Sai… sono momenti come questi che mi rasserenano l’animo.» disse la donna.
«Perché, non sei felice?»
«N-no, non è così!» rispose con imbarazzo Mai, all’osservazione ricca di curiosità e di dubbi del suo compagno. «Sono felice di essere qui con te… Tuttavia, ogni volta che ripenso a ciò che ci è successo… Io…»
Trunks la osservò in silenzio, guardandola con occhi colmi di tristezza. Sapeva molto bene a cosa si stesse riferendo la sua compagna: il fatto che, nonostante fossero tornati indietro nel tempo e avessero salvato un’altra linea temporale da un potenziale pericolo, quello dove stavano vivendo non era esattamente il loro mondo. Quando a lui tornava alla mente l’immagine di sua madre, uccisa con crudeltà da un uomo assomigliante al suo migliore amico, Black… anche se sapeva che lei fosse ancora viva in quel tempo dove si trovavano, restava comunque il fatto che sua madre, colei che di fatto l’aveva partorito e l’aveva cresciuto in un mondo devastato dalla crudeltà dei famigerati Androidi del Dottor Gelo, era scomparsa per sempre insieme alla loro linea temporale.
In altre parole non avrebbe mai più avuto la possibilità di rivederla, nemmeno nell’aldilà. Era pur sempre vero che nel mondo dove avevano iniziato a vivere dopo la sconfitta di Zamasu esisteva una versione identica di lei ancora in vita… ma non era la stessa cosa.
Tuttavia, di fronte a quel triste ricordo, si sforzò di sorridere. Doveva farlo innanzitutto proprio per la sua adorata madre, per la persona a lui più cara. E ora, in modo particolare, doveva farlo anche per colei che aveva combattuto al suo fianco per un intero anno, la persona che adesso era seduta di fronte a lui: Mai.
«Non pensiamoci più.» disse Trunks, mentre appoggiò dolcemente la sua mano su quella della donna per darle maggiore conforto. «Qui sono ancora tutti vivi, e abbiamo la possibilità di incontrarli ogni giorno e sorridere in loro compagnia: questo è ciò che conta.»
La donna stava per replicare, quando ad un tratto i due udirono un leggero bussare alla porta d’ingresso.
«Stavi aspettando qualcuno, Mai?»
«No, nessuno. Se non ti dispiace, vado a vedere chi è.»
La giovane si insospettì e si recò sulla soglia d’ingresso della loro casa. Al di sotto della porta notò una busta rosa che sporgeva leggermente all’interno del pavimento d’ingresso ma, prima di prenderla, osservò dallo spioncino per capire chi fosse arrivato a casa loro.
Stranamente, non vide nessuno.
Uno scherzo di qualche bricconcello? pensò Mai. Che strano. Eppure sia io che Trunks possiamo giurare di aver sentito bussare… disse tra sé e sé mentre, con cautela, prese la busta e ne lesse il destinatario.

“Per Trunks.”

Entrò di nuovo nella cucina e porse la busta all’uomo.
«Trunks, credo che questa sia per te.»
«Chi era alla porta?» chiese incuriosito il giovane.
La donna scosse la testa. «Non lo so… ma, chiunque fosse, ha lasciato questa busta indirizzata a te. Credo che dovresti aprirla.»
Fu solo allora che Trunks afferrò l’oggetto che aveva tra le mani la donna e, nell’osservarlo, ne riconobbe la scrittura dell’intestazione.
Un messaggio dal passato, da parte di una persona che amava.
Aprì la busta sorridendo, e iniziò a leggerne il contenuto.

“Caro Trunks,
spero che tu e Mai stiate bene. Non c’è giorno nel quale io non pensi a voi due, e devo ammettere che mi mancate molto.
È vero: vi vedo tutti i giorni, attraverso le vostre versioni del passato, ma non è la stessa cosa. Il mio Trunks e la piccola Mai sono ancora due monellacci in confronto a voi: mi auguro che, crescendo, possano prendere da voi due quel senso di responsabilità e l’essere ostinati a raggiungere i propri sogni che vi caratterizzano.
Non vedo l’ora di incontrarvi di nuovo, se un giorno riuscirò ad eludere per lungo tempo la continua sorveglianza di Lord Beerus e Lord Whis (da quando hanno assaggiato il nostro cibo, hanno deciso di stabilirsi qui quasi per tutto il giorno, mangiando a sazietà!) Sai: da quando hanno saputo che, a loro totale insaputa, stavo progettando una macchina del tempo, hanno deciso di distruggerla insieme agli appunti di tua madre, solo per lo stupido motivo del “Non bisogna mai manipolare il flusso del tempo!”
Che nervi! È in momenti come questi che ho la tentazione di non dare più a loro i piatti che tanto amano, così imparano!
Però, quello che loro non sanno è che sono riuscita a ricopiare tutti gli appunti della “me” del futuro sui nostri database personali, riuscendo così a riavviare l’ultimo progetto sul quale stavo lavorando: una macchina del tempo. Sono un genio, non è vero?
Ti assicuro che loro si sbagliano nel dire che non bisogna mai costruire veicoli con i quali effettuare dei viaggi temporali. Io… cioè, tua madre ha avuto una splendida idea nel progettare una macchina del tempo, per salvare il mondo nel quale tu e lei avete vissuto. Per questo motivo non smetterò mai di ringraziarvi per averci aiutato a sconfiggere nemici molto forti, permettendoci così di continuare a vivere in pace.
Allo stesso tempo mi dispiace che, a causa del capriccio di alcune divinità, il vostro mondo sia andato completamente distrutto, rendendo vani i vostri sforzi per proteggerlo: noi possiamo solo immaginare cosa significhi vivere in un mondo che, sebbene sia identico a quello dal quale provieni, non riesci comunque a sentirlo tuo.
Però non ti sto scrivendo queste righe per rievocarti vecchie cicatrici insanabili. Innanzitutto, voglio continuare ad augurarti il meglio per te e per la splendida Mai (scommetto che tra voi due c’è del tenero, eh?).
Continuate a vivere, sempre con il sorriso sulle labbra.
Svegliatevi ogni giorno gridando al mondo che la vita, nonostante le difficoltà che si presentano, è bella per essere vissuta.
Amate, nonostante le persone con le quali avete a che fare dovessero voltarvi le spalle e arrivare a farvi del male.
Siate testardi ed ostinati, anche di fronte ad ostacoli apparentemente insormontabili.
Lo dico per esperienza personale. In tutti questi anni ho amato alla follia una persona che, all’inizio, non voleva stare con me. Gli ho dato tutto il mio affetto… e, alla fine, sono stata ricambiata.
Adesso lo sai bene: tuo padre ti vuole davvero bene, a tal punto da arrivare a proteggerti come un grande scudo da potenti nemici. È cambiato molto dall’ultima volta che l’hai visto, non è vero? È diventato più affettuoso, più generoso, più disponibile ad aiutarmi in momenti di difficoltà, sebbene sia rimasto lo scimmione testardo di sempre.
Sappi che anche a lui, sebbene non vorrà mai ammetterlo per via del suo stupido orgoglio, manchi molto e vorrebbe rivederti al più presto. Per questo, ovunque tu andrai, ricordati sempre che noi ti vogliamo sempre bene e che siamo fieri di te e di ciò che sei diventato.
E… concludo dandoti una bella notizia. Lo ammetto: ciò che sto per comunicarti è stato il motivo che mi ha spinto a scrivere questa lettera, violare le leggi che regolano il tempo, e infine consegnartela.

Da oggi in poi, hai qualcuno in più a cui pensare e da proteggere.
Una bellissima bambina di nome Bra, simile alla tua mamma e che ti assomiglia molto, quando eri piccino come lei.
Da questo momento… hai una sorellina.
Sono certa che, in fondo, era la notizia che da tempo stavi aspettando. Io e Vegeta non ci siamo più nel tuo futuro, ma attraverso le nostre vicende ti sei reso conto del grande amore che noi proviamo nei tuoi confronti.
Perciò, considera questo nuovo frutto del nostro amore come un piccolo, grande regalo che i tuoi genitori hanno fatto per te. Sono certa che ci rivedremo presto… e chissà se la prossima volta i tuoi figli giocheranno con la tua cara sorellina!

Ti vogliamo bene, e te ne vorremo per sempre.
La tua splendida mamma, Bulma.”


Trunks ripiegò accuratamente la lettera e la ripose nella busta; poi guardò Mai negli occhi e le sorrise.
«Cosa è successo?» gli chiese la donna con grande curiosità.
Lui si alzò dal tavolo e, avvicinatosi alla sua compagna, la invitò ad alzarsi prendendola per mano.
«Mai… Per caso conosci qualche negozio per bambini?»
La giovane arrossì, fraintendendo le parole del suo coinquilino. «Eeeh? P-Perché, a cosa ti serve?» chiese balbettando per l’imbarazzo.
Ma l’altro non badò a questa reazione della sua compagna. Senza smettere di sorridere, Trunks la trascinò verso l’uscita della loro dimora; dopodiché la guardò nuovamente negli occhi e le chiese divertito:
«Ti andrebbe di tornare di nuovo nel passato?»



A/N [Ovvero: angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
Questa volta, l’angolo conclusivo sarà molto breve. Come qualcuno di voi avrà notato, in questa storia Trunks e Mai del futuro non sono legati da un rapporto eccessivamente amoroso. Sebbene sia una loro fan accanita, ho cercato di descrivere la loro vita quotidiana in maniera più distaccata, in modo tale da far avvicinare alla mia storia anche chi non è un fan di questa coppia.
A proposito dei ricordi di Bulma, qualcuno di voi che sta seguendo Super ha notato di cosa tratta la nuova ending? Ebbene: sappiate che ho scritto questa storia prima della messa in onda dell'episodio 84... e, manco a farlo apposta, la parte della mia storia dove Bulma ricorda tutto il suo passato e quel video sono in perfetta sintonia! Comunque, chi è interessato a vedere l'ending, può andare qui: [link]
Sul resto, penso di aver detto tutto.
Grazie per essere giunti fino a qui con la lettura, alla prossima!
--- Moriko
   
 
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