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Autore: luisa0090    05/04/2017    0 recensioni
-Questi vi uccideranno, vi uccideranno sicuro-
-Lele, ma che cazzo dici?! Siamo cresciuti in questo clan, io ho preso pallottole per loro! Non possono eliminarci così.-
-Peppe, porca puttana! Ma ti rendi conto?! Due camorristi froci?!-
Mimmo abbassò immediatamente lo sguardo, mostrando un pudore che sembrava inconsueto ai i suoi atteggiamenti, ma assolutamente adatto al suo viso giovane, che sembrava improvvisamente mostrare i suoi 17 anni.
-Siete due morti che camminano.- Concluse Lele sconsolato.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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I motorini sfrecciavano tra le vie cittadine a una folle velocità passando tra le poche macchine presenti a quell’ora. Ciro brandeva la pistola e urlava con stampato in faccia un sorriso malvagio, esaltato per la striscia di cocaina presa poco prima. Non si preoccupavano neanche di nascondere le pistole. Ormai lo sapevano tutti: lì comandavano loro. I baby boss. Così erano chiamati dalle reti locali. Tutti tra i 17-18 anni ma si credevano già uomini poiché tutti li temevano. Avevano il rispetto di tutti ma non rispettavano nessuno. Quel rispetto lo avevano ottenuto con il terrore, con le sparatorie, con le rapine e avevano completamente sconvolto l’intero quartiere di Secondigliano. Era praticamente impossibile non conoscerli. Erano presenti in ogni campo: dal pizzo allo spaccio. Si credevano già uomini, degni di rispetto;ma non erano uomini, erano ragazzini cresciuti troppo in fretta, con un’idea di vita completamente stravolta, legata in tutto e per tutto alla camorra; non era neanche colpa loro, erano nati in famiglie di camorra e quella risultava loro come la via giusta da percorrere.

Arrivarono al capannone, tutti carichi di adrenalina, con la voglia di travolgere il mondo, con la sensazione che tutto il mondo era nelle loro mani e che loro avrebbero deciso le sorti di tutti.

Capuano era già lì. Erano stati mandati lì da Don Salvatore con il compito di minacciarlo a morte per farlo ritirare dalle elezioni cittadine poiché bisognava eliminare tutti i possibili concorrenti di Auriemma;
Auriemma doveva vincere assolutamente, solo in questo modo il predominio di Don Salvatore si poteva espandere sempre di più.

Amavano minacciare, vedere la paura, il terrore negli occhi delle vittime. Sentivano il mondo sotto i loro piedi, avevano la sorte di tutti nelle loro mani. L’adrenalina li travolgeva completamente e secondo loro era uno dei modi per dimostrare a tutti il potere che esercitavano sugli altri.

Capuano aspettava davanti al cancello, convinto di dover avere un incontro con Don Salvatore per ricevere un prestito. Il motorino di Ciro e Lele arrivò da destra mentre quello di Peppe e Mimmo da sinistra, bloccandolo da davanti. Subito Peppe scese, gli prese il braccio e lo strattonò con violenza. Eccolo, lo sguardo impaurito di Capuano che fece scattare subito l’adrenalina in Peppe, che gli puntò la pistola alla tempia. -Capuà, vengo a nome di Don Salvatore. Ti devi ritirare. Subito. Oppure puoi anche dire addio a Serena. - disse Peppe con un sorriso sadico sul volto. Capuano era sconvolto. -Sisi, la conosciamo tua figlia. Non stiamo scherzando. Domani mattina, vai al comune e ritira la tua candidatura, altrimenti sai cosa succede.- Lele mimò uno sparo in bocca.

Capuano sudava, aveva gli occhi spalancati e iniziò ad innuire come un forsennato. I quattro scoppiarono a ridere. Appariva ai loro occhi come un uomo ridicolo, insignificante, tutto l’opposto di ciò che loro volevano essere nella vita. Peppe lasciò Capuano, lo spinse contro il cancello e salì sul motorino continuando a mostrare la pistola. I due motorino sfrecciarono e abbandonarono il posto, lasciando Capuano completamente sconvolto, in ginocchio davanti al cancello.

   
 
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