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Autore: OnlyAGirl    09/04/2017    0 recensioni
"Vi dico un segreto, io non sono preoccupato.
Che importa se sono pazzo? Le persone migliori lo sono. "
Salve a tutti.
So che forse sono solo un altra ragazzina che prova ad immaginare come sarà l'introduzione di Harley Quinn nella serie. Cosa di cui non vedo l'ora essendo una grande fan della DC e soprattutto della suddetta Arlecchina.
Ma nella mia testolina malata me la sono immaginata molto prima della 4° stagione come annunciato recentemente.
Vi avverto che sarà completamente diversa da ogni cartone, fumetto o film. La nascita di Harley non sarà dovuta al Joker. Ma con una trama completamente inventata. So che ci sono davvero dei grandi fan che conoscono tutti i dettagli quindi vi prego non linciatemi.
Con questo ho finito. Bè spero vi piaccia
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Jerome Valeska, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due ragazzi raggiunsero la scuola. Velocemente si diressero verso l'entrata non avendo tempo da perdere per via del loro ritardo.
La campanella suonò e il rosso accompagnò la ragazza davanti la sua classe. Per dirgli velocemente che si sarebbero visti a pranzo dandole un veloce bacio.
La bionda si diresse al suo banco dove la sua amica Kelly l'aspettava impaziente.
"Hai fatto tardi anche oggi. E io che come una stupida ti aspettavo all'entrata invano. Potevi almeno avvertire." L'attacco subito.
"Buongiorno anche a te. Si io sto bene, tu?" rispose stizzita.
"Non hai il diritto di innervosirti così. Ti avevo chiesto specificatamente di arrivare prima almeno oggi. Dovevo raccontarti di ieri." Frignò come una bambina.
""Ok hai ragione scusa, ma sai il mio vizio di spegnere la sveglia. Jim è dovuto venire a svegliarmi come al solito."
"Dovresti smetterla di chiamarlo così è triste."
"Come dovrei chiamarlo allora sentiamo." Rispose aspettando il prossimo commento della sua amica sul suo tutore.
"Bè che ne dici di culetto sexy ?. Ma andrebbe bene anche sexy zio." Disse con occhi sognanti.
"Hai un po' di bava. Comunque devi smetterla è imbarazzante. Lui ha 30 anni e inoltre è il mio tutore."
Le ragazze continuarono a battibecchiare, tanto da non accorgersi del professore di letteratura che dovette rimproverarle.
Chiudendo così la loro discussione.
Le ore passavano in fretta. Harleen rimase a pensare tutto il tempo non seguendo per niente le lezioni.
Questa giornata le sembrava strana nonostante per la prima volta, la città fosse completamente illuminata e riscaldata dal sole. Lei nonostante tutto aveva freddo. Si stringeva alla sua giacca. Inconscia di tutto.
Il ragazzo da parte sua era inquieto ugualmente. Ma la sua inquietudine era dovuta ad altro.
La sua mente aveva cominciato a parlare autonomamente da quella mattina.
Non aveva mai avuto nessuno che lo venisse a svegliare, non che ce ne fosse bisogno, ma la cosa che lo innervosiva era alzarsi e doversi trovare sempre davanti scene rivoltanti.
Quella mattina dopo essersi preparato come al solito dirigendosi verso l'uscita della roulette aveva trovato la madre addormentata sul pavimento con una bottiglia di whisy vuota e le sue mutandine in mano. L'aveva alzata e osservata, ma in quel momento le sue mani avevano iniziato a prudere, aveva sentito un senso di ribrezzo e rabbia superiore al normale. Tanto da averla lasciata cadere violentemente sul letto per correre via da quel luogo che era obbligato a chiamare casa.
Durante il tragitto pensò a cosa era successo. Ma non trovò risposte. Non lui direttamente.
Una voce gutturale e fredda gli aveva canticchiato quanto in quel momento avrebbe voluto stringerle le mani al collo e guardare i suoi occhi mentre si spegnevano. Al solo pensiero la sua vocina cominciò a ridere.
Il rosso la cacciò via con molta fatica. Gli ci volle tutto il percorso dal circo a casa della sua ragazza. Ma alla fine si calmò, per il momento.
Ma da quando era entrato in classe e si era trovato a ripensare, la voce aveva ricominciato a esprimere i suoi commenti volgari e cattivi.
Allora di pranzo si era diretto velocemente a mensa per trovare una testolina bionda ad aspettarlo.
La ragazza era seduta a un tavolo vicino alla finestra con la sua amica. Non appena le vide sbuffò mentalmente per la presenza della petulante e insopportabile Kelly.
In effetti i due non erano mai andati molto d'accordo, ognuno per i propri motivi.
La ragazza era molto vivace e forse un po' superficiale, non aveva molta considerazione per le persone che non sopportava, inoltre reputava Jerome non all'altezza di Harley. Che fosse un bel ragazzo ne era consapevole ma lo considerava irrilevante per via del suo ceto sociale.
Mentre lui la considerava lei come una ragazzina senza cervello e piena di sé. Odiava inoltre il fatto che accendesse sempre una sorta di competizione per l'attenzione della bionda, e facesse di tutto per mettersi in mezzo.
Si diresse riluttante e innervosito verso le ragazze.
"Hey." Disse la biondina felice di vederlo come non mai.
"Hey." Gli rispose sorridendo.
"Ciao Jerome." Disse perfidamente la mora.
Lui fece finta di non averla sentita e iniziò a mangiare. Mentre le ragazze parlavano di qualcosa a lui sconosciuto.
"Sei più silenzioso del solito." Disse Harleen accarezzandogli la spalla.
"O più sgorbutico del solito." Fece il verso Kelly.
"Kelly smettila!" la riprese la bionda arrabbiata.
Jerome dal canto suo ridacchiò. E si alzò.
La bionda lo guardò con aria interrogativa. Ma lui se ne andò senza dire niente.
Harleen si alzò dalla sedia di scattò e guardò l'amica rabbiosamente. Per poi andare dietro il ragazzo.
Sentendo in lontananza la mora che le diceva che ora solo per scherzare.
Seguì il ragazzo che non rispondeva ai suoi richiami nel corridoi e cercò di afferrarlo per la giacca.
Lui si girò velocemente e le prese il polso stringendolo talmente forte da farla gemere.
"J-jerome mi fai male." Disse la ragazza sconvolta.
Lui ritirò la mano e abbassò la testa scuotendola. Cercando di mandare via le voci.
"Scusa Har. Credo di non stare molto bene. Vado a casa." Disse senza guardarla e continuando a camminare.
Harleen si ritrovava a camminare da sola verso il Dipartimento di Polizia. Quanto successo con Jerome l'aveva lasciata senza parole. E inoltre l'aveva ignorata anche per messaggi.
Raggiunse l'entrata e si diresse verso la scrivania di Jim.
"Ciao."
"Harl. Come è andata oggi?" disse senza distogliere lo sguardo dalle sue scartoffie.
"Bene. Io vado a casa sono stanca." Disse la ragazza sconsolata.
"Ok. Ci vediamo più tardi."
"Ciao."
Non appena uscita dalla centrale il suo telefono trillò.
Jerome le aveva chiesto di vedersi al circo tra poco per parlare. La ragazza era indecisa. Ma alla fine assentì e si diresse da lui.
Bussò alla roulette e lui gli aprì.
"Allora vuoi spiegarmi cosa ti è preso?" inveii la ragazzina.
"Niente ero solo stanco." Disse avvicinandosi per baciarla.
Fu un bacio violento e freddo dal quale la ragazza si staccò violentemente.
"Cosa ti prende?" disse furiosa.
"Rilassati per un momento Harley." Disse provando a riavvicinarsi e baciandola ancora e iniziando ad accarezzarla.
La bionda lo spinse via ancora.
"Quindi mi hai fatto venire qui per fare sesso non per chiarire quello che è successo." Disse duramente.
"E allora? possiamo parlare dopo no?" disse ghignando.
"No. Devi dirmi cosa ti prende. Sei strano da qualche giorno e stamattina non eri tu. Ti prego parlami." Implorò la bionda.
Il rosso scoppiò a ridere.
"Non è successo niente tesoro. Te lo assicuro. Ora vieni qui." Fece segno con la mano.
Ma la ragazza rifiutò e si avviò verso la porta.
"So che hai una vita complicata Jerome. Ma non puoi fare così. Chiarisciti le idee perché questo non sei tu." E se ne andò.
"Eccome se sono io." Disse il ragazzo con un sorriso malsano sulle labbra.


 
  
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