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Autore: La Polly    10/04/2017    9 recensioni
Una bottiglia di whisky, un appartamento silenzioso. Paure, pensieri, sensazioni e quei ricordi che continuano a fare male, quelle immagini che non dimenticherai mai. Il senso di colpa, la consapevolezza di aver commesso un altro errore e la scoperta della verità ti schiacciano e ti senti come se fossi un involucro vuoto, come se fossi paralizzato.
[post Civil War]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A. Ciao a tutti! Questa è la mia prima One Shot, ambientata dopo la fine di Civil War e completamente incentrata su di lui: Tony Stark. Non voglio aggiungere altro, troverete le note alla fine. Un bacio. Polly
 


“When did I become so numb?
When did I lose myself?
All the words that leave my tongue
Feel like they came from someone else
I'm paralyzed
Where are my feelings?
I no longer feel things
I know I should
I'm paralyzed
Where is the real me?
I’m lost and it kills me inside
I'm paralyzed”
 
 


Ti svegli di soprassalto, spaventato da un incubo – l'ennesimo, maledetto incubo. Sei steso sul pavimento – quel freddo pavimento che hai usato come giaciglio per tante, troppe notti.
La luce del sole che filtra dalle finestre ti irrita e subito porti una mano davanti agli occhi per ripararti da quella presenza sgradita, fastidiosa.
Hai la vista appannata e la testa ti gira come una giostra. Non ricordi nulla della sera precedente, se non il sapore forte del whisky che ti bruciava la gola e quell'incessante senso di inadeguatezza che mai prima d'ora era stato così forte, così prepotente.

Non c'è nessuno lì con te. Non senti nessuna voce, non vedi nessun volto familiare. Sei solo – solo con te stesso – perché gli Avengers non esistono più. Quella squadra di supereroi che ha salvato il mondo, prima da un esercito alieno e poi da un robot con manie di grandezza, è stata spazzata via. Dilaniata, compromessa, annientata dai suoi stessi componenti.

Com'è potuto succedere? – te lo stai chiedendo da giorni, da settimane.

È passato quasi un mese eppure non hai ancora trovato una risposta, o meglio, fingi di non averla trovata. Sai cosa è successo, sai cosa ha contribuito a distruggere tutto quello per cui avevate lavorato. Il dolore, il senso di colpa e la consapevolezza di aver commesso un errore ti hanno spinto a fare qualcosa che mai avresti fatto. Volevi solo rimediare, volevi solo interrompere quella striscia negativa. Ma così non è stato. Non solo è andato tutto all'aria, ma hai anche scoperto la verità sulla morte dei tuoi genitori.

Non era questo ciò che volevi, Tony?

Quella maledetta voce ti ricorda quanto avevi desiderato scoprire il vero motivo della loro scomparsa. La storia dell'incidente stradale non ti aveva mai convinto, qualcosa continuava a non tornare. Volevi scoprire la realtà dei fatti, dovevi scoprire la realtà dei fatti, e alla fine ci sei riuscito. Sì, ma a quale prezzo?
 
 


Una macchina che sbandava e finiva contro un albero. Conosceva quella strada e soprattutto, conosceva quel veicolo. Un uomo ferito che apriva la portiera e si accasciava sull'asfalto. Era suo padre. Una moto che si fermava e il conducente che si avvicinava a lui. «La prego, salvi mia moglie» lo supplicava, in preda alla disperazione, ma quell'uomo non fece altro se non afferrarlo per i capelli.
«Sergente Barnes?»
Howard Stark aveva appena riconosciuto quella persona – il suo assassino, il suo carnefice. Poi uno, due, tre colpi sul volto e il sangue che gli macchiava la pelle – lo stesso sangue che scorreva nelle vene di Tony. Era morto così, ucciso brutalmente da un uomo freddo e senza scrupoli.
«Howard! Howard!» la voce di Maria Stark che chiamava il marito, ormai privo di vita. La mano dell'uomo che le stringeva la gola, la gola di sua madre – la sua amata mamma. La vita che abbandonava il corpo di quella donna tanto fragile quanto forte, e poi lo sparo verso la telecamera – l’unica testimone di quel terribile delitto.

L’assassino dei suoi genitori era lo stesso uomo che in quel momento stava a pochi passi da lui: James Barnes.
La rabbia sorda e il dolore che lo accecavano e il desiderio di massacrarlo con le sue stesse mani. Lo avrebbe ucciso se Steve non lo avesse bloccato, impedendogli di vendicarsi. Quando si girò verso di lui, gli bastò una sola occhiata per capire tutto.

«Tu lo sapevi?» ne era sicuro, glielo leggeva in faccia, ma si rifiutava di crederci.
«Non sapevo fosse stato lui» gli rispose Captain America, ma Tony sapeva che non era vero, non c’erano più dubbi. Stava mentendo, di nuovo.
«Non prendermi per il culo, Rogers, lo sapevi?»
«Sì.»
Quello fu l'inizio della fine.
 
 


Chiudi gli occhi per cercare di scacciare via quelle immagini, ma appena lo fai focalizzi il volto di tua madre privo di vita e subito una fitta di dolore ti fa boccheggiare, come se qualcuno ti avesse appena tirato un pugno alla bocca dello stomaco. Ti metti le mani nei capelli e li tiri con forza, mentre una lacrima ti riga la guancia destra. La vedi tutte le notti, ormai. La vedi nei tuoi sogni, mentre ti ammonisce con lo sguardo e poi ti sorride. La vedi nei tuoi incubi, mentre viene uccisa e il suo assassino non è Barnes, ma sei tu. Continui a vederla e a sentire la sua voce, come se fosse lì con te.

Lei non c'è più. Non tornerà mai più. E nemmeno gli altri torneranno, nemmeno Pepper. Sei solo, Tony. Solo!

Quella voce, così simile alla tua, ti schernisce e continua a farlo senza sosta.
«Basta!»
In un impeto di rabbia, prendi la bottiglia vuota di whisky e la lanci contro il muro che si trova davanti a te. La vedi colpire la parete e frantumarsi in mille pezzi e il tuo respiro è talmente pesante che quasi non senti nemmeno il rumore del vetro che si disintegra.

È la verità, sei solo. Se ne sono andati tutti. Hai allontanato tutti. È tutta colpa tua!

«Non è vero! Io non volevo che finisse così!» rispondi al nulla che sta intorno a te, come se qualche presenza invisibile potesse assolverti dai tuoi peccati.

Lo sapevi, invece! Come sapevi che Steve avrebbe preso le difese di Barnes.

«Lui ha ucciso i miei genitori e Rogers mi ha mentito per anni! Avrebbe dovuto dirmi la verità e invece ha avuto pure la faccia tosta di attaccarmi!» urli, in preda alla rabbia e alla frustrazione.

Per quanto tu lo detestassi, per quanto lui potesse irritarti con il suo comportamento da perfettino, tu lo consideravi un amico.
Ti ha mentito – lui, che detesta le bugie, che non vuole che gli si nascondano le cose. Il silenzio che invade quella stanza ti irrita. Sai di non essere solo, c'è Rhodey nell'appartamento, ma lui sta dormendo.

A meno che tu non lo abbia svegliato con tutto il fracasso che hai fatto – pensi, amareggiato.

Speri con tutto te stesso che non sia così, perché Rhodey deve riposare, dopo l'incidente in cui è rimasto coinvolto, e tu non hai quasi il coraggio di guardarlo negli occhi.

Ecco l'ennesima conseguenza – ti punzecchia di nuovo quella voce.

La senti ridere dentro la tua testa e tu per un attimo pensi di essere diventato pazzo, oppure sei solo troppo sbronzo. Non ti interessa scoprirlo. Non ti interessa più nulla, ormai. Detesti sentirti come se fossi paralizzato, come se il tuo corpo fosse un involucro vuoto. Non hai nemmeno la forza di lottare, per la prima volta in vita tua.

Ne hai passate tante, in quegli ultimi anni, eppure hai sempre trovato il coraggio di andare avanti, di non arrenderti e invece adesso non ne hai più la forza.
Vorresti svegliarti e scoprire che in realtà era solo un brutto sogno. Vorresti girarti e trovare Pepper accanto a te, immersa in un sonno profondo, per poi poterla abbracciare e respirare il suo profumo. Ma Pepper non c'è, se n'è andata, e la storia della pausa di riflessione è solo una scusa per prendere tempo, lo sai con certezza. Tuttavia una parte di te continua a sperare che un giorno lei torni tra le tue braccia, ma al tempo stesso speri di no, perché lei merita una vita migliore – una vita che tu non potrai mai offrirle.

Quel pensiero ti fa venire voglia di prendere l'ennesima bottiglia di whisky, per poterlo bere fino all’ultima goccia - fino a stare male. All’improvviso, però, qualcosa ti blocca, qualcosa che finalmente riesce a scuoterti...

Che diavolo stai facendo? Reagisci! Tu sei Tony Stark!

Quell'ordine perentorio ti convince ad alzarti dal pavimento, nonostante il lieve capogiro che ti colpisce. Non ti arrendi, non questa volta, e con passo deciso ti dirigi verso il bagno della tua camera da letto. Hai bisogno di una doccia, devi spazzare via il torpore provocato dall'alcol e soprattutto devi smetterla di piangerti addosso.

Guardi il tuo riflesso nello specchio e in fondo ai tuoi occhi scuri e malinconici riesci a scorgere una scintilla di determinazione. Sei stanco di quella situazione e ora devi fare solo una cosa: ricominciare.
Lo farai, ne sei certo. Tu sei Iron Man. Niente e nessuno riuscirà mai a spezzarti.
 
 
 
 



Note:
. Come ho già scritto all'inizio, questa è la mia prima one-shot e ho deciso di usare la seconda persona singolare (cosa che di solito non mi piace moltissimo) più per una questione di “suono” che per altro, mentre invece il flashback ho preferito scriverlo in terza persona, per cercare di dargli un tocco diverso dal resto della storia – spero lo abbiate apprezzato.
. Ho cercato di analizzare il più possibile i sentimenti di Tony, i suoi pensieri, le sue paure e i ricordi che continuano a tormentarlo. Ho amato Civil War, ma ho anche sofferto tantissimo. Vederlo in quello stato mi ha spezzato il cuore e mentre scrivevo questa piccola storia… sì, ho dovuto trattenere le lacrime. Sono molto legata a lui, quindi spero di aver fatto un buon lavoro!
. La canzone presente all'inizio è “Paralyzed” (che ho usato anche per il titolo) di NF. È semplicemente meravigliosa e molto triste. L'ho scelta perché ogni volta che l'ascolto penso a Tony (oddio, in realtà non mi capita solo con questa, ma va be'… facciamo finta di niente ahahah) e il testo mi ha aiutato molto, lo ammetto, perché parla di sofferenza, di quel senso d'impotenza che ti opprime e ti fa pensare “Che fine ha fatto il vero me?” grazie a questa canzone è nata la mia one-shot. Vi consiglio di ascoltarla! Grazie a tutti quelli che la leggeranno. Un bacio!
Polly
   
 
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