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Autore: Arthur Velacci    10/04/2017    0 recensioni
Due animali antropomorfi, un solo ed eterno amore. Basta poco per rendere le cose speciali, anche perché c'è ancora un altro gionro.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Furry | Contesto: Contesto generale/vago
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ANCORA UN ALTRO GIORNO

 
  Il vento fa ondeggiare delicatamente le tende, dalle finestre entra la luce di un sole particolarmente cheto. È mattina presto ma già per le strade si sente il vociare tipico del centro città. Non avevamo neanche messo la sveglia io e Ullis, infondo non serviva dato che oggi è domenica e possiamo dormire fino a tardi.
  Il bello di vivere da soli sta nello stare comodamente sdraiati al letto in balia della più totale tranquillità. Ullis poi è un campione di tranquillità! Lui resterebbe rilassato sotto le coperte tutti i giorni. Dopotutto a chi non dispiacerebbe? Non sono così ipocrita da giudicare il suo comportamento così negativamente. Spesso lo assecondo, perché anche io come lui vorrei stare al letto per tutta la vita, tra le sue braccia.
  A volte quel che voglio fare entra in contrasto con ciò che il mio corpo fa. In questo momento ho gli occhi aperti, sono già sveglio. Purtroppo mi basta poco per essere totalmente pronto per affrontare la giornata. Ma non voglio alzarmi dal letto, non voglio già essere carico di energie: lui è proprio accanto a me… e lo adoro. Mi piace quando siamo sdraiati insieme, soprattutto al mattino perché la giornata così inizia in un modo piacevole.
  Il suo muso sfiora il mio; a volte mi dà fastidio ma questa volta non mi dispiace. Sento il suo respiro rilassato, mi sfiora delicatamente i baffi; mi fa solletico! Nel mio volto appare un sorriso spontaneo. Avrei una voglia matta di baciarlo, ma ho paura che svegli. Dorme beatamente… non voglio che questo momento finisca.
  Porto il mio braccio destro sotto il cuscino e mi giro completamente verso Ullis. Riesco ad ammirarlo bene da questa angolazione. Nello spostarmi, le coperte di seta mi hanno sfiorato il pelo in un modo così delicato che sembra essere stata una carezza di nuvola. Rimango a fissare il mio amore per non so quanto tempo. Amo tutto di lui: il suo carattere, il suo fisico, il suo respiro…
  Ieri notte ci siamo divertiti sotto le coperte, al lume di candela. Abbiamo approfittato dell’atmosfera calda e intima perché oggi pomeriggio ci riattaccheranno la corrente. Non ci siamo rivestiti e abbiamo dormito nudi, pelo contro pelo, cuore conto cuore… è stato semplicemente magico.
  E in tutto questo pensare e ragionare su quanto questa mattina si stia rivelando splendida, ripeto a me stesso che non voglio alzarmi, che oggi è domenica e che non si fa niente. Ma in verità dei piccoli impegni li avrei, non molti, ma li ho. E al solo pensiero di distruggere questo momento semplicemente scendendo dal letto… mi rattrista… e mi innervosisce.
  Agito la coda tra il materasso e la coperta. Cerco di fermarmi perché non voglio svegliare Ullis con la mia stupida agitazione! Ogni rumore deve essere assente, solo il nostro respiro è tollerato. Riporto lo sguardo verso il suo dolce viso. Accenna un sorriso e stringe la sua presa attorno al cuscino, il tutto con una lentezza irresistibilmente dolce.
  Forse ha sentito il rumore della mia coda… spero di no. Dio… spero proprio di no!
  Cerco di non agitarmi ulteriormente e torno a rilassarmi col suo respiro delicato. Non voglio alzarmi, voglio rimanere qui a guardarlo per sempre. “L’amore fa perdere la testa.” disse mia madre quando ebbi la mia prima ed unica cotta. Per tutte le pulci se è vero. Ullis… mio primo ed eterno amore…
  Improvvisamente ho voglia di chiudere gli occhi. È strano dal momento che voglio restare qui a guardarlo. Forse la sua presenza è sufficiente a farmi stare bene. Chissà. O forse ho solo sonno… e ho voglia di riaddormentarmi tra le sue braccia. Al diavolo il mio corpo già pronto per uscire da questo rifugio di tenerezza! Al diavolo anche gli impegni! Porto la testa sul suo cuscino. I nostri musi ora sono estremamente vicini. Accenno un bacio sulla guancia e assaporo il tepore che lui emana.
  Precipito nella pace assoluta.
 
  Un rumore metallico mi fa tornare alla realtà. Sono… delle posate?
  Avverto una strana sensazione… come fossi abbandonato a me stesso. Muovo il braccio destro verso il lato di Ullis, ma le mie dita toccano solo la coperta e il suo cuscino. Non sento più il tepore, la calda magia di poco fa, il sentimento unico che si prova solo pochissime volte nella vita… non sento più Ullis!
  Un freddo interiore mi pervade velocemente, raggiunge il petto fino a propagarsi lungo le mie estremità. Sta accadendo tutto così in fretta che non ho il tempo di comprendere la situazione. Mi agito e voglio capire che succede.
  Apro gli occhi con una lentezza snervante. Il gelo che si è instaurato nel mio cuore mi rende tutto così difficile! Come se già non avessi problemi! Ma fortunatamente la situazione sembra essere la più normale e dolce che potessi immaginare: Ullis entra dalla porta con in mano un vassoio, vi è la colazione fumante a base di uova, toast e pancake con sciroppo d’acero già versato. Ciò che mi colpisce di più è una piantina accanto al piatto delle uova. Un sorriso gioioso mi si tinge in volto, una commozione calda e rasserenante mi pervade al tal punto da far sciogliere il gelo che bloccava il mio corpo. Ogni dolore è sparito in pochi secondi.
  «Buon giorno, amore.» mi saluta con la sua voce profonda e tranquilla. «Buon compleanno.»
  Ullis poggia delicatamente il vassoio attorno alle mie gambe, il profumo della colazione si instaura in tutta la stanza e il mio animo già tranquillizzato e felice non fa altro che rallegrarsi ancor di più alla visione di tale gioia.
  “Però… non è il mio compleanno.” rifletto. È ciò che vorrei dire, ma so già che le mie parole uscirebbero dalla mia bocca come suoni gutturali e impastati senza un senso. Mi limito ad osservarlo stupito, sperando che capisca. Lui, ancora nudo da ieri sera, si siede accanto a me accarezzandomi le spalle. Io adoro quando mi accarezza e lo sa bene, e per questo gliene sono grato.
  «So che non è il tuo compleanno…» mi dice continuando ad accarezzarmi. Mi ha come letto nel pensiero. «Ma perché non credere che lo fosse?» continua a dire. «Dopotutto ci resta ancora un altro giorno da passare insieme. Voglio che sia tutto speciale per te… per noi.  È una fortuna che l’intervento sia stato spostato a dopodomani. Non oso immaginare cosa succederà quando…»
  Sbatto le posate sul vassoio in modo violento, il rumore è tale da averlo interrotto bruscamente.
  Odio quando me lo ricorda. Perché deve ricordarmelo? Crede che io non sappia che forse potrei non sopravvivere? Dannazione! In questi momenti mi fa diventare una furia! Non resisto ed inizio a parlargli, o meglio… emetto dei versi stupidi e iracondi. La mia stupida, idiota condizione non mi aiuta di certo, non mi ha mai aiutato! Dannazione! Se solo non fossi muto urlerei con tutta la rabbia che ho nel corpo!
  Sono molto agitato, è meglio non starmi vicino quando lo sono. L’unico in grado di calmarmi è proprio Ullis. Lui ha capito perfettamente che sono arrabbiato, continua ad accarezzarmi e chiede scusa per aver detto quelle parole.
  «Mi è scappato, non volevo farti arrabbiare. Te lo giuro…»
  Io sbuffo e mi metto a braccia conserte. Ora sono seccato: era una mattina perfetta, calda e rilassante. È stato così gentile da prepararmi la colazione al letto, come se già non facesse abbastanza per me…
   Guardo fuori dalla finestra per evitare il suo sguardo, il sole oramai è sorto da molto tempo. Le tende ondeggiando lente e delicate senza mai fermarsi. Ullis continua a scusarsi ma io lo ignoro. Non vorrei comportarmi così ma sa quanto questo discorso mi infastidisce! Poso lo sguardo altrove, nello specifico sulla piantina nel vassoio. Penso a quanto ci starebbe bene accanto alla finestra…
  Ma finalmente lo guardo negli occhi, è davvero dispiaciuto… mi… mi fa tenerezza con quel suo bel musetto. Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, fino a quando io non alzo l’indice per indicare la pianta, poi la finestra.
  «Vuoi che la sposti lì?»
  Faccio cenno di sì.
  «E tu… mi perdonerai?»
  Che furbo, usa questo gesto come scusa per fare pace. Ma come dargli torto, infondo io voglio fare pace con lui. Come ho detto prima, io assecondo spesso il suo comportamento. Gli sorrido chinando il capo verso le sue belle mani. Gli prendo quella sinistra e la bacio lentamente. Ullis sorride contento e ricambia con un dolce bacio sulle labbra.
  «Sei un tesoro. Ti ringrazio.», si alza e porta il vasetto sul muretto della finestra. Lo sistema ben bene mentre io mi gusto con entusiasmo la colazione.
  «Ci sta proprio bene, hai un ottimo gusto in fatto di decorazioni.» si complimenta.
  Che scemo. Esagera spesso con i complimenti ma a me non dispiace.
  Il suo bel culetto è messo in bella mostra mentre lui osserva il panorama. Gli darei un bel colpetto, così, giusto per ricordargli che è il lupo più sexy del mondo.
  Si volta per guardarmi e si accorge che lo fisso proprio in quel punto. Sorride e si avvicina dondolandosi. Improvvisamente non ho più fame di colazione, ma di ben altro…
  «Sei proprio insaziabile, eh? Ieri sera non ne hai avuto abbastanza?» mi chiede con voce sensuale. Mi fa impazzire quando parla così.
Io con ancora un boccone di toast in bocca, faccio segno di no con il capo. Alzo le sopracciglia e il mio sguardo traspare malizia.
  «Finisci quel boccone. Ne arriva un altro ben più succoso.» mi dice quasi a bassa voce.
  “Non vedo l’ora.” gli vorrei tanto dire. Dopotutto non serve; l’arte del silenzio è uno strumento che solo pochi sanno usare a dovere, su questo non mi batte nessuno. E Ullis sa quanto è efficace con noi due. Inoltre è a conoscenza del fatto che adoro fare l’amore di mattina, infatti non ha perso tempo a farsi desiderare.
  Deglutisco e sposto il vassoio sul comodino a fianco al letto. Ullis si posiziona sopra di me e mi abbraccia con tutto il suo corpo. Pelle contro pelle… pelo contro pelo…
  Penso a quanto il cuore sia importante, come lo sono i sentimenti che da esso si generarono. Avverto la potenza di tale unione di corpo e anima. Siamo due amanti che poco hanno in comune se non la voglia di condividersi a vicenda.
  Ullis mi accarezza e mi bacia con amorevole energia. Io ricambio allo stesso modo e mi abbandono completamente a lui. Tra gemiti quasi sussurrati e sfregar di coperte, mi spinge sempre più in basso insieme alle lenzuola, fino a essere completamente sotto il suo corpo magnifico. Improvvisamente mi sussurra all’orecchio: «Ho inventato una breve poesia per te.»
  Rimango in silenzio, impaziente di sentirla.
«“Anche se chissà,
dopo che la tua pianta morirà,
insieme,
ancora per un altro giorno.”»
  Delle piccole lacrime scendono dal mio muso, bagnano anche i baffi fino a giungere le coperte. Ti amo Ullis… ti amerò per sempre.
  Lui continua a baciarmi e facciamo l’amore fino all’ora di pranzo.
 
  «Tesoro è pronto in tavola!» mi grida dalla cucina Ullis. «Ti ho preparato tante cose buone.»
  Emetto un verso per fargli capire che ho sentito. Finisco di scrivere la sua poesia su un foglietto di carta. Mi è piaciuta così tanto che ho intenzione di attaccarla al vasetto della piantina. Sono un romanticone e queste cose mi piacciono, lui lo sa benissimo.
  Ho ancora un altro giorno da passare con il mio amato lupacchiotto Ullis. Ma sì, poco importa dell’operazione mortale di martedì. Piuttosto mi soffermerei sulle piccole cose. Per esempio, mi accorgo che la pianta non ha abbastanza acqua. La innaffierò subito dopo pranzo, tanto ho di nuovo un altro giorno.
  Chiudo la zip dei pantaloni ed esco dalla stanza da letto. Sento il vento che fa ondeggiare delicatamente le tende. Sorrido, venendo trascinato dal profumo che proviene dalla cucina.
   
 
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