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Autore: Kano_chan    14/04/2017    2 recensioni
Selenis Lucis Caelum, nipote di Re Regis e cugina di Noctis, accompagnerà quest'ultimo nel suo viaggio assieme ai suoi amici di sempre: Gladiolus Amicitia, Prompto Argentum e Ignis Stupeo Scientia. Assieme affronteranno i nuovi pericoli che si metteranno sul loro cammino.
Se avete voglia di ripercorrere la trama di FFXV con l'aggiunta di qualche novità, Something Wild fa per voi!
~~~~~
Dall'Epilogo:
"Fine"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insomnia, capitale regia del regno di Lucis, presente.
Palazzo reale.

Ignis Stupeo Scientia, nel suo impeccabile completo nonostante la giovane età, percorreva uno dei tanti immensi corridoi del palazzo reale tenendo sotto braccio un plico di documenti che doveva consegnare al concilio.
Ormai conosceva quel luogo come le sue tasche, erano anni che ci lavorava, ovvero da quando era stato designato come supporto e sostegno del giovane principe Noctis. Il suo compito poteva, in apparenza, sembrare quello di un semplice tutto fare, ma ricopriva un ruolo ben più importante. In un futuro non troppo lontano, sarebbe infatti diventato il consigliere e lo stratega dell'erede al trono. Era con quello scopo che si alzava ogni mattina e si impegnava con tutte le sue forze per essere di aiuto a Noctis, che ormai considerava come un fratello. Ignis era sicuramente avvantaggiato nel suo compito dalla compostezza che riusciva a mantenere in ogni situazione e da un acume sbalorditivo per i suoi tredici anni.
Ma per quanto potesse essere accorto, nulla gli avrebbe potuto impedire di venire travolto. Nel senso letterale del termine.
Si apprestava a girare l'angolo, quando qualcosa gli arrivò addosso facendogli volare di mano i documenti, che si alzarono nell’aria per ricadere in una cascata di fogli assieme ai suoi occhiali.

-    Per Ramuh!!! – esclamò chi gli era venuto addosso – Scusami Iggy! -
-    Selis, non credo di dover essere io a dirti di non correre per i corridoi – sospirò il ragazzo afferrando gli occhiali che gli venivano porsi.
-    Hai ragione, perdonami – disse la ragazza aiutandolo a recuperare i fogli sparsi sul pavimento.
-    Dov’è che stavi andando con tutta questa urgenza? – domandò sollevando gli occhi su di lei.

Rispetto a due anni prima, Selenis si era fatta crescere i capelli, che ora teneva lunghi fino alle scapole con una corta frangia a sfiorarle le sopracciglia. Ignis, che la conosceva bene quando Noctis, ormai non si stupiva più di nulla.

-    Cercavo Noct – rispose lei incamminandosi al fianco del ragazzo – Tra l'altro sai dove può essere? –
-    È nella sala ricreativa – rispose pronto Ignis tirando fuori una piccola agenda fittamente scritta – sta seguendo la lezione di storia – aggiunse.
-    Tu sei fin troppo preciso – replicò la ragazza con un sorriso divertito.
-    È il mio lavoro – replicò lui – dovrebbe finire tra non molto, ma ha un altro impegno subito dopo – la avvisò.
-    Qualsiasi cosa sia la puoi cancellare dalla tua agenda mio caro – ribattè Selis.
-    In che senso? –

Ignis si fermò in mezzo al corridoio fissandola confuso.

-    Io e Noct andiamo in gita – rispose lei facendogli l’occhiolino.
-    In gita? Non ne sapevo nulla – replicò il ragazzo spaesato – Aspetta, sei riuscita a farti dare il permesso dal Re? –

Il gran sorriso che la giovane gli rivolse era più esplicativo di qualsiasi parola.
Erano secoli che Selenis si lamentava del fatto che voleva portare il principe fuori da Insomnia almeno per una volta.

-    Stavo giusto andando a dargli la notizia. – spiegò la ragazzina.
-    Non sono stato avvisato.. – mormorò Ignis con disappunto.

Nella sua mente stava già spostando tutti gli impegni di Noctis che si ricordava a memoria.

-    Eddai Iggy! Sii almeno contento, no? – lo rimproverò Selenis dandogli una piccola spinta sulla spalla.
-    Lo sono Selis, anche io ho notato che Noct ultimamente è un po’ giù di corda. Sicuramente gli farà molto piacere – rispose il ragazzo sorridendo.
-    Non vedo l’ora! – replicò la giovane.
-   Davvero? –

Questa volta fu Selenis a fermarsi per guardarlo. Ignis fece ancora un paio di passi e poi si voltò verso di lei.

-    Capisco quando c’è qualcosa che non va.. ci conosciamo da troppo – disse semplicemente il ragazzo rispondendo alla domanda inespressa della principessa.
-    Non.. non è niente in realtà – ribattè lei tirandosi una ciocca dei capelli serici.
-    Non sarà niente, ma basta a turbarti – replicò il giovane avvicinandosi – hai fatto altri sogni? -

Ignis all’apparenza poteva sembrare piuttosto rigido, ma Selenis sapeva essere l’esatto opposto; era sempre il primo ad accorgersi se qualcosa non andava in lei ed era l’unico a sapere dei suoi sogni.

-    Sì – ammise finalmente la ragazza – ma non ricordo cosa ho visto.. mi resta solo questa sensazione di disagio addosso – aggiunse frustrata.
-    Forse ne dovresti parlare con tuo padre – propose lui.
-    Iggy ti prego, ne abbiamo già discusso – replicò Selenis alzando gli occhi al cielo – non lo farò preoccupare solo per questi.. questi sogni! – disse, virgolettando l’aria davanti a sè.
-    Come preferisce Sua Grazia – la canzonò il giovane.
-    Sarà meglio che raggiunga Noct – si congedò allora Selenis prendendo il corridoio opposto a quello di Ignis – potresti venire con noi, che ne dici? – propose.
-    Mi dispiace, ma devo aspettare che il concilio finisca – il ragazzo declinò l’invito – mi racconterete una volta tornati a palazzo – aggiunse salutandola con un breve cenno della mano.
-    Come lei desidera consigliere – ribattè lei.

Selenis raggiunse Noctis appena un attimo prima che la sua lezione finisse. Come al solito, quando la ragazza fece capolino nella sala, il bambino si animò.

-    Ho una bella notizia per te Noct! – esordì Selenis salutando con la mano l’insegnante di turno.
-    Che notizia? – domandò il principe.
-    Andiamo in gita! – annunciò lei battendo le mani una volta.

Noctis la guardò per un lungo momento cercando di metabolizzare quelle parole.

-    Dici sul serio? – disse incredulo alla fine – e mio padre cosa dice? –
-    È d’accordo; c’è una scorta pronta che ci aspetta nei garage e Camelia verrà con noi – spiegò la ragazza, citando una delle cameriere che si prendevano cura di Noctis.
-    Non ci posso credere! – esclamò il bambino saltando su dalla sedia sulla quale era seduto.
-    Lo zio voleva farti una sorpresa, ti ha visto un po’ giù di corda ultimamente –

Selenis, tenne nascosto il fatto che fosse stata lei ad organizzare il tutto, per un’unica ragione. Sapeva che il rapporto tra Noctis e suo zio non era sempre un idillio, ma sapeva anche quanto Regis amasse il figlio e quanto si preoccupasse della sua felicità. Se poteva fare in modo che le cose andassero meglio tra loro due, ne sarebbe stata molto felice.

-    Verrà con noi? – domandò speranzoso il bambino.
-    Purtroppo è impegnato con il concilio – rispose Selenis – Ehi! Non sei contento di andarci con me? – chiese subito dopo vedendo Noctis intristirsi.
-    Certo! – assentì il principe.
-    Allora corri a prepararti che si va - gli strizzò l'occhio la cugina.

Nel giro di un’ora, il convoglio composto da tre auto di scorta, partì da Insomnia diretto verso il vicino lago di Larin. Nonostante più volte il giovane principe avesse chiesto la loro destinazione, Selenis era stata più che ligia nel nascondergliela, e comunque, come suo solito, il bambino si addormentò nel giro di qualche istante. Si risvegliò solo quando il motore dell’auto venne nuovamente spento.

-    Ehi dormiglione, è ora di scendere! – lo canzonò la cugina tirandolo per una manica.
-    Eh? Siamo già arrivati? – sbadigliò lui.
-    Prendo il cestino dal bagagliaio  – si offrì la loro accompagnatrice.
-    Grazie Camelia – rispose la ragazza scendendo dall'auto.

Il grande lago di Larin splendeva sotto il sole di metà pomeriggio. Le sue acque riflettevano la luce creando giochi in trasparenza, mentre le praterie che lo circondavano, erano di un bel verde brillante puntinato qua è là dai colori dei fiori di campo. L’unica cosa che stonava con quel tranquillo paesaggio, erano gli sporadici crateri di terra bruciata, là, dove le bombe imperiali erano cadute in passato.

-    Mi hai portato a vedere un lago? – brontolò Noctis ancora intontito.
-    Non è un semplice lago – replicò Selenis mettendosi le mani sui fianchi.
-    A me sembra proprio solo un lago – ribattè il bambino.
-    Devi solo aspettare che sia buio e poi vedrai. – rispose la cugina con un sorriso enigmatico – Nel frattempo, che ne dici se mangiamo qualcosa? – propose aiutando Camelia a portare le vivande.

Mentre le guardie si disponevano loro intorno per avere la situazione sottocontrollo, il terzetto si accampò vicino alla sponda dello specchio d’acqua, tirando fuori dal cestino la tovaglia e un discreto quantitativo di cibarie.

-    È un peccato che Ignis non ci sia – commentò Noctis addentando un panino farcito.
-    Purtroppo aveva da fare anche lui – rispose Selenis seduta vicino a lui.
-    Il signorino Ignis ha un ruolo molto importate, è naturale che sia occupato – osservò Camelia versando del tè caldo nei bicchieri.

Per un pò, il gruppetto si godette l'ottimo spuntino e l'aria fresca del lago. Se non fosse stato per lo spiegamento di forze che era con loro, sarebbero potuti tranquillamente passare per una semplice famiglia in gita.
 

-    Mi piacerebbe pescare – disse d’un tratto Noctis guardando con interesse un gruppo di persone intente a lanciare gli ami in acqua non distante da loro – una volta ci ho provato con mio padre, ma è stato diverso tempo fa – aggiunse.
-    Temo che non siamo attrezzati per questo – rispose dispiaciuta Camelia.
-    Forse non noi... Aspettate qui! – esclamò Selenis, alzandosi e dirigendosi verso il gruppo di pescatori.

Tornò qualche istante dopo con aria trionfante, assieme ad un uomo di mezza età.

-    Questo signore ha detto che sarebbe felice di farci pescare un po’ – disse la ragazza – anche perché io non ho la minima idea di come si faccia – rise.
-    Non è per nulla difficile, ci vuole solo pazienza – rispose l’uomo mentre posava a terra la sua attrezzatura – Porto spesso il mio nipotino a far pratica, sarò più che felice di insegnare anche a voi. – aggiunse sorridendo al principe che ormai non stava più nulla pelle.

Pescare fu divertente e Noctis sembrò avere uno spiccato talento per quell'attività. Nonostante fosse passato del tempo dall'ultima volta, riusciva a lanciare l'amo in acqua con una scioltezza che gli valse parecchi complimenti da parte del suo improvvisato maestro. Sfortunatamente i pesci furono più furbi dei due Lucis e neppure uno di loro abboccò al loro amo.

-    Temo che la pesca non faccia per me – commentò la ragazza stiracchiandosi dopo che ebbero salutato il pescatore.
-    Solo perché fai troppo baccano – la rimbeccò Noctis.
-    È noioso stare in silenzio – ribattè lei storcendo il naso – ma almeno è quasi sera, la tua sorpresa non tarderà ad arrivare – aggiunse con un sorriso sornione.

Il sole era ormai calato all’orizzonte e nel cielo sopravviveva solo una striscia dorata verso ovest. Lo scintillio del lago si era attenuato e ora la sua superficie risultava solcata da un intrico di ombre in movimento. Il frinire delle cicale riempiva l’aria, mentre una brezza leggera calava dai monti a nord facendo frusciare l'erba nelle praterie.

-    E dov’è questa sorpresa? Io non vedo niente – domandò curioso il principe guardandosi attorno.
-    Osserva bene le sponde del lago e aspetta – gli consigliò sua cugina.

Il bambino fece come gli era stato detto, restando impalato a guardare con attenzione il bagnasciuga. Passarono diversi minuti, senza che però niente accadesse... Noctis stava quasi per lamentarsi di nuovo con Selenis, quando un luccichio intermittente illuminò all’improvviso l’oscurità.
Ben presto a quel primo bagliore, ne seguirono decine e decine di altri, finchè l’intero lago non ne fu pieno.

-    Sono lucciole! - esclamò Noctis con gli occhi sgranati.
-    Esatto! Sono sicura che dal vivo non le avevi mai viste – replicò la ragazza.
-    No... Grazie Selis! –

Il principe la guardò con gli occhi luccicanti di felicità e alla giovane si scaldò il cuore: finalmente rivedeva il vecchio Noct.
Il bambino si divertì un mondo ad osservare da vicino quegli strani insetti, chiudendoli all’interno delle proprie mani per poi lasciarli liberi di riunirsi ai propri simili. Purtroppo però, il tempo a loro disposizione finì in fretta e fu ora di tornare a Palazzo.

-    Allora? Ti sono piaciute? – domandò Selenis seduta di fianco a Noctis sul comodo sedile di pelle della berlina.
-    Molto – rispose il cugino – avrei dovuto portare una bottiglia – aggiunse prima di sbadigliare sonoramente.
-    Sono sicura che suo padre sarà contento di sapere cos’ha fatto oggi principe Noctis – commentò Camelia – è un peccato che non sia potuto venire –
-    Non fa nulla – replicò il bambino molto caustico.

Selenis, fiutato il pericolo, stava per cambiare discorso quando la macchina che li precedeva esplose. Il boato fu assordante e la vettura sulla quale viaggiavano inchiodò all'istante.
Le fiamme che si levavano alte dalla carcassa dell’automobile, illuminarono i volti atterriti dei passeggeri.

-    Cosa succede? - esclamò la principessa guardando fuori.
-    Restate qui, vado a dare un’occhiata – disse una delle due guardie.
-    Aspetta... – la bloccò l’altra osservando meglio l’incendio.

Anche Selenis stava fissando le fiamme; le era sembrato di vederci qualcosa all'interno, ma era semplicemente impossibile... non ci poteva essere niente lì fuori... vero?
Se n'era quasi convinta, quando una figura possente si levò nel cielo. I guizzi intermittenti del fuoco illuminarono il responsabile di quel disastro.

Il profilo di un Lamia si stagliò in mezzo al fumo nero. Selenis non li aveva mai visti dal vivo, ma c’erano delle illustrazioni su un bestiario contenuto nella biblioteca a palazzo; il suo libro preferito. La Lamia era un mostro dal corpo di serpente e dal torso di donna, aveva otto braccia e ognuna di esse impugnava una spada. Era semplicemente terrificante e, cosa ancora peggiore, era fuori dalla portata delle guardie che li accompagnavano.

-    Dobbiamo uscire da qui!! – esclamò all'improvviso la principessa, rivolgendosi a Camelia e afferrando Noctis per un braccio.

Proprio mentre apriva la portiera, con uno schianto i vetri anteriori della vettura andarono in frantumi fra le urla delle due guardie. Selenis non si fermò a guardare; non ne aveva il tempo e non voleva nemmeno farlo. Tenendo Noctis per mano si lanciò fuori dall’auto, mentre Camelia teneva il principe per l’altro braccio.

-    Ci ucciderà! – gridò il bambino in preda al panico.

La ragazzina non ebbe la forza di rispondergli, perché onestamente non poteva contraddirlo. Con loro non avevano armi e anche se le avessero avute, dubitava avrebbero potuto fare qualcosa. L’unica cosa che poteva fare, era correre il più velocemente possibile lontano da lì.
Cosa che fece... finchè un sibilò non si levò sopra di loro.

L'unica cosa che la ragazzina avvertì, fu il rumore della sua giacca che si lacerava. Selenis perse la presa sulla mano di Noctis, mentre Camelia lanciò un grido che presto si trasformò in un gorgoglio indistinto. La principessa si sentì sbalzare in avanti e di riflesso portò le mani  in avanti per proteggersi dalla caduta. Nonostante questo, battè il viso sul terreno duro e il sangue iniziò a colarle tra le labbra. Un dolore sordo le martellò in testa, ma la sua mente rimase lucida quel che bastava perché riuscisse a rimettersi carponi.
Si voltò indietro e vide Camelia e Noctis a terra; la donna non si muoveva mentre sotto di lei una pozza rossa si allargava velocemente. A sovrastarli c’era la Lamia, che con la testa reclinata da una parte, li studiava.
Facendo leva sui palmi scorticati, la principessa si rimise in piedi raggiungendo i due feriti. Una sola occhiata bastò a farle capire che per Camelia non c’era più nulla da fare; Noctis invece sembrava vigile, ma guardava come ipnotizzato il mostro.

-    Noct dobbiamo andare! – gridò Selenis cercando di far alzare il bambino – Forza! –

Il giovane principe non sembrava neppure sentirla; continuava a fissare davanti a sé, con la bocca leggermente schiusa e gli occhi grandi dallo shock. Selis si girò a fissare la Lamia; la bocca del mostro era aperta in un ghigno feroce e sembrava pregustare la nuova carneficina. L'essere levò in alto una delle proprie spade, e in quel momento Selenis capì che per loro era finita. Smise di tentare di portare via Noctis e si chinò su di lui. Per la prima volta, Selenis si sentì impotente oltre che spaventata... ed era un sentimento così forte da farle mancare il respiro.

" Se solo fossi più forte!" pensò mentre stringeva fra le braccia il cugino "Se solo avessi ascoltato mio padre!"

La ragazzina chiuse gli occhi sentendo il rumore inconfondibile dell'aria che veniva fenduta da una lama, ma il colpo non arrivò mai... 


-    Selenis! –

Spaesata la ragazza riaprì gli occhi. Suo padre stava correndo verso di lei assieme ad un gruppo di guardie. Revis pareva invecchiato di dieci anni per la paura, mentre si chinava sulla figlia per controllare le sue condizioni.

-    Come stai? – le domandò.

Selenis si limitò a fissarlo instupidita.

-    Selenis, ci siamo noi adesso non preoccuparti.. - aggiunse l'uomo mentre con gentilezza la faceva scostare dal cugino che venne subito preso sotto le cure dei medici.

Visto il continuo mutismo della figlia, Revis le prese il volto tra le mani. La polvere le striava la pelle e le velava i capelli bianchi, mentre il labbro superiore, tagliato di netto, perdeva ancora sangue imbrattandole la maglietta che aveva indosso.
L’uomo la fece voltare per assicurarsi che non avesse altre ferite. Sotto la giacca lacerata la pelle era appena incisa, per fortuna nulla di preoccupante.


-    Se sono non lo avessi portato qui... – mormorò finalmente la ragazzina spersa.

Revis stava per dirle qualcosa, quando l'attenzione di entrambi fu attirata dall'esclamazione angosciata di Regis. Il Re, dopo essere riuscito ad allontanare la Lamia, si era precipitato dal figlio e ora sostava in ginocchio vicino a lui.

-    Noct!! - lo chiamò nuovamente l'uomo.

Quel nome, implorato dalle labbra dello zio, risuonò dolorosamente nella testa di Selenis. Senza ascoltare il consiglio del paramedico che le consigliava di farsi visitare, la ragazzina guardò con apprensione il cugino sdraiato a terra, fissare il cielo senza rispondere ai richiami disperati del padre. Sopraffatta da tutto quello, Selenis si mise le mani sulle orecchie, e piegandosi su sé stessa si chiuse in un mondo fatto di ombre e ricordi.

**

Insomnia, capitale regia del regno di Lucis, qualche mese prima.
Vie della città.

Selenis aprì l’ombrello che si era portata dietro per pura precauzione, sistemandosi meglio la custodia sulla spalla. La giornata era gradatamente peggiorata, partendo da un cielo coperto di nubi che non facevano presagire nulla di male, ad un vero e proprio acquazzone. La ragazza aveva appena terminato il corso di musica pomeridiano e si apprestava a tornare a casa. Lei e suo padre, a discapito di quello che pensavano tutti, non abitavano a Palazzo, ma in una casa nel pieno centro della capitale. Era stata volontà di sua madre quella di restare ad abitare lì; lei non era di nobili origini e la vita di "corte" le era sempre stata un po’ stretta. A Selenis la scelta non dispiaceva per niente; il Palazzo reale era sì un edificio meraviglioso, ma la faceva sentire come un uccello in gabbia.
La giovane prese quindi per la solita strada, che tagliava fuori il traffico intenso delle vie principali ed arrivava a costeggiare uno dei fiumi che attraversavano la città. Era una via frequentata per lo più da pensionati a passeggio, mamme con bambini o ragazzini che portavano a spasso il cane. Quel giorno però c’era molta meno gente in giro, complice il clima che di sicuro non invogliava ad andare a fare due passi.
Per questo fu non poco stupita di vedere una figura procedere di corsa nella sua direzione. Quando fu più vicino, Selenis vide che
era un ragazzino coperto da una mantella trasparente. A dirla tutta le sembrava anche di conoscerlo...
Era intenta a fissarlo con maggiore attenzione, quando il ragazzino mise un piede in fallo, cadendo a terra e ruzzolando giù dal breve pendio erboso che portava alle sponde del fiume.
La principessa, con un esclamazione poco elegante (che le sarebbe valsa un bel rimprovero da parte di Ignis), si lanciò a soccorrere il malcapitato.

-    Ehi! Tutto bene? –  chiese quando gli si fu avvicinata.
-    Penso... di sì – farfugliò lui mettendosi seduto.
-    Ma sei tu! – esclamò allora Selenis riconoscendolo.

Il ragazzino alzò lo sguardo sulla sua soccorritrice. Gli occhi azzurri, appena velati dagli occhiali che indossava, si aprirono dallo stupore.
Anche lui aveva già visto quella ragazza, più volte a dirla tutta; la incontrava sempre quando tornava a casa. Lei gli sorrideva e gli augurava una buona giornata e il loro rito si fermava lì, ma al ragazzino aveva sempre fatto piacere che una bella ragazza (più grande di lui per giunta) gli si rivolgesse con tanta cortesia.

-    Guarda, ti sanguina il gomito! – disse lei, afferrandogli il polso per vedere meglio.
-    Oh, non è niente – minimizzò lui guardandosi la pelle scorticata – sono inciampato – aggiunse con un sorriso imbarazzato.
-    Ho cambiato borsa e non ho nemmeno dietro il disinfettante – replicò la ragazza arricciando il naso con disappunto.
-    Non si deve preoccupare signorina, quando arrivo a casa faccio da solo – si affrettò a dire il ragazzino.
-    Signorina? – esclamò Selenis spalancando gli occhi – Per carità! Chiamami Selis! – rise lei.
-    Va.. va bene – acconsentì lui.
-    E tu sei? – gli chiese mentre lo aiutava ad alzarsi.
-    Oh sì, scusami! Prompto, Prompto Argentum – si presentò, tendendole la mano con un sorriso che si trasformò ben presto in una smorfia di dolore.
-    Insisto per poterti medicare – disse Selenis con un tono che non ammetteva repliche – Abiti lontano? – gli domandò.
-    No, ad appena un paio di isolati da qui – rispose Prompto.
-    Allora andiamo, ti accompagno – affermò incamminandosi con lui.

Nel frattempo l’acquazzone si era fortunatamente calmato, permettendo alla ragazza di ritirare l’ombrello e di godersi qualche timido raggio di sole primaverile.

-    Sei appassionato di fotografia? –

Prompto alzò lo sguardo sulla sua accompagnatrice, ancora un po’ stordito per quello strano incontro.

-    Ah? Sì – rispose, seguendo lo sguardo di Selenis che era puntato sulla macchina fotografica appesa alla cintura – Soprattutto di animali – aggiunse illuminandosi.
-    Io adoro i gatti – gli confessò la ragazza – ma mio padre è allergico – sospirò alzando gli occhi al cielo.
-    Anche a me piacciono, però non saprei dire se i gatti sono i miei preferiti – replicò il ragazzino meditabondo – Siamo arrivati –

Prompto si fermò davanti ad un’anonima villetta di periferia, aprì la porta e la tenne spalancata per fare entrare la sua ospite.

-    I tuoi non sono in casa? – domandò Selenis mentre si toglieva le scarpe e appoggiava l’ombrello nell’apposito vaso.
-    No – rispose Prompto mentre accendeva le luci – rientrano sempre la sera tardi – spiegò facendola accomodare – un attimo che vado a prendere la cassetta del pronto soccorso. – aggiunse sparendo in una stanza e lasciando la principessa in salotto.

La ragazza si guardò attorno; la casa era accogliente, ma vuota. Si vedeva che i suoi proprietari erano spesso fuori. Sulla libreria della sala, alcune foto ritraevano i genitori di Prompto con il figlio in diverse situazioni. Nonostante la loro assenza, dovuta molto probabilmente ad impegni di lavoro, si capiva che comunque erano una famiglia felice e che Prompto era amato. 
Selenis sorrise nel vedere quella quotidianità che un po’ aveva sempre invidiato nelle altre persone.
In tutta sincerità, doveva però ammettere che la sua situazione era molto più semplice rispetto a quella di Noctis; il suo viso e la carica di suo padre erano meno importanti e quindi godeva di un po’ più di libertà rispetto al cugino.

-    Eccomi –

Prompto ricomparve nella stanza con la cassetta del pronto soccorso in mano. La ragazza lo fece quindi sedere e iniziò a medicargli la sbucciatura.

-    Posso chiedere come mai correvi con questo tempo? – gli domandò Selenis mentre lo disinfettava.
-    Sto cercando di perdere peso – rispose il ragazzino leggermente imbarazzato.
-    Stai cercando di fare colpo su qualcuno? – scherzò la giovane.
-    Sì, cioè, non proprio – esclamò Prompto agitato – vedi, c’è un bambino nella mia scuola.. – raccontò mentre Selenis gli applicava del cicatrizzante – che a dirla tutta è il principe Noctis –

Selenis alzò lo sguardo dal suo lavoro, decisamente stupita di sentire nominare il cugino.

-    Qualche tempo fa ho trovato per strada un cagnolino ferito – continuò Prompto senza fare caso al cambiamento d’espressione della giovane – l’ho curato e me ne sono preso cura per un pò, ma poi è sparito – spiegò –  qualche giorno dopo mi è arrivata una lettera da una ragazza, Lunafreya –

La principessa fu ancora più stupita nel sentire il nome di Luna, anche se... ora che ci pensava in una delle sue lettere le aveva raccontato di aver smarrito Pryna...

-    Nella lettera mi ringraziava per aver ritrovato il suo cucciolo e mi pregava di essere un buon amico per il principe. Credo abbia pensato che lo conoscessi o che fossimo compagni di classe – proseguì il ragazzino – ma in realtà non ci ho mai parlato... - ammise -  dopo aver ricevuto la lettera ci ho provato, solo che… - Prompto si interruppe abbassando gli occhi.
-    Solo che? – lo incoraggiò Selenis finendo di mettergli un bel cerotto sul gomito.
-    Solo che non posso essere suo amico... così! – confessò allargando le braccia per indicare sé stesso e il suo fisico – voglio poter essere all’altezza dell'amicizia del principe di Lucis – aggiunse con decisione.
-    E così hai deciso di allenarti –

La ragazzina sorrise. Quel bambino paffutello era tutto tranne che demotivato, e la giovane sperò con tutto il cuore che diventasse davvero un buon amico per Noctis; ne aveva un gran bisogno…

-    Esatto! – rispose Prompto – ma sono ancora ben lontano dal mio obbiettivo. – mormorò un po’ abbattuto sistemandosi meglio la maglietta sulla pancia prominente.
-    Se avrai costanza vedrai che niente sarà impossibile – lo incoraggiò la ragazza.
-    Hai ragione! – concordò lui annuendo – A proposito, non è mi sai dare qualche consiglio per correre meglio? – le chiese speranzoso.
-    Umh –

La principessa lo guardò da capo a piedi.

-    A parte allenarti tutti i giorni, ti posso solo dire una cosa... – affermò – che hai bisogno di un paio di scarpe nuove e che siano adatte alla corsa. Non mi stupisce che tu sia inciampato – commentò alzando un sopracciglio.
-    Dici? –

Prompto abbassò lo sguardo sulle sue scarpe da ginnastica. Effettivamente erano piuttosto vecchiotte e la suola ormai era quasi completamente consumata.

-    Ho deciso, vieni con me! – esclamò Selenis dirigendosi verso l’ingresso dell’abitazione – Ti porto a comprarne un paio nuovo – affermò con una strizzatina d’occhio.

Il bambino la guardò dapprima stupito, poi felice come non mai.

-    Va bene! - esclamò seguendola.

Un paio di ore dopo, Selenis e Prompto uscivano da un negozio di sport del centro città. Il bambino teneva in mano il suo nuovo acquisto e sembrava la persona più contenta di questo mondo.

-    Grazie di avermi consigliato quali prendere, non vedo l’ora di provarle! – esclamò gongolando.
-    È stato un piacere – replicò Selenis – ora però temo di dover tornare a casa – aggiunse con rammarico.
-    Grazie ancora del tempo che hai perso per me – disse di nuovo il bambino inchinandosi quanto più gli era possibile.
-    Davvero, non è nulla! Mi ha fatto piacere aiutarti – rise Selenis – tu però devi promettermi che diventerai amico del principe a tutti i costi e che ti impegnerai a questo proposito – gli disse un po’ più seriamente.
-    Certo! – affermò lui senza la minima incertezza.
-    Allora ciao Prompto, arrivederci – lo salutò la ragazzina.
-    Ciao Selis! A presto! – rispose lui salutandola con la mano mentre si allontanava.

In cuor suo, Selenis, si augurava di rivederlo presto in compagnia di Noct. C’era qualcosa in quel ragazzino che la faceva ben sperare per il futuro.



Campeggio dell'autrice:

Buon salve e ben arrivati ^^

Visto che il primo capitolo è stato fin troppo tranquillo.. perchè non movimentare già la storia? xD
E' abbastanza ovvio che mi sono riallacciata agli episodi di Brotherhood, inserendo sia la mia personale versione dell'attacco a Noctis, che un casuale incontro con il giovane Prompto. Forse le due vicende nello stesso capitolo possono stonare, ma ho dovuto accorparle assieme altrimenti il capitolo relativo a Prompto sarebbe stato decisamente troppo corto da postare singolarmente. Per ora il caro Ignis ha fatto solo una breve comparsa, ma non preoccupatevi che darò ampio spazio anche a lui ;)
Il lago di Larin, citato nel capitolo, non esiste, me lo sono inventato di sana pianta ^^" Questo perchè la qui presente storia è stata cominciata a settembre 2016 quando il gioco era ancora ben lontano dal vedere la luce. Avevo comunque bisogno di un luogo nelle immediate vicinanze di Insomnia e il primo lago disponibile sarebbe stato a Duscae.. quindi un pò troppo lontano ^^". Il nome del mostro dalle sembianze di serpente l'ho preso in prestito dai primi capitoli della saga, difatti la Lamia era un mostro comune fin da FFII.
Date queste piccole informazioni non mi resta che salutarvi e augurarvi buona Pasqua ^^
Grazie mille a tutti coloro che leggono questa fic, mi fa un piacere immenso <3
A venerdì prossimo!

Un abbraccio,
Marta

  
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