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Autore: Ghillyam    16/04/2017    11 recensioni
[Modern!AU!]
C'è qualcosa di strano. Lo capisce non appena entra in camera.
Lascia che la porta si chiuda alle sue spalle - anche se di norma dovrebbe tenerla aperta - e si guarda intorno. Almeno quando è a casa non deve preoccuparsi di quella vecchia scrofa che la perseguita e può smetterla di fare la brava bambina.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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I hate it so much
 
 
Li odia. Li odia tutti.
E ogni secondo che passa li odia di più.
La guardano, bisbigliano, fanno battute, ma nessuno di loro sa cosa davvero lei abbia dentro.
Vorrebbe urlare, ma non può. Se lo facesse, l'infermiera che suo padre le ha appioppato come cane da guardia la riempirebbe di tranquillanti, e lei odia i tranquillanti.
Adesso mangia e ha ricominciato a parlare, fa i compiti e va dallo psicologo. Deve comportarsi bene se non vuole che la rimandino in quel posto infernale, è questo che continuano a ripeterle e lei sa che lo farebbero davvero quindi sorride e risponde cortesemente, ignora quelli che la guardano con pietà e quelli che invece ridono di lei. 
È guarita, sta bene, non c'è più niente che non vada. È come un mantra e non l'abbandona mai.

*

C'è qualcosa di strano. Lo capisce non appena entra in camera.
Lascia che la porta si chiuda alle sue spalle - anche se di norma dovrebbe tenerla aperta - e si guarda intorno. Almeno quando è a casa non deve preoccuparsi di quella vecchia scrofa che la perseguita e può smetterla di fare la brava bambina.
Si butta sul letto e allunga la mano verso la sponda del letto. È allora che se ne accorge: il suo vecchio comodino, quello con il pacchetto di sigarette nascosto in uno dei cassetti, non c'è più. Al suo posto c'è un ripiano da quattro soldi con gli spigoli rifoderati.
Anche la sua collezione di CD è sparita e dello specchio sopra alla scrivania rimane solo la sagoma chiara.
Si alza e va alla finestra, convinta di trovarla inchiodata, ma almeno quella è come l'ha lasciata prima di uscire per andare a scuola.
Si infila sotto al letto e nota che anche il pacchetto di Camel che aveva nascosto tra le assi è sparito, le hanno perquisito la camera e hanno tolto tutto quello che pensavano avrebbe potuto usare per farsi del male.
Hanno deciso di non lasciarle più niente. Dio, quanto li odia.
«Sono stati lo zio e papà questa mattina, ma le sigarette le ha prese Tyrion.»
È la voce di suo fratello, è lui l'unico che può permettersi di entrare in camera sua senza bussare, anche se ormai sembra che non importi più a nessuno delle regole che lei ha stabilito.
Jaime richiude la porta e l'aiuta ad alzarsi, poi la stringe in un abbraccio. Sa che ne ha bisogno.
Anche in questo caso é il gemello ad avere l'esclusiva, se ci provasse qualcun altro a toccarla probabilmente le verrebbe un attacco di panico.
«Ho dell'erba.»
Lo sguardo di Cersei si illumina nel sentire quelle parole e le sue labbra si distendono nel primo vero sorriso della giornata.
«L'ho fregata a Loras, quel coglione non ha ancora imparato a chiudere l'armadietto come si deve.»
«Le pastiglie...?»
Jaime scuote la testa, i capelli biondi che riflettono la luce.
Cersei si separa da lui e si accoccola sul letto, con la schiena premuta il più possibile contro alla parete. Quando non è costretta a farlo parla ancora pochissimo, ma per Jaime questo non è un problema, sa come interpretare i suoi gesti.
«Non fare il muso, Baelish è un bastardo. Devo solo fargli abbassare il prezzo.»
Il sopracciglio inarcato di Cersei è un chiaro rimprovero «Cosa ti cambia se il prezzo é alto o no? Siamo la famiglia con più soldi di Londra.»
«Deve capire con chi ha a che fare.» spiega il gemello con un'alzata di spalle.
Cersei allunga la mano, impaziente, e subito Jaime le porge lo spinello. Di solito non lo farebbero in pieno giorno, ma Tywin non è ancora tornato e, forse, almeno per oggi, riprenderà gli abituali orari da fuori di testa del suo studio legale.
Per un po' lo ha lasciato perdere e ha affidato il comando a suo fratello Kevan, ma gli affari della Lannister Group sono troppo importanti perché vengano messi da parte così a lungo e adesso che la situazione con Cersei sembra essere migliorata non c'è motivo per cui non debba tornare al lavoro.
Forse è per questo che ha apportato alcune modifiche alla stanza della figlia, per non doverci pensare anche durante la difesa di uno stupratore o di un assassino. 
Il sospiro che lascia le labbra di Cersei dopo la prima boccata di fumo è così pieno di sollievo che Jaime non riesce a trattenere un sorriso: l'unica cosa che vuole è vedere sua sorella stare bene di nuovo e se ciò che le serve per non cadere a pezzi è uno spinello alle quattro del pomeriggio o una dose di LSD alle due di notte non sarà lui a fermarla.
Non é stupido, sa cosa fa quella roba. Per questo si offerto lui di procurarle le pasticche, vuole tenerla d'occhio e controllare il lasso di tempo tra un trip e l'altro è un buon modo per iniziare. Ma ha già rischiato di perderla una volta e non ha alcuna intenzione di ripetere l'esperienza.
Sono sempre stati una cosa sola, fin dalla nascita, ma il loro legame non è bastato, non quando pochi mesi prima la loro madre è morta in un incidente d'auto e il loro mondo è andato in pezzi.
Lui ce l'ha fatta, è riuscito ad accettarlo e a convivere col dolore della perdita, ma Cersei... 
È stato lui a trovarla sul pavimento della cucina: il parquet rosso di sangue e il coltello a pochi passi dal suo corpo. 
Ricorda solo di aver tirato fuori il cellulare e aver chiamato il 911; ha contattato suo padre e solo dopo ha realizzato di dover bloccare la fuoriuscita di sangue in qualche modo. I minuti di attesa prima dell'arrivo dell'ambulanza sono stati i più lunghi della sua vita ed è stato solo grazie a Tyrion che è riuscito a non impazzire, mentre la gemella veniva rinchiusa nel reparto psichiatrico del King's Landing Hospital.
C'era Tyrion - il Folletto, come lo chiamano in molti - al volante, la notte in cui Joanna è morta. Gli stava insegnando a guidare.
«Puoi fare esattamente ciò che fanno tutti gli altri.» gli ripeteva, non ha mai considerato il nanismo del figlio minore come un ostacolo e l'ha sempre sostenuto in tutte le sue scelte.
Anche Jaime ha approvato l'idea e non riesce ad incolpare il fratellino - rimasto sfigurato nell'incidente - per l'accaduto.
Al contrario, Cersei e Tywin gli si sono scagliati contro fin dal primo momento e, in un gesto egoista, Jaime ha sperato che bastasse l'odio verso il minore dei Lannister a far andare avanti la sorella, ma ha sottovalutato la crepa che si è aperta con la morte di quella persona meravigliosa che era la loro mamma.
Una crepa profonda, che Cersei ha riempito con droga e odio verso il mondo.
«Mi guardano tutti, non fanno altro che stare lì a fissarmi, pensando che non me ne accorga.»
La sua voce è un sussurro appena udibile e istintivamente Jaime le prende la mano. Lei non si ritrae.
«Guarda, é quella che è impazzita e ha provato a suicidarsi, è questo che dicono. Lo odio talmente tanto.»
Non è chiaro a cosa - o a chi - si stia riferendo, ma Cersei inizia a ridere, lo spinello ancora acceso che chiede di essere aspirato un'altra volta.
É un misto di preoccupazione e tristezza quello che alberga negli occhi di Jaime. È abituato, fa sempre così, ma vedere sua sorella in questo stato lo fa sentire inutile.
Sa cosa accadrà adesso: lei inizierà a piangere e lui lascerà che si accoccoli tra le sue gambe per riuscire a calmarla. Si guarderanno e uno dei due bacerà l'altro, nessuno di loro si ritrarrà.
Non è strano, anzi, gli viene così naturale che sembra siano nati per farlo. Il modo in cui le loro labbra combaciano e i loro respiri si mescolano, l'incavo della spalla di Jaime che pare essere stato creato apposta perché Cersei vi appoggi la testa: sono due metà della stessa persona.
Lacrime e saliva si mescolano, mentre quel bacio disperato si trasforma in qualcos'altro. 
Non gli importa che Tywin potrebbe entrare senza preavviso e scoprire la loro relazione, il loro incesto. Non è una brutta parola, a Cersei piace come suona.
Si desiderano, vogliono stare insieme e almeno per qualche momento dimenticare quella tragedia chiamata vita.

*

È suo l'urlo che riempie la stanza e la fa svegliare di colpo.
Fuori è buio e anche in casa sembra tutto tranquillo. Forse le grida erano solo nella sua testa.
Prende il cellulare e guarda l'ora: é presto, sono appena le tre del mattino.
L'ultima pasticca l'ha presa meno di sei ore fa, l'effetto si è esaurito prima questa volta. Inizia ad avere bisogno di dosi sempre maggiori; deve chiedere a Jaime di prendergliene di più.
Ha freddo, troppo per essere a metà maggio.
Si toglie i capelli sudati dalla fronte e si raggomitola sotto le coperte, cercando un po' di calore.
Sta tremando e quasi per abitudine inizia a singhiozzare. Ormai piange in ogni momento, a volte anche senza rendersene conto. È una cosa che detesta, prima non permetteva mai alle lacrime di farsi strada sul suo viso.
Distrattamente fa scorrere le dita sulla cicatrice sul suo avambraccio: si è rimarginata del tutto ormai.
È strana la sensazione che prova nel sfiorarla, non le appartiene completamente, ma allo stesso tempo è come se avesse sempre fatto parte di lei. 
Non la odia. Quel segno bianco le ricorda sua madre... e a quanto sia stata vicina dal raggiungerla per averla di nuovo accanto a lei.
Le manca ogni secondo.
Le manca quando si alza la mattina, quando fuma e quando è seduta su quell'odioso divanetto di pelle nera, costretta a parlare dei suoi sentimenti.
Nessuno capisce come si sente, nemmeno Jaime. Lui Tyrion l'ha perdonato, non lo odia per non essersi fermato a quel dannato semaforo.
Vorrebbe solo che quel mostriciattolo sparisse, che la piantasse di provare a scusarsi, lo sa che non lo perdonerà. Mai. Almeno su questo lei e suo padre sono d'accordo.
È sul punto di esplodere e non riesce a respirare. 
Si alza di scatto, le coperte gettate di lato e il cuore che batte a mille.
Cercando di non cadere per il brusco cambio di posizione, esce dalla camera e si ferma al centro del corridoio; l'aria sembra già più respirabile. 
In casa non si muove una mosca, solo la luce che filtra da sotto la porta di Tyrion la informa che lui è sveglio. Per quale motivo Cersei non vuole neanche saperlo.
Le sembra di non appartenere nemmeno più al suo corpo quando con estrema lentezza si avvicina alla stanza del Folletto. Non sente più freddo, non sente più niente.
Ci sono solo lei e quella vocina che le dice di entrare e mettere fine una volta per tutte ai suoi problemi. Di uccidere i suoi demoni.
E' piccolo Tyrion - è per questo che viene deriso e allontanato da tutti, no? - non dovrebbe essere difficile entrare e soffocarlo con un cuscino. O basterebbe colpirlo abbastanza forte con uno di quegli stupidi trofei per meriti scolastici che ama tanto esibire.
Non servirebbe tanto: solo abbassare la maniglia e lasciare che il destino faccia il suo corso. L'ha sognato così spesso che non si ricorda neppure quando ha iniziato; di sicuro dopo l'incidente. Il prima sembra non essere mai esistito.
Ha le nocche bianche da quanto sta stringendo quella dannata maniglia, ma Cersei non sente altro che una leggera pressione. Tutto il resto è odio.
Perché non entra? E' lì, e non serve altro. Finirà comunque in un modo o nell'altro.
La porta cigola.
«Cers...?»
«Mamma!»
Jaime è in piedi e la sta guardando con occhi assonnati. Ha i capelli scompigliati e non indossa la maglietta, i boxer sono al contrario.
E' una scena che per un attimo la fa sorridere, poi si ricorda il motivo per cui si trova lì e il suo sguardo si incupisce di nuovo. La luce in camera di Tyrion si è spenta, il mostriciattolo vuole fare finta di non aver sentito niente, ma lei sa che con ogni probabilità adesso ha l'orecchio incollato alla porta.
«Che fai, non dormi?»
La voce di Jaime è così gentile che Cersei potrebbe quasi pensare che non abbia intuito tutto, ma lei sa che lui ha capito, anche se faranno finta di niente.
«Posso stare con te?»
«Certo.»
Le porge la mano e lei l'afferra senza esitazione. E' la sua ancora... almeno per ora.
Jaime si preme contro al muro e le lascia lo spazio necessario perchè riesca a stendersi di fianco a lui, poi li copre entrambi con la coperta e la stringe a sè.
E' piacevole stare uno accanto all'altro nello stesso letto come quando erano bambini, del resto sono stati concepiti per stare insieme, erano uniti già prima della loro nascita.
«Ne verrai fuori, okay? Ci sono io.» sussurra Jaime, le parole che si perdono tra i capelli di Cersei.
E' guarita, sta bene, non c'è più niente che non vada. Se continuerà a ripeterlo forse un giorno ci crederà pure lei.


NdA: prima o poi qualcuno dovrà spiegarmi che problemi ho perchè io davvero non riesco a capire come mai su 1000 idee sui miei amati Lannister io esordisca con una storia del genere e soprattutto perchè io la stia pubblicando a quest'ora.
A parte questo, però, sono contenta di essere riuscita a concludere almeno una ff su di loro. So che la mia passione per i Lannister e in particolare per Cersei è impopolarissima, ma io sono sempre stata quella dei personaggi preferiti improbabili per cui ci ho fatto l'abitudine.
Spero comunque che questa OS possa venire apprezzata lo stesso anche da sostenitori Stark, Targaryen e via dicendo... in ogni caso sono aperta a suggerimenti e critiche.
Grazie per essere arrivati fin qui!
   
 
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