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Autore: La Signora dei No    20/04/2017    4 recensioni
Come si può assemblare nuovamente un cuore ridotto in mille pezzi? Tornerà mai com'era un tempo?. Livio non riesce a darsi pace, da quanto tempo lui e Federico non parlavano veramente, da quanto non riuscivano più a leggere uno negli occhi dell'altro. Come hanno fatto ad aspettare che la situazione esplodesse e li portasse a quelle urla, a quella porta sbattuta con una violenza non voluta. Come hanno fatto a non scorgere quell'insormontabile muro, che ha avuto come unico scopo quello di dividerli. Riusciranno a lottare contro i propri " demoni", uscendone vittoriosi, integri e soprattutto insieme? Non sempre i dissapori possono essere messi a tacere facilmente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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2. La notte portatrice di sventura:


Dopo aver chiuso la porta con una violenza non voluta, non calcolata, Federico si lasciò trasportare dalle sue gambe. Non sapeva dove stava andando, dove si sarebbe fermato o per quanto avrebbe camminato, l’unica certezza che possedeva era quella di volersi allontanare da quella casa. Appena fuori dal cancello, l’aria fresca e umida lo investì, istintivamente chiuse le palpebre e il vento fu un vero e proprio balsamo per i suoi occhi gonfi e doloranti. Senza pensarci due volte, iniziò a camminare. Erano le due di notte e per strada non volava una mosca, l’asfalto su cui camminava era rischiarato solamente dalla flebile luce dei lampioni e da quella opaca della Luna. Camminò per un tempo indefinito Federico, fino a quando non si ritrovò di fronte all’entrata di un supermercato, aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Osservandolo per qualche minuto, decise di entrare. Vagando per gli scaffali del negozio, si ritrovò accanto a quello delle bevande. Spostando lo sguardo, da uno scaffale all’altro, i suoi occhi scorsero la marca preferita di tè da parte di Livio. Mosse le labbra in un piccolo sorriso nervoso. Loro due erano sempre stati così, mentre lui preferiva bere alcolici e bibite gassate, Livio preferiva bevande più delicate. In quel momento lui si trovava lì per comprare una bottiglia di birra, non che fosse mai stato un grande bevitore, ed era sicuro che l’altro si stesse preparando del tè. Tra i due, lui era sempre stato quello burbero, cinico, con il broncio perennemente stampato sul volto. Il suo fidanzato invece era quello delicato, fragile, per anni ha avuto il terrore di frantumarlo con un semplice abbraccio. Quando andavano ancora a scuola, a Livio era stato affibbiato il nomignolo “fiore di Loto”, lui invece era stato soprannominato “Hulk”. Non era fisicamente un energumeno, paragonato a quello che era il suo migliore amico, però era molto più forte. L’enorme differenza tra loro, si poteva notare anche solo da quello. Aveva sempre saputo, che quella diversità alla fine avrebbe scritto la parola “fine” a ogni tipo di rapporto che loro avevano sviluppato nel tempo. La cosa, che non aveva messo in conto, però era il dolore, quello che l’avrebbe ucciso. Dopo aver pagato la birra, Federico ricominciò a camminare. Attraversando alcuni isolati quasi in totale oscurità, il ragazzo dai capelli corvini, comprese finalmente la destinazione ultima dei suoi piedi. Stava andando a casa di Elena e Davide. Loro tre e Livio, si conoscevano da quando erano bambini, avevano frequentato le stesse scuole, sempre in classe insieme. All’inizio lui e Davide non andavano d’accordo, anzi si odiavano ma Elena e Livio erano inseparabili, e chi voleva proteggere l’uno chi l’altra, alla fine i due decisero di collaborare. Come in quasi tutte le situazioni di quel genere, Davide e la ragazza finirono insieme, nello stesso identico modo in cui finirono insieme lui e la persona con cui aveva litigato qualche ora prima. Fu proprio in quel periodo che il proprietario della casa che si apprestava a visitare, iniziò a sostituirsi al ragazzo con i capelli rossi, nel ruolo di migliore amico. Perdendosi nei suoi ricordi, il moro non si accorse di essere arrivato sotto casa dell’amico. Federico che aveva sempre odiato citofonare, prese il telefono e chiamò il proprietario di casa.

-Fede cazzo! Ha controllato l’ora? E’ notte fonda – l’altro imprecò sottovoce.

- Sono sotto casa tua Da, aprimi –

- Citofonami, altrimenti per me puoi restare lì anche tutta la notte -.

Anche se, Davide sapeva benissimo che ciò che gli aveva detto Fede era vero, lui provava comunque una certa ansia. Alcuni istanti dopo si sentì il citofono emettere un rumore. Quando il moro si ritrovò davanti alla porta di casa dei suoi amici, ad attenderlo sull’uscio con addosso solo un paio di pantaloni del pigiama e a piedi nudi, conferma che si era alzato in fretta e furia, giacché l’amico preferiva dormire in mutande, c’era Davide preoccupato e assonnato. Il biondo alla vista dell’amico in quelle condizioni, lo fece entrare senza batter ciglio. Il proprietario di casa capì subito che l’altro aveva bevuto almeno una birra e fumato qualche sigaretta. La cosa più sconcertante, fu accorgersi degli occhi arrossati del ragazzo. Federico senza proferire parola entrò, andandosi a sedere direttamente sul divano. Lui si tolse il giacchetto e le scarpe, per poi sdraiarsi sui cuscini morbidi del sofà. In quell’istante, Davide avrebbe voluto porgli un'infinita serie di domande, cui rinunciò per non mettere a disagio la persona che si trovava nella stanza con lui.

- Dov’è Elena? -                                                                                 

- E’ in viaggio per lavoro, rientra tra una settimana -.

Dopo questa brevissima conversazione, i due ragazzi non si scambiarono più una parola. Federico si distese sul divano, girando il viso verso i cuscini, nella speranza di riuscire a prendere sonno. Davide dal canto suo, prese una coperta e ci coprì l’amico. L'indomani avrebbero avuto tutto il tempo per parlare e per farsi spiegare la situazione. L’unica cosa certa, era che Livio era sicuramente legato a questa storia, altrimenti il moro non avrebbe mai pianto fino ad avere gli occhi tremendamente arrossati. 



§ Angolo autrice §

Allora che ne pensate di Federico? Di Livio? Innanzitutto volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto, commentato, aggiunto la mia storia nelle varie sezioni. Infinitamente grazie. Spero che anche questo capitolo vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensioncina.   
 
   
 
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