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Autore: _Alexis J Frost_    20/04/2017    0 recensioni
«Se puoi sognarlo puoi farlo.»
Una volta udii questa bizzarra frase per le strade di Yokohama. Era stata pronunciata da una madre intenta ad incoraggiare il proprio figlio.
Da allora spesso mi ritrovai a riflettere sul suo significato e, se dapprima non la ritenevo che una sporca menzogna nata per regalar positività , successivamente ne feci l'incentivo per i miei obiettivi.
Con perseveranza e un briciolo di illusione sarei riuscito a coronare i miei sogni.
O forse dovrei dire il mio unico sogno, quello che avrebbe potuto dar pace alla mia esistenza tormentata dalle incertezze.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ryuunosuke Akutagawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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For that Dream.
 
Un uomo merita di vivere in base ai suoi successi. Se questi non ve ne sono e l'intero percorso è costellato da fallimenti, allora a quell'uomo non spetta che la morte.
Queste le parole divenute legge della mia esistenza. La mia cieca convinzione; il mio veleno morale divenuto forza maligna e distruttiva.
Ricordo ancora quando vennero marchiate a fuoco nella mia anima priva di speranza. Lo spazio intorno era umido, impregnato da un lezzo nauseabondo e ferroso. L'ombra ci circondava tutti, sebbene all'esterno risplendesse un caldo sole pomeridiano che, dalle uniche, piccole finestre fissate in alto, riusciva a far penetrare alcuni dei suoi caldi raggi così da non farci sprofondare nel totale buio.
Alcuni topi scorrazzavano negli angoli, se ci si concentrava era possibile scorgere nella penombra le loro forme scure. Lo so bene, giacché vi fu un momento in cui mi soffermai su di loro pur di sfuggire allo sguardo del mio reale oggetto di attenzione: un uomo dai capelli scuri e lo sguardo di un demone senz'anima alcuna.
La sua forza attrattiva e malsana era divenuta insopportabile ai miei occhi ed altro non mi rimaneva da fare se non sfuggirvi per qualche istante prima di tornar subito da lui, come attratto da una magnetica forza a cui ero irrimediabilmente incatenato.
Fu  allora che compresi di non potermi sottrarre da lui, l'uomo che presto sarebbe diventato la mia peggiore ossessione.
L'uomo che portava il nome di Dazai Osamu, colui a cui avrei affidato il supremo giudizio sul  fine ultimo della mia esistenza intera.
«Se puoi sognarlo puoi farlo.»
Una volta udii questa bizzarra frase per le strade di Yokohama. Era stata pronunciata da una madre intenta ad incoraggiare il proprio figlio.
Da allora spesso mi ritrovai a riflettere sul suo significato e, se dapprima non la ritenevo che una sporca menzogna nata per regalar positività , successivamente ne feci l'incentivo per i miei obiettivi.
Con perseveranza e un briciolo di illusione sarei riuscito a coronare i miei sogni.
O forse dovrei dire  il mio unico sogno, quello che avrebbe potuto dar pace alla mia esistenza tormentata dalle incertezze.
Già, con questa frase come promemoria, giorno dopo giorno, ho ucciso il mio corpo e quelli altrui in nome di quel desiderio represso. Mi abituai al sangue che macchiava di scarlatto le mie candide mani e, ripulendolo passivamente, continuavo a lasciarmi alle spalle innumerevoli occhi vitrei dai quali ne portai via speranze e sogni.
Non mi pentivo delle azioni commesse, mai ho provato quel rinomato rimorso dettato da una bontà d'animo repressa. Akutagawa Ryuunosuke è composto da rancore ed odio; egli ricerca solo uno scopo e delle parole che possano liberarlo dalle catene della sofferenza per garantirgli una nuova vita. Senza ciò, sarebbe potuto morire in un qualsiasi momento poiché indegno di vivere.
Infondo mi sono sempre sentito un inetto.
Il mio fascicolo, all'interno della Port Mafia, è segnato solo da missioni compiute con successo. Risulto essere uno dei migliori componenti e spesso l'unico in grado di svolgere missioni estremamente pericolose.
Un prodigio, così mi definiscono ma...non basta. Tutto questo non ha alcun valore
fintanto che lui continua a non parlarmi, a non soddisfare la mia richiesta più grande.
«Ottimo lavoro, Akutagawa.»
Sì. Sono le uniche parole che sogno di poter udire.
La notte, quando chiudo gli occhi cercando accoglienza nel mondo dei sogni, vedo la sua figura. I suoi capelli castano scuro mossi da un fresco vento, i suoi occhi di un colore assai simile ma quasi tendente al rosso; soprattutto, vedo la sua espressione soddisfatta sulla quale spicca un sorriso fiero ed orgoglioso.
Io comincio a piangere, piango sempre ogni qualvolta vedo quel sorriso ed odo le tanto bramate parole. Avverto finalmente il cuore libero da ogni soffocante tenaglia e, per la prima volta, lo sento respirare come dovrebbe. Divengo un uomo libero di andare avanti seguendo le proprie vocazioni, senza dover più dimostrare al mondo di meritare quell'esistenza dal fato donatagli. Ottengo finalmente il diritto di vivere.
E poi lo riperdo ancor più velocemente. Accade nell'istante in cui i miei occhi tornano a scrutare la fredda realtà, consapevoli che tutto sarebbe ricominciato col solito andazzo.
Il mio corpo torna allora a soffrire mentre nuove anime muoiono soffocate dal nero di Rashomon. Il cuore, povero illuso, rimane in attesa lasciando parlare lo sguardo che, ad ogni missione, si volta indietro sperando di veder la sua figura pronta a fermarmi.
Ma lui non c'è. Non c'è mai stato. Ora più che mai, rivolge i suoi giudizi positivi ad un bastardo che nella sua vita mai nulla ha combinato.
Mi chiedo cosa abbia più di me quello sciagurato, se davvero merita le sue attenzioni mentre io vengo abbandonato al mio destino, lasciato in un angolo a contemplare il dolore.
Non ottengo risposta ma, in compenso, non perdo la speranza. Non l'ho mai perduta.
Se puoi sognarlo, puoi farlo.
Io ce la farò. Questo mi ripeto assiduamente. Lo faccio anche adesso che mi trovo a fianco del ragazzo che sfrontatamente mi ha rubato l'unica persona della quale ne desidero la considerazione. Sento di detestarlo, potrei ucciderlo senza alcun rimorso in questo preciso istante. Ma altro non mi resta se non aiutarlo. Non posso fargli del male, per quanto io lo voglia, mi è impossibile farlo dopo le parole che fuoriescono dalla sua bocca; mi è impossibile farlo fintanto che è caro a lui.
Guardami, ti prego, guardami Dazai! Guardami mentre aiuto persino colui che odio pur di render reale il mio più grande sogno. Guardami mentre porto ancora una volta al limite il mio fisico nella speranza di vedere la tua figura pronta a regalarmi il tanto bramato diritto di vivere!
Guardami, anche se solo per un istante, pronuncia quelle parole e nulla avrò più da chiedere.
«Ottimo lavoro, Akutagawa. Sei diventato forte.»

Calde lacrime hanno, infine, solcato le mie guance.
Il sole stava tramontando, tutto era illuminato di rossastro e arancione.
Dazai si era avvicinato, parlando solo all'altro ragazzo e la ragazzina che un tempo era mia collega. Ero convinto stesse ancora ignorandomi, lo vedevo già mentre mi voltava sfrontatamente le spalle e fingeva di non riconoscermi, di non sapere quanto la mia esistenza dipendesse da lui. Si sarebbe sgretolato come un'illusione e l'incubo della mia esistenza sarebbe tornato a riabbracciarmi con le sue gelide braccia.
Invece si è mosso verso di me.
Ha camminato fino a raggiungermi, poggiando le sua mano sulla mia spalla tremante. Temetti che potesse sentire il mio incredulo cuore battere fino a sfondarmi la cassa toracica; chissà se lo ha udito davvero.
E poi...eccolo. Ecco il sorriso che tanto avevo sognato, ecco lo sguardo fiero che desideravo di poter vedere. Ecco quelle parole che finalmente hanno realizzato il mio sogno.
È fiero di te, Akutagawa. Sei riuscito a renderlo orgoglioso del tuo operato.
Ora sii anche tu orgoglioso di te stesso e modella questo sentimento per renderlo  nuovamente fiero. Ma non farlo come un ragazzo alla ricerca di approvazione, hai ottenuto il tuo compenso. Ora agisci come un uomo che cerca di auto realizzarsi e che, nel farlo, rende orgogliosi coloro che gli stanno accanto.
Se puoi sognarlo puoi farlo.
Spero che quel bambino abbia dato ascolto alla madre; ella aveva donato lui il consiglio più grande che si possa ricevere.
Ora lo so,  perché il mio sogno è stato realizzato. Ora lo so, perché altri sogni avrò e tutti li realizzerò senza dimenticare mai questa frase. 


 
Grazie a chiunque leggerà fin qui, con la speranza che sia di vostro gradimento.
_Alexis J Frost_
  
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