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Autore: Shainareth    08/06/2009    1 recensioni
[Gundam SEED] «Già», annuì distrattamente Kira, attirato da ciò che era esposto davanti ad una libreria lì accanto. Vi si avvicinò, e quando fu certo di non essersi sbagliato, proruppe in un’esclamazione fanciullesca che stupì il suo amico. «Non ci posso credere! Lo cercavo da una vita!»
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato, Lacus Clyne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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N.B. Quella che vi apprestate a leggere è una delle storie più insulse da me scritte nelle ultime settimane... Ma stare a letto senza poter fare nulla è noioso da morire, oltre che deleterio; per cui, per favore, portate pazienza. XD





Fumetti




Nonostante la guerra avesse colpito duramente anche Orb, sull’isola di Onogoro adesso la vita sembrava davvero tornata quella di un tempo e la gente riusciva di nuovo a distrarsi godendosi le piccole cose di ogni giorno, fosse anche solo una passeggiata sotto il cielo azzurro non più solcato da maledetti ordigni bellici in grado di terrorizzare la popolazione e di compiere nefandezze. Si respirava aria di libertà.

   «Come vanno le cose fra gli Emiri?»

   Colta alla sprovvista da quella domanda, Cagalli fece spallucce. «Pare bene. Anche il nuovo Primo Ministro sta raccogliendo consensi», rispose, benché l’espressione del suo volto tradisse un certo fastidio.

   Gli altri se ne accorsero, ma, ricollegando subito       quelle parole al nome di Unato Ema Seiran, padre del suo presunto fidanzato, nessuno osò porre altri quesiti al riguardo. Cercando allora un modo per risollevare il morale del gruppo, Lacus si guardò attorno, ed i suoi begli occhi chiari si posarono su una piccola boutique che sfoggiava in vetrina degli abitini davvero graziosi.

   Subito afferrò la mano della bionda. «Cagalli-san, guarda», esordì, iniziando a trascinarla verso il negozio. «Ti va di provare qualcosa? Sono sicura che ci divertiremo.»

   «Eh? A-Aspetta…» Lei cercò di prendere tempo. «A dire il vero non mi piace fare shopping», confessò, sperando di dissuaderla. Senza successo, perché l’altra, sorda alle sue proteste, la condusse addirittura fin dentro ad uno dei camerini di prova, non dopo aver agguantato al volo due o tre capi d’abbigliamento.

   I loro ragazzi, rimasti indietro, si scambiarono un rapido sguardo: non se ne parlava di seguirle. Athrun poggiò le spalle al muro adiacente alla boutique ed incrociò le braccia al petto, aspettando pazientemente. «C’è di buono che Cagalli non ama perdere tempo in questo genere di cose, per cui non dovrebbero farci aspettare molto.»

   «Già», annuì distrattamente Kira, attirato da ciò che era esposto davanti ad una libreria lì accanto. Vi si avvicinò, e quando fu certo di non essersi sbagliato, proruppe in un’esclamazione fanciullesca che stupì il suo amico. «Non ci posso credere! Lo cercavo da una vita!»

   «Ma cosa?» Il giovane Zala gli si avvicinò, incuriosito, notando che l’altro era intento a sfogliare un fumetto. Sorrise, intenerito. «Non dirmi che è quel famoso numero che ti mancava per completare la collezione che avevi quando andavamo a scuola…»

   «Proprio quello», gioì il suo antico compagno di giochi. «Anche se… dopo l’incidente di Heliopolis ho perso tutto il resto», sospirò, demoralizzato. Sentendosi in colpa per quanto successo quel giorno, Athrun gli scippò il volumetto di mano ed entrò nel negozio. Kira lo seguì, non capendo. «Ehi, che fai?»

   «Te lo regalo», spiegò con fare ovvio il più alto, mettendosi in fila per pagare.

   Gli occhi dell’ex-soldato dell’EAF si illuminarono come se lui avesse avuto ancora dieci anni. «Sul serio?»

   «Certo.»

   «Sei davvero il migliore amico che si possa desiderare!»

   «No, è solo che i bambini così carini non si può fare a meno di viziarli», lo prese in giro Athrun, intascando il resto ricevuto in cambio di una banconota di grossa taglia e ringraziando il commerciante per la sua cortesia.

   «Spiritoso», ribatté Kira, allungando le mani per farsi passare il sacchetto contenente il suo tesoro.

   Prima che potesse afferrarlo, però, la voce allegra di Lacus li distrasse. «Ecco dov’eravate finiti!»

   «Che carina», non poté fare a meno di commentare il suo innamorato, vedendola comparire sulla soglia con indosso un abito di cotone di un celeste molto chiaro.

   «Grazie», sorrise lei. «Ma la tua sorellina sta anche meglio di me», lo informò, voltandosi indietro. E non trovandola. «Cagalli-san?» La ragazza si affrettò allora a chiamarla, tornando sui suoi passi per cercarla. La vide nascosta fuori dal negozio e subito la sospinse verso gli altri due, ignorando la volontà della principessa di non volersi mostrare per la vergogna. «Non è un amore?», insistette invece la idol, saltellandole attorno e sistemandole meglio uno dei fermagli a forma di fiore con cui le aveva voluto acconciare i capelli.

   «Wow!», fu più che d’accordo Kira, sempre sconvolto da quel genere di trasformazioni che riguardavano la sua amata gemella. Athrun, invece, rimase muto e, senza accorgersene, mollò la presa sulla piccola busta, lasciandola così cadere a terra. «Il mio fumetto!», esclamò il suo amico, disperato, precipitandosi a raccoglierlo e tenendolo poi stretto a sé come se fosse stato un bimbo appena nato.

   Non avendo udito alcun commento da parte del suo ex-fidanzato, Lacus lo chiamò in causa. «Che ne pensi, Athrun?»

   Rossa in viso, Cagalli cercò con fare timido lo sguardo di lui. «Ah… Stai benissimo», le assicurò il giovane, facendole finalmente cambiare idea riguardo alla trovata della loro amica.

   Un fischio d’ammirazione per le due si udì provenire anche dal fondo del negozio, per cui Kira e Athrun si premurarono di segnalare le loro proprietà cingendo le spalle delle fanciulle ed uscendo di nuovo all’aria aperta con loro.

   «Vi va di bere qualcosa?», propose il pilota del Freedom, tornando di buon umore.

   «Solo se offri tu», se ne approfittò sua sorella, dondolando felice la mano in quella dell’amato, mentre si beava ancora del vestito bianco che le calzava a pennello quasi come se le fosse stato cucito addosso.

   «Scroccona», replicò lui, indispettito. «Va beh, ho capito. Visto che sono l’unico a non aver speso un centesimo, oggi, dovrò mettere mano al portafogli», si arrese senza troppe storie.

   «E quello che hai lì cos’è?»

   «Me lo ha regalato Athrun», spiegò, passandole il sacchetto per liberarsi le mani e cercare il portafogli, mentre si dirigevano tutti insieme verso il chiosco che si ergeva su di un lato della piccola piazza che stavano attraversando.

   Cagalli aprì l’involucro di plastica opaca e ne trasse fuori il volumetto, rimanendo basita. «Lo leggevo anch’io!», fu l’esclamazione che sorprese i suoi amici. «A casa dovrei avere ancora tutta la raccolta», aggiunse, sfogliandolo con soddisfazione.

   «Scherzi?», non si capacitò Kira. «Quello è un fumetto per ragazzi.»

   «Lo so», rispose lei, senza curarsene.

   «È pieno di scene splatter.»

   «Le migliori.»

   «Ma Uzumi-sama davvero ti lasciava leggere ‘sta roba?»

   Alzò le spalle. «In realtà, con la complicità di Myrna, cercava di convincermi che quelli per ragazze fossero più adatti a me, ma personalmente li ho sempre trovati banali: sono zeppi di protagonisti noiosi e perfetti come Athrun e Lacus.»

   «Ehi…», osò una timida protesta il primo.

   Cagalli si volse a fissarlo con fare serio. «Scusa, ma… Seriamente, se voi due foste rimasti insieme, sareste stati di una monotonia assurda. Io e il mio fratellino vi abbiamo fatto un favore.»

   L’altra ragazza si portò una mano davanti alla bocca, scoppiando a ridere. «Temo che Cagalli-san abbia ragione», prese quindi le sue difese. «Anche perché non saremmo mai stati altro che buoni amici.»

   «È vero, ma…»

   «Su, basta discutere di cose passate», li interruppe Kira, porgendo loro una lattina a testa. Decisero quindi di sedersi su una delle panchine libere che costeggiavano la piazza e lui riprese fra le mani il tanto ricercato fumetto per leggerne le prime pagine, mentre Lacus raggiungeva dei bambini che, a pochi metri da loro, avevano organizzato un colorato mercatino dell’usato con i loro vecchi giocattoli.

   «Gran bel numero, questo», gli assicurò la bionda, interessandosi alle vignette che scorrevano sotto ai loro occhi.

   «Lo hai già letto?», chiese l’altro.

   «Certo che sì.»

   «Aspetta, è qui che Kurobaka scopre di essere il figlio del suo nemico?»

   «Kurobaka?», ripeté Athrun, stranito, credendo di aver capito male. «Ma che razza di roba leggevate, da piccoli?»

   «Ah, a te non sarebbe piaciuto», sorrise Kira, poggiando il volumetto sulle ginocchia e facendo per aprire la propria bibita fra sé e sua sorella, temendo che gli finisse addosso a causa dell’anidride carbonica.

   «Macchiami il vestito, e ti riduco come Kurobaka riduceva i suoi avversari», lo informò con delicatezza Cagalli, ormai gelosissima di quell’abito che aveva incontrato l’approvazione incondizionata del suo innamorato.

   Sospirando, il giovane si arrangiò a compiere l’azione lontano da lei, e, sorseggiando, tornò a sfogliare con una mano il regalo del suo amico. La principessa imitò il suo gesto, stendendo le braccia il più possibile per non sporcare nessuno. Tuttavia, benché ella non avesse assolutamente agitato la lattina, quando la linguetta di alluminio saltò via, la limonata schizzò verso l’alto, compiendo un arco anomalo e finendo dritta dritta sui pantaloni di Kira e su una delle pagine del fumetto, lasciando impietriti tutti, persino Lacus che, proprio in quell’istante, era tornata a volgere la sua attenzione verso gli amici.

   «Oddio, Kira! Mi dispiace!», iniziò allora a scusarsi Cagalli, mortificata, affrettandosi a soccorrere il ragazzo e facendo quasi cadere la bibita addosso ad Athrun per cercare un fazzoletto nello zaino in cui aveva riposto i vecchi indumenti.

   «Non… Non fa niente…», farfugliò il poveretto, impallidito, non sapendo se mettersi a ridere o a piangere.

   «Ti giuro, non l’ho fatto apposta!»

   «Lo so… tranquilla… Si asciugherà…»

   In uno slancio di amore fraterno, la fanciulla gli prese le dita fra le sue e lo inchiodò con uno sguardo deciso. «Per farmi perdonare, ti regalo la mia collezione.»

   Kira parve rianimarsi immediatamente. «Dici davvero?»

   Lei annuì. «E ti farò anche leggere la serie successiva disegnata dallo stesso autore.»

   «Non ci posso credere! Ce l’hai davvero?»

   «Ed è anche meglio di questa.»

   «Cagalli...», si commosse il giovane, al colmo della felicità.

   «Kira…», mormorò l’altra, precipitandosi ad abbracciarlo sotto gli occhi sempre più interdetti di Athrun.

   «Chi potrebbe mai crederlo che questi sono due degli eroi che hanno salvato la Terra e PLANT solo poche settimane fa, eh?», rise Lacus, avvicinandosi al suo ex-fidanzato.

   Il quale, sospirando, recuperò il fumetto dell’amico e la lattina della bionda, entrambi sul punto di cadere a terra. «Se si comportano così alla loro età, non oso immaginare cosa avrebbero combinato se fossero cresciuti insieme…»

   «Oh, non farmici pensare, ti prego», squittì lei, portandosi entrambe le mani al viso delicato. «Da bambini dovevano essere un amore», gongolò con aria sognante, dando così ad Athrun la certezza di essere l’unica persona, lì in mezzo, con un briciolo di ritegno.













Come sempre, quando prendo spunto da qualcosa, sono pronta a confessare: questa stupidissima shot prende il via da questa immagine http://i39.tinypic.com/2ryn9xj.jpg e da un episodio autobiografico... quello finale: contenta della gentilezza di una mia cara amica (Kira) che mi aveva offerto una limonata, io (Cagalli), aprendola, ho combinato il guaio di versargliela addosso (e sul di lei fumetto appena comprato e che aveva aspettato per mesi). Ma, giuro, non avevo affatto agitato la lattina! E per di più l'avevo aperta dal lato opposto a dove si trovava lei! XD (Rido, ma in quel momento avrei voluto seppellirmi...) Scusami ancora, Milenaaa! çOç
Chiedo una volta di più perdono per gli errori, le imprecisioni e le ripetizioni, ma la testa continua a girarmi vorticosamente e se scrivo e pubblico anche se le mie storie non sono impeccabili non è per mancanza di rispetto verso chi legge, quanto per svago personale: è l'unica cosa che, più o meno, mi riesce di fare al momento. Non vogliatemene.
Ringrazio i lettori, NicoDevil, Rinoa87heart e La sognatrice per la loro gentilezza.
Shainareth





  
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