1. Semplicemente
-Non è del tutto
vero che i ragni fanno paura solo alle ragazze!- Precisa Will,
trattenendo una risata. -E poi non è che mi fanno paura, mi infastidiscono!-
Christina scuote la
testa e gli da un live pugno sugli addominali. -Se
erano nel tuo scenario della paura, vuol dire che non ti fanno solo schifo!-
-Devo concordare con
lei!- Dichiaro, sollevando la bottiglia di birra che ho in mano per berne un
sorso.
-Ti ci metti anche
tu?- Mi ammonisce il mio amico. -È vero: non mi piacciono! Piccoli e con tutte
quelle zampe, sono orribili!-
Rido, soprattutto
quando Christina imita goffamente l’espressione seria del ragazzo.
Will è il migliore
amico che avevo fra gli Eruditi, anzi l’unico. Sono nata nella fazione degli intelligenti,
ma il mio spirito contro corrente non mi ha mai reso conforme alle loro regole,
impedendomi di ambientarmi e di trovare qualcuno che mi accettasse. A scuola mi
tenevano preventivamente a distanza, ma Will era
diverso. Lui ha sempre preso le mie difese e mi è stato vicino anche quando non
sapevo di avere bisogno di lui.
Ne abbiamo combinate
tante insieme e, quando anche lui ha capito di voler cambiare fazione e passare
agli Intrepidi, ci siamo promessi di non allontanarci.
Durante la nostra
iniziazione, che si è appena conclusa dopo il test
finale, lui ha legato molto con Christina, una ex Candida, ed è evidente che
tra loro stia nascendo qualcosa di più di una semplice amicizia. Sono felice
per lui, stanno bene insieme e finalmente siamo tutti
dei veri Intrepidi, senza dover sostenere altre prove estenuanti per dimostrare
la nostra forza o il nostro coraggio.
-Sei agitata per
domani?-
Mi volto appena a
guardare la mia amica Sasha, appoggiata alla ringhiera accanto a me.
Non so cosa abbia
spinto una ragazza cresciuta tra le campagne dei Pacifici a vedere in me la sua
ideale compagna di scorribande, so solo che è da quando ci siamo lanciate dal
tetto per accedere alla nostra nuova residenza che non mi molla più. Non mi
dispiace, con il mio caratteraccio, davo per scontato di ritrovarmi sola contro tutti. Invece è arrivata lei, che come follia mi
supera decisamente, ed è sempre allegra, anche se
ignoro come ci riesca.
-Noi andiamo!- Ci
saluta Will, mentre si allontana con Christina. Lo saluto con la mano e torno a
guardare Sasha.
-Per cosa dovrei
essere preoccupata?- Le chiedo, stringendomi nelle spalle.
Lei alza gli occhi
al cielo. -Forse perché domani decideremo il lavoro che faremo per il resto
della nostra vita?-
Effettivamente non
ha tutti i torti, ma non voglio pensarci adesso.
-So già cosa farò!-
Le dico.
-Beata te!- Sbuffa.
-Essendo arrivata quinta in classifica, puoi scegliere. Ma io che sono finita
ultima, mi dovrò accontentare di quello che trovo!-
Inizio a far
dondolare la bottiglia che tengo in mano e mi mordicchio il labbro inferiore.
Siamo ancora vicine alla ringhiera e il Pozzo è stracolmo di gente in
visibilio. L’iniziazione è finita e festeggiano tutti, non solo i nuovi
ammessi, c’è chi ride e scherza mentre altri si sfidano in duelli amichevoli.
È quasi
completamente buio e le poche luci sono soffuse, per via delle leggi cittadine
sul risparmio energetico nelle ore serali, e c’è talmente tanto baccano che
fatico a sentire la mia stessa voce.
-Non mi sembri
felice, quando in realtà dovresti esserlo. Voglio dire, sei stata forte!- Mi dice.
-Se lo dici tu...-
La verità è che non
ho dovuto aspettare il risultato del mio test attitudinale per capire che sarei
diventata un’Intrepida, dato la prima volta che ho rotto il naso ad un mio compagno di scuola avevo sei anni. Peccato che la
nostra città ha regole ferree sulla divisione in
fazione, ed è inammissibile che un bambino dica apertamente che sarà un
trasfazione. Perciò, dopo tutti i rimproveri che ho dovuto sorbirmi e dopo
tutte le ostilità, mi aspettavo un maggiore successo durante l’iniziazione
nella fazione che ho sempre sognato.
-Su
col morale, abbiamo superato
l’iniziazione più difficile di tutte!-
Sto per risponderle
ma, senza preavviso, Sasha fa una faccia strana e devia lo sguardo dal punto in
cui guardava.
-Devo fare una cosa,
ci vediamo al dormitorio!- Mi avvisa, avvicinandosi al mio orecchio.
Faccio un cenno e
bevo un altro sorso di birra.
Quando la vedo
divincolarsi fra la folla per allontanarsi di tutta fretta, come se stessa
fuggendo da un fantasma, sospiro e decido di spostarmi anch’
io, dato che sono rimasta da sola. Il mio errore sta nel distaccarmi dalla ringhiera
troppo in fretta e senza nemmeno guardare in avanti.
Urto contro qualcuno
decisamente più forte e alto di me e rimbalzo indietro
barcollando. Quando sollevo lo sguardo, il mio cuore manca un battito e perdo
per un attimo il fiato.
Il ragazzo contro cui sono finita non è un Intrepido qualunque, ma bensì il
più giovane dei capofazione. Chiunque tremerebbe al suo cospetto, tanto più
dopo essergli finito rovinosamente addosso, ma non è per paura che smetto di
respirare.
Eric ha
supervisionato l’iniziazione di quest’anno e, per quanto mi scocci ammetterlo, ho
sempre cercato di dimostrarmi all’altezza di ogni suo sguardo. Cercavo di
dimostrargli che ero forte e, quando mi indirizzava
un’ occhiata compiaciuta dopo avermi visto vincere un combattimento, ne ero
entusiasta.
È stato lui a
scoprire che ero particolarmente brava a sparare e mi ha inserito in un
addestramento speciale per le armi da fuoco. Certo, mi ha anche promesso un
biglietto in omaggio di sola andata per il primo treno verso gli Esclusi nel caso
gli avessi fatto fare una figuraccia con l’istruttore a cui
mi aveva personalmente raccomandata, ma alla fine è andato tutto bene. Non so
ancora per quale motivo si sia preso il disturbo di seguire i miei allenamenti,
ma avevamo iniziamo ad incontrarci quasi tutte le sere
al poligono e, tra un colpo di pistola andato a segno e l’altro, qualcosa è
cambiato dentro di me.
Il rispetto che
provavo per lui si è trasformato in apprezzamento e la voglia che avevo di
mettermi in mostra è subito diventata un disperato bisogno di attenzioni.
-Questa la prendo
io!- Afferma, togliendomi dalle mani la bottiglia di birra.
Lo guardo di
traverso e arriccio le labbra.
Eric è prepotente e
bastardo nella maggior parte delle volte, non sa cosa sia la gentilezza e mi ha
sempre trattata a suo piacimento. Basti pensare al
modo decisamente poco convenzionale in cui mi ha
baciata per la prima volta. Si è presentato una sera
al poligono mentre mi esercitavo e, senza dire una sola parola e senza darmi la
possibilità di oppormi, mi ha presa con la forza e ha iniziato a baciarmi con
rabbia. Sono stata tanto debole e patetica che, invece di cacciarlo via
all’istante, mi sono sciolta come un ghiacciolo al sole e ho per giunta
ricambiato.
Ma almeno non mi sono illusa, ed è stato un bene,
considerando che dopo quell’attimo di passione rubata, non mi ha rivolto più la
parola per giorni, quasi come se non esistessi più.
-Quella era mia!-
Preciso, riferendomi alla bottiglia.
-Era!- Sogghigna e beve un po’ di birra
senza togliermi gli occhi di dosso.
Lo sguardo di Eric è
perennemente ardente, inflessibile e duro come una roccia, ha le iridi di un
particolare grigio azzurro che la scarsa luminosità della residenza fa sembrare
neri. C’è qualcosa nella sua mascella, tremendamente mascolina e abilmente
serrata, che avvalora la sua espressione decisa e scoraggia chiunque a
contraddirlo. E, nella rigidità dei suoi muscoli pressanti da sotto la giacca, è
rinchiusa la fierezza del capofazione più crudele degli Intrepidi.
Forse per
scoraggiare ogni mia possibile ribellione, mi mette un braccio attorno alle
spalle e mi conduce via.
-Non sei già stanca
di tutto questo schifoso casino?- Mi chiede, guardandosi intorno con aria
infastidita.
Scuoto la testa,
Eric rispecchia il lato violento e irascibile della nostra fazione, ma odia la
mischia e sceglie sempre di estraniarsi.
-Ho appena superato
l’iniziazione, dovrei festeggiare!- Affermo, ancora stretta dal suo braccio.
Eric fa una smorfia
prima di bere qualche altro sorso. -Ed è davvero
questo che vuoi?-
Sollevo il viso per
cercare il suo sguardo, trovando un angolo della sua bocca arricciato per il
fastidio, ma è troppo impegnato a riservare occhiate velenose a tutti quelli
che gli passano accanto per considerarmi.
-Hai un’idea
migliore?-
Dal modo
agghiacciante in cui sogghigna, capisco subito che gli stanno passando per la
mente mille idee sicuramente dannose per me. Svuota la bottiglia con un unico
sorso e la getta in un contenitore quando ci passiamo accanto.
Mi conduce tra la
folla e noto con una certa soddisfazione che tutti si spostano per fare passare
il capofazione, ma colgo anche le eccessive attenzioni su di me.
-Non ti preoccupa
che ci vedano insieme?- Chiedo, dovendo urlare per far sì che la mia voce
raggiunga il suo orecchio, troppo in alto.
Le regole della
fazione vietano relazione tra iniziati e membri effettivi, soprattutto se si
tratta dei loro istruttori. Fino ad ora, io ed Eric
abbiamo dovuto tenere nascosto il nostro legame, anche se alla fine siamo stati
scoperti ugualmente e ne abbiamo subito le conseguenze.
-Sei una vera
Intrepida adesso e posso farti quello che voglio!-
Non è esattamente il
tipo di dichiarazione che una ragazza vorrebbe sentirsi dire, ma è questo che
posso aspettarmi da lui, e non è detto che la sua arroganza mi dispiaccia.
Faccio un sorrisino e alzo gli occhi al cielo.
-Sarebbe un modo
carino per dire che non dobbiamo più vederci di nascosto?-
-E il mio modo per
scoraggiare qualsiasi altro ragazzo a toccare ciò che è mio!-
-Stai marcando il
territorio?- Indago, alludendo al suo braccio ancora ancorato alle mie spalle.
Eric si ferma, mi libera
lentamente dal suo abbraccio e si passa la lingua sul labbro inferiore, mentre
il suo sguardo si affila come una lama. Quando i suoi occhi infuocati si posano
su di me, mi sembra quasi che possa attraversarmi ed
incendiarmi dall’interno.
Mentre le sue dita
si posano sotto il mio mento e lo sollevano, il suo pollice mi accarezza
prepotentemente la bocca, mentre avverto un vuoto allo stomaco.
-Stai cercando di
fare la furba con me?-
La sua voce è un
vibrante sussurro che mi avrà fatto sicuramente arrossare le guance. Odio
dargliela vinta avvampando come una ragazzina alle prime cotte ma, dal modo in
cui sorride di soddisfazione, direi che ormai è troppo
tardi.
Decido comunque di
provare a ribaltare la situazione.
-Perché,- Inizio, maliziosa. -Non ti piace?-
Il suo ghigno da
cacciatore si amplifica spaventosamente ed io, che non sono altro che la sua
preda, mi ritrovo a sopprimere un fremito. Fulmineo come un tuono, Eric mi
afferra dalla giacca e mi attira contro di se, mi prende il viso con una mano e
mi costringe a baciarlo. Mi stringe tanto forte che mi manca il respiro e,
quando schiudo le labbra, la sua lingua pretende la mia.
Sono quasi senza
fiato, soffocata dall’ondata di calore che mi assale, ma mi lascio guidare dal
mio istinto e gli intreccio le mani dietro la nuca.
Eric interrompe il
bacio quando vuole, senza aspettarmi e lasciandomi insoddisfatta, mi accarezza
una guancia e mi sussurra all’orecchio.
-È meglio che ce ne
andiamo da qui!- Soffia sul mio collo, dandomi i brividi. -E lo dico per il tuo
bene!-
Nascondo un sorriso,
mentre Eric mi mette una mano dietro la schiena e mi conduce verso un corridoio
tra le rocce.
Tuttavia, mentre lo
seguo, una particolare coppietta che si scambia
effusioni cattura la mia attenzione. Sono in disparte e il bacio che si scambiano è molto casto e decisamente meno infuocato di
quello che ci siamo dati io ed Eric.
La ragazza è bionda
ed era un’iniziata trasfazione dagli Abneganti, mentre il ragazzo è Quattro, il
nostro istruttore.
-Hai visto?- Chiedo ad Eric, indicandogli i due con il mento.
Lui si volta a guardarli
e scopre i denti dal disgusto. Da quello che mi ha raccontato, lui è Quattro si
sono sempre detestati. Per di più, è evidente che non eravamo gli unici ad
avere una relazione proibita, ma Quattro non è stato
né scoperto né punito, a differenza nostra.
-Vuoi scherzare? Rigidi che si accoppiano pubblicamente?-
Enfatizza.
-È una cosa grave?-
-Decisamente!-
Conferma, coprendomi gli occhi con entrambe le mani. -E non guardare, o
potresti diventare cieca!-
Rido mentre mi
spinge frettolosamente via, lasciamo il Pozzo e mi libera dalle sue mani.
-Spero per te che ti
piacciano i veri uomini!-
Mi stringo nelle
spalle ma gli nego una risposta.
-E poi, sai…-
Sogghigna e la sua voce si fa sottile e pungente. -Magari potrei avere anch’io
qualcosa di rigido…-
Mi si smorza l’aria
nei polmoni mi mordo il labbro ma, sapendo già di aver cambiato tonalità delle
guance, deciso di starmene zitta e buona. Ovviamente non mi lascio sfuggire il sorriso puramente bastardo che si disegna sul volto
arrogante di Eric.
Appuntandomi
mentalmente di fargliela pagare per la sua battutaccia volgare, lo seguo fino
ai piani più alti della residenza, abbassando la testa quando incrociamo
qualcuno che ci fissa troppo a lungo. Eric non se ne preoccupa, ma so che
guardano me proprio perché sono da sola con lui nonostante io sia semplicemente
una ragazzina appena arrivata. Credo che il capofazione abbia abbastanza notorietà
fra gli Intrepidi e, per mia sfortuna, significa che presto tutti inizieranno a
notare che passiamo del tempo insieme.
Nascondo le mani
nelle tasche e cerco di non incupirmi, quando mi chiedo cosa siamo davvero Eric
ed io.
Arriviamo davanti
alla porta del suo appartamento e lui estrae le chiavi e apre la porta,
facendomi entrare. Dovrei essere imbarazza, ma non è la prima volta che vengo qui e che rimaniamo da soli.
La sera
dell’esercitazione a ruba bandiera era il mio compleanno e lui, scoprendolo, mi
ha portata nella sua stanza e mi ha chiesto di passare
la notte con lui. Abbiamo solo dormito, non mi chiesto nulla in cambio, ma la
mattina seguente l’ho raggiunto sotto la doccia e mi sono spogliata senza
vergona davanti a un uomo per la prima volta. Ci sono state anche altre notti
in cui non è successo nulla di serio, in cui ci siamo solo provocati e scoperti
con baci e carezze. Eppure, una sera di non molto tempo fa, ho
lasciato che mi venisse a prendere al poligono per portarmi nella sua camera
per passare la notte con lui.
Il problema è che,
andando contro ogni ragionamento logico, mi sono totalmente concessa e ho fatto
per la prima volta l’amore con un capofazione spietato che conoscevo da meno di
due settimane, senza sapere nemmeno se sarei rimasta nella sua fazione.
Molto spesso,
pensandoci, mi vergono della frivolezza con cui ho accelerato le cose,
ripetendomi che avrei dovuto essere più cauta. Però, quando ripenso ad Eric e al modo in cui mi prende e a come riesce a farmi dimenticare
di tutto il resto, so per certo che aspettare non avrebbe avuto alcun senso.
Lui mi desiderava ed
io volevo lui, o meglio, volevo essere sua. E non mi importa se non durerà, se ci lasceremo presto, perché in
quel momento ogni sentimento provato era vero e nessuno ha mai saputo farmi
sentire in pace con me stessa come ci è riuscito lui con semplici sguardi e in
così poco tempo.
Ho sempre avuto
paura degli altri, cercando di non affezionarmi mai davvero a nessuno, ma Eric
non ha mai finto di essere gentile, ed è esattamente per questo che posso
abbandonarmi e staccare la mente quando sono con lui.
Non devo combattere,
perché perderei, e non devo avere paura che mi
abbandoni perché non mi ha mai promesso che sarebbe rimasto, pur ripetendomi
più volte che gli appartengo.
Mi arriva alle
spalle e mi abbraccia, o forse mi immobilizza,
spingendo la mia schiena contro il suo petto e iniziando a baciarmi dietro
l’orecchio, sul mio tatuaggio, mentre mi fa scivolare giù la cerniera della
giacca. Le sua mani, ardenti come la lava che ha
appena iniziato a scorrermi in petto, si arpionano sui miei fianchi senza
preoccuparsi del mio volere, mi sollevano la maglia e iniziano a stuzzicarmi la
pelle. Mi muore in gola il respiro quando una sua mano sale imprudentemente
verso il mio seno, ci arriva e lo avvolge come se fosse una sua proprietà.
L’istante dopo mi costringe a voltarmi e con uno scatto mi trovo faccia a faccia con il lupo affamato, bramoso di divorarmi
lentamente. Le sua labbra si schiudono in un sorriso
che non riesco ad ammirare fino in fondo, poiché mi afferra dalla nuca,
stringendo i miei capelli corvini in un pugno che mi costringe ad un lamento
che tuttavia non sento perché con un bacio mi zittisce. Sento il calore
aumentare, continua baciarmi ed io lo seguo, non potrei fare altro adesso, fino
a quando mi morde il labbro ed io mi ritraggo istintivamente. Mi stringe a sé e
lancia la mia giacca sul pavimento, anche se non ricordo come o quanto me
l’abbia tolta di preciso. Per un attimo cerco di spostarlo da me, ma è così
difficile e non so se lo voglio davvero, di certo non più quando mi solleva da
terra e mi stende sul letto, sovrastandomi. Cattura i miei polsi e me li blocca
sopra la testa, mi dona solo un piccolo sguardo d’intesa, profondo, prima di
tuffarsi sul mio collo per ricoprirlo di baci e morsi. La sua lingua percorre
la linea immaginaria che congiunge il mio orecchio alla clavicola e,
abbandonata a danzare tra le fiamme dell’inferno, una vocina dentro di me mi
ricorda che potrei fermarlo.
Certo, mi basterebbe
dirgli di no e riprenderei in mano il controllo, ma sono certa che non lo
farò.
Non voglio farlo.
Contro Eric,
semplicemente, io voglio perdere.
Mi risveglio perché qualcuno
sta insistentemente chiamando il mio nome ma, quando batto le palpebre per
aprirle, sono ancora profondamente assonnata.
-Vuoi fare tardi
proprio oggi, ragazzina?-
Schiudo gli occhi e
metto a fuoco il profilo di Eric, seduto sul bordo del letto a petto nudo. Mi da le spalle ma, visto che non so come sono finita nella
sua metà del letto, gli sono abbastanza vicina.
Si volta per
lanciarmi un’occhiataccia particolarmente ostile. -E allora?-
Mormoro un lamento e
mi giro dall’altra parte, stringendomi sotto la coperta e strofinando la guancia
sul cuscino ancora caldo, ad occhi chiusi.
-Bene!-
L’istante dopo vengo privata della coperta e mi ritrovo totalmente esposta,
mi chiudo su me stessa portandomi le ginocchia al petto e le braccia davanti al
viso. Il problema è che non sono del tutto vestita, ho solo la mia biancheria
intima addosso e fa freddo, ancora di più quando sento che Eric mi mette le
braccia ai lati del corpo per tenersi sollevato su di me. Il suo respiro
bollente mi solletica la fronte, quando mi disegna con la punta del naso una
scia che va dalla mia tempia fino al collo.
Rabbrividisco.
-Alzati da questo
letto,- Mi avvisa. -O ti ci terrò per altri motivi e
farai tardi davvero…-
Non mi da il tempo di riprendermi che si alza rapidamente dal
letto e va a chiudersi in bagno. Prendo un respiro profondo e guardo il
soffitto, sono ancora piuttosto stanca e vorrei poter restare ancora sotto le
coperte, soprattutto se penso a quanto bello è stato
poter dormire stretta alla schiena di Eric. Non mi permette mai di abbracciarlo
quando dormiamo ma, se lui sta già ronfando, posso sempre stringermi contro le
sue spalle senza che mi allontani a calci.
Ho già dormito con
lui, è vero, ma dovevo sempre sgattaiolare via alle prime ore del mattino per
rientrare al dormitorio prima che gli altri iniziati notassero la mia assenza.
Per di più sta volta è stato tutto diverso, ho
percepito una sensazione nuova sulla pelle, probabilmente perché possiamo stare
insieme liberamente senza doverci più nascondere.
Adesso mi sento
libera.
Stiracchio le
braccia e mi metto seduta, massaggiandomi la testa e cercando di togliermi i
ciuffi di capelli dalla fronte. Noto una macchia nera al centro della stanza e,
ad una seconda occhiata, capisco che è la gatta
randagia che spesso si intrufola dalla finestra e che ha fatto della stanza di
Eric casa sua. Lui ha finto di non preoccuparsene, ma credo che non gli
dispiaccia veramente la compagnia di questo essere peloso.
Non gli ha mai dato un nome, così mi sono presa il
permesso di chiamarla Luna, per via della macchia tonda e bianca che la gatta
ha sul petto.
Picchietto con le
mani davanti a me e Luna mi osserva pigramente, fino a
quando non decide di strisciare sinuosamente fino ai piedi del letto, poi fa un
salto elegante e si siede vicino alle mie gambe. Le accarezzo dietro le orecchie
e la sento fare le fusa.
Non ho mai avuto un
animale domestico, gli Eruditi non ne hanno perché considerano illogico accudire
un animale che non da nulla in cambio del cibo
sprecato per lui, perciò non so bene come comportarmi con questa bestiolina. I
gatti, da quanto ne so, sono animali molto discreti e autonomi e questo mi
piace.
La porta del bagno
si apre ed Eric avanza verso di me, ha addosso solo i pantaloni con cui ha
dormito e non sembra poi tanto di buon umore.
-Sei ancora lì?- Mi
ammonisce.
Mi stringo nelle
spalle. -Non è colpa mia se ieri sera non mi hai lasciata
dormire!-
Qualcosa nel suo
sguardo severo cambia e un sorrisino intrigante gli solleva le labbra. -Ti ho lasciata dormire, dopo!-
Scuoto la testa e
continuo ad accarezzare la gatta, senza osare ricambiare il suo sguardo perché
so già che il suo ghigno malizioso mi farebbe vergognosamente arrossire.
Si avvicina
pericolosamente al mio viso e il suo alito caldo mi soffia sulla nuca, quando
si china per sussurrarmi qualcosa all’orecchio.
-Abituati, tesoruccio!- Mi dice prima di
mordicchiarmi il lobo.
Lo spingo via e
sbuffo, scivolando via dal letto prima che mi attacchi ancora, e poi ho bisogno
di un attimo di privacy per riprendermi. Non sono ancora del tutto abituata a
svegliarmi con un uomo, o ad avere un ragazzo, ed Eric è decisamene
un caso particolare.
Lui non è tipo da
smancerie, è possessivo e sfrontato, però riesce a prendersi cura di me anche con
la sua cattiveria.
Esco dal bagno
quando sono pronta, dovendo raccattare i miei indumenti che sono sparsi un po’
ovunque. Rindosso i miei pantaloni stretti e la mia maglietta, mentre saltello
per infilarmi gli stivaletti.
Nel frattempo Eric
si è rivestito di tutto punto e sembra pronto per uscire, però mi sta fissando
con un’intensità che mi ammutolisce. Le sue sopracciglia sono incurvate e il
labbro inferiore sporge in avanti, mentre mi analizza in silenzio.
-Che c’è?- Chiedo.
Ma lui non mi risponde, mi raggiunge in pochi passi e in
un battito di ciglia mi afferra dalla nuca e mi spinge contro di lui, mi stampa
un bacio sulle labbra per poi scacciarmi letteralmente via.
-Per stamattina vai avanti tu, forse non è il caso di farci vedere insieme
proprio oggi che devi scegliere la tua carriera.- Mi
dice, andando a cercare qualcosa nel suo armadio.
Io sono ancora intontita,
quasi mi gira la testa. Batto più volte le palpebre e mi sforzo di ritrovare un
contatto con la realtà, dopo il suo selvaggio bacio che sarà sì durato poco, ma
è bastato a lanciarmi scariche di corrente per tutto il corpo. Smetterà mai di
avere un tale effetto su di me?
Eppure, per quanto
tutto questo sia strano e nuovo, non mi sono mai sentita meglio.
-Va bene!- Gli
concedo.
Ringrazio di dargli
le spalle, perché so che il sorrisino ebete che ho stampato in faccia non mi fa
molto onore, eppure non voglio arrendermi, non se posso giocare il suo stesso
gioco. Raggiungo la porta e faccio per uscire, ma mi fermo con la mano sulla maniglia.
-Comunque sia, non
mi dispiace poi tanto se non mi lasci dormire…-Soffio maliziosamente.
Lui si immobilizza, si volta a guardarmi, assottiglia lo sguardo
e si passa sensualmente una mano tra i capelli, con uno sguardo che sembra
capace di assorbirmi.
-E questo è solo
l’inizio!-
Un fremito mi scuote
quando la vibrazione della sua voce grave mi assale, mi mordo il labbro per
seppellire l’imbarazzo e scappo via prima di diventare dello stesso colore di una fragola.
Alla fine di ogni
gioco, semplicemente, vince sempre lui.
Continua…
Benvenuti ai nuovi e
ai vecchi lettori. Spendo giusto due parole per questo mio ritorno in scena!
Per i nuovi lettori, non abbiate paura, se lo desiderate, potete proseguire con questa
FanFic senza conoscere le altre storielle.
In ogni capitolo
spiegherò tutto quello che c’è da sapere, rievocando, se necessario, dettagli
base sui protagonisti di cui posso aver parlato nella storia “the Reason to Fight”.
Se vi fa piacere,
leggetela, parla dell’arrivo di Aria, Tris e compagnia al covo degli Intrepidi
e della loro iniziazione, finendo subito dopo la simulazione di massa contro
gli Abnegati.
Se invece non vi va,
nessun problema, troverete tra questi nuovi capitoli tutto il necessario per
seguire la FanFic senza buchi o altre mancanze di
trama.
Per chi ha già letto le altre storie della saga, c’è poco da dire, stessi protagonisti ma trama
diversa. Attenzione però, il
fatto stesso che non ci sia mai stata una guerra, che tutto abbia sempre filato
liscio e che i Divergenti siano ritenuti “normali” potrebbe mutare lievemente
il carattere dei personaggi… diciamo che potrebbero essere più “sereni” e meno
induriti dalle circostanze avverse che, in questo caso, non si sono mai
verificate. Ma leggermente, non temete.
So che manco da
davvero tanto tempo ma, se vi ricordate ancora di Aria ed Eric, piano piano,
anche se con una nuova Fic, vi riporterò nel loro
mondo, promesso!
Per tutti quelli che
vorranno seguirmi e, speriamo, lasciarmi i loro graditissimi commenti, un
grande grazie e a presto! <3
Baci!