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Autore: 4Chris_Twins    30/04/2017    0 recensioni
Alla presentazione del nuovo libro di Stephen King, sono stati invitati gli scrittori più celebri del momento. Tra questi ovviamente non potevano mancare il famoso Richard Castle e la rinomata dottoressa Temperance Brennan. Tra i due si sviluppa un forte legame di stima reciproca. Questo ritornerà molto utile, quando si incontreranno nuovamente per risolvere un misterioso caso di omicidio, che porterà le due squadre di New York e Washington a collaborare per acciuffare il brutale assassino.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela Montenegro, Jack Hodgins, Lance Sweets, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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cap 7 storia con lu

Capitolo 7
Convivenze forzate

 New York – Booth

Lo squillo del mio cellulare mi ridestò dal leggero sonno in cui ero caduto. Mi allungai sul comodino e tastai la superficie del legno finché la mia mano incespicò nell’oggetto che stavo cercando. Sbloccai lo schermo annoiato e lessi il messaggio che avevo appena ricevuto: “Riunione nella hall tra 5 minuti.” Sbuffai rigirandomi dall’altro lato e lanciando via il telefono. «Auh!» Mi tirai su velocemente «Oh. Oh scusa Hodgins.» Non ero abituato a condividere la camera con qualcuno. «Riunione nella hall…» «Fra 5 minuti. Si, ho letto!» Concluse al posto mio con tono perentorio agitando il telefono. «Quanto sei delicato, ho detto scusa.» Alzò gli occhi al cielo allacciandosi le scarpe «Proprio un verso da vero uomo eh… Auh!» Mi tirò una delle scarpe tentando di colpirmi a sua volta, ma lo precedetti e chiusi la porta del bagno scoppiando a ridere.
Arrivammo per ultimi e ci sedemmo intorno al tavolo della hall che avevano scelto gli altri. «Bene.» Prese parola Cam. «Ora che ci siamo tutti possiamo iniziare la riunione d’emergenza.» Nonostante il velato rimprovero non mi intromisi, curioso di sapere lo scopo di questa chiamata urgente. «Ecco… Devo ammettere che si tratta di un tema un po’ delicato…» «Oh, dottoressa Saroyan, non si deve preoccupare, sappiamo tutti che questo caso la sta mettendo a dura prova e…» «Taci Daisy!» L’ammonì Angela. «Okay, la farò breve.» Tutti spostarono l’attenzione su di lei grazie a quest’affermazione, ignorando l’inutile intervento di Daisy, eccetto Bones. Non che la cosa mi stupisse poi tanto. «Il punto è che dobbiamo fare dei cambi nella disposizione delle camere.» Nel giro di pochi secondi si creò lo scompiglio tra Cam, Daisy, Lance e Hodgins. Riuscii a captare giusto qualche esclamazione e qualche rimprovero, prima che Angela riportasse tutti al silenzio. «Sentite, onestamente non me ne frega niente di cosa volete o di cosa vi piacerebbe, Cam è il capo e ha deciso per le nuove disposizioni.» L’argomento non mi toccava molto. «Beh io… Insomma, come Angela ben sa, basandomi sulle lamentele di qualche membro della squadra che rimarrà ovviamente anonimo, ho optato per decidere le nuove disposizioni affidandole alla sorte!» Ascoltai abbastanza scetticamente le sue parole, ma dato che la cosa si stava facendo interessante, rimasi nuovamente zitto e la lasciai parlare. «Questi sono stati i risultati: il dottor Sweets e la signorina Wick, il signor Bray e il signor Fisher, io e il signor Vaziri, Angela e Hodgins…» ci fu un momento di pausa e uno scambio di sguardi imbarazzanti, ma sinceramente non ci feci troppo caso, ero più concentrato sul fatto che mancassero solo due nomi all’appello, e che sapessi esattamente quali fossero. «…e per finire Booth e Brennan.» Cazzo.
«Ehm okay… Prego, prima le signore!» Aprii la porta della nostra camera, oddio, suonava così bene “nostra”. Dovevo mantenere la calma. “Concentrati Seeley”. «Dove vuoi che metta queste borse? La valigia?» Indicò svogliata alcuni angoli della camera e feci come desiderava, lasciando lì le sue cose. «Beh, non preoccuparti per il letto, mettiti pure comoda, io mi arrangerò in qualche modo!» Alzò il suo sguardo curioso su di me. «Cosa intendi?» Poggiai le spalle al muro, pensando a qualcosa di giusto per i suoi canoni, prima di risponderle. «Posso prendere un materasso gonfiabile e utilizzare le lenzuola di scorta dall’armadio…» Corrugò la fronte interdetta. Adoravo vedere la piccola ruga che si formava tra le sue sopracciglia. «Ma Booth, non ha senso. Primo, materassino gonfiabile? Non siamo a Los Angeles. Secondo, il letto è abbastanza grande per entrambi. Terzo, non capisco proprio il senso generale del discorso, è inutile, guarda questa stanza, non c’è da preoccuparsi di nulla!» La mia “preoccupazione” non la definirei “nulla”. «Ehm, è meglio se vado in bagno per… ehm… liberare l’armadietto… gli asciugami, insomma quello.» Annuì incerta, ma non mi soffermai troppo sulla sua espressione. Io. Lei. Letto. Sarei rimasto barricato in bagno per un po’.

 New York – Beckett

La mia scrivania era troppo piccola per ospitare così tante persone, così Javier e Kevin unirono le loro, per dare la possibilità ai nuovi colleghi di avere uno spazio. Notai con la coda dell’occhio che la sedia di Castle era occupata, ma non dal suo proprietario. Booth notando la mia espressione si rivolse a me sottovoce. «Kate tutto a posto? Se vuoi mi posso spostare…» «No assolutamente, tranquillo Seeley!» «Bene!» Esordii alzando leggermente la voce. «Manca solo… Castle… iniziamo! Dottoressa Brennan, potrebbe gentilmente illustrarci ciò che ha scoperto osservando i resti?» «Molto volentieri, allora osservando la superfice dello sterno con l’ausilio di una potente lente d’ingrandimento, ho notato un’incisione – più precisamente è un disegno – realizzato direttamente sulla superfice ossea, rappresenta un’Achillea…» «Eh che cosa significa?» Chiese un po’ disorientato Esposito. «L’achillea significa Guerra, l’assassino si sta preparando ad uno scontro – intellettualmente parlando. – Adesso rimane solo da capire a chi è diretto il messaggio…» Avrei riconosciuto quella voce tra mille, anche senza guardarlo. Castle infatti fece il suo ingresso, con un sorriso a mio parere molto finto.
«Esattamente Richard, è una dichiarazione di guerra e purtroppo penso di sapere chi abbia mandato il messaggio.» La dottoressa indirizzò il suo sguardo verso i componenti della sua squadra ed io l’imitai, soffermandomi sulle diverse reazioni dei suoi colleghi: l’irritazione di Seeley, la paura nel volto della bella artista di cui facevo fatica a ricordare il nome, e un misto di emozioni dipingersi sul volto della stessa dottoressa, che non sembrava per niente preoccupata del fatto che noi non potevamo sapere a che conoscenza si riferisse.  
«Volete sapere chi è? Si chiama Christopher Pelant, è un pazzo squilibrato, che ha cambiato nome in Bassam Alfayat per sfuggire all’arresto. È un genio informatico, il che associato al fatto che sia psicopatico, lo rende estremamente pericoloso; ha un continuo bisogno di mettere alla prova Brennan perché la ritiene intelligente quanto lui e quindi l’unica in grado di poterci competere, vi posso assicurare che questa volta non mi scapperà e state pur certi che se lo avrò nuovamente tra le mani non lo consegnerò alla polizia, si è avvicinato troppo a mia moglie e a mio figlio e non ho alcuna intenzione di permetterglielo di nuovo.» Il dottor Hodgins nel suo racconto aveva espresso tutti i sentimenti che provava verso quell’assassino, che a quanto pare conoscevano molto bene. Per tutto il tempo la dottoressa Brennan e Seeley si erano fissati, era una specie di conversazione silenziosa la loro. Hodgins aveva alzato gradualmente il tono della voce, fino ad urlare nell’ultima parte del discorso.
Vedendo che tutto il gruppo era impegnato in un’accesa discussione, ne approfittai. «Seeley, perdonami, posso parlarti un secondo in privato?» Chiesi sottovoce. «Certo! Dove possiamo...Parlare?» Notai il suo tono brusco e poco amichevole, feci finta di nulla e mi allontanai insieme all’agente speciale. Arrivammo alla fine di un corridoio che non utilizzava mai nessuno da quando Castle aveva regalato al distretto la macchietta del caffè, infatti la macchinetta automatica che si trovava nel fondo giaceva inutilizzata. «Seeley, ti devo chiedere la massima sincerità, cosa succede esattamente?» «Kate succede che adesso Bones è nuovamente in grave pericolo, ma non la posso proteggere, lei non me lo permetterà mai e poi…» vidi l’ombra di un dolore profondo che ci accomunava: lui l’amava. «Senti ma se tu l’ami così tanto perché non glielo dici?» Mi guardò e rise di gusto. «Che c’è? Ho detto qualcosa di strano?» «No… è solo che si nota il fatto che tu non la conosca e poi… non potrei comunque dichiararmi…» «Perchè no? Da ciò che ho visto anche lei è molto interessata a te, ma non farà mai il primo passo! È una donna particolare, sembra che per paura di soffrire si sia chiusa dentro un guscio fatto di scienza, in modo da evitare di entrare in contatto con i sentimenti!» Lo vidi farsi malinconico. «Voi due avete molto in comune sai?»«Oh andiamo Seeley, questo è un colpo basso!»«Ecco, vedi? Fai esattamente come lei, eviti le cose che pensi possano farti soffrire, ma io ti conosco da tanto tempo, ricordo la tua storia e ricordo quanto tu abbia sofferto per la scomparsa di tua madre, so che continui a cercare il suo assassino e sai una cosa? Penso che ci riuscirai! E comunque non credere di poter fare il cupido disinteressato, credo che anche tu ultimamente stia affrontando una situazione simile alla mia!» Non capii subito a cosa si riferisse, ma ci pensò lui a togliermi qualsiasi dubbio. «Lo scrittore, te ne sei innamorata vero?» «Sì, io lo amo, ma credo che lui non sia molto interessato!» «Cosa te lo fa pensare?» «Non lo so, forse il fatto che non ha bisogno di complicarsi la vita con una come me quando può avere tutte quelle che vuole!» Qualche lacrima mi sfuggì e Seeley le asciugò con le dita, dopo quel gesto tentai di trattenermi, ma non riuscì a non abbracciare uno dei miei migliori amici. «Siamo nella stessa situazione! Solo che io non posso dichiararmi perché se lo faccio Pelant farà del male a lei e ai nostri amici ed è una cosa che non posso permettere, è uno dei suoi ricatti, lui vuole Bones tutta per se, ma io non gli permetterò mai di farle del male o di farle fare qualcosa che non vuole…» Era bello abbracciare un amico come Seeley, lui mi dava la forza per non mollare, per abbattere il muro che mi ero costruita, era straordinario come lui amasse la dottoressa Brennan, era un amore particolare. «Seeley! Ti prometto che lo prenderemo!» Ci staccammo dall’abbraccio e gli sorrisi. Era una persona fantastica ed io ero felice di avere un amico come lui. «Grazie Katherine!» «Mi sa che ci conviene tornare dagli altri, altrimenti si fanno strane idee!» «Davvero? Allora aspettiamo un attimo prima di andare!»

 

 Spazio Autrici:

Eccoci qui :)È sempre un piacere pubblicare qualcosa di nuovo!!
Questa volta io mi sono occupata della prima parte e devo ammettere di aver trovato estremamente divertente poter entrare nella testa di Booth e descrivere i sentimenti e le reazioni che gli provoca Bones, soprattutto perché ho potuto evitare tutti i limiti espressivi che, ammettiamolo, solitamente caratterizzano il comportamento del nostro caro agente dell’FBI. Spero di aver reso in maniera quantomeno passabile questo punto che mi intriga particolarmente e non vedo l’ora di sapere i vostri pareri. A presto,
- @lulluby

 Allora eccoci alla fine di un nuovo capitolo, sorpresa delle sorprese abbiamo il cattivo della situazione “Pelant”. Ma quello che mi ha affascinato tanto è stato il fatto di mettere in evidenza l’amicizia speciale tra Beckett e Booth, è stato persino emozionante scrivere quella parte.
Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto e spero ci farete sapere le vostre impressioni, emozioni e quant’altro. Per il momento è tutto alla prossima pubblicazione. 
 A presto.

-         @TemperanceBeckett 97

   
 
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