Capitolo 7
Convivenze forzate
Lo squillo del mio cellulare mi
ridestò dal leggero sonno in cui ero caduto. Mi allungai sul comodino e tastai
la superficie del legno finché la mia mano incespicò nell’oggetto che stavo
cercando. Sbloccai lo schermo annoiato e lessi il messaggio che avevo appena
ricevuto: “Riunione nella hall tra 5 minuti.” Sbuffai rigirandomi dall’altro
lato e lanciando via il telefono. «Auh!» Mi tirai su velocemente «Oh. Oh scusa
Hodgins.» Non ero abituato a condividere la camera con qualcuno. «Riunione
nella hall…» «Fra 5 minuti. Si, ho letto!» Concluse al posto mio con tono
perentorio agitando il telefono. «Quanto sei delicato, ho detto scusa.» Alzò
gli occhi al cielo allacciandosi le scarpe «Proprio un verso da vero uomo eh…
Auh!» Mi tirò una delle scarpe tentando di colpirmi a sua volta, ma lo
precedetti e chiusi la porta del bagno scoppiando a ridere.
Arrivammo per ultimi e ci sedemmo
intorno al tavolo della hall che avevano scelto gli altri. «Bene.» Prese parola
Cam. «Ora che ci siamo tutti possiamo iniziare la riunione d’emergenza.»
Nonostante il velato rimprovero non mi intromisi, curioso di sapere lo scopo di
questa chiamata urgente. «Ecco… Devo ammettere che si tratta di un tema un po’
delicato…» «Oh, dottoressa Saroyan, non si deve preoccupare, sappiamo tutti che
questo caso la sta mettendo a dura prova e…» «Taci Daisy!» L’ammonì Angela.
«Okay, la farò breve.» Tutti spostarono l’attenzione su di lei grazie a quest’affermazione,
ignorando l’inutile intervento di Daisy, eccetto Bones. Non che la cosa mi stupisse
poi tanto. «Il punto è che dobbiamo fare dei cambi nella disposizione delle
camere.» Nel giro di pochi secondi si creò lo scompiglio tra Cam, Daisy, Lance
e Hodgins. Riuscii a captare giusto qualche esclamazione e qualche rimprovero,
prima che Angela riportasse tutti al silenzio. «Sentite, onestamente non me ne
frega niente di cosa volete o di cosa vi piacerebbe, Cam è il capo e ha deciso
per le nuove disposizioni.» L’argomento non mi toccava molto. «Beh io… Insomma,
come Angela ben sa, basandomi sulle lamentele di qualche membro della squadra
che rimarrà ovviamente anonimo, ho optato per decidere le nuove disposizioni affidandole
alla sorte!» Ascoltai abbastanza scetticamente le sue parole, ma dato che la
cosa si stava facendo interessante, rimasi nuovamente zitto e la lasciai
parlare. «Questi sono stati i risultati: il dottor Sweets e la signorina Wick,
il signor Bray e il signor Fisher, io e il signor Vaziri, Angela e Hodgins…» ci
fu un momento di pausa e uno scambio di sguardi imbarazzanti, ma sinceramente
non ci feci troppo caso, ero più concentrato sul fatto che mancassero solo due
nomi all’appello, e che sapessi esattamente quali fossero. «…e per finire Booth
e Brennan.» Cazzo.
«Ehm okay… Prego, prima le
signore!» Aprii la porta della nostra camera, oddio, suonava così bene “nostra”.
Dovevo mantenere la calma. “Concentrati Seeley”. «Dove vuoi che metta queste
borse? La valigia?» Indicò svogliata alcuni angoli della camera e feci come
desiderava, lasciando lì le sue cose. «Beh, non preoccuparti per il letto,
mettiti pure comoda, io mi arrangerò in qualche modo!» Alzò il suo sguardo
curioso su di me. «Cosa intendi?» Poggiai le spalle al muro, pensando a
qualcosa di giusto per i suoi canoni, prima di risponderle. «Posso prendere un
materasso gonfiabile e utilizzare le lenzuola di scorta dall’armadio…» Corrugò
la fronte interdetta. Adoravo vedere la piccola ruga che si formava tra le sue
sopracciglia. «Ma Booth, non ha senso. Primo, materassino gonfiabile? Non siamo
a Los Angeles. Secondo, il letto è abbastanza grande per entrambi. Terzo, non
capisco proprio il senso generale del discorso, è inutile, guarda questa
stanza, non c’è da preoccuparsi di nulla!» La mia “preoccupazione” non la
definirei “nulla”. «Ehm, è meglio se vado in bagno per… ehm… liberare
l’armadietto… gli asciugami, insomma quello.» Annuì incerta, ma non mi
soffermai troppo sulla sua espressione. Io. Lei. Letto. Sarei rimasto barricato
in bagno per un po’.
La mia scrivania era troppo
piccola per ospitare così tante persone, così Javier e Kevin unirono le loro,
per dare la possibilità ai nuovi colleghi di avere uno spazio. Notai con la
coda dell’occhio che la sedia di Castle era occupata, ma non dal suo
proprietario. Booth notando la mia espressione si rivolse a me sottovoce. «Kate
tutto a posto? Se vuoi mi posso spostare…» «No assolutamente, tranquillo
Seeley!» «Bene!» Esordii alzando leggermente la voce. «Manca solo… Castle…
iniziamo! Dottoressa Brennan, potrebbe gentilmente illustrarci ciò che ha
scoperto osservando i resti?» «Molto volentieri, allora osservando la superfice
dello sterno con l’ausilio di una potente lente d’ingrandimento, ho notato
un’incisione – più precisamente è un disegno – realizzato direttamente sulla
superfice ossea, rappresenta un’Achillea…» «Eh che cosa significa?» Chiese un
po’ disorientato Esposito. «L’achillea significa Guerra, l’assassino si sta
preparando ad uno scontro – intellettualmente parlando. – Adesso rimane solo da
capire a chi è diretto il messaggio…» Avrei riconosciuto quella voce tra mille,
anche senza guardarlo. Castle infatti fece il suo ingresso, con un sorriso a
mio parere molto finto.
«Esattamente Richard, è una
dichiarazione di guerra e purtroppo penso di sapere chi abbia mandato il
messaggio.» La dottoressa indirizzò il suo sguardo verso i componenti della sua
squadra ed io l’imitai, soffermandomi sulle diverse reazioni dei suoi colleghi:
l’irritazione di Seeley, la paura nel volto della bella artista di cui facevo
fatica a ricordare il nome, e un misto di emozioni dipingersi sul volto della
stessa dottoressa, che non sembrava per niente preoccupata del fatto che noi
non potevamo sapere a che conoscenza si riferisse.
«Volete sapere chi è? Si chiama
Christopher Pelant, è un pazzo squilibrato, che ha cambiato nome in Bassam
Alfayat per sfuggire all’arresto. È un genio informatico, il che associato al
fatto che sia psicopatico, lo rende estremamente pericoloso; ha un continuo
bisogno di mettere alla prova Brennan perché la ritiene intelligente quanto lui
e quindi l’unica in grado di poterci competere, vi posso assicurare che questa
volta non mi scapperà e state pur certi che se lo avrò nuovamente tra le mani
non lo consegnerò alla polizia, si è avvicinato troppo a mia moglie e a mio
figlio e non ho alcuna intenzione di permetterglielo di nuovo.» Il dottor
Hodgins nel suo racconto aveva espresso tutti i sentimenti che provava verso
quell’assassino, che a quanto pare conoscevano molto bene. Per tutto il tempo
la dottoressa Brennan e Seeley si erano fissati, era una specie di
conversazione silenziosa la loro. Hodgins aveva alzato gradualmente il tono
della voce, fino ad urlare nell’ultima parte del discorso.
Vedendo che tutto il gruppo era
impegnato in un’accesa discussione, ne approfittai. «Seeley, perdonami, posso
parlarti un secondo in privato?» Chiesi sottovoce. «Certo! Dove
possiamo...Parlare?» Notai il suo tono brusco e poco amichevole, feci finta di
nulla e mi allontanai insieme all’agente speciale. Arrivammo alla fine di un
corridoio che non utilizzava mai nessuno da quando Castle aveva regalato al
distretto la macchietta del caffè, infatti la macchinetta automatica che si
trovava nel fondo giaceva inutilizzata. «Seeley, ti devo chiedere la massima
sincerità, cosa succede esattamente?» «Kate succede che adesso Bones è
nuovamente in grave pericolo, ma non la posso proteggere, lei non me lo
permetterà mai e poi…» vidi l’ombra di un dolore profondo che ci accomunava: lui
l’amava. «Senti ma se tu l’ami così tanto perché non glielo dici?» Mi guardò e
rise di gusto. «Che c’è? Ho detto qualcosa di strano?» «No… è solo che si nota
il fatto che tu non la conosca e poi… non potrei comunque dichiararmi…» «Perchè
no? Da ciò che ho visto anche lei è molto interessata a te, ma non farà mai il
primo passo! È una donna particolare, sembra che per paura di soffrire si sia
chiusa dentro un guscio fatto di scienza, in modo da evitare di entrare in
contatto con i sentimenti!» Lo vidi farsi malinconico. «Voi due avete molto in
comune sai?»«Oh andiamo Seeley, questo è un colpo basso!»«Ecco, vedi? Fai
esattamente come lei, eviti le cose che pensi possano farti soffrire, ma io ti
conosco da tanto tempo, ricordo la tua storia e ricordo quanto tu abbia
sofferto per la scomparsa di tua madre, so che continui a cercare il suo
assassino e sai una cosa? Penso che ci riuscirai! E comunque non credere di
poter fare il cupido disinteressato, credo che anche tu ultimamente stia
affrontando una situazione simile alla mia!» Non capii subito a cosa si
riferisse, ma ci pensò lui a togliermi qualsiasi dubbio. «Lo scrittore, te ne
sei innamorata vero?» «Sì, io lo amo, ma credo che lui non sia molto
interessato!» «Cosa te lo fa pensare?» «Non lo so, forse il fatto che non ha
bisogno di complicarsi la vita con una come me quando può avere tutte quelle che
vuole!» Qualche lacrima mi sfuggì e Seeley le asciugò con le dita, dopo quel
gesto tentai di trattenermi, ma non riuscì a non abbracciare uno dei miei
migliori amici. «Siamo nella stessa situazione! Solo che io non posso
dichiararmi perché se lo faccio Pelant farà del male a lei e ai nostri amici ed
è una cosa che non posso permettere, è uno dei suoi ricatti, lui vuole Bones
tutta per se, ma io non gli permetterò mai di farle del male o di farle fare
qualcosa che non vuole…» Era bello abbracciare un amico come Seeley, lui mi
dava la forza per non mollare, per abbattere il muro che mi ero costruita, era
straordinario come lui amasse la dottoressa Brennan, era un amore particolare.
«Seeley! Ti prometto che lo prenderemo!» Ci staccammo dall’abbraccio e gli sorrisi.
Era una persona fantastica ed io ero felice di avere un amico come lui. «Grazie
Katherine!» «Mi sa che ci conviene tornare dagli altri, altrimenti si fanno
strane idee!» «Davvero? Allora aspettiamo un attimo prima di andare!»
Eccoci qui :)È sempre un piacere
pubblicare qualcosa di nuovo!!
Questa volta io mi sono occupata
della prima parte e devo ammettere di aver trovato estremamente divertente
poter entrare nella testa di Booth e descrivere i sentimenti e le reazioni che
gli provoca Bones, soprattutto perché ho potuto evitare tutti i limiti
espressivi che, ammettiamolo, solitamente caratterizzano il comportamento del
nostro caro agente dell’FBI. Spero di aver reso in maniera quantomeno passabile
questo punto che mi intriga particolarmente e non vedo l’ora di sapere i vostri
pareri. A presto,
- @lulluby
Spero come sempre che il capitolo
vi sia piaciuto e spero ci farete sapere le vostre impressioni, emozioni e
quant’altro. Per il momento è tutto alla prossima pubblicazione.
-
@TemperanceBeckett 97