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Autore: SamanthaCBlack18    01/05/2017    1 recensioni
Clarke si lascia andare a una serie di pensieri durante una notte di capodanno
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutti!
Torno dall'oltretomba meglio noto come Archive Of Our Own (dove, negli ultimi anni, ho pubblicato alcune storie in lingua inglese) per cimentarmi nella scrittura in italiano in un fandom che non mi ha mai vista scrivere nulla. 
Mi sono appositamente fatta dare un prompt (da cui il titolo) per poter scrivere questa storia e mettere alla prova me stessa.
Ogni commento, recensione e soprattutto critica è ben accetta, quindi spero vogliate dirmi cosa ne pensate.
Grazie a tutti coloro che leggeranno e buona lettura!
Sam.


 



La notte scuriva il cielo, ma le luci delle strade illuminavano la città, quasi fosse giorno.

Era l'ultimo dell'anno. Dalle spalle di Clarke arrivavano i suoni della festa che Octavia aveva organizzato per celebrare la festività: la musica ad un volume più alto del necessario, le risate dei suoi amici, la televisione che trasmetteva la diretta da Times Square che ogni tanto, fra una canzone e l'altra, faceva sentire il commentario della serata newyorkese.

Nonostante l'allegria all'interno della casa, Clarke si sentiva stranamente svuotata ma allo stesso tempo piena di malinconia. Le succedeva tutti gli anni in quel giorno: dopotutto l'ultimo dell'anno era una chiusura, un finale di qualcosa. In una notte si concludeva un nuovo capitolo di vita e se ne cominciava uno nuovo. Così, tutti gli anni ad ogni festa di fine anno in cui si ritrovava, Clarke si prendeva qualche minuto per ricordare cosa era successo e lasciare definitivamente andare il passato.

E anche quest'anno non era diverso. Era per questo che si trovava sul balcone dell'appartamento di Octavia e Lincoln ad osservare le luci della città.

Traendo le conclusioni, l'anno appena passato non era stato per nulla male. Anzi, probabilmente uno dei migliori degli ultimi 10 anni. Dopo la morte di suo padre, era come se una serie di disgrazie l'avesse perseguitata. Prima fra tutte proprio la morte di Jake Griffin, poi il rapporto con la madre che aveva cominciato ad incrinarsi quando era stata obbligata a iscriversi scuola di medicina (per quanto Clarke avesse poi imparato ad amare l'arte medica con il passare degli anni, ma di come era arrivata ad accettare di diventare medico era tutta un'altra storia), poi c'era stato Finn, il gentile e bello Finn che si era rivelato il peggiore dei traditori, ma che aveva lasciato dietro di sé una nuova amica per Clarke. E dopo Finn, Lexa che a sua volta aveva tradito Clarke tutto per una stupida posizione come tirocinante sotto uno dei migliori dottori della città. E poi il colpo di grazia, scoprire che Jake Griffin era morto a causa della moglie, e che l'odio che Clarke aveva riservato a Wells Jaha per anni era infondato, ma questa scoperta fu fatta troppo tardi, perché anche Wells se n'era già andato, ucciso da un pirata della strada, e aveva lasciato dietro di sé una nuova voragine di odio nel cuore di Clarke nei confronti della madre.

L'unico motivo per cui Clarke non aveva perso definitivamente la testa erano quei delinquenti che stavano festeggiando alle sue spalle: Octavia, la sua migliore amica fin dal primo giorno di college, Jasper e Monty, inseparabili buffoni che portavano sempre uno spiraglio di allegria anche nei giorni più tristi, Raven, che dopo il disastro che era stato Finn, non poteva che rimanere con loro, Murphy,  un gran piantagrane, ma che spesso li riportava tutti con i piedi per terra con la sua estrema schiettezza, Emori, ultima arrivata e terrorizzata di essere lasciata da sola e unico motivo per cui Murphy non era in carcere, Miller, una silenziosa presenza che li osservava sempre e sapeva sempre cosa dire nel momento giusto e migliore amico di Bellamy.

E già, Bellamy.

La causa di una moltitudine di serate spese con la gola secca e dolorante per le troppe grida, la causa per cui l'ultimo anno era stato uno dei migliori, perché dopo gli infiniti litigi era arrivata una sorta di cameratismo tra loro, che piano piano si era definitivamente evoluto in una solida amicizia e poi in amore. Uno di quegli amori che erano difficili da spezzare, basati sull'amicizia e sul sostegno reciproco, in qualsiasi caso.

Ovvio, non è che dopo che avevano realizzato di amarsi i litigi erano finiti, avevano solo cambiato aspetto. Non più scatenati dall'odio o da diverse visioni del mondo, ma da puro e semplice divertimento nell'essere in disaccordo e far innervosire l'altro. Quei litigi che non possono nemmeno essere più chiamati tali, perché non sono altro che piccoli bisticci.

Proprio in quel momento la finestra accostata alle sue spalle si aprì, facendo uscire un leggero tepore e il ritmo della musica ad un volume ancor più alto.

"Eccoti," mormorò Bellamy. "Ti stavo cercando. È quasi mezzanotte."

Le si avvicinò alle spalle, circondandole la vita con un braccio e posandole un delicato bacio sulla tempia.

"Sei gelata, da quanto tempo sei qua fuori senza una giacca?" La avvolse tra le sue braccia, cercando di scaldarla leggermente.

Questo era Bellamy, l'uomo che si preoccupava sempre degli altri e mai di se stesso, dopotutto anche lui era senza giacca.

"Non lo so," rispose sorridendo e girandosi in modo da poterlo guardare in viso.

Si guardarono in tralice per un momento, finché non sentirono provenire dall'interno il coro del conto alla rovescia.

"Nove!"

Un sorriso complice comparve sulle labbra di entrambi...

"Sette!"

Le braccia di Clarke andarono a circondare il collo dell'uomo di fronte a lei..

"Cinque!"

Le loro fronti si sfiorarono...

"Tre!"

Bellamy arricciò il naso, quando sfiorò quello di Clarke, lei trattenne un risolino.

"Uno!"

Finalmente, le loro labbra si sfiorarono, riversando l'amore e la passione che i due condividevano l'uno per l'altra in un bacio che da lieve e innocente si trasformò presto in uno scontro di volontà. Quando l'ossigeno cominciò a mancare si separarono prendendo respiri profondi e osservandosi occhi negli occhi.

"Ti amo" sospirarono insieme, per poi lasciarsi andare a una lieve risata.

   
 
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