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Autore: Alley    01/05/2017    3 recensioni
"Ci ho messo un po' a trovare uno stereo." Tutt’a un tratto, le mani che tiene raccolte in grembo diventano la cosa più interessante su cui i suoi occhi si siano posati. Se si voltasse verso il profilo di Castiel, finirebbe per frantumarsi come cristallo. "Sam mi ha dato una mano a montarlo."
(...)
“È stato gentile da parte tua.”
“No" risponde secco. Se c'è una cosa di cui è certo è che la gentilezza non rientra nel novero di cose con cui il gesto ha a che vedere. “Non lo è stato.”

[post 12x12|pre 12x19]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Su Tumblr è molto diffuso l'Head Canon secondo cui l'audiocassetta sarebbe stata la risposta di Dean all'I love you di Castiel della 12x12. 
Chi sono io per contraddire Tumblr?

 







«Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime.»
V. Hugo

 






“Sarebbe stato meglio se avesse riposato ancora per qualche giorno.” Sam si porta la tazza alle labbra, sistemandosi contro lo schienale della sedia. Quella mattina sono soltanto in due a fare colazione; Dean finge che il posto vuoto accanto al suo non abbia le sembianze di una voragine. “Insomma, Ramiel lo ha quasi---”

“Ha detto che stava bene.”
 
La recita non gli riesce particolarmente bene. “Gli hai parlato?”
 
“Lo ha detto a te.”
 
Dean può letteralmente sentire i pensieri che frullano nella testa di suo fratello, vederli dimenarsi in una pozza di preoccupazione e disappunto. Ancor prima che Sam li lasci uscire, sa già di non voler ascoltarli. “Dean—“
 
“Chiamo la mamma.”
 
*
 
Mentre Castiel è via Dean non gli scrive né gli telefona, malgrado la voglia di sapere quanto quello sto bene fosse sincero lo assilli.

La prima volta che fa ritorno al bunker, le parole che è sul punto di rivolgergli gli muoiono in gola; si limita a inseguirlo con lo sguardo mentre raggiunge mestamente la sua stanza, lasciandosi alle spalle una scia rumorosa come soltanto il silenzio sa essere.

È sbagliato. Così maledettamente sbagliato. Castiel è quasi morto e lui ha sperato che non accadesse con un’intensità che lo ha bruciato dall’interno.

È sbagliato, e paradossale; per una volta che chi ama non gli è stato strappato via, sta riuscendo a perderlo comunque.

Il fatto è che quello che Castiel ha detto a loro - quello che ha detto a lui – è diventato una barriera invalicabile. È come se la confessione si fosse espansa e solidificata, trasformandosi in una distesa di cemento.

Ti amo. Amo tutti voi.

A volte, Dean ha voglia di provare a sfondarla a suon di spallate, incurante del dolore che gli urti gli provocherebbero; altre, desidera trincerarvisi dietro per il resto della vita.

Ti amo.

A volte, ha paura che quel muro continuerà a dividerli per sempre.

*

“Dovresti parlargli.”

Sam riesce a farlo sembrare incredibilmente semplice. Il problema è che, in realtà, la situazione è tutto fuorché tale.

Il far finta di niente era semplice. I sottintesi erano semplici. Nascondere i propri sentimenti come fossero un mucchio di polvere che un tappeto basta a coprire era semplice.

Di semplice, adesso, non è rimasto nulla.

“Dirgli--- qualcosa.”

Dean non è bravo con quel genere di cose; tirare fuori quello che ha dentro, conferirgli un aspetto che lo renda tangibile, reale.

Non è bravo ma, almeno questa volta, vuole provare ad esserlo.

Lo vuole disperatamente.

*

La camera di Castiel è spoglia.

Dean ha pensato tante volte di portarlo a fare compere per arredarla: una lampada, poster o quadri da appendere alle pareti, aggeggi da spargere in giro per il puro gusto di essere circondato da cose che ti appartengono.

Castiel sceglierebbe oggetti antiquati o bizzarri che Dean troverebbe orribili e, allo stesso tempo, totalmente da lui; vagando tra gli scaffali, Dean si prenderebbe la libertà di aggiungere uno o due acquisti al carrello affinché la camera abbia almeno qualcosa di decente al suo interno; forse, riuscirebbe persino a suggerirgli una cornice in cui mettere quella vecchia foto sdrucita di loro due e Sam scattata un numero imprecisato di anni prima.

È stato sul punto di proporglielo mille e mille volte, eppure, non ha mai formulato la richiesta.

In fondo sarebbe semplice. Sarebbe così semplice infilarsi le chiavi dell’Impala in tasca e trascinarlo in un centro commerciale o in uno di quei negozietti di articoli per la casa pieni di suppellettili e cianfrusaglie senza alcuna utilità.

Sarebbe semplice ma, nonostante questo, non ha mai trovato il coraggio di farlo.

Tutto quello che avrebbe voluto dire a Castiel e che non gli ha detto forma una montagna talmente alta che il solo pensiero di scalarla basta a dargli le vertigini.

Prima di sgusciare via lascia la cassetta sul comodino, sperando che, in qualche modo, riesca a parlare per lui.

*

Da quel giorno, quasi senza rendersene conto, Dean si ritrova costantemente a tendere l’orecchio nella speranza di sentire delle note levarsi.

Le uniche risposte che ottiene sono il silenzio o, in alternativa, i radi rumori tipici del bunker – il vocio proveniente dalla televisione, il fruscio delle pagine sfogliate da Sam, lo scalpiccio che di tanto in tanto risuona oltre la porta della sua stanza e che lui, puntualmente, finge di non sentire.

In fondo, non aveva il diritto di aspettarsi nulla di diverso. Castiel gli ha offerto il suo cuore e lui si è girato dall’altra parte, come se si trattasse di un dono senza valore.

Il bello è che non è la cosa peggiore che gli abbia fatto. Non che sia facile fare una classifica: nel corso degli anni, lo ha ferito così tante volte e in così tanti modi che non saprebbe stilarne una. Aver calpestato i suoi sentimenti si colloca da qualche parte tra l’averlo sbattuto fuori dal bunker nel momento in cui aveva più bisogno di lui ed essere arrivato a tanto così dal'infilargli una lama nel petto quando ha provato ad impedirgli di diventare un mostro.

Probabilmente, la cassetta giace sul fondo del cestino della spazzatura assieme all’ammasso da cui quella montagna è costituita.

*

Dean scende dall’auto e raggiunge il cofano per tirar fuori le buste della spesa. È allora che la sente.

Per un momento crede di starla soltanto immaginando, ma il momento passa e la musica resta lì a suonare.

Si volta seguendone la scia e, quando scorge la macchina di Castiel parcheggiata dall’altra parte della strada, il cuore gli balza in gola come un proiettile sparato a tutta velocità.

I passi che percorre per raggiungerla sono pesanti come piombo.

Working from seven to eleven every night
It really makes life a drag


Apre lo sportello del passeggero, e si siede. Punta lo sguardo al di là del parabrezza prima che Castiel abbia il tempo di intercettarlo.

I don’t think that’s right
I’ve really been the best, the best of fools


Le immagini ispirategli da quei versi riaffiorano in un unico, accecante caleidoscopio, fuoriescono dall’angolo recondito in cui le ha sigillate etichettandole come fantasie che non poteva permettersi il lusso di concedersi – come privilegi che non gli spettavano.

I did what I could
‘Cause I love you, baby


“Ci ho messo un po’ a trovare uno stereo.” Tutt’a un tratto, le mani che tiene raccolte in grembo diventano la cosa più interessante su cui i suoi occhi si siano posati. Se si voltasse verso il profilo di Castiel, finirebbe per frantumarsi come cristallo. “Sam mi ha dato una mano a montarlo.”

How I love you, darling
How I love you, baby


“È stato gentile da parte tua.”

“No" risponde secco. Se c'è una cosa di cui è certo è che la gentilezza non rientra nel novero di cose con cui il gesto ha a che vedere. “Non lo è stato.”

My beloved little girl, little girl

All’inizio, Dean credeva che fosse riconducibile a pura e semplice vigliaccheria; dopo, s’è reso conto che a muoverlo era stata anche una buona dose d’arroganza. Non sa come altro definire l’aver creduto che quel nastro potesse avere un qualche valore a fronte dell’immensità di ciò che ha ricevuto dal giorno in cui è stato tirato fuori dall’Inferno.

Castiel gli ha dato il mondo e lui ha ricambiato con una stupida cassetta, pretendendo che se lo facesse bastare.

But baby, since I’ve been loving you 
I’m about to lose my worried mind


La stretta attorno al dorso della mano arriva all’improvviso e lo fa trasalire appena contro lo schienale. La musica diventa uno sfondo infinitamente lontano. “Sì invece.”

I’ve been working from seven, seven, seven to eleven every night
It kinda makes my life a drag


Le dita di Castiel serrano la presa per poi scivolare tra le sue. Dean rivolge il palmo verso l’alto in modo da facilitare l’incastro.

Since I’ve been loving you
I’m about to lose, I’m about to lose, lose my worried mind


“Anch’io.” Questa volta, è lui a rafforzare il contatto. “Anch’io ti---”

Just one more, just one more
Since I’ve been loving you


Si ferma, immette l’aria di cui ha bisogno per tornare a respirare.

Quello è un passo ancora troppo difficile da compiere.

Eppure, in qualche modo, sente di essere riuscito a dirlo. 
























Note
Versi e titolo sono quelli di Since I've been loving you dei Led Zeppelin che, sempre secondo Tumblr, fa parte della play list



 
  
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