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Autore: daimler    02/05/2017    13 recensioni
La storia di Natsu e Lucy due "amici" che si sopportano a stento solo per il bene dei loro amici in comune.
Una serie di eventi però li porterà a vivere a stretto contatto, contro la propria volontà, affrontando momenti di vita quotidiana, qualche avventura e forti emozioni inaspettate.
Questa è una storia che parla d'amore e di come a volte gli opposti si attraggono creando un bel po' di scompiglio!
[Nalu]
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-11-

-Dolce come sale, aspro quanto miele-

 

-Lucy:



~Il chiacchiericcio altisonante che si propaga intorno a noi, quasi non copre del tutto  la musica che suona imperterrita dall'interno del locale. Le porte che danno l'accesso alla terrazza sono state lasciate appositamente aperte per dare più spazio di movimento a personale e clientela e dal nostro tavolino, posizionato accanto a una delle balaustre che ne racchiude il perimetro, è comunque  udibile la canzone passata al momento, una di quelle latine, calde e provocatrici di movimenti maliziosi. Come un dolce sottofondo, si insinua tra le nostre chiacchiere sottoforma di muta osservatrice, in questa serata di sole donne, in un locale diverso dal Fairy Tail.
-Non è male questo Honey Bon- afferma Mira nel guardarsi intorno prima di rivolgerci un sorriso plateale, confermando la sua affermazione con mugugni positivi e gesti col capo da parte di tutte noi.
-Già, proprio niente male...- precisa Cana senza nascondere occhiate languide di puro apprezzamento verso i  tre barman dietro al bancone all'interno della sala, ben visibili dalla sua postazione. Le sue labbra cariche di rossetto fucsia si inarcano in un sorriso malizioso nel scorgere il movimento di bacino improvvisato di uno di loro nel shekerare abilmente un cocktail e -Si baby, muovi così i tuoi Honey Bon!- esulta l'istante dopo con tanto di pugno e braccio rotante a sottolinearne l'enfasi.
Il nostro tavolo sprofonda nel delirio  totale delle risate che la nostra pazza amica ci regala, era da un po' che non organizzavamo qualcosa solo tra di noi escludendo la presenza degli uomini e, complice quella loro sacra partita di poker mensile a casa Fullbuster, Juvia ha pensato bene di proporre un uscita tutta al femminile.
Le risate scemano di qualche grado, Mavis seduta di fronte a me tra Juvia e Mira, accarezza il suo pancione nel puntarmi lo sguardo addosso -Come hai scoperto questo posto?- mi chiede curiosa attirando l'attenzione delle altre già pronte a sentirne la risposta ma l'impatto di quella che dovrebbe essere un innocua domanda è traumatico, quasi non mi agito sulla sedia in uno sciocco balbettare.
-Perché non  l'ho già detto?- mento ridacchiando, salvata in corner dall'arrivo dei nostri cocktail. La giunta della procace quanto avvenente cameriera le distrae momentaneamente, apparsa in prossimità del nostro  tavolo, ha con sé il vassoio colmo dalle nostre ordinazioni. Il suo sorriso cortese accompagna i movimenti precisi nel porgerli, scomparendo poi, seguita dal mio sguardo,  tra il marasma di gente che affolla il locale.
E' una dolce distrazione quella di perdermi ad osservare la clientela, chiazze colorate e il vociare simile a un ronzio di vespe serve ad estraniarmi dalla realtà ma basta quel  sibilo civettuolo da parte di Cana che -Bionda- mi chiama canzonatoria facendomi inclinare il viso verso il suo -Allora, come hai scoperto questo posto?- aggiunge maliziosa in un atto di estrema curiosità.
La tensione torna ad assalirmi e priva di salivazione boccheggio una serie di mugugni soffocati, i volti delle mie amiche puntati addosso sono palesemente perplessi e curiosi e io non posso che buttare fuori la verità con imbarazzo mista a rassegnazione, perché già so che non mancheranno nel commentare.
Ma poi al diavolo! Non ho mica  commesso un delitto no? E loro sono le mie amiche quindi non mi faranno di certo un processo!
-Me l'ha suggerito Natsu- getto con un po' di vergogna percependo benissimo la perplessità che invade tutte loro, a Juvia sfugge un: -Ah- sorpreso, immediatamente, e malamente, camuffato dopo da un sorriso tirato.
-Tu che accetti consigli da Natsu?- esclama invece Cana, io che annuisco ostentando indifferenza -Be che c'è di male? Stavamo parlando di questa serata e mi ha proposto un locale-  borbotto con forse un po' troppa aggressività nel gesticolare.
-Mi sembra strano- si stringe nelle spalle lei, l'innocenza le caratterizza il volto solitamente piegato in un espressione da furfante.
-Sto scoprendo di lui lati sopportabili- affermo passiva riuscendo a cavarmela, Cana infatti fa spallucce dandomi tregua e, mentre io ringrazio mentalmente la sua scarsa tenacia in certe situazioni, lei suggerisce un: -Ragazze che ne dite di un brindisi?- nel sollevare il suo Cuba libre appena servito.
-A questa serata?- domanda Mavis con entusiasmo, tra le dita il suo cocktail assolutamente analcolico e un sorrisone a illuminarle il volto.
-Io direi alle nuove scoperte!- propone Cana rifilandomi un' occhiata intrisa di doppi significati. Incasso il colpo con un sorriso plastificato e il tintinnio conseguente ne conferma la proposta, i nostri sorrisi complici si mescolano al sapore dell'alcool, bruciante e fruttato mi invade il palato dopo la prima sorsata, defluendo dritto al cervello fino a dissolversi poi in tutto il corpo, lasciandomi piacevolmente rilassata.
-Ma Lucy non è l'unica ad aver fatto nuove scoperte, vero? - Questa volta è Juvia a prendere parola, incrocia le braccia sul tavolo nel sporgersi con il busto lievemente in avanti e rivolgere uno sguardo eloquente verso Mira e Cana, quest'ultima del tutto indifferente di fronte a quella affermazione malandrina.
-Juvia si chiedeva come vanno le cose con Bacchius- insiste l'azzurra dato il mutismo selettivo che sembra aver colpito Cana e la sua loquacità.
-Vanno, almeno per ora- si limita a rispondere con scarso interesse nel scuotere la chioma bruna e un sorriso mi sfiora le labbra, non posso dire pienamente di conoscerla quanto Levy, ma di certo abbastanza da affermare che Bacchius non è come i precedenti, che non è solo sesso ma forse qualcosina in più e Cana è troppo buffa nel fingere che non sia così.
Il mio sorriso si tramuta presto in qualcos'altro nel guardarla, le labbra si piegano in dolce conforto: è cosi bella e fiera ma sembra stia pensando intensamente a qualcosa tanto da estraniarla dal gruppo. Leggo benissimo nei suoi occhi  ciò che le sta passando in testa in questo momento, quella sua ostinazione nell'affermare che tra lei e Bacchius non ci sua nulla di serio non è altro che timore di accettare il cambiamento che le è scoppiato nel cuore.
Perché affrontare l'ignoto fa paura.
Perché trovarsi in piena rivoluzione a causa di unica persona fa tremendamente paura e  io ne so qualcosa, uno spasmo allo stomaco mi fa portare le mani sul ventre e stringere appena i lembi della canottiera.
Dragneel, maledetto te.
Mi sta succedendo la stessa cosa, la mia ostinazione nell'ammettere che non provo assolutamente niente al di là di un normale rapporto amichevole tra adulti, amicizia venuta a crearsi solo nelle ultime due settimane tra l'altro,  è solo paura di ammettere che Natsu... che forse Natsu, ecco lui forse mi piace.
-...Così mi ha chiesto che la cena potremmo farla direttamente a casa sua, vedere poi un film in lingua originale, parlando abbiamo scoperto di avere questo interesse in comune-  la voce trillante di Mira mi riporta alla realtà, ci vuole qualche secondo prima che metabolizzi il tutto e capire che la conversazione si sia spostata su di lei e quella sua pseudo frequentazione, per ora solo telefonica, con Laxus Dreyar.
-A-ah ma quale lingua originale ? Qui l'unica lingua che Laxus vuole sentire è un altra- ed eccola che Cana torna ad essere pervy-Cana, maliziosa schiocca la lingua e -Non è che il nostro produttore è molto bravo con il dritto e il rovescio, eh piccola Mira?- sogghigna posando il mento sulle dita incastrate tra loro, i gomiti ben puntellati contro il tavolino.
-Se la cava con tutte le faccende di casa ma non mi sembra proprio il tipo da cucito- replica lei nel picchiettare un dito sul mento con fare pensoso. Incredula di fronte a tanta ingenuità sospiro salvo poi sorridere intenerita.
Beh Mira è fatta così e noi le vogliamo un gran bene.
Dalla sera dell'esibizione dei Grimore Heart, lei e Laxus si sono sentiti parecchio e a quanto pare l'interesse del bel tenebroso nei confronti della nostra Mira non si è ancora spento. Qualcosa scatta a molla nel mio cuore nel ricordare la sera della trappola organizzata a Laxus, la mente viaggia veloce, ritorna a due giorni fa, in quel parco giochi abbandonato e ancora una volta non posso che pensare a lui e a quel quasi bacio... un brivido serpeggia lungo la mia pelle nel prendermi a morsi il labbro inferiore.
Non che me ne sia pentita! ovviamente! E' stata la scelta giusta e fortunatamente le cose tra di noi non solo assolutamente cambiate dopo quel momento mancato, anzi.
Da quando io e Natsu conviviamo litighiamo di meno, ci piace passare il tempo insieme come mangiare, guardare un film o semplicemente parlare e quello che è successo a Clover non ha per nulla influenzato il nostro rapporto.
Anche se...
Anche se ho l'impressione che Natsu il più delle volte si sia trattenuto con me negli ultimi due giorni.
Il gomito di Cana conficcato in una costola serve benissimo a riportarmi nuovamente alla realtà -Eih sei dei nostri?- soffia scocciata osservandomi con sospetto.
-Si- ed esce in maniera sicura nonostante le immagini di Natsu e i suoi occhi stupendi a torturarmi la mente, ma stasera sono con le mie amiche e non posso permettere di essere assente, queste serate tutte al femminile sono una tale rarità!
E mentre Mavy spiega alla nostra bimba cresciuta solo in altezza a cosa Cana si riferiva realmente, lei mi bisbiglia qualcosa nell'orecchio.
-Uno dei camerieri ti fissa in continuazione- mi dice sottovoce senza farsi sentire dalle altre, indicandomelo con un cenno del capo. Istintiva e curiosa inclino lo sguardo dove quello di Cana suggerisce.
-E' carino- mi fa presente con un sorriso malizioso -Se vuoi posso aiutarti ad agganciarlo quando passa- aggiunge in un ghigno che è tutto un programma.
Ma mugugno incerta e -Si è carino- confermo piatta -Ma sta lavorando e non credo voglia essere disturbato- liquido la faccenda nel distogliere lo sguardo su di lui e dare una sorsata al mio drink. L'alcool torna bruciante ad invadermi la gola ma qualcosa distrae il mio rituale, avverto come una strana presenza incombere su di me e, sollevando solo gli occhi in direzione della fonte oscura e attrattiva, trovo lo sguardo di Cana accigliato e puntato  direttamente su di me.
-Che c'è?- le domando sorpresa e con la cannuccia ancora incastrata tra i denti ma continua a fissarmi finché non inarca un sopracciglio -Non vuole che lo disturbiamo?- ripete meccanicamente dandomi un certo senso di disagio.
-Lucy, io potrò non essere sempre la persona più sensibile e discreta del mondo e a volte manco di sottigliezza ma se c'è una cosa che conosco sono gli uomini e quello...- sbotta non accorgendosi di aver alzato un po' i toni attirando l'attenzione delle altre, indicando con decisione il cameriere con il pollice senza voltarsi -...vuole essere molto più che disturbato da te!-
Resto basita e senza parole e quasi non mi viene uno spasmo quando -Mi sa che sei tu quella che non vuole essere "disturbata"- afferma stizzita nel mimare nell'aria il segno delle virgolette.
-Non ho detto questo!- riesco solo a rantolare dopo aver ingoiato aria a vuoto ma il suo sguardo si fa maledettamente eloquente e -Di la verità, ti stai facendo "disturbare" da qualcun' altro...- insinua sospetta  senza celare quel suo ghigno dispettoso.
Nuovamente senza fiato, resto in silenzio spostando lo sguardo sulle altre e dalle loro espressioni sembrano tutte perfettamente d'accordo con Cana -Ultimamente sei sempre pensierosa- mi fa notare Mavis senza alcun tipo di rimprovero nella voce, Mira annuisce e Juvia allarga un sorriso.
-Anche Juvia ha notato che Lucy è diversa in questo periodo- prende parola mentre il mio cuore martella furioso alla consapevolezza che le mie amiche si sono accorte di tutto -E si chiedeva se forse lui la stesse disturbando più del solito ultimamente- sfarfalla le ciglia nel dirlo.
-Ma lui mi disturba sempre lo sai!- sbotto ormai colma di esasperazione, perché ho un maledetto bisogno di parlarne -E che prima mi disturbava in un modo e ora in un altro, mi sta mandando al manicomio!- piagnucolo gesticolando, così presa dal momento sfogo da non badare di come la faccia di Juvia sia diventata una maschera di totale stupore.
-Juvia non pensava che foste già arrivati a quel punto, che fosse quel tipo di uomo ecco...- mormora incredula lasciandomi spiazzata, perché dice così? Dai, come se anche lei non conoscesse Natsu...
-Guarda senza nulla togliere a Bacchius, con cui NON ho una relazione- interviene Cana a braccia conserte -Io non sarei così scocciata di venire spesso disturbata nell'altro modo! Al di là del fatto che  penso davvero che a questo mondo la gente dovrebbe fare più sesso, Lucy compresa!-
La situazione sta degenerando, Mavis rotea gli occhi al cielo, Mira mi guarda senza lasciar trasparire se ha capito o meno e Juvia scalpita sulla sedia.
-Cana ma che dici? Dan è un gentiluomo!- esclama.
Dan. Parlava di Dan.
E se Cana aggrotta le sopracciglia dato che non conosce il fantomatico Dan, io deglutisco ridacchiando poi istericamente, subito dopo mi ritrovo a scansare con la bocca la cannuccia e tracannare direttamente l'intero cocktail in un gesto dettato dal nervosismo.
Ma si può essere così sceme?! No, ditemelo!
-Dan è un cardiochirurgo del Magnolia Hospital, affascinante, carismatico e da qualche tempo ha messo gli occhi su Lucy...- spiega Juvia,  continuando in quella sequela di complimenti rivolti tutti al dottor Straight, non risparmiando di mettermi in imbarazzo -..Insomma per te è perfetto Lucy, e Juvia crede davvero che formereste una bellissima coppia!- spicciola in quello che sembra quasi uno slogan da pubblicità.
Mugugno soltanto in una sorta di affermazione poco certa, Dan non sta più nei miei pensieri da troppo ormai per considerarlo un interesse, ma preferisco tacere e non dire nulla a Juvia, lei ci terrebbe molto e devo anche ammettere che con me non si è mai sbagliata.
Fu lei a presentarmi Loki...
Con le labbra ancora incollate tra il bordo di cristallo, la stessa inquietante presenza che ho avvertito poco fa, torna nuovamente a incombere su di me e non mi stupisco, una volta sollevato gli occhi, di trovare lo sguardo di Cana accartocciato in un mix di certezza e perplessità.
Restiamo a guardarci solo qualche istante prima che i suoi occhi si sgranino, colta dall'illuminazione folgorante Cana spalanca la bocca e -Oh mio Dio stavi parlando di Na...- ma le mie mani portate a tapparle quella boccaccia, interrompono brutalmente la sua esclamazione impedendomi così di uscire allo scoperto.
-Ti prometto che ti dirò tutto appena siamo sole- bisbiglio in preda alla disperazione, stringendo forse un po' troppo i palmi intorno al suo viso, la sento mugolare sull'orlo del soffocamento e, quando avverto gli sguardi di Mira, Juvia e Mavy guardarci con perplessità, mi scollo da Cana ridacchiando nervosa.
-Aveva una sbavatura di rossetto- gracchio bugiarda cercando di essere convincente ma è Cana a tirarmi fuori dai guari, mi lancia una rapida occhiata complice -Ma Mavis non ci hai ancora raccontato come è andata l'ultima ecografia!- esclama stendendo un palmo verso di lei che quasi non sussulta data la foga con cui ha esordito -Zeref ha pianto di nuovo?- aggiunge annuendo d'interesse nel registrare le prime informazioni.
E' un ottima strategia quella di chiedere a Mavis novità sul bebè, una volta che incomincia a parlarne diventa un fiume in piena.
Schiocco uno sguardo di puro ringraziamento a Cana, lei nasconde un ghigno storto  nel stringere le labbra e rivoltare poi lo sguardo verso le altre, so che appena saremo sole mi toccherà raccontarle tutta questa follia.
Faccio in tempo a sentire dire a Mavy che questa volta Zeref è riuscito a trattenersi almeno i primi cinque minuti, prima che il ronzio proveniente dalla mia borsa mi faccia sussultare  e cercare con foga lo smartphone all'interno.
Mi accorgo interrogativa che un numero non presente nella rubrica mi ha mandato un sms, per la precisione tre di fila. Con il pollice scorro lungo la schermata e aggrotto le sopracciglia nel leggerne il contenuto:

-Scommetto che le stelle stasera sono poche da contare.
-Ma ti immagino comunque con il naso all'in su, tra Cana già ubriaca e Mavy che parla ininterrottamente di fagiolino.
-Io intanto penso a come spennare fino all'ultimo centesimo Zef e Gray, augurami buona fortuna.

E' Natsu, non c'è dubbio e senza volerlo sorrido, senza volerlo mi sento felice e porto le dita a mordicchiarle tra i denti maliziosa mentre penso a cosa potrei rispondergli.
Ma aspetta un momento! Come fa ad avere il mio numero?!
 

 

-Natsu:


-Arrivo!- esclamo spazientito nel registrare in lontananza l'ennesimo ringhio  di Gray perfettamente udibile dal salotto, in un gesto secco apro lo sportello del microonde tirando fuori i nachos caldi caldi. Un paio di imprecazioni rotolano fuori dalla lingua nel scottarmi le dita tramite la porcellana rovente e, abbandonando malamente  la ciotola sul tavolo, ritorno ad occhieggiare il mio  smartphone, sorridendo  nel scorgere sull'angolo a sinistra quella notifica di un sms in entrata.
E' lei ne sono sicuro, Lucy mi ha risposto.
Poggio i gomiti sul ripiano della cucina in una posizione più comoda  mentre un ghigno mi deforma le labbra nel aprire il messaggio.

-Qualcuno dovrà darmi una bella spiegazione quando torno a casa ma tranquillo, ti sei già fatto perdonare, il posto è stupendo.
Grazie e buona fortuna.

Poche parole le sue ma che mi riempiono il petto di buone sensazioni, le dirò dopo che il numero l'ho rubato dallo smartphone di Zeref, il mio pollice oscilla appena sulla la tastiera ma senza toccarla perché un pensiero mi distrae: cinque anni che ci conosciamo con Lucy e solo ora mi ero accorto di non avere il suo numero in rubrica, tanto meno lei il mio.
A nessuno dei due non è mai interessato avere quello dell'altro.
Resto a fissare lo schermo mentre penso a qualcosa che, concepirlo ora,  sembra davvero assurdo: perché non riuscivamo ad andare d'accordo? Insomma io sono uno spasso e lei non è poi così male... anzi Lucy non è male per niente.
Mi mordo un labbro e le immagini di lei che si scosta tornano a bruciare in mezzo al petto, scrollando la testa per non pensare più a quella mezza delusione, le digito di fretta uno smile che la fa l'occhiolino e già me la immagino sorridere mentre avanzo verso il salotto, dove il tavolo adibito per la nostra partita di poker, ci aspetta.
Mi ero ripromesso di non pensarci più e sopratutto fingere che la cosa non abbia per nulla infastidito o destabilizzato la mia sanità mentale... è solo che...
E' solo che ero convinto di interessarle in quel senso e quel momento era così perfetto, o almeno mi era sembrato, tanto che la voglia di baciarla non era  stata dettata per nulla da una qualche stupida strategia, io volevo semplicemente farlo.
Volevo sentirmi Lucy addosso.
Tra le dita sorreggo ancora il mio smathpone quando, arrestando il passo nel sentirmi osservato, mi fermo in centro al salone sollevando il mento verso Gray che accigliato mi guarda, come a studiarmi da parte a parte.
-Be?- chiedo in un mugugno interrogativo nel sollevare le spalle mentre i suoi occhi si assottigliano fino a ridursi a due sottili fessure, seduto accanto a Zeref entrambi hanno già preso posto ma deve ancora arrivare il nostro quarto uomo per iniziare a giocare.
Sto per farglielo presente prima che mi colpevolizzi ma -Perché ci hai messo tutto questo tempo?- domanda gelidamente.
-Gray,  i nachos hanno il loro tempo di cottura-  replico infastidito.
-Magnifico! Peccato che non vedo nessuna patatina all'orizzonte!- borbotta teatralmente facendomi sbottare un:- Harg!- e battere le mani sulle cosce.
Ho dimenticato di portare la ciotola con me!
-Di la verità! Eri al telefono con qualcuna-  insinua ma la sua voce si fa sempre più lontana, voltandogli le spalle senza rispondergli sto già ripercorrendo il salotto e giunto in prossimità della cucina, arraffo la ciotola dei nachos  con velocità nell'avvertire il suono acuto del campanello, dirigendomi l'istante dopo verso la porta d'ingresso dei Fullbuster.
A Gray di certo non dispiacerà se faccio gli onori di casa al posto suo e poi sono stato io ad invitarlo a giocare, senza Gajeel a noi mancava il quarto uomo e chiederlo a lui mi è sembrata una buonissima idea e, ora che è arrivato,  è tempo di iniziare la partita senza più spazio per le distrazioni.
Lo scatto della maniglia precede la visione della sua immagine, con le mani in tasca e un espressione severa mi grugnisce una specie di saluto.
-Ciao Laxus-  rispondo io addossandomi sullo stipite per lasciarlo passare, si guarda intorno e -Patatina?- lo incalzo, sporgendo la ciotola verso di lui che guarda in una smorfia tra lo scettico e il semidisgustato -Forse dopo- mormora.
-Vieni ti faccio strada- dico sgranocchiando un nachos e frettando i passi - Fortuna che eri libero questa sera, senza il quarto uomo non se ne sarebbe fatto nulla- borbotto ripensando a come ho quasi sfiorato l'annullamento della nostra partita mensile nonché mia fonte di guadagno d'emergenza.
Se i Grimore Heart non si sbrigano a firmare un qualunque tipo di contratto con la Fairy Heart, finirà che farò la fame a fine  mese...
-Sai, sono contento che siamo diventati amici- me ne vengo fuori dal nulla, un'altra patatina masticata tra le mie parole.
-Dragneel, io e te non siamo amici- sibila.
-Ma scommetto che lo saremo presto, vero? Mira non fa altro che parlare di te- soffio con un'innocenza che non mi appartiene. Ghigno nel vederlo irrigidirsi, il suo fiato che si mozza e -Be ci stiamo solo frequentando per ora- sussurra con imbarazzo.
Un altro paio di passi e Laxus si schiarisce la voce -Le ho chiesto di uscire domani sera- mi confessa e io gli rifilo un occhiata seria perché,  per quanto il produttore musicale Laxus Dreyar abbia in mano il mio prossimo profitto, di certo non lascerei mai che una delle mie amiche soffra a causa di un idiota.
La sua mano che va a posarsi appena sul mio petto mi ferma dal proseguire, sorpreso il mio sguardo segue la traiettoria del suo braccio fino a risalire agli occhi che in un miscuglio di grigio e tenebra aspettavano i miei.
-Mira mi piace sul serio-
Faccio spallucce -Del resto non saresti qui se non ti importasse tanto di lei- commento atono sciogliendo il tutto in un sorriso.
Laxus non è un idiota e da come mi guarda ho capito bene che non è quel tipo di persona.
-E comunque sei il secondo che asserisce che non siamo amici, la cosa non mi spaventa- aggiungo in una nota sarcastica nel lasciarmelo dietro le spalle e indirizzarmi verso il salone, ghignando  nel pensare a chi me lo ha detto per prima.
-Zeref, Gray, lui è Laxus- lo presento  indicandolo con il pollice puntato oltre alle mie spalle,  nel prendere posto la ciotola dei nachos finisce in mezzo al tavolo, tra le bottiglie di birra e le fish sparse qua e la. Affianco Zef intento a dare le carte -Senti fratello- lo chiamo in un bisbiglio e, attirando la sua attenzione, nascondo il labiale dietro al ventaglio di carte per impedire che Gray e Lax mi sentano -Ho 30 jewels sul conto... non è che potresti evitare di vincere stasera?- gli suggerisco in un sorrisone cuccioloso nel tentativo di convincerlo.
La sua abilità a poker è sorprendente, mi chiedo perché sia uno dei membri ufficiali del nostro gruppo di gioco dato che con lui non c'è quasi mai partita.
 -Natsu. Non intendo barare per farti vincere- mi risponde in modo glaciale ma -Non ti sto dicendo di farmi vincere ma di non vincere tu- replico strategicamente -Lascia il gioco  a me, Gray e Lax- dico indicandoglieli con gli occhi -Voglio vedere come gioca, magari lui potrebbe essere il nostro quarto ufficiale- borbotto realmente stanco e Zef sembra essere sulla mia stessa lunghezza d'onda.
Da un anno a questa parte è diventata quasi un'impresa trovare un giocatore fisso che sostituisca la mancanza di quello che era il nostro quarto uomo ufficiale e non parlo di Gajeel ma di Loki.
Inconsciamente i miei occhi si spostano verso un angolo del tavolo, solitamente occupava quel posto  e quasi non mi sembra di vederlo: il ghigno perenne, la postura impeccabile, le carte in mano e quella complicità con Gray, senza volerlo formavamo due squadre...
Dopo la sua partenza è stato un disastro dietro l'altro: la totale incapacità di Alzack, l'assenza mentale  di Gajeel per non parlare di quella fisica a causa dei tour,  l'incompatibilità nel socializzare di Lion, il cugino di Gray.
E Loki mi è mancato parecchio finora, ma stasera forse un po' meno.
-Va bene-  il sussurro stanco di Zeref viene registrato in modo lontano e ovattato, girandomi ghigna storto -In cambio verrai a cenare da noi nel fine settimana- sentenzia creandomi uno spasmo.
-Mi stai ricattando?- sputo indignato.
-Sto comprando l'affetto di mio fratello che è ancora più triste- borbotta, inarcando un sopracciglio verso di me a quel richiamo di Gray.
-Si, iniziamo- sbiascico un po' contrariato accettando così le richieste di Zeref ma ora non c'è più spazio per pensieri scuri: una luce ardente accende i miei occhi e un ghigno spavaldo si fa spazio tra le labbra, devo assolutamente vincere stasera!
 

***

 
Sarà mezzanotte, forse poco più. La fresca brezza serale mi accarezza la pelle scoperta delle braccia ed è un timido brivido sordo quelle che mi percorre la schiena, fino alle scapole, scuotendo appena tutto il mio corpo. Con la mano libera digito di fretta l'ennesimo sms e, una volta inviato a lei, in un battito veloce di polpastrelli blocco lo schermo riponendo lo smartphone nella tasca retro dei jeans.
Riporto le dita a frugare nel sacchetto di carta tenuto con quelle dell'altra mano, osservando con indifferenza le caramelle gommose che stanno  all'interno, pescando poi  un delfino ma un ghigno mi sfugge nel mangiucchiarlo quando, ormai, la figura di Lucy è a solo pochi centimetri da me.
E' bastato percepire il profumo buono del suo corpo per sentire la sua presenza.
Inclino lo sguardo verso il suo e -Oh Lu! Caramella?- esclamo come se fossi realmente sorpreso di vederla, sporgendo il braccio verso di lei che dritta sui tacchi alti se ne sta a braccia conserte sul petto e un espressione eloquente a decorarle il volto.
Tra le dita sorregge ancora il suo cellulare, probabilmente ha appena letto il mio messaggio, quello che le diceva di guardare a destra appena fosse uscita dal locale.
Cerca di non sorridere ma non ci riesce, le sua labbra lucide di alcool sono sollevate verso gli angoli in alto  -E tu che ci fai qui?- mi domanda sorpresa, ma cazzo non me lo sto immaginando, le brillano gli occhi e questo mi basta per farmi sentire stupidamente bene.
-Passavo di qui- mugugno nel stringermi tra le spalle ma serve poco a convincerla.
-Certo, casa nostra è dall'altra parte della città- fa infatti, ragion per cui stava andando via in taxi e non con le altre, le avrebbe costrette a fare un giro troppo lungo e ormai credo di aver conosciuto la vera pasta di cui è fatta Lucy.
Si preoccupa sempre per gli altri...
I suoi occhi profondi  mi regalano un brivido, no forse è stato di nuovo il vento e mentre lei mette via il suo cellulare piegando il capo verso la borsetta, io ne approfitto per scuotermi e riempire il petto di aria.
Mi sento strano.
-Be dato che ero da queste parti ho pensato di venirti a prendere- blatero in una bugia, in realtà è un altra la missione in cui intendo uscire vincitore questa notte.
Lei non risponde, allunga le dita e  in uno stropicciare di carta fruga nel sacchetto, si avvicina e io mi schiaccio contro la carrozzeria della mia macchina quando Lucy sfiora il mio petto con il suo seno, il calore mi invade lo stomaco fino a scendere un po' più giù.. merda.
Lei non sembra accorgersi di ciò che mi sta causando perché troppo intenta a rovistare tra le caramelle, aggrotta le sopracciglia e -Non trovo le liquirizie, mangio solo quelle- afferma, le dita ancora fiondate nel sacchetto salvo poi bloccarsi e guardarmi un po' smarrita quando -Non le ho prese, sono le uniche che non mangio- mormoro.
-Ah- soffia scostandosi, mentre l'evidente differenza tra di noi torna sottoforma di schiaffo in faccia e imbarazzante silenzio ma che dura poco perché il rumore della carta che mi scoppietta tra le dita riempie quell'attimo di imbarazzo, schiacciando il sacchetto lo appallottolo tra le mani buttandolo poi sul sedile posteriore -Be che ne dici di andare?- taglio corto.
Devo ricordarmi di prendere anche le liquirizie la prossima volta..
La sento annuire in un mugugno, sistemandosi meglio la borsa sulla spalla fa per raggiungere il lato del posto passeggero ma -No- le intimo cogliendola di sorpresa. Colma di stupore aggrotta le sopracciglia -Pensavo avessi detto che..-
-Guida tu- la interrompo mostrandole il mazzo delle chiavi nel ciondolargliele davanti al naso.
Lucy batte un paio di volte le palpebre e, passato un paio d'istanti ad osservare le chiavi come a focalizzarle meglio, sposta il suo sguardo mezzo sconvolto sul mio, mugugna qualcosa e so benissimo che inizierà a inventare una serie di frottole senza senso.
Ho capito cosa realmente la turba e voglio andare fino in fondo in questa storia.
-Ho bevuto- sputa infatti.
-Non mi sembri ubriaca- obbietto alzando le spalle -Ho bevuto anche io per la cronaca, dai è solo da qui fino a casa- insisto notando la frustrazione crescere a dismisura sul suo viso, in silenzio mi guarda implorante ma -Lu l'ho capito, tu hai paura di guidare- affermo ma non è un rimprovero il mio.
Sembra avere uno spasmo da come sgrana gli occhi e -Non ho paura! E che non guido da un po'...- sbotta con voce tremante. Piego il capo di lato -Da quando per la precisione?-
-Da un po'...- minimizza svolazzando una mano, arrendendosi di fronte al mio sguardo eloquente -Poco dopo aver preso la patente- ammette con imbarazzo -E che da sola alla guida vado in panico, ok?- si giustifica sbraitando un po' ma io le sorrido e forse serve un po' a calmarla o a sorprenderla non so, fatto sta che Lucy di colpo sembra meno tesa.
-Ma non sei sola, stanotte ci sono io con te- aggiungo scuotendo il polso, il tintinnio delle chiavi che vibra nell'aria la scuote da chissà quale pensiero, per un attimo mi è sembrato che Lucy non fosse più qui vicino a me ma immersa in qualcos'altro.
-Natsu.. non mi sembra una buona idea- mormora.
-O dai! Non puoi avere paura di una cosa  così stupida!- esclamo indicando l'auto con un palmo -Sei un chirurgo no?-
-E che c'entra?-
-Insomma, smuovi  i cervelli!  Per  non parlare delle tracheotomie con le penne e i trapianti d'urgenza senza anestesie-  elenco contando le informazioni sulle dita di una mano ma lei incrocia le braccia al petto, una smorfia scettica descrive la sua espressione.
-Credo che tu abbia una visione al quanto distorta sulla chirurgia- sentenzia austera facendomi storcere il naso.
-L'ho visto in Gray's Anatomy- asserisco alzando le spalle.
-Segui Gray's Anatomy?-
-Sì, mi piace un casino!-  esclamo ridente -Tu?-
-Non lo guardo... mi fa impressione- replica senza celare quel brivido di disgusto nel strizzare un po' gli occhi e la cosa mi sorprende a tal punto da lasciarmi attonito e: -Ti fa impressione?... sicura di essere un chirurgo?- dire in un mormorio stupito e fottutamente sincero.
E Lucy sbuffa infastidita, fa per voltarsi e indirizzare i passi verso la postazione del servizio taxi poco lontana da noi ma -Ei no, scherzavo dai!- la blocco prendendola per un braccio, facendola rivoltare verso di me.
-Volevo dire che  sicuramente farai cose incredibili ok? Non puoi avere paura di questo- la sprono, lei che sembra rimuginarci su e poi fa quello sguardo e mi sento strano, di nuovo.
Lucy ghigna -Perché ti interessa così  tanto che io affronti una delle mie paure?- soffia,  le sue labbra restano schiuse e pensieri proibiti mi pungolano -Perché so che posso aiutarti-  dico senza smettere di guardarla negli occhi, le mia dita lasciano una carezza sulla pelle liscia del suo braccio nel scostarle da lei e portare la mano lontano da Lucy prima che l'insana voglia di fiondarla tra i suoi capelli ceda alla tentazione.
Lei non vuole questo da me, a malapena abbiamo costruito un'amicizia e non voglio rovinare tutto perché sono terribilmente ingrifato.
Indecisa si morde l'interno di una guancia,  le mimo un muto: -Dai- supplichevole e serve finalmente a farla cedere anche se, nell'infilarsi in auto nel posto guidatore, Lucy mormora sottovoce una serie di insulti verso il mio indirizzo, ma io sono troppo felice nell'essere riuscito a convincerla per badare a quei: -Idiota, mi hai fregato...-
Entrambi ci ritroviamo uno seduto accanto all'altro -Saranno appena quindici chilometri, prenderemo la strada secondaria che a quest'ora sarà sicuramente deserta e...-  faccio per dire nell'allacciarmi la cintura ma il totale mutismo che arriva dall'altra parte attira la mia attenzione, voltando lo sguardo trovo Lucy come caduta in trans, osserva smarita innanzi a sè il volante neanche fosse uno di quei test di trigonometria che Zeref propina ai suoi studenti.
-Un passo alla volta, ok?-  soffio tentando un tono neutrale che non le metta agitazione -Frizione, freno e acceleratore- le indico in ordine dopodiché l'aiuto a sistemare gli specchietti in modo che siano disposti secondo la sua visuale e infine le luci, nel sporgermi verso la levetta apposita per l'accensione  però, accidentalmente le palpeggio  il seno con una mano nel ritrami.
Porca zozza è stato accidentale, giuro! Sono talmente imbarazzato da avvertire il calore della vergogna sprigionarsi rapidamente sulla mia faccia, da quanto tempo non arrossivo?
E' questo silenzio non aiuta.
-Non l'ho fatto apposta- dico soltanto in maniera asciutta  senza neanche riuscire a guadarla ma Lucy mormora -Fa niente- anche se con poca voce.
Entrambi siamo troppo tesi, lei per l'imminente guida io per la sua vicinanza... ma che cavolo! Nemmeno nell'adolescenza ho avuto così tanta soggezione nell'approcciare con una donna ma con quel bacio mancato, Heartphillia ha completamente rimescolato le carte in tavola.
Con lei è sempre un incognita, ogni mia strategia è vana contro Lucy.
Un rumore di colpi bruschi e metallici mi catapulta in macchina, inclinandomi verso la fonte scorgo le mani tremolanti di Lucy tentare di centrare la fessura dell'ancoraggio in modo da allacciare la cintura di sicurezza, borbotta qualche parolaccia sapientemente censurata e, dopo il terzo porca paletta, decido di darle il mio supporto.
Si blocca di colpo quando le mia mani avvolgono le sue -Devi stare tranquilla- le sussurro, aiutandola ad incastrare la fibbia di metallo nell'apposito aggancio, i suoi occhi bellissimi rapiscono i miei in questo istante di complicità. Le accenno un sorriso che non ha nulla di malizioso o strategico,  è solo un sorriso e lei, annuendo con più sicurezza, porta le mani sul volante.
-Sono pronta!- esclama  nel mettere in moto e quel mio bel sorriso raggiante si plastifica al suono fin troppo rombante del motore -Ops, forse ho schiacciato troppo sull'acceleratore- si scusa guardandomi di sottecchi mentre la mia mano si posa sul freno a mano nel spingere la leva verso il basso -Questo è meglio toglierlo se vogliamo partire- l'avverto tentando la voce calma.
Lucy annuisce  guardandomi un ultima volta, dopo di che punta gli occhi verso la strada avviando l'auto con fare riluttante, incespica un po' con i pedali provocando un guida singhiozzante e incerta e  dal potere poco rassicurante, la mia mano va stringere compulsiva la cinghia che mi stringe sul petto mentre l'idea che forse, ho appena fatto una cazzata nel propormi come istruttore improvvisato, incomincia a invadermi mente e viscere.
 

L'aria fresca che arriva dal finestrino aperto mi sferza il viso, colpi di vento frustano il mio braccio per metà cadente fuori dallo sportello regalandomi piacevoli brividi sulla pelle. Devo ammettere di essermi allarmato per nulla perché Lucy, dopo un iniziale partenza poco convincente, ha mantenuto una guida piuttosto stabile ed ad ogni minuto che passa, sembra essere sempre più sicura, riesce a cambiare  le marcie senza più insaccare   il cambio.
Siamo rimasti in silenzio per quasi tutto il tempo, la radio è accesa e "The scientist" suonata di noi.
-Se penso che non ho guidato finora! E' così facile n0?- esclama e voltandomi a guardarla la trovo ridente, la vista ancora attentamente posizionata sulla strada deserta, i capelli sciolti le ricadano quasi fino al ventre, non mi ero mai accorto che li avesse così lunghi. Lucenti anche di notte, svolazzano appena.
-Potremmo fare altre guide finché non ti senti più sicura- le propongo placidamente, la proposta viene accetta con un rapido movimento del capo accompagnato da un sorriso.
Lucy sembra una bambina, basta poco per renderla felice.
E' cosi attenta a guidare che non fa attenzione al mio sguardo fin troppo duraturo posato su di lei,  non c'è un solo dettaglio del suo corpo che la mia vista ingorda non catturi: il ventre piatto, i seni gonfi, quel suo lento respirare che da un ritmo cadenzato al torace, su e giù.. su e giù..
Mi ipnotizza trascinandomi in pensieri pericolosi, come quella sera quando ho frainteso tutto.
Nessuna donna ha mai rifiutato un mio bacio e se Lucy l'ha fatto è soltanto perché per me non prova nulla che semplice simpatia, accettarlo mi fa talmente schifo che digrigno i denti ma è solo fastidio giusto?  Ego maschile.
Non quell'altra cosa, no.
-Natsu...- mi chiama ridestandomi e innescando in me un stato di allerta, il suo tono sembra improvvisamente insicuro e anche l'espressione del viso è notevolmente cambiata -Cos'è quello?- mormora indicando con lo sguardo  preoccupato quel che ora è solo una sagoma nera che immobile se ne sta in centro alla carreggiata.
In un paio di metri scorgo meglio la figura che si presta difronte a noi e che sembra non abbia nessuna intenzione di spostarsi e scrutando meglio i dettagli, anche grazie all'immediata vicinanza, riconosco subito con stupore di cosa si tratta, non c'è dubbio! Quella palla di pelo grigiastra sollevata sulle due zampe non è nient'altro che
-Il procione!- urlo in una esclamazione goliardica nel sorridere  -Ora mi crederai ch... Lucy?!-  faccio vittorioso nel voltarmi verso di lei ma pietrificarmi seduta stante nel percepire dal suo viso lo smarrimento misto a terrore.
-Che Dovrei fare?!- urlacchia stringendo le dita spasmodicamente intorno al volante mentre un primo stato di panico l'assale totalmente.
-Frena- riesco solo a dire tentando il tono calmo  notando la vicinanza a quel stupido procione che non si accinge a spostarsi, farsi sempre più ridotta perché Lucy non accenna a rallentare.
-Non mi ricordo qual' è!- strepita infatti.
-Quello in mezzo!- le dico, ormai la voce è ridotta a un ringhio ma -Quale?- grida. Non c'è più tempo e agendo d'impulso, mi levo la cintura avvolgendo le scapole di Lucy con un braccio mentre con la mano dell'altro prendo possesso del volante girandolo bruscamente dalla parte opposta.
Lo stridio delle gomme  sull'asfalto mi riempie le orecchie in un fischio assordante e chiudendo gli occhi mi stringo su Lucy. Un attimo dopo lo schianto, fortunatamente n0n troppo brusco, dell'auto contro un cespuglio di rovi, arresta la nostra corsa.
 L'airbag è esploso e io mi ritrovo spalmato su Lucy -Siamo morti?- mugola  sgusciando il viso dal mio torace, ha le dita conficcate nelle mie scapole e labbra vicine, dannatamente troppo vicine alle mie. Ancora avvolta nel mio abbraccio e in cerca di risposte -Non credo- mormoro ma credo sul serio che se il paradiso avesse forma e odore sarebbe come il corpo morbido di Lucy, schiacciato contro il mio.
E' folle ma la mia mano si muove da sola, le dita si arrampicano sulla sua schiena, esplorano la pelle fresca al di sotto degli indumenti e Lucy sgrana gli occhi, si irrigidisce ma rimane a guardarmi -Sarebbe stato un bel modo di morire non trovi?- sussurro  ridente e rapito dai suoi occhi.
Non sto ghignando, non lo sto facendo apposta, non la sto toccando così per qualche stupido motivo di rivalsa o conquista, sta solo succedendo e io non mi sono mai sentito così leggero come in vita mia.
Questo momento non è per nulla paragonabile a quello di due giorni fa, è diverso, io mi sento diverso.
-Il procione...- fa lei facendomi accigliare, preme una mano sul mio petto, sento i suoi polpastrelli contro il tessuto di cotone della maglietta  regalandomi una piacevole sensazione-Come sta?- domanda deglutendo, voltandomi di scatto noto in tempo il procione sgattagliolare via dalla strada e in un salto, scomparire tra la vegetazione che costeggia la carreggiata oltre il guard rail.
-Sta bene- la rassicuro accarezzandole il fianco con il pollice -E tu?- domando nell'afferrarle il mento con l'altra mano e portare il suo viso vicino al mio come se non fosse già abbastanza data la costrizione dell'airbag,
-E' strano- mugugna facendomi corrugare le sopracciglia - Un procione a Magnolia- solleva gli occhi riflettendo sulla faccenda lasciandomi appena attonito e anche infastidito, è possibile che io non le faccia nessuno effetto? Le mani scivolano via dal suo corpo -Forse è  scappato dallo zoo- commento asciutto nell'afferrare la levetta della portiera e spalancarla con fatica, districandomi da lei attento a non farle male.
Le prendo la mano aiutandola a scendere ma è un contatto appena accennato il mio, sbrigativo sciolgo la morsa dalle sua dita portano le mani sui fianchi nel constatare i danni che ho difronte a gli occhi, sento i suoi posarsi su di me come a scrutarmi interessata e anche un po' smarrita.
-Credo sia andata- getto rivolgendogli un'occhiata veloce, Lucy solleva il mento solo dopo qualche istante passato ad osservarsi le mani intrecciate tra loro -Mm?- domanda in un mugugno.
-La macchina, è andata- ripeto voltandole le spalle e infilandomi solo per metà nell'auto, pestando un piede sulla frizione nel provare a metterla in moto ma senza successo-Merda- impreco sottovoce ma nonostante la situazione al quanto drammatica, il pensiero su Lucy non si dissolve, la sensazione che la sua mente sembra altrove, invade ogni mio spazio mentale.
Che le prende?
-Dobbiamo chiamare un carroattrezzi- suggerisco creandole finalmente una qualche reazione che non sia apatia, sobbalzando annuisce energicamente nel frugare nella borsetta, estrarre il telefono e -Non prende!- mormorare sconcertata nel guardare il display. I suoi occhi guizzano in un lampo incastrandosi con i miei -Neanche il mio- replico dopo una fugace occhiata al mio smartphone.
-Cazzo, cazzo, cazzo- mastico silenziosamente tra i denti nel voltargli le spalle, portandomi le man tra i capelli in un gesto dettato dal panico:  siamo bloccati in mezzo a una strada deserta, poco frequentata e in piena notte!
-Scusa Natsu ! Scusa io non volevo!- la sento piagnucolare realmente dispiaciuta ma al momento è altro ciò che ho per la testa.
Pensa Natsu! pensa, pensa, pensa... mi porto indice e pollice a sorreggere il ponte del naso mentre respiro profondamente... pensa, pensa, pensa: come usciamo da questa situazione?
-Natsu scusami davvero! Ti pagherò tutti i danni e.. scusa!- continua lei e il nervosismo che mi sale al cervello è pari a uno tsnuami, sto cercando di riflettere e non ci riesco se continua a mortificarsi così.
-Scus-
-Potresti smetterla di scusarti?- ringhio infastidito  tendando un tono di voce di calmo, la guardo di striscio e ciò che vedo mi paralizza perché Lucy ha cambiato nettamente espressione del viso. Una smorfia corrucciata aleggia tra labbra e occhi -Comunque è colpa tua!- sbotta e lo stupore è così tale da farmi spalancare la bocca di colpo resa asciutta dalla mancanza di salivazione.
-Colpa mia?-
-Si hai fatto tu quella manovra!-
-A be! Scusa allora se ho evitato che facessimo una marmellata di procione!- pigolo stizzito nel battere le mani sulle cosce e indirizzare il busto verso di lei.
-Non sapevo che fare ok?!- gesticola nervosa incassando la mia battuta con uno spasmo sonoro.
-Il freno! Te l'ho detto che fare!
-Mi hai costretta a guidare, te l'ho detto che vado in panico!-  replica antipatica incrociando le braccia sotto il seno.
-Non ti ho costretto! Lo volevi anche tu... o forse non lo volevi e ho capito male ma è colpa tua se capisco sempre male!- sbotto privo di lucidità, puntandogli un dito addosso senza curarmi di come i suoi occhi siano specchio di totale incredulità.
Perché non mi sto riferendo alla guida ma ad altro ma lei non può saperlo.
-Quindi è colpa mia se siamo bloccati in mezzo al nulla!?- inveisce isterica e io grugnisco negandole il mio sguardo nel puntarlo da un altra parte, tornando a reggermi il naso in un vano tentativo di calma.
E' buio, solo qualche lampione a illuminare la strada deserta e io non so cosa diavolo fare a parte litigare con Lucy e cazzo non mi va di litigare con lei!
-Sai che ti dico  Dragneel? Me ne vado da sola!- la sento urlacchiare e lo spostamento d'aria che sussegue dopo mi informa che non sta per nulla scherzando. Resto fermo sobbalzando solo quando noto la sua figura apprestarsi a superare il selciato e puntare verso la carreggiata.
-Ei, no! Lu!- la richiamo scattando in avanti per raggiungerla rapidamente -E' pericoloso aspetta- guaisco in tono grave bloccandola per i fianchi e voltandola verso di me -Da sola nel cuore della notte non ti lascio andare da nessuna parte-  impreco premendo i palmi intorno alla sua vita  con fare rabbioso.
La paura che possa succederle qualcosa per colpa della mia stupidità inquina la mia lucidità.
-Inutile che potresti, tanto..- ma Lucy porta i palmi ai lati del mio viso -Natsu calmati! Non sto facendo nulla vedi? Sono ferma- mi fa notare, facendomi sentire anche un po' stupido.
-Che vuoi fare allora?- borbotta distogliendo lo sguardo dal mio e anche le mani come le mie, lasciandole i fianchi indietreggio appena.
-L'unica cosa è tornare a piedi e sperare che passi qualcuno- buffo stanco -Ma insieme!- puntualizzo ammonendola con l' indice.
-Sarà più di un ora di cammino- appura in un lamento.
-E che problema c'è?- le sorrido sciogliendo tutta la tensione che ci ha visto coinvolti fino a qualche minuto prima -Guarda che bella luna che c'è- indico con il mento nell'infilare le mani in tasca e avanzare verso la strada, sorriso che diventa più ampio quando lei mi affianca e -Nessuno- mormora ridente.

https://www.youtube.com/watch?v=dIh44qCd3-4

Do retta al tuo cuore, ti lascerò andare, ma poi non tornare perché fa più male.
Do retta al cammino, restarti vicino o correre lontano andando verso il mio distino.

-E' stato eccezionale, pura adrenalina eppure era una semplice flebo! Ma la mia prima flebo, capisci che intendo?- mi domanda tutta concitata e ridente, dai suoi occhi sgranati percepisco benissimo tutta la passione di Lucy per il suo lavoro e annuendo continuiamo a camminare, immersi tra le sue parole e dalla flebile luce dei lampioni. Non so nemmeno come abbiamo iniziato a parlare di questo argomento ma fatto sta che ne parla con così tanto amore che è impossibile interromperla.

Do retta al tempo che tutto lava, che fa sbiadire quanto mi amava.
Quanto mi odiava do retta a questo, alla prigione che ogni giorno costruisco, senza catene addosso è solo il bene che ora posso esprimere.
E ridere perché ho imparato solo adesso a vivere.

Si susseguono storie e racconti vissute tra le corsie ospedaliere, alcuni buffi altri tristi e le parole si smorzano appena al ricordo di chi non c'è l'ha fatta sotto ai suoi occhi -Non hai mai pensato di mollare? Vivere certe cose ti segna- le mormoro schietto ma lei scuote il capo, un sorriso affiora sulle sua labbra -E' proprio perché non voglio più vederle che continuo- e lo dice in un modo così coraggioso e determinato che un brivido mi fa tremare.
-Anche se ci ho pensato Natsu, a volte ci ho pensato- mi confessa poi quasi fosse una vergogna.
-Tutti abbiamo le nostra fragilità- alzo le spalle arrestando il passo nel fronteggiarla, le mani ancora in tasca e un ghigno dai tanti perché stampato in faccia.

Tu, se questo è il senso lo sai tu
quello che cerco non c'è più
restare uniti oppure persi in questa vita  e ricomincia quando è già finita.

-Non mi dire, anche Natu Dragneel ha delle fragilità?- scherza nel ghignare insistendo difronte al mio sorriso a labbra stirate -Pensavo che tu fossi l'eroe che salva sempre tutti!- fa scenicamente.
-Anche gli eroi hanno le loro fragilità- replico ritornando a camminare, lasciandomela dietro le spalle palesemente sorpresa.

Do retta a mio padre che dice di andare e di stare attento alle donne perché ti fanno cambiare
do retta al mondo e a un solo credo che ci governa come impazziti.

-Bolivia, Cile, Colombia- elenco una dopo l'altra -Mio padre ha visitato tutti questi paesi senza mai fermarsi un attimo- spiego a Lucy intenta ad ascoltarmi. Sarà più di mezz'ora che camminiamo  ormai eppure non abbiamo smesso un solo minuto di chiacchierare.
-La sua vita è straordinaria- continuo realmente strabiliato -Be a dodici anni potevo vantare più francobolli che carezze da parte sua, ma che importa giusto?- ridacchio miseramente facendo spegnere il sorriso sul volto di Lucy.
-Ti manca?- mi domanda.
-No, non sono più un moccioso ok? Ho capito cosa fosse per lui importante tanto tempo fa, non che io e Zeref non lo fossimo, ma una vita con noi non l'avrebbe mai reso felice quanto viaggiare- ammetto senza rancore o odio.
Forse solo con una punta di malinconia.
-I posti migliori sono le persone, Natsu- e mi spiazza, mi guarda con quegli occhi grandi e improvvisamente mi sento inerme e senza scudi, senza sentire la necessità di nascondere le mie fragilità dietro l'ennesimo sorriso.
-E tuo padre non ha visitato il posto migliore a mio parere- conclude e questa volta è il suo turno nel lasciarmi sorpreso.

Tu, dicevi non ci penso più, volevi il cielo sempre blu.
La notte è lunga un giorno e io non torno do retta ai guai che mi hai dato tu.

-I tuoi non progetti?- mi domanda accigliata -Si- le rispondo -Vedi, non c'è niente di meglio nel non avere progetti, preferisco affidare tutto alla sinergia karmika, prendo ciò che arriva- le spiego facendole scuotere il capo.
-Siamo ciò che vogliamo, fare progetti e realizzarli è un ottima prospettiva- replica ovviamente in disacordo con me.
-E tu ne hai realizzati Lu?-
-Alcuni si, alcuni sono in fase di costruzione e altri sono semplicemente scomparsi- mi spiega con tranquillità, sena la minima traccia di delusione sul volto.
-Parli dei progetti con Loki?- le domando ad impulso dandomi dell'idiota subito dopo, Lucy infatti si è rabbuiata di colpo e io ancora mi sto chiedendo il motivo del perché cavolo le ho chiesto di Loki!
Perché ? Idiota, idiota insensibile!
-Si- soffia guardandomi di sottecchi, sorride ma amaramente -Non va sempre come decidiamo di farla andare-
-Basta non perdersi e avere il coraggio di prendere altre strade, giusto?-
-Giusto- mi da ragione distogliendo lo sguardo per puntarlo verso il fondo della strada, sembra non voglia più parlare dell'argomento e io credo di aver già fatto una gaffe nel farle quel nome.
Chissà se Lucy prova qualcosa ancora per Loki, si sono lasciati per colpa di un trasferimento in fin dei conti ma è pur sempre passato un anno...

Persa in tutte le strade che portano sempre in un posto.
Come le persone, s'incontrano e vanno all'opposto
e vanno all'opposto.

Mi rendo conto di stare rimuginando troppo intensamente sui sentimenti di Lucy quando lo schiocco delle sua dita difronte ai miei occhi mi ridesta dal caos mentale in cui sono caduto.
-Natsu!- mi rimbecca e spostando lo sguardo su di lei la vedo osservarmi un po' scocciata -Su quale pianeta sei atterrato? Ti ho chiamato ben due volte!-
-Scusa, ero sovrappensiero- mi limito a rispondere -Che c'è?-
-Guarda- indica a palmo aperto verso un punto specifico  e incredulo osservo casa Redfox svettare a un centinaio di metri di distanza.
-Siamo arrivati- sibilo un po' sgomento.
-E' stata una sorpresa anche per me- mugugna basita.
E' possibile che eravamo così presi a parlare da non accorgerci dell'immediata vicinanza con la città? Probabilmente i nostri cellulari avranno ripreso il segnale già da un pezzo eppure a nessuno dei due è importato controllare.
-Siamo arrivati- ripeto con voce stanca ma sollevata, Lucy lancia un urletto gioioso nel prendere velocita, mi sorride avanzando verso il vialetto, lanciandomi uno sguardo oltre la spalla quando mi nota fermo in mezzo al marciapiedi.
-Che fai non vieni?- getta perplessa continuando comunque la sua traiettoria.
-Si, arrivo- mormoro con uno strano sapore in bocca che mi impasta la voce, perché un po' mi dispiace che questa serata sia già finita.


***


Incastro i pollici tra i lembi della maglietta col chiaro intento di levarla se non fosse per il rumore proveniente dalla porta, un lieve tocco con due dita dato contro la superfice e quel: -Posso?-  mormorato dall'altra parte.
-Certo- sbiascico sorpreso, trovandomela difronte l'istante dopo, in pantaloncini e canottiera Lucy taglia  la camera in due rapidamente, raggiungendo la specchiera che mi sta difronte.
-Scusa ho dimenticato qui la spazzola- dice nel darmi le spalle e afferrare l'oggetto in questione, ne afferra il manico con le dita e soppesandola con entrambe le mani mi lancia una rapida occhiata -Allora buona notte e scusa ancora- mormora accennando un sorriso cortese, fa per lasciarmi ma qualcosa le impedisce di farlo.
La mia voce.
-Lucy ecco...- soffio guardandola solo quando sento il suo sguardo interrogativo  addosso -Sai, potremmo dividere il letto per stasera- mormoro, non mi va di farla dormire sul divano e siamo troppo stanchi per non meritarci entrambi il letto.
E poi siamo amici giusto? Non c'è nulla di male nel dormire insieme.
Mugugna qualcosa che sa di totale incertezza -Non so se è una buona idea- sputa infine martoriando le setole della spazzola con le unghie.
-Se è per quello che è successo l'altra volta a Clover devi stare tranquilla io...- farfuglio distogliendo lo sguardo dal suo, non abbiamo più toccato l'argomento e per quanto i primi giorni volessi farlo ora mi sembra di affogare nella mia stessa saliva.
-No...non è per quello- minimizza ridacchiando.
La guardo e Lucy sembra in totale imbarazzo -E allora che problema c'è? Siamo amici no- infosso il collo nelle spalle sollevando i palmi verso l'alto e un rantolo esce tra le sua labbra -Già- soffia quasi stridulamente.
Che cos'è tutto questo disagio da parte di entrambi?
Sembra ancora titubante -Sai quanto me che il divano è scomodissimo e poi mica ti mangio-  insisto in uno sbuffo scostando le lenzuola come una sorta di invito.
-Un gentiluomo mi avrebbe concesso il letto e preso lui il divano- borbotta ma ghignando, i suoi piedi nudi battono contro le mattonelle fino a raggiungere l'altro bordo del letto e quando vedo che con le mani sposta le lenzuola dalla sua parte mi accorgo che Lucy ha accettato di dividere la camera per stanotte.
-Non vedo gentiluomini principessa- affermo asciutto afferrando i lembi della maglietta per sfilarmela di dosso e restare a petto nudo. Aspettandomi una replica al vetriolo, getto via l'indumento ridotto ad una palla stropicciata  restando solo in boxer ma arriva solo silenzio dall'altra parte, incuriosito la guardo e cazzo! La soddisfazione di vedere i suoi occhi incastrati tra i miei addominali  non ha prezzo!
Allora il mio corpo le fa ancora effetto...
Distoglie velocemente lo sguardo spazzolandosi i capelli, infilandosi poi tra le lenzuola che tira su fino al mento.
Ridacchio ma -Piantala e stai ben piantato nella tua parte di letto- mi ammonisce.
-E' strano  sai? Forse l'ultima volta che ho dormito nello stesso letto con una donna senza farci sesso, avrò avuto otto anni-  dico portando i palmi a reggere la nuca nel stendermi accanto a lei ma senza nemmeno sfiorarla.
-Lodevole da parte tua, sul serio- replica un po' acida spegnendo la luce, voltandosi poi su un fianco dandomi così la schiena -Notte- impone ma io me ne sto ad occhi spalancati a fissare i contorni della stanza illuminati da un lieve chiarore  proveniente dalle imposte semi aperte.
-Parlavo di mamma- sussurro ma forse Lucy già dorme.
Qualche secondo dopo percepisco il frusciare delle lenzuola e il suo respiro caldo vicino all'orecchio -Natsu- mi chiama in un sospiro e stranamente  il mio cuore perde un battito quando sento le sue dita cercare le mie, mi costringe a sciogliere la morsa e portare il braccio lungo il costato.
-Scusa se a volte faccio l'acida- me lo dice morbidamente, fottutamente seria e inclinando lo sguardo mi ritrovo a pochi centimetri da lei dato che stiamo dividendo lo stesso cuscino.
E'  curioso di come quel disagio di prima sia totalmente sparito ora che siamo così vicini
-Lucy...-
-Ti dispiace se dormiamo così?- mugugna accoccolandosi alla mia spalla -Sono così stanca- e in penombra scorgo un sorriso sul suo volto
-Certo, ma non ti lamentare se non opporrò resistenza quando mi salterai addosso a un certo punto della notte-  ghigno chiudendo gli occhi, sentendo un senso di pace sprigionarsi nel cuore.
Solitamente da quando conviviamo, la sua vicinanza mi eccita ma non adesso, stranamente ho solo voglia di dormire con lei poggiata sul mio corpo, era così tanto tempo che non mi sentivo sereno.
-Buona notte scemo-
E poi il buio e il suo profumo nelle narici come ultimo ricordo di questa folle nottata.

 

Angolino Daimler: Buona sera amici miei! Non sono morta ne scomparsa, sono ancora viva e vegeta anche se un po' acciaccata ma volevo dirvi che sto bene e che sopratutto non ho nessuna intenzione di mollare miele incompleta.
Il periodo è frenetico ma cerco di non trascurare la scrittura.
Chiedo scusa a tutti i lettori per il mega ritardo e spero di accelerare i tempi con l'uscita dei prossimi che, amici miei, saranno bellissimi! Il prossimo capitolo sarà tutto naluloso, promesso ;)
Un grazie speciale a _Page che mi ha aiutato tantissimo con questo capitolo, sopratutto nella pov Lucy e a Memy che è sempre al mio fianco.
Uno scusa a Nalufan e Fairy_ Tail_4ever che aspettavano questo capitolo con impazienza e nonostante i miei ritardi cronici, non mancano mai nel sostenermi.
Grazie a tutti!  Un bacione!

   
 
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