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Autore: Shainareth    08/06/2009    1 recensioni
[Gundam SEED - Gundam SEED Destiny] I suoi occhi dorati scrutavano il cielo esattamente come quella notte, lontano ricordo mai sbiadito e sempre caro al cuore. Il calmo suono della risacca sulla riva le distendeva i nervi, accompagnando i suoi pensieri.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Stelle cadenti




«Guarda, Athrun! Una stella cadente!»

   «Sicura che non sia uno shuttle?»

   «Sei spoetizzante», si indispettì lei, facendolo ridere.

   «Scusa», le disse l’ex-pilota del Justice, chinandosi per baciarla alla sprovvista.

   Cagalli avvampò e subito balzò a sedere accanto a lui. «Imbroglione! Non vale farlo a tradimento!»

   «È che sei carina da morire quando ti salta la mosca al naso», si giustificò l’altro, per nulla pentito.

   Sempre più imbarazzata, la principessa distolse lo sguardo accigliato, nascondendo la bocca nel palmo della mano, i gomiti sulle ginocchia issate al petto.

   «Ca-gal-li?» Athrun le prese una ciocca di capelli fra le dita, tirandola piano verso di sé.

   Lei sospirò, arrendendosi all’istante. «Cos’è tutta questa voglia di giocare, stanotte?»

   «Saranno le stelle. O la luna.»

   «O gli shuttle.»

   «O gli shuttle», annuì il ragazzo, divertito.

   «Quanto mancherà all’alba?»

   «Un’ora, forse due.»

   «Di questo passo ci addormenteremo prima», mugolò la fanciulla, rilassando la schiena contro il fianco dell’innamorato ed incastrando la sommità del capo sotto alla mascella di lui. Levò un braccio ed iniziò a giocare con la pietra di Haumea che l’altro portava al collo.

   «Non avevi scommesso con Kira di rimanere sveglia fino a che il sole non fosse sorto del tutto?»

   «Sì, ma lui non c’è», rispose, pratica, alzando gli occhi per incrociare i suoi.

   Athrun le diede uno scherzoso buffetto sulla punta del naso. «Farò la spia.»

   «Traditore!» Cagalli si vendicò all’istante, strattonando il pendente nella sua direzione ed avventandosi contro di lui.

   Risero e litigarono, rotolandosi sulla sabbia come bambini; poi, di colpo, il gioco si fece serio, e la parte più adulta di loro prese il sopravvento, trascinandoli nell’impeto della più tenera passione che si può provare a sedici anni.

 

I suoi occhi dorati scrutavano il cielo esattamente come quella notte, lontano ricordo mai sbiadito e sempre caro al cuore. Il calmo suono della risacca sulla riva le distendeva i nervi, accompagnando i suoi pensieri. Aveva ancora indosso il vestito della festa, conclusa un’ora prima, per l’anniversario della fine della guerra. Il rimirare la luna, piena per tre quarti, dal terrazzino della sua camera le aveva invaso l’animo di malinconia. Così era scesa e, incauta, aveva fatto una lunga, solitaria passeggiata fino alla spiaggia più vicina, la stessa su cui lei ed Athrun avevano speso molto tempo insieme quando ancora potevano farlo, prima che il popolo la acclamasse erede di Uzumi Nara Athha in tutto e per tutto.

   Amava prendersi cura di Orb, amava la sua gente. Non era pentita delle scelte fatte, perché il suo adorato padre le aveva affidato gli ideali che, da sempre, avevano fatto di quello Stato un’isola felice. Era questo ciò a cui lei mirava: far tornare Orb il paradiso che era stato in passato.

   «Mi chiedevo quanto ancora ci avresti messo a raggiungermi.» Non le fu necessario alzare la testa per capire a chi apparteneva il sordo rumore dei piedi che, affondando nella rena, si dirigevano verso di lei.

   «A dire il vero avrei voluto farlo molto prima, ma poi ho pensato che forse avevi bisogno di startene da sola.»

   «E allora perché sei qui?»

   I passi si fermarono. «Sono pur sempre la tua guardia del corpo.»

   Scontenta di quella risposta, Cagalli fece una smorfia, pur non potendo rimproverargli nulla. «Tu sei davvero uno di quelli che ha sposato il proprio lavoro.»

   «Oh, non sono il solo a farlo», replicò atono lui, dandole le spalle e sdraiandosi sulla schiena come lei, anche se nel verso opposto, così che le loro prospettive risultassero capovolte.

   Calò il silenzio per qualche istante. Quindi il Delegato mosse le dita per accarezzargli i capelli scuri, adesso pregni di sabbia. «Tua moglie non è gelosa?»

   «Molto.»

   Si accigliò di nuovo. «Te lo hai mai detto?»

   «Lo capisco dalle espressioni che fa in certe occasioni.»

   Tacquero ancora.

   «Io non sono gelosa», ci tenne a precisare la principessa, piccata. Athrun rise. «Sul serio», insistette, piegando un ginocchio verso l’alto ed iniziando a dondolarlo a destra e a manca. «Se lo fossi, avrei licenziato da un pezzo un terzo delle cameriere e parte dello staff femminile del Parlamento.»

   «Non lo hai potuto fare, ecco perché», la prese in giro l’Ufficiale.

   Cagalli rotolò sul fianco destro, appoggiando il peso del corpo sul gomito per guardarlo, finalmente, e per scoprire che anche lui portava ancora l’abito della festa. «E comunque, non sono tua moglie.»

   «Quell’ubriacone del Primo Ministro dell’Europa del Sud credeva che lo fossi, quando ci ha visti a braccetto, stasera.»

   «Non era ubriaco.»

   Il giovane la fissò, scettico. «Scherzi? Non hai sentito quante scemenze ha detto?»

   «Sì, ed era per questa ragione che non lo volevo qui», borbottò lei, infastidita. «Quel vecchio porco non ha fatto altro che tenere gli occhi puntati sulla mia scollatura, visto che gli veniva comodo per via della statura da nano.»

   «Quello l’ho notato», sibilò l’altro, fra i denti. «Se solo avessi potuto, lo avrei preso a pugni per cancellargli quel maledetto sorriso ipocrita dalla faccia.»

   «Io gli ho messo lo sgambetto», lo informò Cagalli, allegra. Le iridi verdi dell’Ammiraglio saettarono verso l’alto, così da incontrare le sue. «È colpa mia se, nel concitato momento dei saluti, stava per cadere in ginocchio davanti al Presidente della Federazione Atlantica.»

   «Ti adoro», fu l’appassionato commento del giovane.

   La bionda si sistemò a pancia sotto per poterlo osservare meglio e, già che c’era, per prendergli il volto fra i palmi e tirargli le guance con fare dispettoso. «Non prenderti gioco di tua moglie», lo redarguì, fingendosi offesa.

   Athrun intrecciò le dita alle sue e si portò alle labbra il punto in cui lei avrebbe dovuto indossare l’anello che invece era stata costretta a mettere da parte. La fanciulla smise subito l’aria stizzita per addolcire i tratti del viso.

   «Prima ho visto una stella cadente.»

   «Hai espresso un desiderio?»

   «Sì. Che il futuro per cui stiamo lavorando insieme, possa renderci felici.»

   «Credi che si realizzerà?»

   «Deve realizzarsi», fu la sua determinata risposta.

   Lui le rivolse un sorriso intenerito. «Sicura che non fosse uno shuttle?»

   La principessa sgranò gli occhi, ridendo. «Ti odio!»

   «Che colpo al cuore! Non dirlo mai più, neanche per scherzo», ribatté il soldato, portandosi una mano al petto con fare sofferto.

   Cagalli si chinò per sfiorargli il naso con un bacio. «Ti chiedo perdono», sussurrò, tornando supina e poggiando la nuca contro la sua spalla per ammirare ancora il cielo.

   «Aspettiamo l’alba?»

   «È da tanto che non veniamo a vederla.»

   «Aspettiamo», concluse Athrun, sereno. «Sempre ammesso che tu riesca a rimanere sveglia.»

   «Ci riuscirò, vedrai», scommise lei, convinta. «Non è mica la prima volta.»

   «Ma se in passato dovevo inventarmi dei diversivi per non farti addormentare…»

   Arrossì per l’evidente riferimento ai loro trascorsi da amanti. «Tua moglie credeva di aver sposato un gentiluomo», farfugliò con fare imbarazzato.

   «Se non lo fossi, ne avrei approfittato sin da quando ci siamo conosciuti», le fece notare la sua guardia del corpo. Cagalli non ribatté. «Sei arrabbiata?»

   «No», mormorò in tono nostalgico, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo. «Stavo solo pensando che mi manchi.»

   Quella confessione fu un pugno nello stomaco. Addolorato quanto lei, Athrun le accarezzò il capo. «Sono sicuro che quella che hai visto era davvero una stella cadente.»













Anche questa shot è stata ispirata da due immagini. Questa è quella che mi ha guidato per la prima parte: http://i39.tinypic.com/13zvczt.jpg (Il sito da cui l'ho presa è segnato sulla stessa fanart.) Questa, invece, è quella a cui, più o meno, mi sono riferita nella seconda: http://i41.tinypic.com/35irawx.jpg (Purtroppo non ricordo dove l'ho pescata, ma dalla scritta "For adult only" presumo si tratti della cover di una qualche doujinshi hentai... XD E del mio autore AsuCaga preferito, per di più. *_*)
Chiedo perdono se vi annoio spesso (troppo spesso) con la monotematicità delle mie fanfiction romantiche, ma sono mesi che mi sto dannando per il modo barbaro in cui la Sunrise ha lasciato in sospeso il rapporto tra questi due tesori, e così la mia fantasia vola... ç_ç
Un bacio a tutti, in particolare alle mie tre fedelissime. ^*^
Shainareth





  
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