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Autore: cabin13    07/05/2017    0 recensioni
|Solangelo|
- Per te è solo un vecchio legno? Alzati in piedi, che ti faccio vedere cosa riesce a fare un inutile vecchio arco! {...} Ti propongo una sfida interessante. E' una gara a chi colpisce per primo il bersaglio.
- Lo sai, vero, che io faccio schifo e tu non sei posì bravo a tirare con l'arco? {...} Perché dovrei accettare di fare una simile scemata?
- Perché potresti vincere per un'intera settimana un figlio di Apollo da massacrare tirando di spada. {...} Ma se vinco sarai tu che dovrai allenarti con l'arco con me!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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De Infernorum filiis et arcubus



Will si asciuga il sudore che gli è colato lungo le tempie e getta un'occhiata ai massi dietro di lui: Nico è seduto lì e, almeno apparentemente, si sta facendo i cavoli suoi lucidando la sua spada di ferro dello Stige. In realtà il figlio di Apollo lo sa che il moro ha osservato l'allenamento di tiro con l'arco finché lui era di spalle e solo in quello ha iniziato a fingere che non gli importi nulla.

Il biondo sfodera il suo sorriso più allegro e si avvicina all'altro: – Ehilà, Nico, se continui così tra un po' tutta quella brillantezza ti accecherà! - scherza e indica il filo della lama che luccica all'inverosimile.

– Anche il tuo sorriso sta facendo la sua parte - borbotta il figlio di Ade senza alzare lo sguardo.

Will non si scompone, è abituato alla sua gentilezza caustica; si avvicina maggiormente al re dei fantasmi e lo osserva attentamente mentre passa un panno sulla sua arma che si trova sulle sue ginocchia, la mano destra la stringe e l'altra passa delicatamente lo straccio.

D'improvviso Nico si blocca a metà del movimento, l'arto sinistro tutto di colpo stretto intorno all'aria. Si volta verso Will e sibila un: – Ma che cavolo fai? - che spaventerebbe qualsiasi altro essere vivente. Ma il semidio biondo non fa una piega e, imperterrito, passa il panno sul legno del suo arco; uno sbuffo ancor più seccato da parte dell'altro ragazzo lo costringe a rispondere, seppur con ironia: – Ti ho rubato lo straccio e lo uso per la mia arma, non vedi?

Nico inarca un sopracciglio e squadra dubbioso l'arco tra le mani del giovane dottore, dalle sue labbra esce un mugugno incapibile, di cui Will afferra solo un paio di parole come "arco", "affare" e "spada"; dal tono ironico il biondo non ci impiega molto a intendere che l'altro ha appena disprezzato il suo arco. Il ragazzo si alza in piedi di scatto facendo sobbalzare l'italiano, la sua espressione sorridente è stata sostituita da una battagliera. Fissa i suoi occhi furenti in quelli scuri del figlio del Ade e stavolta è lui ad usare un tono da brividi: – Il mio arco ti ha salvato il culo durante la battaglia contro Gea. Non so se te lo ricordi... - sibila scandendo ogni sillaba. Il volto di Nico ha dipinta in faccia una smorfia indecifrabile, un misto tra stupore e stizza, le sue labbra sono una linea drittissima e inespressiva.

Rimangono per qualche eterno secondo così, a fissarsi storto l'un l'altro, il giovane dottore con occhi battaglieri e il re dei fantasmi con il suo cipiglio incomprensibile, poi Nico scrolla le spalle e sospira: – Se tu ti ostini a chiamare arco quel legno tutto crepato...

Il viso di Will si avvicina ancor di più a quello dell'altro, tant'è che il moro avverte il suo respiro solleticargli la fronte e si sente andare a fuoco per lo sguardo che il ragazzo gli rivolge. Riesce quasi a vedere l'aura di furore che gli aleggia intorno.

Solo un vecchio legno? - ripete Will, e non urla. Farebbe molta più paura se urlasse, così è da brividi: – Per te è solo un vecchio legno? Alzati in piedi, che ti faccio quello che riesce a fare un inutile legno crepato!

Il figlio degli Inferi non accoglie la provocazione, però è costretto ad ubbidire al biondo quando questo lo afferra malamente per la T-shirt nera e lo strattona in alto. Sempre tenendolo per il colletto, si incammina verso il campo di tiro con l'arco – distante non più di quindici metri –, al momento deserto. Nico lo segie cercando di non incespicare e ritorna in posizione eretta solo quando il figlio di Apollo lo molla per raccogliere un paio di frecce da una faretra a terra poco distante da loro. Con poca grazia le scaraventa in mano a Nico, tutte meno due che tiene per sé.

– Ti propongo una sfida interessante - sogghigna e, di fronte all'espressione interrogativa dell'altro, spiega: – È una gara a chi colpisce per primo il bersaglio.

– E che senso avrebbe questa cosa? - lo interrompe Nico – Lo sai, vero, che io faccio schifo e tu non sei posì bravo a tirare con l'arco? - e, per sottolineare il suo disappunto, incrocia le braccia al petto. Will non lo ascolta e si allontana verso una struttura in legno a cui sono appesi un paio di archi e un paio di faretre dall'aria vissuta. Prende un'arma piuttosto grande e la porge al figlio di Ade, che la osserva storcendo il naso.

– È un arco che usano i più piccoli appena arrivati al Campo, - dice – così farai meno fatica. Io invece sono migliorato - aggiunge dopo qualche secondo, piccato.

– Secondo te perché dovrei accettare di fare una simile scemata?

– Perché potresti vincere per una settimana intera un figlio di Apollo da massacrare tirando di spada -gli strizza l'occhio il biondo; sorride ma non ha perso l'aura nera intorno. Il re dei fantasmi lo fissa stranito, forse è diventato masochista. Poi però sul suo viso appare un ghigno competitivo: quando il dottore usa la spada lo spettacolo è sempre spassosissimo.

– Ci sto.

– Perfetto! - esclama l'altro, è sicuro di sé – Io ho solo due frecce e il mio vecchio legno, tu sei avvantaggiato. Ma se vinco io sarai tu che dovrai allenarti con l'arco con me!

Il gioco inizia. Nico fatica a incoccare la freccia, quando la lascia partire per poco la corda non gli frusta il naso, mentre il bersaglio davanti a lui rimane inattacato. Lo stesso accade con il secondo dardo, il terzo e il quarto, nonostante l'arco sia facile da tendere e anche prendere la mira lo sia. Getta un'occhiata al figlio di Apollo: non ha scoccato ancora nulla, è fermo, la corda tesa e le ditta strette intorno al legno, lo sguardo fisso sull'obbiettivo. L'italiano soffoca un ringhio, non vuole dargliela vinta. Raccatta malamente una freccia e la incocca, ma stavolta la corda scivola via dai suoi polpastrelli, il dardo parte e quella torna indietro per il contraccolpo centrando in pieno il suo naso. Non riesce a trattenere un gemito e avverte il sangue colargli sul viso.

Appena lo vede, Will molla tutto e gli si avvicina per portarlo in infermeria.

Là, il dottore lo fa sedere, gli pone del ghiaccio sulla giuntura tra fronte e ponte del naso e gli ordina di alzare la testa per fermare l'emorrargia, Nico esegue il tutto di malavoglia continuando a mugugnare di stare bene; per fortuna non si è rotto il setto nasale, ma ha preso lo stesso una bella botta e perciò la sfida è andata.

– Alla fine ho vinto io - se ne esce Will a un tratto, ha un ghigno sghembo.

Il moro lo fissa storto al di sopra del ghiaccio e alla fine grugnisce un nasale: – Perché?

Il ragazzo non aspettava altro che quella domanda e, tutto gongolante, risponde: – Avrò per una settimana intera il mio figlio di Ade qui in infermeria! - è di nuovo allegro e sorridente, d'impulso si avvicina all'altro e gli stampa un bacio sulla guancia che sorprende entrambi.

Arrosiscono tutti e due e Nico distoglie lo sguardo chiudendosi in un silenzio impenetrabile e imbarazzato, ma dentro di sé non può negare che la sensazione sia stata davvero piacevole.

Forse, visto che li ha portati a tutto questo, il vecchio arco di Will non è poi così male.



Hola gente
Spero che questa storia non faccia troppo schifo e che i personaggi non siano OOC (in tal caso ditemelo che lo metto negli avvertimenti), l'ho scritta durante finché ero a scuola quasi tutta di getto ^^
Una precisazione... non mi ricordo se è accaduto in BoO o in ToA, però a un certo punto Will diceva a Nico di non essere poi così bravo nel tiro con l'arco e in questa storia io mi sono immaginata che sia passato del tempo e perciò si sia allenato un po' per migliorare..
Chiedo scusa se ci sono un po' di continue ripetizioni, ma onestamente non sapevo che sinonimi trovare..
Ringrazio chi lascia una recensione e anche chi legge e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
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