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Autore: SoltantoUnaFenice    09/05/2017    3 recensioni
Marte è cambiato, e molto: l'ha vista rinascere un pezzo alla volta. Le periferie non sono più così povere, c'è tanto da lavorare e tanto da costruire. Sembrano tutti pervasi da un fuoco fatto di speranza e fiducia.
Ma quell'angolo brullo è rimasto esattamente com'era, e la lapide che onora i caduti di Tekkadan si affaccia ancora sulla vallata di roccia e terra rossa. Forse è per questo che ogni tanto fugge lì. Quel posto gli somiglia: come lui, è troppo arido e troppo lontano da tutto il resto per poter rifiorire.
Ambientata tre anni dopo l'ultima puntata di Gundam Iron Blooded Orphans.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Accidenti. - Shino si stacca da Yamagi e si asciuga gli occhi, un po' impacciato. - Mi spiace, credo di aver perso il controllo.”
“Non essere stupido. - Un mezzo sorriso triste. - E comunque non sei l'unico, a quanto pare.”
“In che senso?”
“Guarda che lo so. Non era un sogno, eri tu... - Abbassa lo sguardo, poggiando le mani e la schiena al davanzale della finestra. - Ti ho detto delle cose orribili.”
“Come fai a... Te l'ha detto Kassapa? Perché ti ha detto una cosa del genere?!”
“No, no... lui non c'entra. L'ho capito da solo.”
“Accidenti, mi dispiace! Speravo che...”
“No, è meglio così. Almeno non ci sono segreti tra di noi.”
“Però...”
“Ascoltami, Shino. Non mi fa certo piacere che tu mi abbia visto in quelle condizioni, ma... è successo. Se avrai pazienza, ti dimostrerò che io non sono così. E' stato solo... un brutto momento. - Sospira, rimettendosi dritto e guardandolo negli occhi. - Quindi non ha senso stare a parlarne, e non voglio nemmeno più sentirti parlare di colpe o errori. Ci è stata data una seconda possibilità, e non voglio sprecarla con questi discorsi.”
Shino sorride, sentendosi stranamente orgoglioso di lui. Yamagi è sempre stato serio ed affidabile, ma ora è diventato così maturo e indipendente che ormai gli sembra lui il più grande dei due. Si sente quasi come se fosse rimasto indietro.
“Accidenti Yamagi, - Ridacchia, imbarazzato. - sei diventato così saggio che mi farai sfigurare! Già hanno sempre pensato tutti che sono un caprone senza cervello...”
“Ma...” Arrossisce, poi scoppia a ridere.
“Aaaaaaah, non ridere, ti prego!”
Yamagi torna serio. Gli prende una mano, avvicinandosi di un passo.
“Io non l'ho mai pensato.”
“Lo so. - Lo abbraccia di nuovo, socchiudendo gli occhi. - E non devi dimostrarmi nulla. Lo vedo da solo quanto sei forte, e quello che è successo non cambia niente.”
Yamagi ricambia l'abbraccio, stringendo forte. L'angoscia di essersi messo a nudo si sta dissolvendo, per lasciare il posto ad uno strano calore che non provava più da una vita.

 

Shino non riesce a non ridacchiare davanti allo sguardo schifato con cui Yamagi raccoglie le lenzuola per buttarle a lavare assieme alla tuta che indossava il giorno prima.
“E' l'ultima volta che tocco alcool...” Borbotta.
“Esagerato! Basterà non scolarsi una bottiglia intera...”
“Ti prego, non infierire. Credevo avessimo deciso di chiudere con questi discorsi.”
“Hai ragione, scusa. - Si gratta la testa. Forse dovrebbe imparare a misurare le parole. - E comunque anche io non sono certo un bocciolo di rosa. Mi sa che avrei bisogno di una doccia.”
“Questo senza dubbio. - Si volta a guardarlo con aria scettica. - E credo che i tuoi abiti siano buoni solo per l'inceneritore...”
“Ehi! La stiva di una nave non è mica una cabina di prima classe! E questa roba la butterò volentieri, ma prima mi serve qualcos'altro da mettere...”
“Ti presterò qualcosa io. Vai a fare una doccia, io sistemo il letto e lavo i piatti.”
“Ehm... d'accordo, grazie. - Si guarda attorno, un po' a disagio. - Aspetta, per i piatti. Li lavo io.”
“Non ce n'è bisogno.”
“Tu hai cucinato. - Scandisce solennemente. - Io lavo i piatti.”
Yamagi ridacchia.
“Va bene, va bene... Non c'è bisogno di agitarsi.”

 

Yamagi osserva una felpa azzurro scuro che indossa a volte sopra agli abiti quando rimane un po' di più sul ballatoio e l'aria si fa fredda. E' un po' abbondante per lui, quindi forse a Shino andrà bene.
Anche se è cresciuto molto, rispetto a quando facevano parte di Tekkadan, è rimasto comunque un po' più minuto di lui. Chissà se Shino se n'è accorto. Deve essergli sembrato strano vederlo così cambiato.
Entra nel bagno e la poggia sullo sgabello di fianco al lavandino.
“Ti ho lasciato una maglia ed un paio di pantaloni. - Alza la voce per sovrastare lo scroscio dell'acqua. - Le mutande te le compri domani, io non te le presto!”
Lo sente ridere, poi la doccia si ferma e Shino compare da dietro il pannello scorrevole.
“Grazie, va benissimo così. - Si ferma, davanti allo sguardo fisso di Yamagi. - Va tutto bene? Non sarai mica in imbarazzo perché sono nudo, vero?”
“No, io...” Allunga una mano su una grossa cicatrice sul fianco destro di Shino. La sfiora, scorrendo con gli occhi sui tanti altri piccoli segni che si allungano sulla gamba e sul torace.
“Ah, questa. - Gli prende la mano e gliela poggia sulla pelle umida. - Non aver paura. Puoi toccarla, sai?”
“Mi dispiace. Scusami, io credevo di essere preparato, ma... sapere e vedere non sono la stessa cosa, credo.”
“E' stata una scheggia.”
Yamagi sospira, lo sguardo fisso sulla propria mano aperta che copre interamente la cicatrice, nascondendola.
“Non essere triste: poteva andare molto peggio.”
“Lo so, ma...”
“Yamagi, ascolta. - Gli prende il viso tra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi. - Lo sai perché non ne ho altre, di ferite del genere?”
“Perchè?”
“Perchè il cockpit non è andato distrutto. Uno dei colpi ha fatto esplodere la parte sinistra, ma non è collassato. Le fiamme si sono spente subito, perché il sistema di sicurezza ha aperto il portellone, facendo uscire l'ossigeno. Poteva diventare la mia tomba, e invece mi ha protetto. - Lo vede trattenere il respiro, mentre gli occhi si fanno grandi. - E sai perché? Perché il Ryusei-go era una macchina perfetta. Perché tu l'hai rinforzato, e controllato, e migliorato così tanto che ha resistito ad un attacco come quello.”
“Shino...”
“Pensi che lo dica per consolarti? Eppure lo hai visto con i tuoi occhi tante volte cosa accade ad un pilota quando viene colpito in quel modo.”
“Shino... - Non può abbassare il viso, così sposta lo sguardo di lato. - Tu lo sai perché l'ho fatto, vero?”
“Sì. - Gli posa un bacio sulla fronte, senza smettere di tenergli il viso. - Sì, lo so.”
“E lo sai che per me non è cambiato nulla.” Doveva dirglielo, non importa se la voce è incerta e lo sguardo non riesce a restare fermo nel suo.
“Sì, credo di sì.” Si abbassa ancora un po', portando le labbra su quelle di Yamagi e sfiorandole.
Lo sente tremare, mentre gli occhi si fanno grandi e liquidi. Sembra terrorizzato, e Shino si ferma.
“Accidenti...” Sospira, lasciandolo andare. Prende un asciugamano e se lo avvolge in fretta attorno alla vita. Poi prende Yamagi per una mano e lo trascina fuori dal bagno, afferrando al volo gli abiti con l'altra.
“Un secondo. - Alza una mano, come a fermare qualsiasi reazione, mentre inizia ad infilare felpa e pantaloni quasi senza asciugarsi. - Dammi solo un secondo, ok?”
Yamagi annuisce, un po' confuso.
“Ecco. - Si siede sul letto, lasciando chiuse le lenzuola pulite. - Vieni qui, per favore.”
Yamagi si siede accanto a lui, ma Shino lo tira contro di sé, incastrandolo tra le sue gambe incrociate.
“Yamagi, ti ho spaventato?”
“No. Non sei tu. - Socchiude gli occhi, scuotendo il capo. - E' solo che... fino a ieri ti credevo morto, ed ora...”
“Troppe cose tutte assieme?”
“Forse.”
“Te l'ho detto, non voglio stravolgere la tua vita. Ho già fatto abbastanza danni, se vuoi possiamo...”
Non riesce a finire, perché Yamagi lo spinge contro il muro, incastrandolo nell'angolo della nicchia del letto. Le labbra premono contro le sue, mentre una mano risale lungo il collo, sfiora uno degli orecchini e si ferma sulla nuca. Sta ancora tremando, ma non c'è nessuna incertezza nei suoi gesti.
Quando si allontana, il viso è arrossato, ma gli occhi sono limpidi.
“Ok. - Ridacchia Shino, improvvisamente imbarazzato. - Non parlo più, va bene?”
“Stupido.” Yamagi abbassa il capo. Porta una mano alla coda e la scioglie. I capelli ricadono sul viso, coprendolo in parte, ma non nascondono il sorriso dolce che lo illumina.
Shino scoppia ridere, stringendolo contro il proprio petto e baciandogli la testa.
“Grazie.” Sussurra.
“Di cosa?”
“Di avermi sopportato. Di avermi protetto. - Solleva una mano e gli scosta i capelli dal viso, guardandolo negli occhi. - Di non avermi dimenticato.”

  
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