Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Kate_88    10/05/2017    1 recensioni
Affronta nella vita il liceo, perché poi finirà. Sono quattro anni, poi la vita vera ti aspetta.
Più o meno è quello che ti dicono ogni volta.
Ti dicono che il liceo finirà, che rimpiangerai quegli anni, che poi crescerai. Ma se al liceo ogni giorno è uno schifo, non vedi l'ora che finisca.
A distanza di quasi dieci anni dalla fine del liceo, Hannah ha terminato gli studi universitari e si appresta ad entrare nel mondo del lavoro. Hannah è cambiata, è diversa e nel cuore ha una forte rabbia, se poi il suo lavoro consiste nel tornare al liceo, tutto si complica. Soprattutto se qualcuno arriverà a mettere in discussione la sua indipendenza, la sua forza e il suo cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno! Primo aggiornamento di questa mia storia originale. Prima di tutto ringrazio quelle persone che hanno inserito la storia tra le seguite, mi ha fatto molto piacere. Spero continuerete a leggere e recensire questo mio esperimento. Questo è il primo vero capitolo. Per scelta, i capitoli non saranno molto lunghi e alterneranno i PoV. Oggi tocca ad Hannah... Se vi piace (o anche se non vi piace) ditemelo, magari con una recensione, così mi aiuterete a migliorare.
Kiss, Kate_88.

 

Ho accettato il lavoro, firmato il contratto e fatta la piastra. Non in questo preciso ordine. Firmare quei fogli, rendersi conto che ormai non si scherza più è stato un vero colpo per me. Tornare al liceo, chi ci avrebbe mai pensato? D'altronde quando si salutano i compagni alla cerimonia dei diplomi, non ci pensa nessuno a rimetterci piede.

A quanto pare, io si.

Davanti allo specchio della camera, ho assunto la posizione da supereroe. Se ce la fa Superman, chi sono io per sminuirmi?
In piedi, schiena dritta, sguardo all'insù, braccia piegate e mani sui fianchi. Una perfetta idiota in carica.
Sistemo la giacca spiegazzata, la camicia bianca, la gonna del tailleur e osservo il tutto allo specchio; quell'arnese restituisce un'immagine che potrei anche accettare. La giacca bianca a righe blu si sposa bene con la gonna che ha lo stesso colore delle righe e che comprime un po' i miei fianchi, tanto da dare una bella forma tonda al mio sedere. Fossi un uomo, mi fischierei mentre cammino.  Tacco non troppo alto per un decolleté nude, ballerine in borsa e capelli sciolti.  Ho un'aria professionale ma non da bacchettona, perché come diceva spesso il mio professore al college, devo fare in modo che mi vedano come un'amica e una confidente.
Sono pronta per il massacro.

L'ingresso della scuola non è mai cambiato. Cinque gradini bianchi per l'accesso, due porte antipanico e la certezza che oltrepassate quelle ci si ritrova circondati da adolescenti in piena crisi ormonale, isterici e con la voglia di spaccare il mondo.
Bentornata al liceo, Hannah. La mia testa mi ama.
Appena metto piede dentro l'edificio, vengo assalita dal vociare dei ragazzi e alla vista mi rendo conto che niente è cambiato: un corridoio con tante porte, scale e armadietti. Armadietti ovunque. Cerco il mio e ma sono nel corridoio sbagliato, così ci ripenso e imbocco le scale per salire al primo piano, dove si trova l'ufficio del preside, con la porta chiusa e le tende bianche abbassate, per non far vedere cosa succede all'interno. Un bel respiro, sistemo di nuovo la giacca - per evitare figuracce - scrollo le spalle, butto fuori l'aria e busso. A salvare il mondo, Superman ci avrebbe messo meno tempo.

«Avanti» Una voce profonda mi invita ad entrare e quando metto piede in quell'ufficio spoglio lo osservo. Il preside. Lo stesso preside. Quella persona che per anni è stato qui ad ascoltare i guai che tutti combinavano, decidendo se sospendere o passarci sopra. Invecchiato ma è sempre lui. Il preside Torpe mi osserva, con il volto segnato dalle rughe per gli anni che passano, i capelli chiari concentrati ai lati, sopra le orecchie, i più radi in alto, e quella postura eretta che fatica a tenere, costretto anche dal peso dovuto ad un lavoro sedentario.

«Preside, buongiorno. Sono Hannah Morgan, la nuova consulente scolastica.»

«Hannah Morgan? Ah, si mi ricordo. Lei studiava qui, non è vero? È bello vederla di nuovo qui. Le risorse umane hanno pensato fosse l'ideale assegnarla qui, visto che è stata una nostra studentessa.»

«Si. Alle risorse umane hanno un particolare senso dell'umorismo.»

«Scusi?»

«Niente. Ogni tanto, quando sono nervosa, il sarcasmo fa a cazzotti con il buonsenso.» mi limito a scuotere il capo, riprendere fiato, concentrando l'attenzione per qualche secondo sulla scrivania in probabile truciolato, in completo disordine tra piante finte, fogli sparsi e fotografie della famiglia. «Può farmi vedere dov'è il mio ufficio? Vorrei iniziare a sistemare così da poter essere attiva già da oggi.»

«Ma certo! Venga con me.» Si alza con una lieve fatica, spingendo sui braccioli della sedia girevole, con uno schienale che sembra così comodo che gliela potrei rubare nella notte.

Mi accompagna al piano di sotto, superiamo il corridoio d'ingresso e svoltiamo, ritrovandoci nell'altro lato di quell'edificio immenso. Vedo il mio armadietto, numero 320 e sorrido, prima di rendermi conto dell'assurdità della situazione. L'ufficio si trova proprio di fronte al mio vecchio armadietto. Oggi il Karma gioca a carte con il destino.

«Questo è il suo ufficio. La vecchia consulente l'ha svuotato del tutto quando è andata via, dice che l'aveva personalizzato molto.»

Guardo all'interno e sollevo le sopracciglia. Devo ringraziarla, perché almeno ha lasciato la scrivania e una sedia. Molto gentile da parte sua, insomma avrebbe potuto portarsi via anche quelle ma l'ha lasciate. Un ufficio completamente vuoto, senza finestre, con l'aria condizionata, una scrivania e una sedia.

«Lo sistemerò in questi giorni» è l'unica cosa che riesco a dire al preside prima di salutarlo e rinchiudermi nel mio ufficio, abbassando le tende che gentilmente la vecchia consulente non si è portata via.

 


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Kate_88