Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Valexu15    14/05/2017    1 recensioni
Due amiche si ritrovano a dover cambiare radicalmente lo stile delle loro vite. L'incontro con sette famosi Idol coreani non renderà le cose semplici.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.


La monotonia che attanagliava le vite di Valentina e Roberta stava per essere interrotta da una chiamata inaspettata. 
-Dai, sbrigati!- urlò spazientita la maggiore picchiettando un piede sul pavimento del pianerottolo di casa.
-Un attimo, sto cercando le chiavi!- si giustificò l’altra frugando tra i tanti oggetti (inutili) che riempivano la sua vecchia borsa. -Eccole!- annunciò infine soddisfatta.
Infilò la chiave nella serratura facendola scattare con un rumore secco; aprì la porta d’ingresso di casa ed entrambe entrarono trascinandosi come se avessero degli enormi pesi attaccati alle caviglie.
-Sono stanca morta.- sbuffò una delle due buttandosi a peso morto sull’ormai vecchio divano in tessuto posizionato al centro di quella piccola stanza. -Abbiamo girato quasi tutta la città. Ho i piedi e la schiena distrutti! Spero che le foto soddisferanno il cliente, altrimenti lo strozzo con le mie stesse mani!- continuò mimando il gesto, come se stesse per strangolare l’aria.
-Dai, Rob, non preoccuparti, sono sicu-
Lo squillare di un cellulare interruppe la conversazione.
-È il mio.- disse Roberta prendendo il cellulare dalla borsa. Sullo schermo c’era il nome del titolare dell’agenzia fotografica per cui lavoravano.
-È Mario, cosa vorrà?- domandò  all’amica lanciandole un’occhiata perplessa.
-Rispondi e lo scopriremo.- concluse Valentina intimandole di sbrigarsi.
-Pronto? […] Sì, abbiamo concluso […] Cosa?! Che significa che il lavoro è affidato ad un altro team?! […] È il nostro lavoro, non potete affidarlo a qualcun altro! Ci ho sudato su queste  fotografie! […] Oh… […] Okay ho capito. Le riferirò la cosa e vi daremo una risposta entro domani mattina. Buona serata.- riagganciò il cellulare toccando un punto del touch screen e lo lanciò sul divano.
-Che è successo?- chiese Valentina preoccupata.
-Ha chiamato quell’agenzia Coreana a cui facemmo quel lavoro qualche mese fa, ed hanno detto che ci vogliono dentro. E Mario ha dato il via libera.- spiegò la ragazza.
-Dovremmo andare in Corea?!-
-Ci hanno proposto un mese per tastare il territorio e capire le dinamiche del lavoro. Tutto già pagato da loro, volo più appartamento in centro città. Se accettiamo dovremmo partire dopodomani mattina, quindi dobbiamo dargli una risposta al più presto. Che facciamo? Io non ho problemi ad accettare, non ho nulla qui; e poi è tutto già pagato…sai come la penso. Cioè viaggiare gratis?! Wow!- disse esaltandosi e mostrando un sorriso enorme, carico di felicità ed agitazione.
-Frena l’entusiasmo ciccia e pensiamoci per bene. Dovremmo andare lì per un mese e ”tastare il territorio”? Significa che dovremmo capire se ci piacerebbe viverci o meno? E poi ci andremmo per lavoro, non per spassarcela!- realizzò la maggiore delle due cercando di mostrarsi più razionale.
-Ma è solo un mese! Che ci cambia?! Trenta giorni! Eddai! Tanto ormai i tuoi genitori vivono all’estero, non hai niente da perdere. Questa è l’occasione che stavamo aspettando. Mi sono stancata di vivere le stesse cose ogni giorno. Ci è stata offerta una possibilità imperdibile, cogliamola al volo, cavolo!- cercò di convincerla enfatizzando le parole gesticolando con le braccia.
-Chiama Mario, digli che accettiamo.- si arrese in fine Valentina.
-Sì!- urlò Roberta lanciandosi sull’amica per abbracciarla.


 
◇◆◇◆◇◆




Il giorno della partenza arrivò. Le ragazze si svegliarono molto presto per non rischiare di perdere il volo, che sarebbe partito alle otto del mattino. Arrivarono in aeroporto con un’ora di anticipo, entrambe molto eccitate, soprattutto Roberta. Non vedevano l’ora di arrivare a destinazione, anche se le attendeva un lungo viaggio di molte ore in aereo.
-Secondo te hanno scelto noi perché parliamo il coreano?- domandò d’un tratto la minore all’amica, che era seduta di fianco a lei.
-Ma che domanda è? Hai parlato tu stessa con Mario, ha detto che ci hanno prese per i lavori che abbiamo eseguito. Il fatto che sappiamo parlare coreano è irrilevante…credo.- rispose l’altra un po’ perplessa. Si guardarono per qualche istante e scoppiarono in una sonora risata che attirò l’attenzione di alcune persone attorno a loro che le guardavano infastidite; ma a loro poco importava. Tra una risata e l’altra, dall’altoparlante si sentì la voce di una signorina annunciare l’imminente partenza del loro volo.
Si precipitarono cariche di energia non smettendo un attimo di ridere e scherzare come delle bambine.
Salirono sull’aereo ed attesero la partenza che non tardò ad arrivare.

 
 

◇◆◇◆◇◆




Dopo più di dodici ore di volo arrivarono finalmente a Seoul, capitale della Corea del sud.
Erano distrutte. Una volta scese dal velivolo vennero presto contattate dall’agenzia che le aveva ingaggiate; spiegarono loro che una volta uscite dall’aeroporto avrebbero trovato un loro assistente che le avrebbe scortate fino al loro appartamento. Uscite fuori si guardarono un po’ intorno provando diverse emozioni: stupore misto a preoccupazione, felicità ed eccitazione. Qualche attimo dopo un uomo di mezza età si avvicinò loro spiegando di essere colui che aveva il compito di accompagnarle a casa.
Le due ragazze si scambiavano sguardi complici e risatine, si sentivano le protagoniste di un film.
Salirono sulla vettura -dopo aver posato le valigie nel portabagagli- parcheggiata poco distante. Si goderono il viaggio in auto osservando la città con occhi increduli. Arrivarono a destinazione dopo una quindicina di minuti. La vettura si fermò di fronte all’enorme ed imponente portone di legno del loro nuovo condominio. Le due lo guardarono a bocca aperta.
-Guarda che figo!- sussurrò Roberta all’orecchio dell’amica che non riuscì a trattenere una risata.
L’uomo, che disse di chiamarsi Ju Ja Gang, le aiutò a trasportare i loro bagagli su per le poche scale che portavano all’ingresso senza proferire parola; porse un mazzo di chiavi alla maggiore, le salutò con un inchino e si diresse verso la sua auto. Le due amiche lo ringraziarono e lo salutarono vedendolo, poi, andare via con la vettura.
Entrarono nell’appartamento al primo piano.
-Woooow! È enorme!- esclamò Roberta stupita.
-Già! Guarda che lusso!- continuò l’altra guardandosi intorno.
L’appartamento era molto grande: ampio soggiorno con vista sul centro città, cucina spaziosissima, capace benissimo di ospitare un cavallo, due bagni con annesse vasche idromassaggio, due camere da letto matrimoniali ed uno studio fotografico già attrezzato per bene.
Le ragazze senza perder tempo si fiondarono nella loro camera e si lanciarono sul letto, lasciandosi indietro le valigie.
Avrebbero vissuto là per un mese.



NOTE DELLE AUTRICI

Salve ragazze! Da come avete potuto notare sopra questa è una fan fiction scritta a due mani! E' la prima storia che scriviamo, quindi, sono ben accette critiche e consigli.
Speriamo tanto che la storia vi piaccia! Buona lettura.
Vale e Rob.
   
 
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