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Autore: Aloibaf1995    20/05/2017    4 recensioni
Inuyasha, Epoca Sengoku, Naraku e la ricerca continua dei frammenti della sfera dei Quattro Spiriti, rinata all'interno del corpo di Kagome, reincarnazione della Sacerdotessa Kikyo...
Ora, che cosa accadrebbe se, scavando più a fondo, si venisse a conoscenza che non solo Kagome è in grado di viaggiare nel tempo attraverso il pozzo, ma che, possono farlo anche due suoi cugini, lontani e ritornati dalla famiglia d'origine unicamente per una breve e sporadica riunione familiare?
Che cosa accadrebbe se questi, per l'appunto, varcassero la soglia di quel pozzo, catapultandosi così nel passato?
Ma soprattutto, per quale motivo proprio loro, assieme a Kagome posseggono questo privilegio? Perché non Sota?
A questo punto, preferirei che sia la storia a parlare per me.
Family...is power!
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sōta Higurashi, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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FAMILY IS POWER

By Aloibaf1995
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Casa Higurashi, 17.30

{https://www.youtube.com/watch?v=NPalKpGlPu4}



Signora Higurashi:
Papà? Dove sei? Devi prendere le tue medicine…accidenti, ma dove si sarà cacciato? Che sia fuori in giardino? O magari al tempio…sì, sicuramente deve trovarsi lì. Sarà meglio che vada a chiamarlo.

La luce pomeridiana di un sole di metà maggio pervade la finestra della cucina di casa Higurashi. Sota e Kagome torneranno ormai a breve, dopo aver passato la mattinata a scuola. La signora Higurashi invece, è intenta a preparare la cena, sebbene sia abbastanza preoccupata per suo padre. Non che l’anziano abbia qualcosa di grave, ma alla sua età affaticarsi non è sicuramente un toccasana. La donna sta per uscire di casa, quando proprio in quel momento non squilla il telefono. Ella rientra immediatamente, affrettandosi a rispondere.

Signora Higurashi: Pronto? Casa Higurashi.

Misaki: Sorellina? Sei tu? Mi senti?

Signora Higurashi: Misaki? Che piacere sentirti! E’ da un po’ che non ho tue notizie, è per caso successo qualcosa?

Misaki: Oh no…nulla di grave, non preoccuparti. Qui a New York va tutto benissimo. Sebbene siamo solamente a maggio fa davvero troppo caldo.

Signora Higurashi: Posso immaginare…allora? Come stai tu? E come sta la tua famiglia? Naturalmente intendo come stanno i miei due bellissimi nipotini?

Misaki: Esattamente…è proprio di quei due teppistelli che devo parlarti. Sarà l’adolescenza, ma mi stanno facendo impazzire! Saltano le lezioni, mi tengono nascoste numerose verità…da quando Jhon non c’è più mi sembra di avere sulle spalle anche il suo ruolo…

Signora Higurashi: E’ così, infatti. Posso capirti, sai? I ragazzi iperattivi sono difficili da gestire, ma nulla è impossibile, cerca di non stressarti troppo e mantieni la calma, d’accordo? Vedrai che tutto si risolverà prima di quanto tu creda.

Misaki: E’ facile per te parlare, sorellina…non hai mai vissuto fuori da Tokyo o dalla cultura giapponese in generale…

Signora Higurashi: Beh, in mia difesa, posso dire che non ho deciso io di sposare un soldato americano approdato in Giappone diciassette anni fa…

Misaki: Lo so, hai ragione, ma…no, niente ma, me la sono cercata, lo ammetto. Ad ogni modo, domani è il compleanno di papà, giusto?

Signora Higurashi: Esattamente…fa settantasette anni, ma sembra non sentirli, così come non sente lui!

Misaki: Ma dai! Non prendere in giro il mio adorato papà…comunque sia, mi è appena venuta in mente un’idea.

Signora Higurashi: Ho quasi paura a chiederti di che si tratta, ma me lo dirai lo stesso, quindi meglio evitare i convenevoli.

Misaki: E se mandassi i miei figli da te per un po’? Anche solo una settimana? Infondo non mettiamo piede in Giappone da quando i ragazzi avevano sette anni, credo sarebbero contenti di tornarci…e magari insegni loro un minimo di buone maniere…

Signora Higurashi: Misaki…tutta la tua fiducia nei miei confronti mi spaventa e mi commuove al tempo stesso ma…hai ragione. Sono sicura che anche Sota e Kagome sarebbero felici di rivedere i loro cugini dopo tanto tempo. Verrai anche tu?

Misaki: Oh no, sorellina, mi spiace davvero. Questa settimana ho diverse riunioni con pezzi grossi del New York Times. Comunque, sapevo mi avresti detto di sì, infatti, ho già fatto i biglietti! Arriveranno domani pomeriggio verso le 19.00 all’aeroporto di Tokyo.

Signora Higurashi: Sei una strega, Misaki, ma ti voglio bene in ogni caso. D’accordo, andremo a prenderli e ti prometto, che tratterò i tuoi figli come fossero miei.

Misaki: Perfetto! Ti voglio bene, sorellina. Fai gli auguri a papà da parte mia. Ci sentiamo presto!

Signora Higurashi: Uhm…aspetta Misaki…ha attaccato. Tipico.

La Signora Higurashi abbassa la cornetta del telefono, sospirando pesantemente e sollevando gli occhi al cielo.

Signora Higurashi: Mia sorella non cambierà mai.



Sota:
Mamma, sono a casa!

Il piccolo Sota entra in casa, spalancando letteralmente la porta. Dietro di lui vi sono Kagome assieme al nonno.



Kagome:
Ciao mamma, siamo tornati finalmente!

Signora Higurashi: Salve ragazzi, forza, a lavarvi le mani che la cena è pronta! Kagome, tesoro, stai bene? Ti vedo particolarmente stanca. Uhm? Vieni papà, siediti.

La Signora Higurashi fa accomodare suo padre slla poltrona in salotto, cacciando via il gatto.

Kagome: Dopo tutto il tempo passato in epoca Sengoku, tornare a scuola mi sembra ancora più pesante…

Signora Higurashi: Oh tesoro, magari dovresti prenderti una pausa.

Kagome: Non posso, mamma…Inuyasha e gli altri hanno bisogno di me per recuperare i frammenti della sfera e sconfiggere Naraku.

Il nonno intanto si è appena addormentato su quella stessa poltrona.

Sota: Nonno? Nonno, sveglia. Dobbiamo cenare!

Nonno Higurashi: …uh…la Sfera dei Quattro Spiriti!

L’anziano sembra parlare nel sonno, è agitato. Qualcosa lo turba fortemente.

Signora Higurashi: Papà…papà svegliati…è solo un brutto sogno.

Egli apre gli occhi, ha uno sguardo stanco e spossato. Riprende fiato, guardando poi la propria figlia con un sorriso sincero.

Nonno Higurashi: Ah sei tu, tesoro…

Signora Higurashi: Ecco le tue medicine per il diabete. Tieni, tra poco è ora di cena.

Sono le otto di sera e l’intera famiglia Higurashi è riunita per il pasto. Kagome e Sota scuotono il capo, osservando il loro nonno continuare a farfugliare qualcosa riguardo demoni e maledizioni, a detta sua, antiche di secoli. La Signora Higurashi prende così la parola, decidendo di informare la propria famiglia della visita imminente.

Signora Higurashi: Papà, oggi mi ha chiamato Misaki da New York. Sta bene e domani i tuoi nipotini verranno qui per il tuo compleanno. Kagome, Sota non siete felici di rivedere i vostri cuginetti dopo così tanto tempo?

La povera Kagome sta per strozzarsi e Sota le passa dell’acqua con fare preoccupato.

Sota: Kagome? Stai bene?

Kagome: Ma…mamma? Che cosa hai detto?

La ragazza sembra sconvolta, quasi presa alla sprovvista.

Signora Higurashi: Che c’è, tesoro? Non sei contenta forse?

Nonno Higurashi: I miei due nipotini…sono davvero curioso di vedere quanto sono diventati grandi…

Signora Higurashi: Certamente papà…ora come ora dovrebbero avere diciassette anni.

Kagome: Ma perché proprio domani?! Avevo detto ad Inuyasha che sarei tornata in epoca Sengoku…come faccio accidenti?

Signora Higurashi: Kagome, cara, domani è il compleanno di tuo nonno e…per una settimana sono sicura che laggiù possano fare a meno di te. Suvvia tesoro, non è mica una tragedia così grande!

Kagome: Accidenti…scusate, vado a farmi un bagno. Buonanotte.

La giovane mora si alza, portando via i suoi piatti. E’ sconsolata, frustrata e decisamente preoccupata, oltre che stanca. Lascia la sua famiglia e si dirige così al piano di sopra, verso il bagno.

Bagno di Casa Higurashi, 22.00

{https://www.youtube.com/watch?v=k9KbCTCsG8w}

Kagome: Cavoli…ora come dico a Inuyasha che non potrò venire con lui per una settimana?

Kagome è all’interno della vasca da bagno, immersa completamente nell’acqua pregna di Sali , oli essenziali e bagnoschiuma profumati. Sebbene la sua evidente preoccupazione, non esisteva modo migliore per rilassarsi. Ella chiude gli occhi e si abbandona ad una pura e semplice sensazione di estasi.



Inuyasha:
EHI, KAGOME!

Ecco Inuyasha, appollaiato sul cornicione della finestra del bagno, aperta, appena entrato come se nulla fosse.
Kagome urla, inevitabilmente, accucciandosi all’interno della vasca in posizione fetale.

Kagome: A CUCCIA!

Immediatamente dopo, il povero Inuyasha viene schiantato sul pavimento, a faccia in giù, immobile per un paio di secondi.

Inuyasha: K…Kagome…dannata! Perché lo hai fatto?

La mora approfitta dei secondi in cui il mezzo demone ha ancora il volto incollato contro il pavimento per afferrare un asciugamano e coprirsi, visibilmente sconvolta, irritata , imbarazzata e colta alla sprovvista.

Kagome: Inuyasha accidenti a te! Quante volte ti ho detto di non entrare così in casa? Specialmente in bagno, poi…non lo vedi che sono nuda?!

Inuyasha finalmente riesce a sollevarsi, restando ancora un po’ in ginocchio, fino a quando effettivamente, non si accorge della situazione imbarazzante, nella quale inevitabilmente, si è andato a cacciare.

Inuyasha: Ehm…io…io sono venuto a prenderti! Ricordi? Oggi devi tornare.

Kagome: Ecco Inuyasha…a proposito di questo io…

Il mezzo demone la guarda, visibilmente a disagio, incrociando le braccia al petto, in attesa con impazienza, di una risposta.

Inuyasha: Beh? Che c’è? Avanti parla!

Kagome: Io…non potrò venire con te in epoca Sengoku. Non potrò venire per almeno tutta la prossima settimana…

Inuyasha la guarda come se fosse impazzita.

Inuyasha: Cosa? E per quale motivo scusa? Sai benissimo che abbiamo bisogno di te! Sei l’unica in grado di vedere i frammenti della sfera e ci servi.

Kagome aggrotta le sopracciglia, fulminando il povero Inuyasha con lo sguardo.

Kagome: Ah è così? Sono solamente uno strumento rileva frammenti?! Acuccia!

Ecco un nuovo schianto.

Inuyasha: Ma…le…de…tta…

Kagome: Comunque sia, ho degli impegni qui…non posso venire, mi dispiace Inuyasha.

La ragazza sospira, pensando ancora una volta a quanto potesse essere stressante e faticoso vivere in due epoche differenti contemporaneamente. E’ frustrata. Da un lato non può mancare per aiutare i suoi amici, dall’altro deve presenziare per il compleanno di suo nonno e per l’imminente riunioncina di famiglia.

Kagome: Inuyasha…ti prometto che tra una settimana sarò da voi.

Inuyasha: E quanto tempo sarebbe?

La ragazza alza gli occhi al cielo.

Kagome: Facciamo che mi farò viva io, d’accordo? E per nessuna ragione al mondo dovrai venire a prendermi prima di allora, sono stata chiara?

Il mezzo demone solleva le spalle con fare accondiscendente, sebbene fosse irritato come al solito, quando le cose non andavano secondo i suoi piani. Si dirige nuovamente verso la finestra, pronto a tornare nell’epoca alla quale appartiene.

Inuyasha: D’accordo, ma guarda che se non verrai dopo una settimana, verrò a prenderti personalmente.

Kagome: Sì, sta’ tranquillo, Inuyasha.

Egli va via, saltando giù dalla finestra come se nulla fosse. Kagome finalmente può tornare a rilassarsi, correndo a mettere il pigiama, pronta per andare a letto.

Aeroporto di Tokyo, il giorno dopo, 19.00

Signora Higurashi: Andiamo Kagome, sorridi…stai per rivedere i cuginetti con cui giocavi fino a dieci anni fa…

Kagome: Sì hai ragione, mamma. Scusami.

Sota: Siete sicure che riusciranno a leggere il cartello se sono io a tenerlo?

Il piccolo Sota aveva in mano un foglietto con scritto “Higurashi” su di esso, eppure la sua altezza non avrebbe giovato alla causa, considerato che quello stesso cartello era a malapena visibile.



Lapis:
La famiglia Higurashi?

La voce di un ragazzo fa voltare tutti i componenti della famiglia Higurashi, i quali restano letteralmente a bocca aperta. Un ragazzo dai capelli scuri, del colore simile a quello di Kagome ed una ragazza bionda, entrambi molto belli, alti e con un tratto non indifferente: occhi azzurri come il mare, fanno capolino. La prima a riconoscere i suoi nipoti altro non è se non la Signora Higurashi stessa.

Signora Higurashi: Lapis…Lazuli…è un piacere avervi qui! Accidenti come siete diventati grandi…siete un uomo e una donna ormai…

La donna abbraccia i due ragazzi, i quali ricambiano, sebbene con un leggero tentennamento, probabilmente non abituati a questo genere di effusioni. Il loro modo di vestire è nettamente differente da quello di Kagome, Sota o il resto della gente all’interno dell’edificio. Jeans e stivali in cuoio, frutto di uno stile prettamente metropolitano, tipico di New York. I due ragazzi continuano a fissare i cugini come se non li avessero mai conosciuti.

Signora Higurashi: Kagome, Sota, andiamo…salutate anche voi!

I due rispondono con il tipico saluto orientale, limitandosi ad un inchino e gli altri due provano a fare lo stesso, con non poco imbarazzo iniziale, sicuramente non abituati a questo genere di convenevoli.

Kagome: Ciao…bentornati!

Signora Higurashi: Su andiamo, ragazzi…a casa ci aspetta il Nonno!

Il viaggio di ritorno in automobile procede in maniera fin troppo silenziosa. L’unica a rompere il silenzio di tanto in tanto, è la Signora Higurashi. Raggiunta la propria abitazione, Kagome e Sota aiutano i cugini a prendere i bagagli. Ad aspettarli al tempio vi è il Nonno.

Signora Higurashi: Papà! Sono qui!

Il Nonno si solleva in piedi e fa capolino, osservando così da capo a piedi i propri nipoti cresciuti in una terra lontana.

Nonno Higurashi: Lapis? Lazuli? I miei gemellini americani…

Lazuli: Ciao nonno.

Entrambi, sebbene iniziali tentennamenti, corrono ad abbracciare l’anziano, sotto gli occhi soddisfatti e felici della Signora Higurashi.
Signora Higurashi: Io vado a preparare la cena,ragazzi. Le vostre stanze sono già pronte e…fate come se foste a casa vostra, naturalmente.
Una volta salutato il Nonno e sistemati i bagagli, i quattro cugini si ritrovano, dopo dieci anni, con l’intento di aggiornarsi sul tempo durante il quale sono stati lontani.

Lapis: Allora Sota, sei cresciuto, vedo. L’ultima volta che ti ho visto è stato in una foto che la tua mamma ha mandato alla mia mamma.

Sota: Sì, anche io ho visto una tua foto…ma non pensavo fossi così…alto.

Il moro fa pat pat sulla testa del piccolo Sota, scoppiando a ridere.

Lapis: Uhm…e dimmi, qui non vi fanno utilizzare un motorino? Certo, tu sei ancora piccolo, ma quando diventerai grande come me, ti farò fare un giro sul mio bolide.

Sota: Hai un motore? Wow! Voglio vederlo!

Lapis: Ecco guarda, ho una foto. Sfortunatamente non mi è stato permesso portarlo in viaggio…insomma, non sarebbe stato possibile.

Lazuli: Per fortuna! Vederti girovagare con quella specie di caffettiera non è fra i miei passatempi preferiti.

La ragazza bionda fa capolino fuori, assieme a Kagome.

Lapis: Come sei simpatica, sorellina.

Kagome: Ti confesso che anche a me piacerebbe vedere la tua moto, Lapis.

Il moro sorride a Kagome, non prima di aver lanciando un’occhiataccia alla sorella.

Lazuli: Kagome…devi ancora farmi vedere il tuo guardaroba. Sappi che ti porterò a fare shopping, o meglio, mi ci porterai tu, dato che non conosco la zona.

Lapis: Buona fortuna, Kagome.

La bionda ricambia l’occhiata al fratello, alzando gli occhi al cielo.

Kagome: Ehm…certo, senz’altro, Lazuli.

Signora Higurashi: Ragazzi! La cena è pronta in tavola!

Casa Higurashi, 23.30

{https://www.youtube.com/watch?v=ki5WFWha0XU}

Tutti dormono. I due gemelli sono particolarmente stanchi a causa del viaggio e del non indifferente fuso orario Stati Uniti-Giappone. Kagome e sua madre avrebbero riservato per domani l’inizio del giro turistico di Tokyo.
Il silenzio della metropoli notturna, tuttavia, viene interrotto da un rumore improvviso, un frastuono, il quale fa in modo che tutti, in casa Higurashi, si sveglino di soprassalto, fiondandosi giù dai propri letti per cercare di capire cosa avesse provocato il medesimo rumore. Kagome guarda fuori dalla finestra, seguita da Lazuli.
Il rumore, proveniente dal pozzo, non è più soltanto un rumore.
Le porte del pozzo si spalancano, facendo volare pezzi di legno ovunque.
Qualcosa di non umano, ma reale, si erge dall’interno del pozzo mangia ossa.
Un millepiedi gigantesco, mostruoso. Lo stesso millepiedi che aveva trascinato Kagome per la prima volta nell’epoca Sengoku.

 
 
Angolo autrice:
Salve a tutti, cari lettori! Mi presento, sono Aloibaf1995!
Quello che avete appena letto altro non è se non il prologo di una possibile serie, ambientata all’interno del mondo del nostro mezzo demone cane preferito.
Premetto che è la prima volta che scrivo di Inuyasha, quindi non vi nego che sono molto emozionata.
La mia storia comincia quando Kagome, già autrice del misfatto, quello in cui manda in frantumi la Sfera dei Quattro Spiriti, già in compagnia di Inuyasha, Sango, Miroku, Shippo e Kirara, continua a fare su e giù per il pozzo. Per intenderci, siamo a serie già pienamente avviata.
Lo so, Lapis e Lazuli sono esattamente i Cyborg 17 e 18 di Dragon Ball. Ma attenzione, non si tratta di nessun plagio, semplicemente sto usando i spracitati due come prestavolti, infatti sono semplici esseri umani (chissà) cugini di Kagome e Sota, figli di Misaki, sorella della madre della nostra protagonista.
Un pilot è sempre rischioso, ma suvvia, a chi non piace il rischio?
Questo pilot è una prova, in quanto la storia andrà avanti unicamente se voi, cari lettori, lo vorrete.
Quindi, sono aperta ad ogni tipo di critiche, purché siano costruttive ed intelligenti.
Ah, quasi dimenticavo! I link in evidenza contengono soundtraks che potrebbero aiutarvi a rendere la lettura più piacevole e ad immedesimarvi nel testo.
Ora, ho parlato tantissimo. Vi saluto ed…alla prossima, forse!
Un bacione, Aloibaf!
   
 
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