PROLOGO

-Buongiorno, Arthur.
O buonanotte, come il tuo cervello preferisce dare forma alla concezione del tempo. Ti chiederai cosa ci fai qui, perché i tuoi occhi siano ciechi , perché la tua bocca sia tappata da della stoffa, un misero pezzo di stoffa che ti impedisce di fiatare, perché i tuoi polsi siano così tormentati da quella spessa corda, perché senti che dal tuo collo scendano piccole gocce di sangue, che scorrono, scivolano, ti bagnano il petto, arrivano a quel cuore non più utilizzato. No, fermo, non ti agitare, credimi, noi due potremmo essere grandi amici, se solo tu lasciassi il tuo cervello nelle mie mani, se solo ti lasciassi plasmare da me. Prendi un bel respiro, non ti farò nulla di male. Ti libererò, aspetterai a levarti la benda sugli occhi quando sentirai una porta chiudersi. Allora potrai riattivare tutti i tuoi sensi.-
Arthur era solo, rimasto completamente solo.
Gli occhi si aprivano, ma solo una realtà nera e ovattata gli si parava difronte.
Il suo corpo restava pietrificato su quella che sembrava una sedia, una piccola sedia di plastica, che cigolava non appena osava prendere un piccolo respiro.
Quella voce che poco prima aveva sentito, risuonava in uno spazio ampio, rimbombava, era distorta, non c'era nulla di umano, neppure nella cadenza in cui le parole venivano scagliate contro le pareti, pareti che sembravano opprimerlo per quel caldo che non faceva altro che appiccicargli il sudore alla pelle.
Era talmente terrorizzato che si sentì vivo come non mai, come se il suo corpo fosse stato investito da una voglia di muoversi che non aveva mai posseduto. Prese un respiro profondo quando la stoffa cadde dalla sua bocca, quando i suoi polsi furono liberati. Aspettò che la porta si chiudesse, producendo un tonfo secco, duro, come del ferro sbattuto e si levò con foga la benda.-
-E che cazzo!- disse il biondo.
-Con calma, non iniziare ad agitarti sennò morirai prima del previsto e be.. Che divertimento c'è? Ho creato questo bel torneo apposta per divertire me e i miei compagni!Allora ascolta bene i miei ordini, la vedi quella porta? Quella in ferro? Bene, io inizierò a fare un conto alla rovescia partendo dal dieci e appena mi sentirai pronunciare il numero zero andrai ad aprire. Dovrai percorrere un corridoio e troverai una porta in legno di tasso, e appena l’aprirai troverai dei  ragazzi, chi sarà impaurito, chi tenterà di buttare giù la porta, chi sarà impazzito! Ahah! Quanto sarà bello vedere il terrore nei loro occhi! Ah, quasi dimenticavo! Ti devo spiegare le regole del torneo, che sciocco che sono! Nel torneo l’obbiettivo è vincere, a qualsiasi costo, non importa come puoi tradire, uccidere, minacciare ma l’importante è vincere te e insieme alla tua bella gilda che abbiamo creato apposta per te, mio piccolo comandante dell’acqua! E poi…. La seconda regola è che non ci sono regole! Quanto sono simpatico eh!-
- Ma te sei pazzo! Perché cazzo sono qua!-
- Proprio per questo ho fatto carriera! Ok , fai quello che ti dico, sennò mio caro piccolo Arthie ti faròa pezzi proprio In mezzo al tuo sanguesarebbe il massimo vero? Una morte da guerriero , inizio a contare: 10..-
Arthur con ancora il battito del cuore velocizzato si avvicinava alla porta.
-..9..-
L'adrelanila pompava il sangue nelle sue vene.
-..8..-
Solo i suoi passi riecheggiavano nella stanza bianca, vomitevolmente bianca.
-..7..-
I suoi occhi saettavano a destra e a sinistra pensando a qualche fantomatico piano per uscire.
-..6…-
Le sue mani tremavano, erano congelate, si muovevano senza motivo apparente.
-…5…-
Voleva uscire da li, da quel posto troppo pulito e lucente, per lui. Voleva solo una cosa, salvezza.
-..4..-
Era arrivato davanti alla porta, di ferro, fredda e intaccabile.
-..3..-
Era forse impazzito? Cosa aveva fatto per meritarsi quello?
-..2..-
Tremolante avvicinò il palmo sudato alla maniglia bloccacata.
-..1..-
Strinse le dita intorno alla barra in ferro.
-…0…-
Abbassò la maniglia e spalancò la porta.
Una luce giallastra lo investí, davanti a lui un corridoio stretto ed umido si stagliava in tutta la sua lunghezza per finire in una porta chiusa, in legno di quercia scuro con sopra un asse di legno dove presentava incisa
                                                 “Lasciate ogni speranza voi che entrate” 
Arthur era lí, a due passi dalla porta, con le ginocchia deboli e le mani pesanti, contò fino a tre e prima di poter pensare aprì la porta.

NOTE DELL’AUTRICE PAZZA!
Non so come ho farro a partorire questa idea malata ma boh! Chi lo sa come andrà a finir! Si, è una storia ad OC e se avete bisogno di fare qualche domanda io ci sono!
Sarà una storia un po' complicata vi avviso! Potete mandare massimo 3 OC a testa e potete sbizzarrirvi!

Avrei bisogno di almeno 12 OC, poi se sono di più va benissimo lo stesso!

Vi lascio alla scheda da compilare e se dovete chiedermi qualcosa fatelo tranquillamente che non vi mangio XD!

Nome:

Cognome:

Soprannome (facultativo) :

Sesso:

Razza*:

Età:

Carattere:

Ha qualche problema mentale o fisico?:

Aspetto fisico:

Segni particolari (facultativo) :

Abbigliamento (almeno due differenti) :

Passato (facultativo, ma almeno so un po’ di più sul personaggio):

Potere (puo’ non avere poteri particolari, ma possedere un’arma):

Arma (facoltativo):

Punti forza (massimo tre):

Punti deboli (minimo due):

Ama (facultativo):

Odia (facultativo):

Abitudini (facultativo):

Paura/Fobie(facultativo):

Talento (facultativo) :

Orientamento sessuale:

Storia d’amore (facultativo, con possibili preferenze) :

Altro:

*Dragoviani (mezzo drago, mezzo umano, max. 3)
Umani
Demoni (max. 2)
Lich (necromane non morto, che tiene custodita la sua anima in un contenitore, max.1)
Elfi o mezz’elfi (da specificare, max 5)
Ninfa ( max. 2)
Dei/Dee (max. 2)
Se avete qualche razza in mente, potete aggiungerla.

Baci, Aki!