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Autore: war    24/05/2017    3 recensioni
A volte il risveglio dopo una sbronza non è quello che ci si aspetta che sia, lo sanno le giovani Silver dell'Aquila e del Ofiuco e a sue spese lo ha scoperto anche il Camaleonte!
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chameleon June, Eagle Marin, Leo Aiolia, Ophiuchus Shaina, Scorpion Milo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Shaina aprì gli occhi di colpo.

Non era certa di che cosa l’avesse svegliata di preciso, ma come sempre la sua mente era immediatamente viglie e il suo corpo pronto alla reazione.

Osservò un soffito conosciuto, anche se non abituale.

Quella non era la sua stanza di sicuro.

Rimase immobile, pietrificata. Cosa accidenti aveva combinato la sera prima?

Abbassò lo sguardo sulle lenzuola bordò, di raso. Morbide e vellutate come i petali delle rose che crescevano sulla scalinata verso la tredicesima e altrettanto letalmente pericolose, era pronta a giurarlo!

Senza osare muovere il capo, spinse il suo sguardo fin dove consentito dall’angolo della palpebra mobile.

Una schiena morbidamente arquata, muscoli perfettamente scolpiti da ore di allenamento e battaglie... Nessuna cicatrice visibile su quella pelle ambrata,  scurita dagli impietosi raggi del sole di Atene, che tuttavia non erano stati in grado di renderla meno attraente e perfetta e poi...  capelli  di improponibile (quasi quanto i suoi) colore che era troppo scuro per definirlo azzurro e troppo chiaro per definirlo blu...

Anche sprofondato nel sonno Milo era bello da farle sentire qualcosa  muoversi nello stomaco. Anzi forse era anche più bello da addormentato che da sveglio,nonostante i suoi occhi celesti non attirassero l’attenzione con il loro magnetismo quasi animale.

Inerme in quel letto, lo Scoprione celeste dimostrava i suoi ventidue anni, o forse erano ventitre gli anni?  Ad ogni modo i tratti rilassati lo rendevano quasi più giovane e infantile, più ragazzo e meno uomo rispetto a quando altero e fiero indossava la sua Cloth dorata.

Arricciò il naso, incapace di trattenere il disappunto verso se stessa quando prese a scivolare fuori da quel letto, con la stessa lenezza e la stessa silenziosità di un serpente che svolge le sue spire. Si era data della vipera da sola, ma d’altra parte erano le stelle dell’Ofiuco quelle che ne governavano il destino.

Una volta a terra, a carponi si mise a cercare in giro le sue cose... per fortuna mutande e reggiseno erano ancora al loro posto... Si infilò sotto il letto per recuperare i pantaloni aderenti e si bloccò di colpo. Fiato, cuore e mente.

Sopra la sua testa Milo si era mosso...

Pochi attimi dopo, con il respiro venne anche il batticuore e il tremito nervoso delle mani.

Decise che non era il momento di indugiare oltre; il Santuario le avrebbe ridato sandali e scaldamuscoli!

Afferrò la maglietta bianca dalla poltrona e si dileguò quanto più in fretta possibile, saltando mezza nuda fuori dalla finestra prima che Milo si svegliasse del tutto, poteva rivestirsi nascosta da una colonna del portico deserto...  Poi avrebbe pensato ad una giustificazione per il suo stato arruffato e per avere addosso degli abiti non esattamente suoi.

Dannazione, dannazione, dannazione a lei e a quella sua timidezza che saltava fuori nei momenti meno opportuni! Fuggire in quel modo, come una ragazzina alla sua prima cotta... Vergognoso! Ma sempre meglio che balbettare cose incomprensibili con il volto rosso di imbarazzo... Il sesso era una cosa, ma il risveglio insieme nello stesso letto ne implicava altre che non erano esattamente così inoffensive per la sua sanità mentale...  E solo in quel momento realizzò che, quella notte, di sesso non ve n’era stato; in testa le rimbombava la frase di Milo Tutto questo perchè tu mi piaci e per me fra noi non è solo sesso, anche se a quanto pare fartelo credere è il solo modo che ho per averti.

Avrebbe voluto urlare e prendere a testate la prima colonna utile,ma forse era meglio concentrare tutte le sue energie per togliersi quel sorrisino ebete che le aleggiava sulle labbra....

Milo portò il braccio a coprirsi gli occhi mentre lo stesso sorriso ebete di cui sopra aleggiava intorno alle sue labbra.
Nei suoi occhi aveva ancora l’immagine, un po’ offuscata per la verità perchè li aveva tenuti socchiusi per far credere a Shaina che stesse ancora dormendo, del corpo di lei che con quella specie di calzamaglia verde fra i denti e la sua maglietta nell’altra mano,  saltava fuori dalla finestra con le stesse movenze feline di una gatta... Altro che Ofiuco! E che Athena gli desse la calma mentale necessaria, ma era così bella che se lei avesse tardato un attimo ancora per fuggire, lui non l’avrebbe di certo lasciata andare!

- Ah Camus, detesto darti ragione ma è proprio vero che in amore vince chi fugge! – sospirò rivolto al soffitto. Ma Milo non era uno che si arrendeva e  Shaina poteva fuggire anche in capo al mondo che lui se la sarebbe comunque ripresa.







Marin si tirò a sedere con fatica nel letto.
Le faceva male la testa, aveva la lingua che pareva ovatta e uno strano sapore in bocca, come se qualcosa di putrido e maleodorante ci avesse dormito dentro.
Riconobbe subito la stanza di Aiolia e si chiese come ci fosse arrivata, dal momento che l’ultima cosa che ricordava  era June che piangeva disperata e i vini della cantina di Death Mask che Shiana aveva svaligiato.
Portò i piedi fuori dal letto e rabbrividì quando li appoggiò al freddo marmo del pavimento.
Indossava una camicia non sua. Azzurra e di almeno due taglie abbondanti sopra la sua misura corretta.
La porta si aprì di colpo e a  lei venne quasi un infarto.
Quasi.
Aiolia era a torso nudo, i muscoli perfettamente scolpiti e già gonfi a seguito di qualche esercizio fisico. I jeans gli fasciavano le cosce muscolose e non  erano stati allacciati del tutto.
Il profumo del bagnoschiuma, ampliato dal calore del corpo caldo probabilmente di doccia la avvolse come un abbraccio.

 
- Ti ho portato qualcosa per il mal di testa – disse lui allungandole una pastiglietta bianca e il bicchiere d’acqua.
- Grazie – mormorò lei piena di vergogna.
- Conosco un modo efficacissimo per farti passare tutto il doposbronza.- sorrise il Leone tentatore e affascinante.
Marin pensò che anche lei voleva suggerire un po’ di esercizio fisico fra le lenzuola e sorrise cercando di mostrarsi timida ma in realtà  era molto curiosa.

Aiolia si era voltato verso la porta, mostrando due natiche d’acciaio e un sedere da sballo.
-Non ho usato tutta l’acqua calda della doccia come l’ultima volta e puoi usare la saponetta neutra se non ti piace l’odore del mio bagnoschiuma. Vado a prenderti una savvietta pulita e qualcosa da metterti addosso. – Marin poteva vedere che aveva il coppino arrossato come le orecchie.
Adorabile.
Il Leone era bello ma quando arrossiva e diventava timido lo diventava ancora di più!
Si chiese se baciarlo sulla gota sarebbe stato sconveniente o troppo audace... Oh, chi se ne fregava!
Lo raggiunse a passo deciso e  infilò la mano nella sua, per trattenerlo.

Lui si voltò a fissarla, capelli mossi e biondi e occhi verdi, sicuri e pacifici e gentili.

Gli diede un bacio a stampo sulla bocca mormorando un grazie e infilandosi quasi di corsa in bagno.
Aiolia sospirò.
Probabilmente Marin non aveva ancora del tutto smaltito la sbronza. Sorrise sfiorandosi le labbra dove il tocco di lei persisteva. Mentre le sue labbra rifiutavano di abbandonare quella piega verso l’alto, andò a recuperare le loro scarpe da running. Non c’era niente di meglio che una bella corsa di una ventina di chilometri, fino a Rodorio e ritorno, per sudare fuori tutto l’alcol!







Kanon ringhiò osservando con gli occhi arrossati, per la mancanza di sonno e non solo, il sole che iniziava a scaldare l’aria della stanza con i suoi raggi luminosi.
All’inizio aveva creduto che dormire nello stesso letto di June non fosse assolutamente un problema. Da ragazzo aveva sempre condiviso il suo letto con Saga e anche se erano trascorsi qualcosa come quindici anni da allora ricordava perfettamente come fosse avere un corpo caldo e vivo accanto al suo mentre dormiva.
Peccato non avesse affatto considerato che il corpo di Saga era un conto, quello di June un altro! Saga era caldo ma spigoloso e marmoreo, June era calda e morbida nonostante la definizione muscolare e poi c’era quel leggero profumo di fiori che emanava, erano i capelli o la sua stessa pelle? E a completare l’opera... C’erano quei dannatissimi seni che gli si erano  piantati nella schiena quando lei lo aveva abbracciato nel sonno e lui si era ritrovato perfettamente sveglio con i suoi ormoni sull’attenti che suonavano l’assalto della cavalleria!

Si schiaffeggiò mentalmente cercando di ricordasi che June aveva più di dieci anni meno di lui, che probabilmente non era nemmeno maggiorenne e che la sola idea di sfiorarla faceva di lui un criminale. Ci mancava solo di aggiungere un reato civile e penale alla sua già disdicevole condotta.... Su voltò di scatto, sottraendosi a quella tortura e pensò che non c’era limite al peggio.
June era bella. La pelle rosea e fresca come una pesca, le labbra socchiuse di un rosa delicato,le lunghe ciglia chiare che comunque gettavano leggere ombre sulle sue gote e quei capelli biondo oro che anche alla luce lunare rilucevano chiari come fili di seta... Cercò di ricordarsela mentre ubriaca dava un pessimo esempio di se stessa riportando alla luce i fiumi di vino che si era trangugiata ma il suo volto così vicino non gli permetteva di pensare con lucidità.

Oh, al Diavolo!

Lui non era certo famoso per essere uno stinco di santo! Colpa di quella cretina che si era sbronzata e lo aveva costretto a cedergli metà del suo letto! Era certo che se non si toglieva almeno quella piccola soddisfazione non avrebbe chiuso occhio e non se lo sarebbe mai perdonato...  Ghignando appena assaporò quelle labbra solo per scoprire che voleva di più...
Schizzò fuori dal letto e si rifugiò nel bagno-piscina che era appartenuto a Saga.
- Ah, fratello, ti starai rivoltando nella tomba per questo, vero? –disse tra se e se mentre entrava in gran carriera in acqua e il suo corpo iniziava a tremare convulsamente; era ghiaccio liquido, per gli Dei!
Il flusso di ricordi di quella notte da cancellare si interruppe. June apparve in quel momento, avvolta alla meno peggio nel lenzuolo e con l’aria sperduta di una bambina che non trova più il suo peluche.
Kanon si sfregò la radice del naso che sentiva irrimediabilmente chiuso.

- Benvegliata principessa sul pisello! –disse sfoggiando il suo miglior ghigno da bastardo ma la sua voce, o meglio la sua non voce, rovinò del tutto l’effetto.
June si accigliò e gli andò vicino.
- Sei uno straccio... Mi sa che ti sei preso un bel raffreddore... – disse toccandogli la fronte con la mano fresca e dalle  belle dita, da pianista. Per una volta ancora Kanon odiò i ragazzini e i loro eccezionali recuperi fisici. Era lei quella che doveva essere uno straccio, non lui!

- E’ meglio se ti rimetti a letto, hai nulla in casa che ti possa servire? Qualche tisana? O posso fare io un salto in infermeria o qualche altra cosa?- chiese lei prendnedolo per mano e riportandolo in camera.
Kanon non sapeva se ridere o piangere poi il suo lato un po’ vendicativo ebbe la meglio.
 - Certo che puoi fare qualcosa: prenderti la metà dei miei germi!-disse baciandola senza altro preavviso, entrando nella sua bocca e duellando con la lingua timida e insicura di lei che era al suo primo bacio mentre lui poteva vantare una buona esperienza e una altrettanto grande bravura.
Si staccò quando le ginocchia di June vennero meno e lei si ritrovò seduta sul pavimento.
- Oh, my bad; non ti ho detto che potevi respirare dal naso e che è pericoloso infilarsi nella tana del lupo... – ghignò prima di infilarsi a letto.
Passò qualche minuto in cui tutto pareva essersi congelato.

- KANON! Dannato gemello dalla doppia faccia! Ridammi il mio primo bacio, stronzo!!!! – esplose  lei quando ebbe realizzato cosa era davvero successo.
 
  
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