Cuore
 

 

 
Batte ancora. A volte lo sente meno, ma è lui che sceglie di seguire. Il più delle volte. Una volta che se lo è negato, sotto consiglio, la considera una sconfitta. Perché razionalmente, ha sacrificato uno dei motivi più forti che facevano battere il suo cuore. Per questo, ad oggi, lo sente meno. Nella notte, però, è impossibile ignorarlo. Batte piano, desolato, malinconico. Un tamburo che richiama indietro un volto. Sempre lo stesso. Un battito irregolare nel cuore della notte quando realizza che quel volto non avrà più modo di rivederlo.
Ricorda ancora cosa è successo quando sono arrivati sull’Arca. Non appena i polmoni gli si sono riempiti di ossigeno, il cervello ha subito realizzato ed è dovuto scendere per bussare al cuore e informarlo della spiacevole notizia.
È stato felice di essere sopravvissuto, certo, e ha abbracciato chiunque fosse al suo fianco, perfino Murphy; ma una volta rimasto da solo le sue braccia e tutto di lui hanno rievocato il calore di quella perdita. Lei non c’è più. E lo ha scelto lui. Lei gli ha detto cosa seguire, in sua assenza, e lui, negando al proprio cuore la sua scelta, ha seguito quell’indicazione.
Lo fa tirare avanti solo la consapevolezza che questo fosse ciò che lei ha voluto. Vive, perché è lei ad aver voluto così. Non può far altro, per onorare la sua morte.
Quel cuore un po’ ammaccato, di notte, lo ascolta cantare quella ninna nanna nostalgica senza tentare di dimenticare, di ammutinarlo, soltanto perché non vuole farlo. Vuole ricordare tutto di lei.
E se un giorno tutto questo avrà portato alla salvezza dell’umanità, racconterà di lei. Ma lo farà con l’unico mezzo col quale sa di poterla descrivere esattamente così com’era, con l’unico organo che la conosce veramente. La mente la ricorda, ma non è lì che risiede il ricordo di lei.
Racconterà di lei, Bellamy, e lo farà a cuore aperto.
 
Mente