Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Musubi    26/05/2017    4 recensioni
_Sono passati vent'anni.
La gilda di Fairy Tail è scomparsa.
Nessuno sa cosa le sia successo, dove siano i suoi membri, perché sono spariti tutti... ma c'è una ragazza, Ayaka, che decide di riformare Fairy Tail con lo scopo di ritrovarne i componenti e, tra loro, anche suo padre.
Comincia quindi la nuova storia di Fairy Tail, tra misteri e risate, combattimenti senza fine e storie di famiglia ma Ayaka ritroverà finalmente quello che stava cercando?_
Storia ad OC, ISCRIZIONI CHIUSE... per ora.
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi dispiace un casino di dover aggiornare una volta ogni morto di papa... non sapete quanto! Prometto che una volta uscita dall’Inferno mi dedicherò più spesso alla storia, anche perché il bello inizia adesso!
Ricordate abbastanza bene tutti gli OC? In quei pochi minuti liberi, giusto per svagarmi di testa, sto cercando di disegnarli e preso o tardi ve li farò vedere... spero! ^.^ bene, ecco l’attesissimo capitolo.

P.S. Sotto, come al solito, ci saranno delle cose che dovrete assolutamente leggere. CIAO!!

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 08

Ancora più misteri

 

 

Nessuna traccia di loro.
Le ricerche proseguono ma niente che ci possa interessare se non quella strana scatola che non riusciamo ad aprire e che spero tu abbia messo a sicuro perché si sono accorti che qualcuno l’ha portata via e non ci metteranno molto a capire che sono io la talpa.
Fai del tuo meglio per nasconderti, non attirare l’attenzione.
Stai attenta e non avvicinarti a Magnolia, anzi, non avvicinarti al Regno di Fiore o sarà la fine, loro sono dappertutto.
Ci penso io a sorvegliarla e a evitare che faccia cazzate: credo ti faccia piacere sapere come sta ma non preoccuparti, l’ho vista ed è diventata forte come sua madre. Ha riunito un bel gruppo di ragazzi, credo abbia in mente anche lei di cercarli, speriamo che non incontrino mai la nuova alleanza di gilde oscure altrimenti non so cosa potrei fare per proteggerla...
Quando avrai finito di leggere questa lettera, rendile illeggibile.

J.

P.S. È bellissima

Le scappò un sorriso.
Si stiracchiò lungo la sedia attenta a non far cadere il libro e la lettera appoggiati sulle sue gambe per poi perdersi nei ricordi, puntando lo sguardo al soffitto.
Sentì dei passi dietro di lei ma non si disturbò nemmeno a girarsi, perché sapeva di chi si trattava < Alla fine ti ho trovata > disse una voce sicuramente maschile < Non ci speravo più >
< Avevo dato la mia ubicazione tempo fa al precedente Master, com’è che ci hai messo tanto? > fece lei con un sorriso birichino e indicando il divano di fianco a lei, facendo segno di accomodarsi.
L’uomo albino fece come da lei suggerito < Toby e Yuka mi hanno riferito che- >
< Non sono loro > disse lei interrompendolo e porgendogli la lettera che aveva ricevuto quella stessa mattina e che ben presto avrebbe bruciato nel caminetto < Sarei stata la prima a saperlo >
< Hai ragione >
< Sei venuto da solo? >
Lui scosse la testa e sbuffò < Gli altri sono qui fuori, volevo parlare chiaramente con te e sapere se hai ricordato qualcosa o... > esitò per un attimo, nonostante sapesse che una persona che aveva perso l’utilizzo della magia da molto tempo ci aveva ormai fatto l’abitudine < ...insomma, hai risolto quel problema? >
La donna, anche lei dai capelli albini ma che scendevano dolci sulla spalla in una piccola treccia laterale, sorrise malinconica e scosse nuovamente la testa < No. La magia ormai non fa più parte della mia vita >
< Mi dispiace >
< Lo so > poi mostrò un sorriso, più forzato che poté < Allora, cosa farai ora? >
Lui la guardò con quegli occhi freddi per cui era famoso < Se non sono loro... allora chi è che si fa beffa del nome di Fairy Tail? > e nel tono vi era rabbia, qualcosa che lei non gli aveva mai attribuito se non con la solita presenza del suo storico rivale.
Quasi scoppiò a ridere nel vederlo così serio, davvero sembrava un pezzo di ghiaccio!
Si alzò e andò verso la finestra lasciando che lo scialle che l’avvolgeva fino a poco prima facesse in modo che il sole le baciasse la pelle candida che non era coperta dal maglioncino che indossava fino a metà coscia.
< È sua figlia, Lyon >
Lui strabuzzò gli occhi e si alzò come una molla non credendo alle sue orecchie < Figlia di Gray e della mia Lluvia??!! > quasi gridò mentre lei lo guardava stranita per poi scoppiare a ridere, cosa che lo fece innervosire < Che hai da ridere? >
< Ma no! Che dici? > riprese a ridere, incapace di contenersi.
Era sicura che avrebbe riso almeno fino al giorno dopo, le erano mancate quel genere di cose...!

 

Due settimane dopo la fondazione ufficiale della gilda, Ayaka aveva annunciato che la nuova sede di Fairy Tail era pronta.
Finita.
Ovviamente però nessuno era stato capace di decifrare il disegno della planimetria fatta dalla bionda Master ma nonostante questo piccolissimo contrattempo erano riusciti a terminare i lavori.
La struttura si alzava su due piani e aveva pianta quadrata: il piano terra era quasi totalmente occupato dai tavoli rettangolari messi ordinatamente lasciando libero il passaggio che dal portone d’ingresso portava a un palco – con somma felicità di Asuka e Alexis – questo spazio era circondato da una serie di stanze, situate sul livello superiore.
A destra c’erano (partendo dal lato del palco, e quindi dalla parte opposta all’entrata) il bagno per i ragazzi, la cucina, l’infermeria e il magazzino ora semi vuoto ma che presto sarebbe stato pienissimo di documenti, libri e altre scartoffie...
A sinistra, invece, c’erano rispettivamente il bagno per le ragazze, la dispensa, la sala riunioni dove il Master avrebbe risolto le questioni burocratiche  e una piccola biblioteca.
Era stato abbastanza divertente guardare tanti Naoko tutti uguali andare avanti e indietro mentre trasportavano tanti libri ciascuno.
Ai lati dell’entrata, erano stati posizionati: a destra la tavola delle missioni con un paio di lavagnette che avevano già iniziato riempirsi dopo un paio di giorni; a sinistra il bancone dove Asuka si divertiva a preparare cocktail veloci e si teneva a distanza rispetto ai ragazzi che avevano già iniziato a diventare pericolosi.
In cima alla struttura Ayaka aveva fatto costruire una campana... perché diceva di ricordarsi vagamente il suono di una campana che le rimbombava nelle orecchie e di conseguenza vedeva tantissime facce sorridenti voltate con impazienza verso l’entrata.
Poi c’era la cantina... Naoko pensava che la Master ci avrebbe sistemato i corpi che avrebbe torturato da quel giorno a quella parte – a cui si accedeva tramite una porticina proprio dietro il bancone.
Per quanto riguardava, invece, l’esterno: sul lato che dava alla strada c’era un cortile, gentilmente abbellito da aiuole, alberi e piante rampicanti che si attorcigliavano sul cancello in ferro battuto e sul rivestimento a bugnato grazie alla magia di Alice che aveva, tra l’altro, ideato un’incredibile accostamento di colori anche nella zona retrostante (in riva al mare), dove Ayaka aveva fatto costruire non solo una piscina con tanto di scivolo ma anche un piccolo tempietto (anche se nessuno aveva capito a cosa servisse – Naoko pensava che la Master oltre che a essere una pazza pericolosa, fosse pure un essere al servizio di entità demoniache e nel tempietto avrebbe avuto modo di fare i suoi riti sacrilegi per maledire qualcosa o qualcuno).
< Ragazzi sono così contenta!! > esclamò Ayaka con un sorriso a trentadue denti, per il primo giorno come Master ufficiale aveva scelto di indossare un vestito sull’azzurro pastello che le arrivava a metà coscia con una fascia grigia che le modellava la vita stretta < Finalmente la gilda è pronta e possiamo darci dentro! >
< Con moderazione > aggiunse Asuka incrociando le braccia con aria severa, ma il tono divertito tradiva tale serietà < Il sindaco non ha voluto risarcimenti per la biblioteca ma la prossima volta non esiterà a tirar fuori i documenti >
La bionda annuì, guardando non sono Asuka ma tutti gli altri seduti ai tavoli della gilda con un sopracciglio inarcato < Siamo troppo pochi > poi alzò lo sguardo e squadrò per benino la gilda dalla sua postazione, con la schiena appoggiata al rialzo del palco < A confronto la gilda sembra gigantesca > continuò, con ironia.
< Dovremmo fare pubblicità? > suggerì Alice timidamente.
Ayaka annuì < Fairy Tail è stata una gilda forte e famosa, ci saranno sicuramente maghi disposti a voler entrare > subito dopo le venne in mente una cosa < Così anche i tre maghi che non erano alla gilda al momento della sparizione verranno a sapere che è stata rifondata e verranno qui! > fece un sorriso in direzione di Asuka che le aveva detto tutto ciò che sapeva al riguardo < Ci avvicineremmo al ritrovamento della gilda dei miei genitori! >
< Potrei chiedere a Jack > iniziò Alèk, seduto sullo stesso tavolo su cui Alexis poggiava i gomiti < Tu che dici? Verrà qui a farci un intervista? >
La sorella annuì un po’ scocciata < Verrà sicuramente e si porterà dietro la figlia di Jason, non rinuncia mai a intervistare importanti maghi di importanti gilde e in un attimo Fairy Tail sarà sulla copertina del Magazine Sourciere >
< Ma è perfetto! > esclamò Ayaka al settimo cielo < Alèk chiama questo tizio e facciamo una bella intervista! >
Alice storse lievemente la bocca, non le piaceva tanto l’idea di qualcuno che l’assillava con domande strane e inquietanti e sembrava che anche Ryoko la pensava alla stessa maniera dato che aveva iniziato a torcersi le dita tra loro, la schiena dritta e rigida.
Da un lato le faceva piacere avere qualcun altro con la sua stessa timidezza... < Ryoko, che ne dici di provare ad andare in missione insieme? > le chiese, in questo modo entrambe avrebbero superato almeno un po’ la timidezza e in particolar modo sarebbero diventate più amiche.
< Certo! > disse.
< Se per voi non è un problema mi aggiungo anch’io! > esclamò Alèk con un sorriso a trentadue denti, ignorando sua sorella che alzava gli occhi al cielo e che si avviava verso il magazzino per incominciare a mettere in ordine i primi fascicoli.
< Anche io! Anche io! > esclamò subitissimo Marylin saltando sul posto per poi tuffarsi sulle spalle di Alèk con tutto il suo peso.
< Non ci sono ancora arrivate molte missioni ma possiamo scegliere tra queste... > iniziò il moro, mettendo sul tavolo quattro fogli < Prego, scegliete pure voi >
Ayaka, intanto, si era stesa sul palco a pancia in giù e guardava i quattro maghi intenti a scegliere la loro prima missione, venendo prontamente raggiunta da Asuka che poggiò le spalle al rialzo del palco.
Era una piacevole sensazione, quella di poterli vedere così amici anche se si conoscevano da poco...
Alice afferrò una delle missioni e la mostrò agli altri tre < Che ne dite di questa? Clover Town non è neanche troppo lontana e la ricompensa è di 25.000 jewels... > suggerì.
Ryoko annuì e neanche dieci minuti dopo Ayaka, Asuka e Naoko stavano salutando i quattro ragazzi che si apprestavano a uscire per la loro prima missione come maghi di Fairy Tail!

 

Clover Town non era affatto lontano da Magnolia, la raggiunsero in qualche oretta di treno sommate a una mezz’oretta di cammino durante il quale Marylin non aveva fatto altro che chiacchierare con Alèk per sapere quante più cose possibili su di lui. Finora aveva scoperto che detestava i gatti (ne era terrorizzato), amava la carne e non sopportava i prepotenti... tutte cose che l’avevano fatta andare su di giri.
Intanto Ryoko osservava un po’ il paesaggio e un po’ i suoi nuovi compagni, chiedendosi cosa dire per iniziare una conversazione decente senza sembrare una svampita – proprio non ce la faceva a essere spontanea con le persone e per questo si era quasi bucata le mani con le proprie unghie.
< Cosa dice il manifesto? > chiese all’improvviso Alice, mentre il debole venticello le muoveva i soffici capelli biondi e il vestito gotico a balze nere che la facevano sembrare una bambola di porcellana.
< Il figlio del sindaco è scomparso > rispose Alèk con un sorriso luminoso, per poi avvicinarsi alle altre due ragazze e in un attimo le avvicinò a sé prendendole per le spalle, cosa che fece diventare Alice un pomodoro e Ryoko si irrigidì come un blocco di marmo < Una volta terminata la missione, che ne dite di passare per il villaggio Balsam? Ci sono stato un paio di volte e le terme sono davvero meravigliose...! >
< A-Alle ter-rme?! > fece Alice con voce stridula, talmente impacciata che, se non ci fosse stato Alèk a tenerla in piedi, sarebbe inciampata nei propri piedi e avrebbe sbattuto il naso per terra.
Il ragazzo annuì, intanto che Marylin gonfiava le guance sentendosi terribilmente ignorata dal suo principe azzurro.
Il viaggio proseguì e dopo qualche oretta si erano ritrovati davanti alla casa del sindaco, un uomo grosso, pignolo e tremendamente antipatico dallo strano accento e dal modo di parlare veramente troppo antiquato, cosa che fece sogghignare la più piccola della squadra.
< Ma voi siete davvero la gilda di Fairy Tail? Dicono sia scomparsa da parecchi anni, ormai... > fece la segretaria, una donna incredibilmente seducente e dai capelli castani elegantemente raccolti in uno chignon, che da quando erano arrivati non facevano altro che guardare con sorpresa il marchio che i maghi mostravano con fierezza: Alèk ce l’aveva di colore rosso ed era perfettamente visibile sulla spalla sinistra, Alice sulla scapola destra ed era di un grazioso magenta chiaro, Marylin proprio in mezzo alla schiena dello stesso colore dei suoi capelli (acquamarina) mentre Ryoko aveva scelto di farselo tatuare giusto poco sotto il seno sinistro ed era verde, come i suoi occhi e la maglietta monospalla che indossava.
A rispondere alla domanda della segretaria fu Marylin, avendo intuito che se avesse fatto parlare il suo amato ci avrebbe preso gusto e non si sarebbe più staccato da quella-dalle-tette-enormi < Esatto! Noi siamo i maghi di Fairy Tail, spiegateci il problema e noi lo risolveremo in un istante! >
Il sindaco dunque prese la parola < Mio figlio Henry è scomparso già da un paio di giorni e non sappiamo dove possa essere finito... dovete riportarmelo! > Alice era troppo concentrata sulle informazioni da tenere in mente per accorgersene, Alèk era distratto dall’elegante figura della segretaria e Marylin era ancora troppo piccola (seppur già di per sé molto matura per la sua età in certe situazioni), ma Ryoko aveva notato qualcosa di strano nella sua voce.
Forse era perché aveva passato tutta la sua vita a osservare le persone senza mai avvicinarle, forse perché era fatta proprio lei così ma Ryoko aveva capito che dietro a quel finto tono disperato che normalmente avrebbe avuto un padre il cui figlio era scomparso, c’era dell’altro... molto altro... ma non disse nulla, certamente avrebbe anche potuto sbagliarsi e accusare il sindaco della città di Clover Town per poi essere criticata dagli altri.
No. Si sarebbe stata zitta, tanto nessuno aveva avuto quell’impressione, si sbagliava.
Non tutti i genitori erano menefreghisti. Egoisti. Odiosi.
< Se è scappato non credo sia andato lontano, sarà da qualche parte qui intorno > disse Alèk una volta che tutti e quattro fossero fuori dall’imponente edificio < Proviamo a dividerci in due gruppi: due di noi danno un’occhiata in città mentre gli altri due nei dintorni > suggerì allora.
Marylin prese immediatamente la palla al balzo, aggrappandosi al gilet nero del moro < Io e te! Io e te! > trillava contenta, gli occhi acquamarina sbrilluccicanti e un sorriso da un orecchio all’altro.
Il ragazzo non ebbe molta scelta, anche perché Ryoko, con uno slancio di iniziativa che non le era mai appartenuta, aveva tirato leggermente una manica del vestito di Alice e le aveva implicitamente chiesto se potevano andare insieme.
Non aveva avuto molti contatti umani, figurarsi se restava sola con un ragazzo!
Fu così che si divisero.

< Tesoro, mi aiuteresti un attimo con questi? >
< Eh?, ma la nostra vicina mi aveva invitato a giocare con Paulina... non posso aiutarti dopo? >
< Dai, Ryoko, si tratta di un attimo soltanto... ti prometto che dopo potrai andare a giocare con Paulina, va bene? >

< R-Ryoko? > la voce di Alice la fece quasi sobbalzare, poi si voltò verso di lei che le sorrideva < Scusa, non volevo interrompere il flusso dei tuoi pensieri, ma... mi chiedevo... hai qualche idea per riuscire a trovare questo bambino? >
La castana ci pensò su, ignorando quel fastidio allo stomaco che le aveva procurato ripensare nuovamente a quella scena.
Poi scosse la testa < No. Mi dispiace. La mia magia non può esserci d’aiuto in questo frangente > a un certo punto però le venne un’idea < Mi chiedevo, tu hai qualche affinità con la natura, giusto? >
La bionda sgranò gli occhi annuendo < Sì, giusto! Come ho fatto a non ricordarmene... potrei chiedere a lei, se l’ha visto > per Ryoko non aveva molto senso quella cosa di chiedere alle piante ma la lasciò fare infilandosi le mani nelle tasche degli shorts.
Camminarono per quasi tutto il pomeriggio, poi Alice indicò un vicoletto, nemmeno a dirlo vi trovarono un bambino rannicchiato nascosto tra l’immondizia.
Non era poi un nascondiglio chissà quanto impossibile da scovare...
Alice si abbassò alla sua stessa altezza, mentre i bambino aggrottava le sopracciglia guardandola malissimo < Che cosa volete? >
< Tuo padre ti sta cercando, Henry > gli disse Alice provando a fargli una carezza sulla testa ma lui allontanò la sua mano dandole uno schiaffo.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime < Non m’importa nulla!! Che vada al diavolo! > intanto Marylin e Alèk avevano raggiunto le due ragazze dopo aver finito di cercare intorno a Clover Town.
Entrambi con un sopracciglio inarcato < Che sta succedendo? > chiese infatti Alèk.
Alice era sempre stata una persona affabile, gentile e che adora i bambini... per questo le risultava semplice capire che non avrebbero aspettato molto prima che il piccolo Henry si sfogasse per bene.
Infatti dopo neanche cinque minuti tutti avevano capito in che razza di situazione erano andati a cacciarsi: il sindaco era una persona giusta, i cittadini ne parlavano benissimo ma il padre non sapeva proprio farlo...!
< Non gli importa niente di me! > diceva mentre piangeva stretto tra le braccia di Alice che proprio non sopportava di vedere un bambino così carino piangere < Se il fratellone se n’è andato di casa è tutta colpa sua! >
Alèk si inginocchiò davanti a lui < Puoi spiegarti meglio? >
Henry si pulì le guance arrossate per il pianto e si scostò un po’ da Alice che gli mise comunque una mano sulla spalla gentilmente < A causa del suo lavoro di sindaco non solo non ha tempo per stare con me... ma non mi permette nemmeno di giocare con gli altri bambini. Dice che essendo il figlio del sindaco devo essere sempre presentabile e studiare molto... ma io v-voglio solo... > la voce si incrinò e scoppiò nuovamente a piangere.
Ryoko appoggiò la schiena contro il muro e fissò lo sguardo a terra, incapace anche solo di muoversi mentre Marylin guardava la scena imponendosi di non piangere. Lei non voleva piangere, lei doveva diventare forte e trovare sua sorella...
Ryoko se lo sentiva. Aveva già capito che quell’uomo in realtà non era preoccupato per la scomparsa del figlio, in realtà voleva solo ritrovarlo e farlo passare per un rapimento così da salvare le apparenze... in effetti sul giornale che aveva letto quasi per sbaglio prima di trovare Henry, c’era scritto che il figlio del sindaco era stato portato via.
Strinse i denti posando gli occhi verdi sulla figura triste del bambino.
Le parve impossibile credere che esistevano altre persone del genere...

< Mamma, vado fuori a fare una passeggiata >
< Ryoko! Mi avevi promesso che saresti andata a fare quella commissione per me, accidenti! Non puoi rimangiarti gli impegni che hai preso! >
< Ma mamm- >
< Non importa! La passeggiata potrà aspettare... io e tuo padre stiamo lavorando come dei dannati e tu non hai il benché minimo rispetto per noi. Almeno dacci una mano! >

Si morse il labbro inferiore respirando piano.
Almeno era quello che si impose, Ryoko, intanto che Alice e Alèk cercavano di far smettere di piangere Henry promettendogli di trovare una soluzione. Alla fine il fratello del piccolo era andato via di casa per unirsi a una piccola gilda di maghi e non aveva fatto più ritorno, stanco di avere come padre un uomo tanto egoista.
Peccato che quello a soffrirne di più era stato Henry.
< E come se non bastasse gli altri bambini mi prendono in giro perché mi vesto come un pinguino! > raccontava il bambino, rianimato da una nuova rabbia.
Ryoko guardò il cielo, fece mente locale sul posto esatto in cui sorgeva il palazzo del sindaco e poi...
< Ryoko, dove stai andando? > la voce di Marylin le arrivava come ovattata.
Non sapeva spiegare bene perché ma quel bambino le ricordava in un certo senso lei.
Alèk si rialzò, preoccupato, e la seguì fino a un certo punto però Ryoko aprì quello che sembrava un portale e dopo pochissimi secondi scomparve al suo interno.
Nello  stesso momento la figura di Ryoko comparve come per incanto nell’ufficio del sindaco, la sua magia infatti le permetteva di aprire varchi per altre dimensioni e quindi era stato facile teletrasportarsi dalla strada fin lì.
< Oh! Avete trovato mio figl-? > ma non fece in tempo a chiedere, il sindaco, che un qualcosa gli sfiorò l’orecchio di pochissimi millimetri.
Soltanto dopo si rese conto di essere stato sfiorato da un proiettile magico e di avere dinanzi a sé una Ryoko come nessuno l’aveva mai vista < Che razza di padre è? > sibilò lei stringendo la presa sulla sua pistola magica, puntata verso quell’uomo che tanto gli ricordava i propri genitori < Come può essere coì egoista nei confronti di suo figlio?! > fece, alzando la voce di qualche ottava.

“E se me ne andassi di casa?” si chiese un giorno “Perché non sono come i genitori di tutti gli altri bambini? Perché non posso andare a giocare come tutti gli altri bambini? Perché devo lavorare tutto il giorno?”

< Ehi! Che stai facendo?! Abbassa quella pistola!! > gridò il sindaco, mentre la segretaria, che fino a quel momento aveva assistito alla scena, si era tirata indietro terrorizzata a morte dall’improvvisa comparsa di quella ragazza.
Ryoko aveva gli occhi lucidi e non aveva alcuna intenzione di fargli del male, voleva soltanto fargli paura, voleva fargli comprendere che il suo comportamento nei confronti di suo figlio era sbagliato.
Tremendamente sbagliato!
< Ha già allontanato suo figlio maggiore. Lei davvero non prova alcun sentimento per Henry?! È scappato di casa a causa sua! Cosa avrebbe fatto se gli fosse successo qualcosa? > continuò Ryoko, il corpo che le tremava per la rabbia < Perché lo allontana dagli altri bambini?!!! >
< Io sono il sindaco! Essendo mio figlio non può non esserne all’altezza...! >
Ryoko fece scomparire la pistola magica al di là di uno dei suoi varchi dimensionali e sbatté entrambi i pugni sulla scrivania < Con quale diritto?! >
< Sono il padre! >
< Henry vuole soltanto vivere la sua età! Vuole interagire con gli altri bambini, perché glielo nega?! Lei non è un padre!! >
Un potente calcio la colpì violentemente sul viso facendola sbattere contro la porta che si aprì, facendola finire in corridoio. Ryoko si tastò il naso per prima cosa, sospirando di sollievo quando si rese conto di non esserselo rotto poi si alzò sui gomiti e puntò gli occhi sulla figura che l’aveva colpita: la segretaria.
Questa la guardava con astio < Non ti permetto di parlare così al sindaco. Lui ha tutto il diritto di decidere della vita di suo figlio... anche perché se non fosse stato per lui Henry non sarebbe neanche vivo!! > la segretaria sembrava impazzita, la voce aveva superato quella di Ryoko di moltissime ottave.
< C-Che... vuoi dire...? >
< RYOKO!!! > le voci di Alèk e Alice si fecero strada attraverso il corridoio, per poi giungere finalmente sulla scena.
Entrambi si bloccarono nel vedere la loro compagna a terra, il sindaco accanto alla porta e la segretaria con una gamba leggermente alzata pronta a colpire.
Alice si mosse per prima e fece per fare da scudo ma il colpo venne prontamente bloccato dal braccio di un Alèk serissimo che spinse delicatamente la segretaria all’indietro, senza farle troppo male, ma con lo scopo di allontanarla < Si può sapere cosa sta succedendo? Perché cercava di colpire Ryoko? >
I capelli della donna si sciolsero praticamente da soli ma lei non fece neanche il gesto di sistemarli < Quella ragazza è arrivata all’improvviso e ha cominciato a insultare il sindaco! Evidentemente non sa che Henry non è suo figlio naturale ma che lo ha adottato... se non sai nulla allora evita di venire qui ad aggredirci! >
Ryoko si chiese dove fosse andato Henry, ma data l’assenza si Marylin suppose che era con lei, lontano da lì.
< Se è venuta qui sarà stato per un buon motivo > disse Alèk.
Alice annuì dando una mano a Ryoko per aiutarla ad alzarsi.
La segretaria stava per ribattere ma la voce gracchiante del sindaco la fece zittire all’istante < Forse ha ragione lei > sulla soglia l’uomo si teneva la testa con una mano mentre con l’altra si reggeva allo stipite della porta, gli occhi sgranati sul soffitto < Volevo soltanto che Henry diventasse un uomo rispettabile e rispettato... che non venisse influenzato da terzi. Forse ho sbagliato tutto >
< Signora sindaco... >
< Dov’è Henry...? > chiese l’uomo rivolgendosi ad Alèk.
Questo indicò con la testa il corridoio che portava all’uscita < Fuori con Marylin, gliel’abbiamo affidato prima di venire qui perché sentivamo le grida > lanciò un’occhiata all’amica che Alice stringeva vicino a sé come per proteggerla e sospirò < Le chiediamo scusa per l’irruenza. Spero che abbia capito >
Il sindaco annuì poi si diresse a passo cadenzato verso l’uscita, ma prima di scomparire dalla loro vista si voltò verso la donna < Non c’era bisogno di colpirla, Junko... ero io in torto. So quanto anche tu tieni a Henry. Da quando mia moglie è morta sei stata una specie di madre/sorella maggiore per lui, non facendogli nemmeno pesare il fatto di non avere una figura materna > detto questo continuò a camminare.
La donna di nome Junko si morsicò il labbro e nascose gli occhi tra le mani, tornando nell’ufficio e lasciando i tre ragazzi nel corridoio.
Stranamente a come si aspettavano da Ryoko che fino a quel momento aveva solo mostrato un’espressione spaesata e incapace di dire nulla senza risultare invasiva, antipatica o altro... scoppiò in un pianto fatto di singhiozzi.
Anche ad Alice gli occhi divennero lucidi e strinse la sua amica cercando di farla calmare. Sorrise però, perché sapeva che stava imparando a conoscerla.
Alèk si avvicinò a tutte e due, venendo subito raggiunto da Marylin che mostrava un largo sorrisone, segno che tra i due era andato tutto bene.
< Perché Ryoko sta piangendo? > chiese poi, indicandole.
Alèk si strinse nelle spalle < Questa missione le ha fatto ricordare qualcosa del suo passato che molto probabilmente preferiva non ricordare > spiegò < Qualcosa che ha a che fare con Henry >
< I-Io no-n ho mai... > cominciò Ryoko staccandosi un po’ dalla bionda maga < ...av-uto degli a-amici...! I-I miei gen-itori non me lo per-met-tevano... >

< Oh, insomma! Finisci presto di lavorare così potrai andare a giocare! >
Peccato che non finiva mai di lavorare prima che fosse notte fonda...
< Ryoko, no! Dannazione! Ora lo rifarai tutto d’accapo! >
Suo padre, proprio come sua madre, pensava sempre e solo al lavoro.
< Ryoko!! >
< Me ne vado >
< Come sarebbe a dire che te ne vai? E noi come faremo? Servi qui, Ryoko...! >
< Ho detto che me ne vado >
Avevano persino cercato di fermarla... < Ryoko, ho detto di fermarti!! >
< Me ne vado >

< Q-Quindi... g-GRAZIE! >
Alèk lanciò un’occhiata prima a Alice, poi a Marylin e infine... < Non c’è di che! >

 

[Cinque giorni dopo la partenza della squadra...]
< Questo Consiglio non la smette mai di mandare fascicoli... > sbuffò Ayaka, abbandonando l’ennesimo foglio di carta sulla pila di altrettanti fogli di carta che le sembravano tutti uguali < Non ce la faccio più...! >
< Non lamentarti e vedi di muoverti. Sei tu il Master, dovresti vedertela da sola e invece guarda cosa mi tocca fare > ribatté Alexis Black alzando un libro che aveva come titolo “Regolamenti” scritto a caratteri cubitali < Sono arrivata all’articolo 147 e non ho ancora finito >
La bionda abbandonò la testa sul tavolo gonfiando le guance < Mi domando a che servono tutte queste regole... a me cosa importa se non so per certo da dove provengono i membri della mia gilda? >
< Onde evitare problemi interni, probabilmente > Alexis sorrise ironica < Il Consiglio non vorrebbe che una cellula cattiva infettasse quelle buone, no? >
Per Ayaka tutti quei discorsi non avevano né capo né coda, lei semplicemente aveva voluto ricreare Fairy Tail perché sentiva che era la sua casa e anche se non ricordava esattamente tutto, la sensazione di sentirsi finalmente nel posto giusto era indiscutibilmente fantastica.
< Beh, a me non importa sapere se siete figli di gente cattiva o altre diavolerie simili >
< Lo so, lo so... però mi domando se vadano bene maghi provenienti dal continente occidentale > rifletté ad alta voce la mora che sfogliava con poco interesse il libro delle regole che ogni Master avrebbe dovuto seguire – più o meno < Qui dice che... >
< Alt! Stoooop!! > esclamò Ayaka alzandosi e facendo sobbalzare la Signora degli Elementi forse un po’ troppo, dato che fece cadere i fascicoli fino ad allora ordinatamente raccolti in alte pile < Questi del Consiglio mi hanno ufficialmente rotto! Butta via tutto e manda quello che abbiamo compilato, il resto nel camino! >
La mora non seppe se urlare e ucciderla per la sua totale negligenza o ridere perché mentre tentava di uscire era scivolata su un foglio e aveva fatto un capitombolo degno della persona più goffa ed esilarante del mondo.
La cosa bella fu che proprio mentre Ayaka se ne stava con le mutande di fuori a causa della caduta, Naoko entrò e quando la vide non seppe sul serio cosa pensare < Ayaka... c’è una persona che vuole parlare con te > e non le chiese nemmeno nulla.
< Okay, chi è? > risposa la maga del Take Over, rialzatasi.
Il biondo alzò le spalle < Non ce l’ha detto >
Pragmatica e diffidente com’era, Alexis subito si chiese chi potesse essere così interessato alla Master di Fairy Tail dato che la notizia della sua nuova fondazione non poteva essere già stata diffusa.
La giovane Master si avviò verso il piano terra e una volta arrivata... trovò una figura slanciata e formosa chiacchierare con Asuka che le offriva da bere.
Quando la donna si voltò e le sorrise  quasi avesse le lacrime agli occhi, Ayaka aveva avuto una sensazione strana.
E certamente aveva notato il simbolo di Fairy Tail disegnato sulla pelle della coscia.
< Sì, sei sicuramente tu, Ayaka > disse l’albina alzandosi dallo sgabello andando verso di lei, le lacrime oramai bagnavano il viso lievemente arrossato < Sei talmente uguale a lei... >
Ayaka, d’altro canto, teneva gli occhi sgranati.
Lei la conosceva... < Z-Zia...? >
Gli altri membri di Fairy Tail lasciavano vagare lo sguardo prima verso la donna dai capelli bianchi, poi verso la loro Master poi, naturalmente gridarono < Eh?!! >
< Ayaka!!!! > L’albina si gettò ad abbracciarla stringendosela addosso piangendo di gioia < Finalmente! Da quanto tempo non ti vedo, piccola Ayaka!! >
La bionda ancora non riusciva a crederci, lei era veramente sua zia? La sorella di sua madre, lei era... < Zia Lisanna... s-sei tu? >
Da quel momento tutti quelli presenti alla gilda, seppur pochi, decisero che era cosa buona e giusta fare festa: una parente della loro Master era appena arrivata e la bionda sembrava talmente felice che era scoppiata a piangere anche lei.
Asuka preparò qualcosa, mentre Ayaka raccontava alla sua ritrovata zia quali avventure aveva vissuto poco prima di incontrare queste magnifiche quanto pazze persone (parole sue) e di rifondare la gilda che tanto le stava a cuore.
< I tuoi genitori sarebbero stati fieri di te, ma non preoccuparti: li ritroveremo sicuramente! > esclamò Lisanna con sicurezza, carezzandole la guancia.
Questa però non ricordava esattamente tutto del suo passato alla gilda prima che questa scomparve, quindi non sapeva proprio come comportarsi con Lisanna anche perché ricordava soltanto il suo aspetto e qualche piccolo episodio che la vedeva protagonista... < Zia > iniziò, un po’ titubante < Puoi raccontarmi qualcosa così che possa recuperare totalmente la memoria? Io voglio ricordate tutto, eppure ricordo solo il viso dei miei genitori, tanti visi e qualche strano animale volante... >
Lisanna mostrò un sorriso dolce e comprensivo... Ayaka, seppure figlia di sua sorella e di quello stupido che poi era diventato ottavo Master, assumeva certi comportamenti che non erano propri né dell’uno né dell’altra.
< Tuo padre si chiama Laxus Dreyar, mentre tua madre Mirajane Strauss > disse prendendole le mani e stringendogliele forte, come a voler trasmettere la sua forza < Sono due maghi davvero forti, lei in particolare fa parte dei maghi di classe S ed è una delle due donne più potenti della gilda >
Ad Ayaka brillavano gli occhi nel sapere tutte queste cose...
Lisanna le raccontò ogni cosa e di ognuno di loro, passarono così tantissime ore e Ayaka rise senza smettere neanche per un momento insieme ai suoi amici che oramai si erano sistemati e ascoltavano con estremo interesse < E quindi la squadra formata da Laxus, Lluvia, Gajeel, Cana e Mira aveva il diritto di disporre dell’altra squadra come più faceva comodo a loro... è stato parecchio strano vedere Natsu ed Elfman obbedire  a tutto quello che diceva Laxus! >
Naoko, che voleva togliersi un dubbio dalla mente, parlò interrompendo la narrazione < E questa Mirajane cos’ha fatto fare a Titania? >
Lisanna aprì la bocca per poi richiuderla < Non posso dirlo, sei minorenne... ti scandalizzeresti troppo > e alzò le spalle come per scusarsi.
< Io ho diciotto anni!!!! > gridò lui, venendo subito sedato da Asuka con un pugno secco sulla testa.
Ayaka inclinò la testa e aggrottò le sopracciglia < Perché, cos’ha fatto mia madre? >
< Eheh, diciamo che si è divertita parecchio... > e mentalmente sperava che sua figlia non avesse preso anche quel lato del suo carattere.
Pensiero inutile.
Intanto Alexis aveva capito perché Ayaka fosse così sadica e aveva capito da quale ramo della famiglia avesse preso, nonostante Lisanna non sembrasse proprio capace anche solo di fare pensieri perversi come quella piccola donnina bionda che si ritrovavano come Master...
Intanto l’albina continuava a raccontare altri fatti divertenti, come quando sua madre aveva cercato di far avvicinare Lucy a Natsu, ottenendo soltanto la fuga della maga degli spiriti stellari non appena la sentiva parlare ancora di “ragazzi che sembravano particolarmente interessati a lei”.
< Ma ora basta parlare del passato, piuttosto... ho potuto constatare che hai soltanto tre membri, posso chiedere come mai? >
< In realtà siamo in otto. All’appello mancano Alèk, il fratello di Alexis, Alice, Marylin e Ryoko... sono andati in missione in una città qui vicino >  poi si fece pensierosa, girandosi verso la Devil Slayer < A proposito, sono via da molto, no? >
La rossa sorrise < Non preoccuparti, sono sicura che hanno avuto solo qualche contrattempo... è possibile anche che Alèk si sia fermato a interloquire con una giovane ragazza innocente > disse, facendo sospirare Alexis.
< Tu e questo Alèk siete fratelli? > chiese allora Lisanna alla giovane Black e questa annuì con un debole sorriso < Che bello... io sono la minore di tre fratelli e ora che sono scomparsi mi mancano da impazzire > per un attimo gli occhi divennero lucidi ma subito dopo spostò l’attenzione sulla nipote e la strinse nuovamente in un abbraccio < Ma tu sei proprio uguale a Mira! Sei proprio bella! >
< Scusa un momento, ma per quale motivo non sei venuta a cercare Ayaka prima? > chiese Naoko con le gambe incrociate sullo sgabello e un’espressione a metà scocciata e metà dubbiosa < A quanto ho capito è da circa dieci anni che Ayaka è da sola >
Lisanna trattenne il respiro stringendo le mani attorno al bicchiere di limonata che Asuka le aveva dato < È stato perché mi hanno lanciato addosso una maledizione > disse, sconvolgendo un po’ tutti i presenti < E da quel momento non ho più potuto usare i miei poteri >
< Che cosa?! > fece Ayaka < Chi è stato? E perché?! >
L’albina sospirò stancamente < Io non so proprio chi sia, mi dispiace... quando me n’ero accorta era già troppo tardi, la gilda era scomparsa e con lei tutte le persone a me più care... è stato grazie al signor Yajima, un vecchio amico del Master Makarov se sono ancora viva.
Lui mi ha dato un posto dove stare abbastanza lontano da qui così da poter essere al sicuro. All’inizio ti ho cercata dappertutto ma era tutto inutile... ne ho passate tante, tantissime ma alla fine ti ho trovata! > oramai Lisanna stava piangendo < Mi dispiace di non aver potuto fare niente... ero appena tornata da una missione abbastanza difficile e le ferite mi hanno impedito di combattere ancora, sono stata una vigliacca >
Gli occhi azzurri brillavano per le lacrime, il corpo tremava a causa dei singhiozzi ma Lisanna non si fermava. Si era ripromessa di dire tutto ciò che sapeva ad Ayaka perché glielo doveva, era sua nipote.
< I ricordi riguardanti quell’attimo sono confusi, non potrò esserti di grandissimo aiuto ma posso dirti che gli avversari contro cui ci siamo battuti non sono dei semplici maghi... hanno strappato la magia da me e da molti altri maghi di Fairy Tail e hanno messo alle strette persino Erza! >
< In giro si dice che tre maghi della gilda si sono salvati > affermò Asuka, preoccupata a morte per come potesse reagire la Master che da qualche secondo non muoveva neanche un muscolo del suo corpo < Chi sono? >
Lisanna si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sorrise lievemente < Sono tre ragazzi che erano entrati a far parte di Fairy Tail da pochissimo tempo e che erano partiti per una missione... si tratta di Cara, Momoi e - > ma non fece in tempo a pronunciare quell’ultimo nome che le porte della gilda si spalancarono all’improvviso facendo sobbalzare i presenti.
All’ingresso c’era un Alice sconvolta, coi capelli e la pelle diafana sporca di terra e ricoperta di graffi < Ayaka!! > quel grido le uscì spontaneo senza che potesse fermarlo, mentre Marylin faceva capolino dietro la sua piccola figura < È successa una cosa terribile! >
Naoko assottigliò lo sguardo e si avvicinò spedito alle due sorreggendo Alice con un braccio e prendendosi la più piccola in spalla prima che potesse rovinare a terra come un sacco di patate.
< Cos’è successo? > chiese Asuka mentre una mano correva involontariamente al pancione.
Alexis guardò le compagne visibilmente terrorizzate e subito capì il motivo di tanta paura < Dove sono Alèk e Ryoko? > chiese infatti, facendo tremare Alice ancora di più.
Ayaka sgranò gli occhi quando Alice raccontò loro cosa fosse successo durante il viaggio di ritorno, della gilda oscura che portava il nome di Dark Arts e della maniera in cui Alèk l’Inarrestabile e Ryoko erano stati catturati.

 

Giunti ad Hargeon, Nagashi aveva camminato per un bel po’ prima di fermarsi a chiedere in uno dei tanti bar dove potesse trovarsi il tanto famoso Juri, sicuramente mago di Fairy Tail e a cui avrebbe potuto chiedere informazioni riguardo i suoi membri.
Intanto la ragazza nello specchio aveva smesso di infastidirlo e alla fine si era rassegnata al fatto che Nagashi non si sarebbe fermato solo perché glielo imponeva lei... quindi aveva deciso di starsene zitta.
Quando il ragazzo dai lunghi capelli bianchi e gli occhi d’ambra si era seduto sullo sgabello di fianco a un ragazzo dai capelli neri vestito di tutto punto, non gli sfuggì il sussulto che aveva mosso la ragazza dai capelli viola – segno che c’era quasi.
< Sto cercando un mago di nome Juri > disse mentre il barman gli versava da bere < Sa dirmi dove posso trovarlo? >
L’uomo ci pensò un attimo ma poi scosse la testa, dispiaciuto.
Eppure se ne sarebbe andato per la sua strada se una persona non avesse attirato così tanto la sua attenzione e fu proprio quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi di un rosa inquietante a farlo: < Perché mai cerchi il mago Juri, strano viandante? > e nel chiederlo lo squadrò da capo a piede con ciglio ironico e visibilmente divertito.
Nagashi non vi badò molto, ansi. Ignorò quel suo tono da sconsiderato e puntò il suo sguardo su di lui < Lo conosci? >
Gli venne quasi da ridere < Forse. Dipende da chi lo cerca >
< Nagashi > si presentò, cercando di ottenere le informazioni che tanto gli servivano.
Il ragazzo, che doveva avere tra i venti e i ventitré anni, spostò lo sguardo sul proprio bicchiere non accennando a cancellare quel ghigno divertito dalla sua faccia.
< Potresti essere ucciso, Nagashi >
< Non credo > ribatté prontamente questo < Dimmi dov’è >
Il ragazzo lo guardò con aria di sfida < E se non volessi? >
Non ci volle molto perché Nagashi si mise in posizione d’attacco mentre l’avversario restava praticamente immobile, certo che non gli sarebbe successo nulla di male... e in un certo senso ci aveva visto giusto, ma non per il motivo che credeva.
Perché a un certo punto una figura aveva fatto irruzione all’interno del bar: pantaloni blu, gilet rosso dai bordi azzurri, guanti bianchi, il visibile marchio di Devil Slayer suo braccio destro, capelli rossi con un ciuffo un po’ più lungo da un lato e occhi blu.
Il ragazzo allargò il suo sorriso mentre Nagashi sgranò gli occhi nel riconoscerlo.
< Tu! > esclamò la figura appena arrivata < Io e te abbiamo un conto in sospeso! >
Nagashi non disse nulla, strinse le labbra irritato da quel fuori programma mentre sentiva la ragazza nello specchio cercare di capire cosa stava succedendo visto che non vedeva niente che non fossero i vestiti di colui che la stava trascinando da una parte all’altra.
Il rosso fece scricchiolare le dita delle mani, preparandosi all’azione < Non dirmi che ti sei dimenticato di me, Nagashi... sono Kasai Akuma e stai per essere preso a calci in culo! >
Il bianco continuò a restare in silenzio, intanto che gli altri clienti si volatilizzavano spaventati dalla piega che stava prendendo quella giornata.
< Oh, ma guarda un po’... chi si rivede! > esclamò il ragazzo dai capelli neri e ben vestito.
A Kasai quasi gli venne un colpo quando lo riconobbe < Tu sei quel tizio della gilda oscura di Magnolia! Com’è che ti chiamavi? >
< Kyle, al vostro servizio > e fece un inchino.
Nagashi si rigirò verso il ventitreenne < Non ho tempo per queste sciocchezze. Ho bisogno che mi dici dove si trova Juri, adesso >
< Ma perché non ci prendiamo un bel boccale di birra? Facciamo due chiacchiere e magari diventiamo pure amici! > esclamò Kyle, gli occhi rosa che andavano da uno all’altro con euforia.
La vena sul collo di Kasai rischiava di esplodere da un momento all’altro < Non dire cavolate! Dopo mi occuperò anche di te! Ma ora fammi sistemare questo tizio...! >
Totalmente deluso, Kyle scosse la testa afferrò un paio di bottiglie di gin < Visto che con te è impossibile parlare... vorrà dire che dovrai aspettare prima di fare qualsiasi cosa > e come un fulmine gli lanciò entrambe le bottiglie.
Il rosso si allontanò dal baro con un salto e per un attimo pensò di aver evitato un’esplosione non premeditata, ma Kyle gli fu subito di fronte con un paio di ali ai piedi che era sicuro di avere già visto.
Poi si creò un cerchio chiaro sulla mano del moro, l’aria si raccolse tutta in una sfera e in un secondo questa venne rilasciata – Kasai, inutile dirlo, venne sbalzato indietro di qualche chilometro atterrando su una nave pronta per la partenza.
Kyle fece “ciao-ciao” con la mano nella sua direzione per poi voltarsi verso Nagashi < Allora, cos’è che volevi? >
< Dimmi dove si trova Juri > quasi ringhiò nel dirlo, il che fece sorridere il nemico.
Stava per dire qualcos’altro ma fu costretto a schivare una palla di fuoco blu che quasi lo stava per colpire < Ehi, tu! > esclamò Kasai spuntando nuovamente, su di un tetto < Questa magia mi è familiare... ma sono sicuro tu usassi la magia del vento nero! >
< No no > cantilenò Kyle con fare fintamente scherzoso < La mia magia non è catalogabile da nessuna parte, mi dispiace. È impossibile che riusciate a comprenderla a pieno >
Eppure era sicuro di averla già vista quella mossa, pensò Kasai, e sicuramente non era stato lui a utilizzarla.
Nagashi stava per perdere la pazienza, Kasai avrebbe voluto riempire di pugni quel tizio che sorrideva tutto contento quando avrebbe dovuto prenderlo più seriamente... in quel clima di tensione però, due figure apparvero all’improvviso: erano una ragazza e una bambina, entrambe camminavano spensierato fino a qualche istante prima ma che si erano ritrovate in mezzo a quegli squilibrati senza nemmeno che se ne fossero accorte.
La prima doveva avere vent’anni, era alta, aveva i capelli di un rosso scarlatto di media lunghezza e un paio di occhi azzurri che spiccavano sulla pelle abbronzata. La cosa che risaltava più di quella ragazza erano senza subbio le strisce rosse che le decoravano la zona sotto gli occhi ma a parte questo sembrava una persona normale.
La seconda era una bambina graziosa dai capelli dello stesso colore del fiordaliso chiaro raccolti in due codine corte e gli occhi viola scuro, il suo era uno sguardo vuoto, che non diceva assolutamente nulla... eppure stringeva a sé quello che sembrava un orsacchiotto di peluche rosa, che indossava una gonnellina e un fiocchetto sull’orecchio.
Per un attimo nessuno disse niente, poi la rossa mise le mani a imbuto davanti alla bocca e urlò con tutta la voce che aveva < Stanno arrivando le guardie!! Dicono che arresteranno chiunque abbia provocato danni alla città, scappate!! >
Kyle emise un verso frustrato per poi sospirare < Vorrà dire che ci rivedremo un’altra volta... ciao! > detto ciò si trasformò in un agile e veloce gatto nero volatilizzandosi all’improvviso davanti ai loro occhi. La ventenne guardò prima Nagashi che subito si azionava per ritrovare quel maledetto che ancora non gli aveva detto nulla riguardo Juri e poi Kasai che la guardava in maniera strana < Guarda che ho visto tutto, in parte è anche colpa tua tutto questo casino... se non vuoi essere arrestato, ti conviene andartene! >
Il rosso si riprese come per magia e tra un pensiero e l’altro decise che era cosa buona e giusta inseguire quei due, così corse via anche lui.
La bambina si voltò verso la più grande < Andrà bene quello che hai fatto? > le chiese.
L’altra annuì per poi scoppiare a ridere < Oddio!, non credevo ci sarebbero cascati così come delle pere cotte! > si piegò in due dalle risate mentre la bambina la osservava immobile, senza mutare espressione.
< Non è vero, Orochi-san > sussurrò flebile la bambina.
< Eh? Come mi hai chiamato? >
La bambina scosse la testa < Nulla >
L’altra rise ancora < Parli anche coi fantasmi, tu? Certo che sei strana forte...! > esclamò tutta allegra per poi guardarsi attorno < Non c’è più nessuno. Devono essersi chiusi tutti in casa... che dici? Andiamo? >
La bambina alzò la testa per guardarla < Andare dove? >
L’altra sorrise < A Fairy Tail >

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DI AYAKA

Ciao!, innanzitutto e ben trovati!
Spero davvero che non mi lanciate coltelli ma anche se fosse non vi preoccupate... riesco a schivare di tutto, state parlando con la campionessa di palla avvelenata mai esistita sulla Terra! – ora però basta, passiamo alle cose importanti.

1) SCUSATE...!!!!!!!!!, non ho neanche inserito il secondo Special ma ci tenevo a non farvi aspettare secoli e visto che mi si è presentata l’occasione di aggiornare ho preso la palla al balzo...

2) Cosa ve ne pare?, vi ho incuriositi almeno un poco? Ve l’aspettavate l’arrivo di una Lisanna senza poteri? E il rientro in pista di Kyle? Chi si ricorda la mossa che ha usato Kyle contro Kasai e chi l’ha utilizzata? E chi è Juri? Ho cercato di dare rilievo al personaggio di Ryoko, ho esagerato o vi è piaciuto?

3) Dal prossimo capitolo inserirò una specie di “rubrica” all’inizio di ogni capitolo, che sarà l’intervista che Jack e la figlia di Jason (personaggio che mi sta venendo proprio... impossibile da gestire e sopportare ma vabbé…!) di un singolo personaggio alla volta. Per fare questa intervista vi chiedo di suggerire qualche domanda da fare ai vostri stessi OC (belle, brutte, invadenti, sceme, perverse, eccetera) ma anche ad altri OC – ovviamente per messaggio privato, in entrambi i casi – che siano di altri o alla mia dolce/tenera/sadica Ayaka, o anche Marylin (ma anche Kyle, noi non disdegnammo nessuno, no?)... Allora? Dateci dentro!

4) Oookay, gli OC non sono ancora tutti... cioè, i due personaggi femminili che mi mancavano sono già apparsi ma, come avete potuto notare, ancora non hanno svelato i loro nomi... una donna che sembra normale e una bambina apatica? Creeranno guai? Eeeh…solo io e chi ha ideato questi splendidi OC può saperlo... ^.^!

5) Fatemi sapere se vi è piaciuto, se sto andando bene, tutto quanto! CIAOOOOOO!!!


P.S. Se volete, se siete bravi a disegnare, se avete tempo, provateci anche voi... sarà come un incentivo a non abbandonarmi (cosa che ancora non avete fatto, quanto vi voglio bene!) e anche per ripassare tutti insieme i personaggi... perché mi rendo conto che può essere difficile soprattutto per voi memorizzarli tutti, anche se pochi. Io ce li ho tutti in testa ormai... non vedo l’ora di continuare!

   
 
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