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Autore: Moriko_    28/05/2017    4 recensioni
"Un ciclo che si ripeteva ogni volta che premeva quel tasto e gli capitava di guardare solo il materiale acquisito di recente.
Sequenze, immagini che passavano silenziosamente, mentre le mani - ormai segnate dal passaggio del tempo - reggevano tremanti quel dispositivo che era stato suo compagno di avventure e osservatore inosservato di varie situazioni.
Quando sullo schermo passò anche quella scena, la videocamera iniziò a scivolare lentamente dalle sue mani, rischiando di cadere al suolo e rompersi in maniera irreparabile.
Come quel rapporto che credeva sarebbe durato per sempre."

[Episodio 91 di Dragon Ball Super] [Missing moment]
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gowasu, Zamasu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Salve a tutti!
Dopo una lunga assenza, sono tornata con una nuova storia sul mio Universo preferito. Tuttavia, questa volta sarò molto breve.
Avvertimenti: Spoiler! Episodi 90/91. Ovviamente gli spoiler valgono anche per l’intera saga di “Mirai” Trunks, riguardo alcuni personaggi che compaiono in questa storia.
Dopo aver visto l’Episodio 91 e, in particolare, quella scena ambientata nel mondo dei Kaiōshin dell’Universo 10, ad un certo punto mi è capitata sotto gli occhi questa fanart. In questo modo, ho pensato di partire da quell’immagine per sviluppare la storia che state per leggere.
Una videocamera, che abbiamo visto allegramente in azione nel corso del suddetto episodio. E, dato che ormai questi splendidi dispositivi hanno la possibilità di scattare anche fotografie… ho pensato: se anche quella videocamera in realtà abbia al suo interno delle immagini appartenenti al passato?
Proprio per questo, devo precisare che riguardo la stesura della storia mi sono solo ispirata a quell’immagine. Diciamo che sono partita dal tema che 994 ha espresso attraverso la sua opera, tutto qui. ^^’’
Come al solito, vi auguro buona lettura.

Nota: Ancora una volta, ringrazio stellaskia per l'immagine che accompagna il titolo!



Photograph.



Una videocamera.
Era un acquisto di qualche anno prima, quando dispositivi del genere iniziarono ad essere prodotti e messi in commercio per la prima volta nell’Universo 10.
Per questo motivo quella che reggeva tra le mani era ancora perfettamente funzionante, nonostante - a causa dei progressi tecnologici - iniziava ad essere considerata già vecchiotta.
Proprio come lui, del resto.
Con il passar del tempo si era affezionato a quell’oggetto, perché era stato il suo compagno di viaggio per una parte della sua vita, memorizzando e immagazzinando i momenti - ora divenuti ricordi - che aveva visto di volta in volta. E, anche in quel momento, continuava ad esserlo.
Lui era ad un passo dal suo sogno: diventare un KamiTuber. Da quando aveva conosciuto quel sito, era subito nato in lui il desiderio di pubblicare un video serio e coinvolgente che potesse raggiungere migliaia di visualizzazioni.
Non era un’impresa facile in un mondo che preferiva la volgarità e l’arroganza come strumenti essenziali per fare successo, ma non volle scoraggiarsi per questo.
Presto o tardi, prima di lasciare per sempre quel mondo… Gowasu, sommo Kaiōshin dell’Universo 10, sarebbe stato in grado di mostrare a tutti il lato buono e gentile dei pianeti posti sotto la sua protezione.
E, mentre riprese tra le mani quella videocamera, conservata con cura in un cassetto della sua stanza, capì che fosse giunto finalmente il momento. Il suo Universo era in pericolo… e, anche se poteva sembrare strano, il rendere popolare un video su Internet gli sembrò la soluzione migliore.

Tutto era partito da un suggerimento di Cus.
«Sommo Gowasu, per avere la vittoria assicurata dobbiamo puntare sulla popolarità del nostro team!»
Che strano, pensò il saggio Kaiōshin. Poco fa lei e Rumsshi hanno solo parlato di forza fisica… e, adesso, dicono che dobbiamo pensare alla popolarità?
Il perché dell’affermazione dell’Angelo gli era del tutto enigmatica: probabilmente gli Zen’ō non erano divinità che tenevano in considerazione queste cose, e per questo stavano rischiando di mettersi in una situazione di forte svantaggio.
Mentre il vegliardo stava riflettendo su tutto ciò, Murichim gli si avvicinò e mise nuovamente in posa i suoi muscoli.
«Possiamo partire dalla popolarità di Murichim.» disse Rumsshi. «Su Internet è un personaggio molto famoso e seguito da migliaia di persone.»
Gowasu rimase sorpreso da ciò che il Dio della Distruzione aveva appena suggerito. Su Internet… ha detto?
Fu allora che ebbe un’idea.
Un’idea che avrebbe potuto assicurare loro la salvezza, nonostante le apparenti disastrose premesse.
Corse velocemente verso la sua stanza, con l’obiettivo di recuperare la sua amata videocamera. La prese, la accese e constatò che tutto era ancora perfettamente funzionante. Menomale che è ancora in perfetto stato: mancano solo quattro ore all’inizio del Torneo!
Mentre cercò di regolare le impostazioni, l’anziano Kaiōshin premette accidentalmente il tasto per la riproduzione delle fotografie e dei video acquisiti in precedenza.
«Oh.» commentò, iniziando a prendere visione del contenuto che aveva appena ritrovato. «Quanti ricordi…»
All’inizio vi erano un sacco di fotografie che oramai aveva dimenticato di aver scattato, video di momenti di esplorazione e di indagine dei pianeti del suo Universo… molto di quel materiale che era testimone del suo operato e della sua vita privata.
Sul volto di Gowasu si delinearono diverse espressioni in base ai ricordi suscitati dalle scene che stava osservando: gioia, gratitudine, rabbia, angoscia. Rivide momenti di felicità, quando davanti a lui vi era un’immagine dei suoi “compagni di viaggio” Rumsshi e Cus, dolore di fronte a immagini di pianeti che, subito dopo, furono distrutti per un capriccio dell’Hakaishin…
E, infine, gli ultimi mesi.
Nel ricordarsi di ciò che c’era dietro a quelle scene e del perché fossero state scattate, nel cuore del Kaiōshin si fece strada un sentimento di forte malinconia.
Un ciclo che si ripeteva ogni volta che premeva quel tasto e gli capitava di guardare solo il materiale acquisito di recente.
Sequenze, immagini che passavano silenziosamente, mentre le mani - ormai segnate dal passaggio del tempo - reggevano tremanti quel dispositivo che era stato suo compagno di avventure e osservatore inosservato di varie situazioni.
Quando sullo schermo passò anche quella scena, la videocamera iniziò a scivolare lentamente dalle sue mani, rischiando di cadere al suolo e rompersi in maniera irreparabile.
Come quel rapporto che credeva sarebbe durato per sempre.


«Non capisco perché dobbiamo fare un video. La prego: non posso riprendere solo voi tre e basta?»
Un giovane Shin stava sistemando gli ultimi dettagli sulla videocamera, mettendo a fuoco l’intera scena che gli si presentava dinanzi. Nel frattempo, dall’altra parte dell’obiettivo, una fanciulla dalle sembianze di un Angelo stava letteralmente trascinando con sé il suo Dio della Distruzione che, con un broncio, espresse il suo disaccordo nell’essere ripreso.
«Detesto dovergli dare ragione…» sussurrò Rumsshi all’Angelo, dando un leggero sbuffo, «… ma non ha tutti i torti: nemmeno io voglio comparire in un video!»
La piccola Cus volò dietro al suo allievo e gli sussurrò: «Lord Rumsshi… pensi al ritorno di immagine. Non appena questo video inizierà a circolare su Internet, tutti la rispetteranno e la venereranno come unico Dio di questo Universo. Sarà temuto e accolto con grandi onori, e la elogeranno per sempre con dei deliziosi banchetti---»
«Elogi? Banchetti?»
L’elefante interruppe il discorso dell’Angelo e, in un secondo, si sistemò la postura e le insegne che rappresentavano la sua carica di divinità dell’Universo 10. «Andiamo, su! Zamasu, muoviti con quell’aggeggio, prima che mi addormenti per la noia!»
Mentre Cus sorrise, soddisfatta di aver convinto l’Hakaishin a prendere parte a ciò che stavano realizzando, decisamente opposta fu la reazione dell’apprendista Kaiōshin. Una vena pulsante si formò sulla sua fronte e, in segreto, stava progettando di vendicarsi di quello che gli era sembrato una mancanza di rispetto nei suoi confronti.
“Ti taglierò le scene migliori durante le fasi di montaggio, così vedrai se ti vanterai ancora della tua superiorità!” pensò, ridendo dentro di sé nell’immaginarsi tutte le piccole correzioni che avrebbe avuto in mente di fare.
Nel frattempo l’anziano Kaiōshin si alzò dalla sedia, facendo scomparire nel nulla la sua tazza di tè, e si avvicinò al suo discepolo, osservando le sue azioni. Ad un certo punto indicò lo schermo della videocamera e disse: «Se vuoi diventare un ottimo KamiTuber, devi iniziare ad usare anche qualche effetto di illuminazione.»
Zamasu non comprese le parole del suo maestro: cosa voleva dire attraverso quel consiglio che gli stava dando? Al giovane sembrò che la scena dove Cus e Rumsshi si trovavano fosse illuminata al punto giusto… Di fronte all’incredulità del suo pupillo, Gowasu proseguì il suo discorso. «Ti faccio vedere. Per favore, mettiti di fronte all’obiettivo, così sistemo anche le impostazioni sui primi piani.»
L’altro acconsentì e fece come gli aveva appena detto il suo maestro. Fu in quel momento che, mentre osservava il Kaiōshin premere i tasti, notò l’improvvisa comparsa di una luce rossa che lampeggiava sulla videocamera, e Gowasu esclamare:
«Vi presento il mio apprendista, Zamasu! Come potete vedere, è un giovanotto molto serio e diligente… e il suo talento è preparare un tè molto gustoso!»
«S-Sommo Gowasu!»
Il ragazzo arrossì leggermente per l’imbarazzo, ponendo subito le mani davanti all’obiettivo. «Non vale: non mi ha parlato di riprese a sorpresa!»
Il Kaiōshin scoppiò a ridere. «Devi imparare a scioglierti di più, Zamasu. Per essere amati da tutti, noi divinità dobbiamo essere il più possibile presentabili.»
Poi si avvicinò al giovane e gli strinse la mano per infondergli coraggio. «Non preoccuparti, è normale che tu ti senta a disagio. All’inizio a chiunque non piace essere ripreso… però, non appena si inizia a prendere la mano, ci si abitua in un battibaleno! Perciò, sii il più naturale possibile e vedrai che andrà tutto bene!»
Il giovane Shin continuò a sentirsi nervoso, distogliendo lo sguardo dal suo maestro. «La prego… Niente riprese per me.»
«Va bene. Ma in questo caso sarò costretto a riprenderti di nascosto, ed a quel punto non potrò garantirti l’assenza di scene che possono risultare… diciamo, “compromettenti” per te.»
La “minaccia” del vegliardo fece sussultare Zamasu. Il ragazzo si trovava sul pianeta dei Kaiōshin ormai da diversi anni, e in questo lasso di tempo - per loro molto breve - aveva imparato a conoscere meglio Gowasu: proprio per questo motivo, sapeva che il suo maestro era capace di tutto da quando aveva scoperto quel “KamiTube”, anche a costo di riprendere di nascosto ciò che gli interessava, arrivando ad invadere la privacy della loro vita quotidiana.
Senza dire una parola, tornò di fronte alla videocamera e attese che Gowasu tornasse a premere il famigerato tasto “REC”.
«P-Piacere di conoscervi. Sono Zamasu, futuro Kaiōshin del---»
«Stoooop!»
Rumsshi barrì, lasciando letteralmente a bocca aperta Gowasu, il quale nel frattempo stava per correggere il suo pupillo riguardo l’affermazione “futuro Kaiōshin”. «Cerchiamo di non perdere tempo: adesso venite tutti qui e riprendiamo la scena di presentazione generale delle divinità dell’Universo 10!»
In un primo momento il “regista” perse il suo consueto sorriso e guardò l’Hakaishin con enorme dissenso. Tuttavia, fu la voce dell’Angelo a convincerlo di acconsentire alla burbera richiesta di Rumsshi. «Dai, sommo Gowasu: veniamo tutti qui e facciamo prima una foto di gruppo da inserire all’inizio del video!»
Il vegliardo fece un cenno al suo apprendista, invitandolo a prendere il comando della videocamera. «Zamasu, per favore: scattaci una fotografia.» chiese con un sorriso. Dopodiché si avvicinò alle altre due divinità, e così i tre si misero in posa.
«Pronti?» chiese il giovane Shin, mentre regolava le ultime impostazioni prima dello scatto. «Uno, due…»



Gli occhi di Gowasu si persero nel ricordo di quell’immagine che stava osservando silenziosamente, dove vi erano lui, Cus e Rumsshi. Il suo sguardo cadde sulle varie espressioni di felicità che trasparivano dai loro volti: Rumsshi era colui nel quale era difficile notare un sorriso, mentre Cus reggeva allegramente il braccio del suo Dio della Distruzione.
E lui… sorrideva.
Quel sorriso, che da sempre era il suo biglietto da visita e grazie al quale si distingueva dagli altri Kaiōshin, in quel momento sembrava essere perso per sempre… Le ultime vicende che lo avevano coinvolto suo malgrado, avevano prodotto come triste risultato il violento strappo di quel sorriso dolce, gentile e sincero, sostituendolo da un forte senso di tristezza che mai più lo avrebbe abbandonato.
E, non appena vide l’immagine successiva… lacrime copiose scesero dai suoi occhi e bagnarono lo schermo.
Cadde in ginocchio, permettendo alla videocamera di posarsi sul freddo pavimento. Non si ruppe, poiché da quell’altezza la distanza con il suolo era minima, ma lo spegnimento accidentale dello schermo fu per l’anziano Kaiōshin un altro chiaro segnale di ciò che era diventata quella fotografia.
Solo un amaro ricordo, spezzato da un tradimento inaspettato.


«Dai, Zamasu: adesso tocca a te!»
Con un cenno della mano, Gowasu invitò il suo giovane allievo ad unirsi al gruppo. L’altro sorrise: erano quelli i momenti nei quali riusciva a tirare un sospiro di sollievo, dimenticando per un attimo tutti i problemi e i dubbi derivati dal ruolo che doveva intraprendere un giorno.
Impostò sulla videocamera la modalità “Autoscatto” e andò da loro, mettendosi anche lui in posa accanto al suo maestro.
Non appena il dispositivo scattò la fotografia, le quattro divinità si avvicinarono ad esso per prendere visione dell’immagine che era stata appena elaborata. Fu un momento molto bello per loro, in quanto - stranamente - tutti furono soddisfatti del risultato.
«Per favore, Zamasu: sviluppala!» esclamò l’Angelo e, in un attimo, il giovane Shin esaudì la sua richiesta, materializzando dalla videocamera quattro copie dell’immagine che avevano appena visto.
Il Kaiōshin osservò attentamente la fotografia che aveva tra le mani. Era una delle immagini più belle che aveva mai visto in tutta la sua vita, e rappresentava tutto il suo mondo.
Quella fotografia, simbolo di uno dei tanti momenti di felicità che i quattro avevano condiviso…

Quell’immagine, simbolo di un mondo andato per sempre in frantumi.





A/N [Ovvero: angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
A dire il vero, è da molto che stavo progettando di scrivere una storia sui ricordi del mio (futuro) KamiTuber preferito.
L’immagine della quale ho inserito il link prima della storia mi ha dato un ottimo spunto per iniziare. Uno dei miei hobby è quello della fotografia, che ho sempre considerato un mezzo per “fissare” dei ricordi avvenuti nel passato e, così, attraverso di essa possiamo rievocarli, anche se in apparenza sembrano essere stati “rimossi” dalla nostra mente.
In un certo senso è proprio ciò che volevo raccontare qui. Io credo che, in realtà, Gowasu stia ancora soffrendo per tutto ciò che è accaduto nella saga precedente… Tuttavia, devo ammettere che proprio per questo ho gradito abbastanza le ultime scene nell’Universo 10, nelle quali sono state protagoniste proprio le divinità. Credo che quella del video in particolare sia un modo per farci comprendere come, nonostante la sofferenza dovuta agli avvenimenti del passato, si può sempre cercare di superare le ferite che abbiamo ricevuto dedicandosi a ciò che si ama fare di più al mondo. È vero che il dolore non si può cancellare in un attimo, ma si può imparare a convivere con esso con il sorriso sulle labbra… In fondo, gli hobby nascono proprio con questo scopo: distrarsi per cercare di vivere serenamente.
E, quasi dimenticavo: la mia storia si colloca prima della scena del video. Quel ballo era qualcosa di fenomenale, ahahah! :D
Con questo chiudo. Ancora una volta, ringrazio tutti coloro che sono giunti fino a qui. A presto!
--- Moriko
   
 
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