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Autore: Razu    29/05/2017    0 recensioni
Chi ha detto che i cattivi non possono amare? Melkor, la massima calamità di Arda, e Sauron, suo sgherro e allievo, ne sono l'esempio vivente. Il loro cuore malvagio e corrotto ha lasciato spazio a un sentimento nuovo e sconosciuto, ma che loro riusciranno a conoscere e controllare. Più o meno...
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"Melkor infilò le dita nella chioma rossa di Sauron. L'allievo non si mosse, né lo guardò in viso. Rimase fermo, a fissare il soffitto, con le coperte che gli arrivavano al ventre piatto.
-Sauron...- sussurrò. Sauron parve riscuotersi dalla trance in cui era immerso.
-Stai bene?-
-Pensavo...-
-A cosa?-
-A noi. Insomma...a quanto è strano tutto questo. Noi dovremmo essere spietati e senza cuore, giusto? Invece eccoci qua, nel tuo letto, a darci piacere e ad amarci come fossimo marito e moglie. A ciò pensavo. A quanto è strano e assurdo tutto questo-"
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Melkor, Sauron
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Melkor, il Signore del Male, aprì lentamente gli occhi, dopo un breve riposo.


Avrebbe voluto dormire tutta la notte, ma qualcosa, o meglio qualcuno, glielo aveva impedito.


Non che gli fosse dispiaciuto, in realtà.


Si alzò piano piano dal letto. Sentì un corpo agitarsi accanto a lui, come se non volesse lasciarlo andare.


Melkor depositò un amorevole bacio sul ventre della figura, facendola subito calmare.


Andò nel bagno, deciso a farsi le consuete pulizie mattutine: per prima cosa, riempì d'acqua una tinozza, per poter lavarsi il corpo perfetto e muscoloso.


Mentre strofinava la spugna contro la pelle pallida, rifletteva su quanto era successo la sera precedente.


Come di consueto, aveva consumato la sua cena insieme al suo allievo, Sauron, nel grande salone di Angband.


Non avevano parlato per tutta la durata del primo, poi Sauron aveva azzardato qualche domanda a proposito di Beren: se era ancora vivo, se era riuscito a catturarlo o se avesse la più pallida idea di dove si trovasse. Melkor aveva risposto con un secco "non me ne parlare", e Sauron aveva chinato il capo sul piatto senza più parlare.


Melkor era rimasto a fissare la rossa chioma di Sauron a lungo, dapprima svogliatamente, poi infatuandosene sempre di più.


Sono proprio belli i capelli di Sauron, ricordava di aver pensato quella sera.


Più li fissava, più la voglia di toccarli si era acuita, finché non lo aveva fatto. Come sono morbidi...aveva pensato.


Sauron aveva subito alzato lo sguardo. -Maestro?- Aveva chiesto con lo sguardo pieno di stupore. -Hmmm?-


-Cosa state facendo con i miei capelli?-


-Li sto toccando-


-Lo vedo, ma perché?-


-Non lo so...li stavo guardando...e mi è venuta voglia di toccarli-


Il viso di Sauron aveva perso un po' del suo stupore -oh...va bene-


Melkor aveva fatto un sorrisetto scaltro, e aveva cominciato a giocherellare con una ciocca dei capelli di Sauron. Il Maia era rimasto immobile, senza reagire.


-Non ti disturba?-


-Che cosa?-


-Il fatto che io stia giocando con i tuoi capelli mentre stai mangiando-


-Se per questo, mi dà molto fastidio...-


-E allora perché non reagisci?-


-Perché voi siete il mio signore e maestro, e io devo sottostare a ogni vostra volontà- Melkor aveva allargato il sorrisetto scaltro.


-Invece, quando faccio cose come queste, dovresti proprio reagire-


-Ormai ho preso l'abitudine a ignorarvi-


-Ah sì? Ignoreresti anche...questo?- Si era alzato di scatto e lo aveva baciato. Ma non sulla guancia, sulla fronte o su qualsiasi parte della faccia: sulla bocca. Non un lieve e fugace bacio sulle labbra, un bacio vero, pieno di passione e ardente di sentimento.


La forza del suo bacio, oltre che a schiacciare la testa dell'allievo contro lo schienale della sedia, aveva prodotto uno strano effetto su Sauron: aveva cominciato a dibattersi, come un pesce fra le mani del pescatore. Si era aggrappato al suo collo, come se avesse bisogno di quel bacio, e non volesse più farlo smettere.


Si erano staccati dopo molto. Sauron era arrossito. I suoi capelli non erano più in ordine come lo erano stati all'inizio della cena, e alcune ciocche sottili gli ricadevano sul volto. Il suo viso si era messo a tremare.


-Perché?- Aveva sussurrato -perché?-


Melkor aveva fatto un sorrisetto a metà fra l'ironico e lo scaltro, e un guizzo di luce divertita aveva attraversato i suoi occhi. Quelle tre parole erano uscite dalle sue labbra in un mormorio quasi impercettibile. -Non lo so-


Poi, lo aveva baciato di nuovo.


Questa volta, Sauron aveva rischiato di cadere, poiché la forza di Melkor era stata tale, che la sedia si era inclinata pericolosamente all'indietro.


Quel bacio era stato più lungo del precedente, molto più lungo. Al Signore del Male era perfino parso di sentire dei gemiti provenire dal Maia, ma non ne era sicuro.


Quando si erano staccati, Sauron era diventato rosso quasi quanto le tuniche che indossava ogni giorno.


-Perdonatemi- aveva detto l'allievo subito dopo, alzandosi da tavola -credo sia l'ora di coricarmi-


Melkor lo aveva preso per un braccio. -Lasciatemi!- Aveva esclamato Sauron, dimenandosi. Il maestro lo aveva inchiodato al muro. -Cosa c'è, Sauron? Hai forse paura?- Il Maia aveva sgranato gli occhi dorati.


-Paura? Io? E di cosa di grazia?-


-Di quello che stiamo facendo. Di quello che stiamo provando-


Il viso di Sauron aveva assunto un'espressione arrabbiata. -Io non provo assolutamente niente! Volevate solo divertirvi un po', tutto qui! E ora lasciatemi in pace!-


Melkor aveva sogghignato, senza lasciarlo andare. -No, invece. Tu provi qualcosa. Hai solo paura di mostrarlo, e te ne vergogni, perché è un sentimento che nessuno, o almeno nessuno che sia come noi, ha mai provato...-


-IO NON PROVO ASSOLUTAMENTE NIENTE!-


-Tu mi ami, Sauron- era calato un silenzio di tomba nella sala. Un silenzio di ghiaccio, carico di pericolo e tensione. Il viso di Sauron si era contorto in una smorfia di furore. -IO NON AMO NESSUNO! NON L'HO MAI FATTO E NON LO FARÒ MAI!- Era esploso il Maia.


-Tu mi ami. Quando ti ho baciato, l'ho percepito. Tu hai paura...-


-IO NON HO PAURA!-


-Tu ne hai, e tanta. Ripeto, tu ti vergogni di quello che provi, e ti fa rabbia, perché sei convinto di non poter amare-


-Io non ho paura- aveva sussurrato il Maia furiosamente. -Ah no? Allora dimostramelo- Sauron era divenuto paonazzo. -Come?-


-Dimostramelo-


Sauron aveva guardato il maestro con diffidenza, poi, lentamente, aveva circondato il suo collo con le braccia, aveva posato le sue labbra sulle sue, e lo aveva baciato con più forza e passione.


Melkor sforzò la memoria per capire come fossero finiti, nudi, nel suo letto, ma aveva solo ricordi confusi. Ricordava solo il caldo corpo di Sauron fra le sue braccia, il suo viso sotto di lui, il volto contratto in un'espressione di piacere assoluto, e un fioco "ti amo".


Se detto da lui o da Sauron, Melkor non sapeva dirlo.


Si accorse che l'acqua ormai era diventata fredda, perciò decise di uscire dalla vasca e pettinarsi.


Continuava a pensare alla sera precedente, mentre i denti del pettine passavano nei suoi capelli corvini, sciogliendoli dai nodi.


Melkor aveva insinuato che Sauron aveva paura di ciò che provava, e se ne vergognava, ma lui? Che effetto faceva a lui?


A me Sauron piace, pensò fissando negli occhi il se stesso nello specchio. Insomma, è carino, ha un bel viso e un bel corpo, quando non c'è mi sento solo, e quando sono entrato dentro di lui...continuò a pettinarsi.


Quando ebbe finito, uscì dal bagno, nudo, con solo un asciugamano attorno ai fianchi.


Quando tornò nella stanza, vide che Sauron si era svegliato. Fissava il soffitto, come se fosse stato ipnotizzato.


Melkor infilò le dita nella chioma rossa di Sauron. L'allievo non si mosse, né lo guardò in viso.


Rimase fermo, a fissare il soffitto, con le coperte che gli arrivavano al ventre piatto.


-Sauron...- sussurrò. Sauron parve riscuotersi dalla trance in cui era immerso.


-Stai bene?-


-Pensavo...-


-A cosa?-


-A noi. Insomma...a quanto è strano tutto questo. Noi dovremmo essere spietati e senza cuore, giusto? Invece eccoci qua, nel tuo letto, a darci piacere e ad amarci come fossimo marito e moglie. A ciò pensavo. A quanto è strano e assurdo tutto questo-


Si girò su un fianco, appoggiandosi al gomito.


-Mi avevi promesso che sarei diventato potente, che avrei avuto il controllo su ogni cosa, ma su questo...ah, non so cosa sia questo...sento qualcosa di strano qui...quando sei accanto a me e mi spaventa, Melkor. Aiutami...aiutami a sbarazzarmene-


Non lo aveva mai chiamato col suo nome prima di allora, notò il Vala.


-Io so che cos'è-


-Temo di saperlo anche io-


-È amore-


-Io continuo a sperare che non lo sia-


-Perché?-


-Perché l'amore rende deboli. Mortali e immortali non sprecano forse le loro vite per amore? Non soffrono forse per amore? Non diventano duttili e malleabili per amore? Non si piegano più facilmente alle volontà altrui per amore? Io non lo voglio, non voglio essere vulnerabile, voglio essere invincibile!-


Melkor lo guardò per lunghi attimi. -Sì, hai ragione, l'amore è da deboli- disse alzandosi dal letto e iniziando a vestirsi.


-Non avremmo dovuto farlo, eravamo solo...solo...- cercò a lungo il termine esatto, ma non lo trovò.


-Solo...?-


-Nulla, fa' come se non avessi detto niente-


Sauron lo guardò rivestirsi. -Anche se...forse...non eravamo coscienti di quello che stavamo facendo...devo ammettere che...questa notte è stata una delle migliori...della mia vita- disse.


Melkor non rispose.


Avrebbe voluto dirgli la stessa cosa, prenderlo fra le braccia e fare ancora quello che aveva fatto per tutta la notte.


Ma non lo fece.


Sauron non voleva amare, e lui nemmeno, ma il bisogno che aveva del Maia era quasi più forte della sua ostinazione.


-È stato solo un gioco- disse, più a se stesso che all'allievo -solo un gioco- ripeté.


Si girò, vestito di tutto punto. Sauron era ancora nel letto, ma si era tirato su, almeno un po'.


Melkor cercò di non fissare il suo petto muscoloso insistentemente.


-E ora?- Chiese Sauron. -E ora cosa?-


-Io...io...- il Maia deglutì, come se le parole che stava per dire fossero troppo grosse per passare per la sua gola.


Si alzò dal letto, con le coperte a coprire le sue nudità, e avanzò verso il maestro.


-Io ho bisogno di te- sussurrò Sauron -ho bisogno di sentire la tua voce, il tuo odore, i tuoi passi risuonare per Angband. Ho bisogno di sentire il tuo calore, il tuo respiro...io ho bisogno di sentirti accanto a me- sul viso pallido avevano cominciato a scendere delle lacrime, cosa che stupì Melkor non poco, poiché era la prima volta che vedeva Sauron piangere.


-Penserai che sono un debole, ma io ti amo, Melkor, e ho bisogno di te. Io non voglio essere debole, ma questo mio bisogno mi costringe a esserlo. Perdonami, Melkor- cadde in ginocchio, nascondendo il volto fra le mani -perdonami- sussurrò, il corpo scosso dai singhiozzi.


Melkor si chinò su di lui -l'amore rende deboli, lo so, ma non mi sono mai sentito più forte in vita mia quanto in questo momento- gli sussurrò.


Sauron non tirò su il viso dalle mani o diede segno di averlo udito.


-Perché mi avete baciato, ieri sera?- Il suo viso non era più fra le sue mani, gli occhi erano rossi e gonfi, l'espressione a metà fra l'aggressivo e il furioso.


Aveva di nuovo ripreso a dargli del "voi", notò Melkor.


-Te l'ho detto- disse il Vala, a disagio -non lo so-


-Voi non fate mai nulla senza motivo- lo sguardo del Maia era carico di sfida e sospetto.


-Volevo solo...vedere la tua reazione...io non...non...- le parole gli morirono in gola prima ancora di averle pensate.


-Perfetto- Sauron distolse lo sguardo da Melkor. Tirò su le coperte fino al petto, mentre si alzava in piedi. -Come pensavo- raccolse i suoi vestiti dal pavimento. Lasciò cadere le coperte a terra, coprendosi il corpo nudo coi vestiti, ma senza infilarseli.


Uscì dalla stanza.


Melkor rimase qualche attimo a pensare prima di seguirlo.


Perché erano arrivati a quel punto? Un attimo prima stavano parlando quasi normalmente, e poi Sauron se ne era uscito con quella domanda, che aveva rovinato tutto.


Devo andare da lui, sono ancora in tempo per rimediare, posso ancora dirgli tutto...scosse la testa. Cosa gli stava succedendo? Lui era il Signore del Male, non poteva farsi prendere dai sentimentalismi. Lo hai appena fatto, deficiente, si disse. Hai baciato Sauron e sei entrato nel suo corpo, come lo chiami questo? Sei proprio come lui: ti vergogni di quello che provi. Tu lo ami, non solo fisicamente, e non vuoi ammetterlo.


Melkor scosse la testa, come per allontanare il pensiero.


Sei di fronte a una scelta, si disse, o vai da lui, dimostrandogli il contrario di ciò che gli hai detto, oppure rimani qui, facendo sì che lui non ti rivolga mai più la parola. Anche solo pensarla, la prospettiva di non poter più parlare con Sauron lo riempiva di orrore.


Dovette arrendersi all'evidenza: amava Sauron, lo amava con tutto il suo malvagio essere, e il solo pensare di non poter essere nemmeno suo amico lo faceva sentire male.


Spalancò la porta, correndo alla stanza di Sauron.


Alzò la mano e fece per bussare, ma la voce del Maia lo fermò.


-Ho sentito i tuoi passi e so che sei lì. Chiunque tu sia, vattene ora o ti incenerisco- Melkor lo conosceva abbastanza bene da sapere che quella non era una vuota minaccia.


Tuttavia, abbassò la maniglia e entrò lo stesso.


Sauron era steso sul suo letto, a pancia in su, con i capelli sparsi sul cuscino, il volto rigato di lacrime. Vestiva una semplice tunica rossa, ampia. Probabilmente la usava come camicia da notte.


-Siete venuto a prendervi gioco di me?-


-No, affatto- Melkor chiuse la porta dietro di sé. Andò da lui.


-Volete giocare un altro po'? Volete usarmi di nuovo? Beh, spiacente, questa volta non sono disponibile-


-No, Sauron, voglio essere solamente essere sincero...-


Sauron rise, una risata amara e piena di...delusione? Rancore? Rabbia? Melkor non avrebbe saputo dirlo.


-Che novità, il Signore del Male che dice la verità. La racconterò agli orchi come barzelletta prima di una battaglia-


-Sauron sono serio-


-E cosa dovresti dirmi di così veritiero?-


-Ti amo-


Un silenzio attonito seguì le sue parole. Gli occhi d'oro di Sauron si spalancarono per lo stupore, ma subito dopo si ridussero a fessure.


-Avevate detto che non eravate venuto a prendermi in giro-


-Non ti sto prendendo in giro-


-Fuori! Fuori da qui!- Disse Sauron alzandosi dal letto -andatevene!-


Per tutta risposta, Melkor lo prese in braccio e lo rimise sul letto. -LASCIATEMI SUBITO!-


-Io ti amo, Sauron-


-NON È VERO! STATE MENTENDO!-


-Te lo giuro-


-BUGIARDO!-


Melkor gli levò la tunica. Emise un gemito soffocato nel vedere la pelle di Sauron e nient'altro.


-Io ti amo, Sauron, lo giuro-


-Voi mentite...- singhiozzò il Maia.


Melkor si spogliò.


-Non osate...entrare...nel mio corpo- sibilò Sauron.


-Sauron, smettila. Lo so che stai fingendo, lo so che in realtà sei contento che io sia venuto qui e che abbia ammesso di amarti, ma ora piantala con questa messinscena. So che sei anche arrabbiato, ma sei soprattutto felice del fatto che io sia qui con te- Sauron non rispose, ma non oppose molta resistenza quando Melkor entrò in lui.


-Ti prego...toglimi...questo amore...- disse fra i gemiti dopo un po'. -Io...non lo voglio...mi fa male...e mi rende debole...ti prego...toglimelo...- poco dopo le sue parole, i due giunsero all'apice del piacere, insieme.


-Se ti togliessi l'amore...non potrei più farti questo- sussurrò Melkor cadendo al suo fianco e baciandolo appassionatamente.


-O questo- la sua mano scivolò sul membro di Sauron, e iniziò a muoverla, facendo uscire dalla gola dell'amato gemiti intrisi di piacere.


-O questo- disse percorrendo tutto il suo collo e la spalla con la bocca, baciandolo e strappandogli gemiti ancora più intensi.


-Adesso dimmi, Sauron- si mise ancora una volta sopra di lui, per poterlo guardare negli occhi -vuoi ancora rinunciare all'amore che provi per me?- Il Maia gli prese il viso e lo baciò in bocca.


-No...- sussurrò -no...-


Altre lacrime gli bagnarono il viso. Lacrime di gioia.


-Ti amo, Melkor- sussurrò prima di stringerlo a sé.


-Ti amo anche io, Sauron-

   
 
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