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Autore: apollo41    31/05/2017    1 recensioni
Prompt: Thommen lavora come cuoco in uno dei ristoranti più rinomati della Danimarca e, sebbene abbia cinquantacinque anni, risulta essere ancora un uomo abbastanza attraente; carismatico rubacuori dal gran fascino, ama trascorrere il suo tempo con donne colte e intelligenti, meglio se più giovani di lui.
Dal testo:
Il punto era che Thommen non ricordava neppure quando fosse stata l’ultima volta che aveva preparato un tavolo senza l’aiuto di un cameriere o cucinato un piatto dall'inizio alla fine senza uno sous chef sempre alle sue costole che gli chiedeva se avesse bisogno di qualcosa. Forse non succedeva dai tempi in cui aveva lavorato da giovane in un piccolo bistrò nel centro di Parigi, quando, ancora uno studente, era riuscito a convincere lo chef che lo aveva assunto a lasciargli l’occasione di dimostrargli che non fosse utile solo come cameriere. Per un istante, a quel pensiero, Thommen si sentì piuttosto vecchio.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa one shot è stata scritta per la prima edizione dell'oca EFPiana versione scrittura sul gruppo EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni (link:https://www.facebook.com/groups/751269538242732/).
Ho anche avuto il tempo di rileggere e correggere, ma potrebbero esserci cavolate varie perché sono scema; al massimo segnalatele in un commento.
Vi lascio alla lettura! Baci, Elisa.

PS: come al solito per questo genere di cose non sono previsti seguiti. (Ma se avete dei prompt da proporre anche per vecchie drabble/flash/one-shot, lasciateli nelle recensioni che potrei prendere in considerazione di scriverci altre sciocchezzuole brevi. Però non chiedete solo di continuare, lasciate un vero e proprio prompt se volete che provi a scriverci qualcosa, please.)
 



PROMPT (Casella 21, Personaggio umano particolare 3):

Nome: Thommen
Cognome: Vilkalander
Età: 55
Data di nascita: 2 aprile 1962
Particolarità fisica: Sebbene Thommen abbia cinquantacinque anni, risulta essere ancora un uomo abbastanza bello e attraente. Pieno di fascino, indossa sempre vestiti eleganti e firmati.
Carattere: Dai gusti fini e da un palato sopraffine, Thommen lavora come cuoco in uno dei ristoranti più rinomati della Danimarca.
Gran rubacuori e uomo di gran fascino, ama trascorrere il tempo con donne colte e intelligenti, se più giovani di lui anche meglio.
Prestavolto: Mad Mikkelsen.

NOTE: aspettatevi di nuovo un finale aperto e brusco perché a volte il cervello mi dice che quello è il punto in cui chiudere la storia e da lì non ne vuol sapere di muoversi.
 

Downpour
 

Era una sensazione strana per Thommen aggirarsi nel suo ristorante completamente da solo, ma dopotutto non gli capitava tutti i giorni di invitare una donna nel suo locale nel giorno di chiusura per una cena intima ed esclusiva. Era sempre stato un latin lover e prono ai gesti spettacolari, eppure non aveva avuto bisogno di andarci così pesante per far cadere una donna ai suoi piedi nell’ultimo decennio e la cosa lo stuzzicava alquanto.

Gli piacevano le donne più giovani di lui, tuttavia, per quanto cercasse sempre compagnie ricercate e con una certa cultura, sembrava che semplicemente le ventenni si facessero ammaliare con facilità dal suo carisma e dal suo aspetto curato. Ed era sicuro che la fama e la ricchezza che derivavano dall’essere lo chef, nonché proprietario, di uno dei ristoranti più rinomati della Danimarca fosse un ottimo incentivo a essere più ricettive nei confronti di un cinquantacinquenne attraente.

Il punto era che Thommen non ricordava neppure quando fosse stata l’ultima volta che aveva preparato un tavolo senza l’aiuto di un cameriere o cucinato un piatto dall’inizio alla fine senza uno sous chef sempre alle sue costole che gli chiedeva se avesse bisogno di qualcosa. Forse non succedeva dai tempi in cui aveva lavorato da giovane in un piccolo bistrò nel centro di Parigi, quando, ancora uno studente, era riuscito a convincere lo chef che lo aveva assunto a lasciargli l’occasione di dimostrargli che non fosse utile solo come cameriere. Per un istante, a quel pensiero, Thommen si sentì piuttosto vecchio.

Non ebbe, comunque, tempo di soffermarsi a rifletterci perché un leggero bussare alla porta a vetri del locale gli fece alzare lo sguardo dalle candele che stava ancora accendendo sui tavoli vuoti della sala che si affacciava sul cortile interno del locale, dove un unico tavolo era preparato per due per una cena a lume di candela e chiaro di luna con vista sul canale di Frederiksholms.

Lasciò l’accendino su uno dei tavoli, si passò le mani sul fronte della giacca per rimuovere dell’inesistente polvere e si avvicinò alla porta a vetri. Dall’altro lato della superficie trasparente stava una donna dall’aspetto austero, i capelli biondo grano raccolti in una coda e il corpo sottile avvolto in un abito verde foresta che sfiorava il pavimento e le lasciava scoperte le spalle, al momento nascoste da uno scialle di seta semitrasparente color grigio perla.

Thommen le rivolse un sorriso, aprendole la porta e facendole un mezzo inchino mentre la lasciava passare. Una leggera brezza si fece sentire mentre Birgit varcava la soglia, portando con sé l’odore salmastro del mare e il profumo sofisticato di gigli e agrumi che ormai aveva imparato a collegare a lei.

«Buonasera, Birgit,» la salutò offrendole il braccio appena la porta fu di nuovo chiusa a chiave alle sue spalle. Lei gli sorrise e poggiò una mano sul suo avambraccio, lasciandosi accompagnare con calma tra i tavoli in direzione della portafinestra che dava sul cortile interno.

«Per nostra fortuna lo è, Thommen. Non mi aspettavo una cena all’aperto,» rispose con la stessa voce pacata e musicale che lo aveva attirato sin dal loro primo incontro qualche mese prima.

Non c’erano stati dubbi sin dall’inizio che Birgit fosse una donna di classe e, nonostante fosse più “adulta” di quanto fosse di solito la compagnia femminile con cui si circondava Thommen, doveva ammettere che erano anni che non si era sentito così attratto da una donna. Niels, suo fratello minore, gli aveva detto che era solo perché Birgit faceva la difficile e lui non provava l’ebrezza della caccia da troppo tempo, eppure Thommen non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che semplicemente lei fosse la donna che aveva aspettato per tutta la sua vita.

«È stata una decisione dell’ultimo minuto, considerato il bel tempo fuori programma,» ammise scostandole la sedia per farla accomodare, per poi recuperare la bottiglia di vino bianco italiano che aveva scelto per la serata e versarne un po’ nel bicchiere che lei gli porse all’istante.

«Oh, sono sicura che avrai fatto carte false pur di ottenere un tempo simile in pieno luglio. Ammettilo, Thommen, hai fatto un altro patto col diavolo per ricevere questo favore,» scherzò lei prendendo un sorso di vino mentre gli rivolgeva un occhiolino.

Lui sorrise e si accomodò dall’altro lato del tavolo, ignorando il vino che aveva appena versato anche per sé; doveva ancora finire di cucinare, dopotutto, e la notte era giovane. Avrebbe avuto tempo di bere più tardi, per il momento voleva godersi la conversazione con lei mentre attendeva che il timer per le entrée scattasse.

*****

Quando una goccia di poggia atterrò sulla guancia di Thommen nel bel mezzo della conversazione tra un boccone e l’altro del favoloso secondo a base di merluzzo, lo chef imprecò tra le labbra. Ebbero a malapena il tempo di concordare che fosse una buona idea continuare la cena all’interno e di alzarsi dal tavolo che un vero e proprio acquazzone li colse di sorpresa.

Thommen si sarebbe aspettato di vedere la composta e sofisticata Birgit affrettarsi all’interno del locale di tutta fretta, probabilmente rivolgendogli un freddo e frettoloso saluto prima di andarsene e dimenticarsi per sempre di lui e della sua idea idiota di fare una cena romantica all’esterno in uno dei mesi più piovosi dell’anno.

Invece, con sua incredibile sorpresa, la donna si era limitata a liberarsi dello scialle, lasciandolo sulla sedia su cui era stata seduta fino a pochi istanti prima, a sciogliere i capelli dalla coda in cui erano stati raccolti e ad alzare il viso al cielo, in un gesto così infantile e liberatorio che per un attimo Thommen si dimenticò che la donna che aveva di fronte avesse solo una decina di anni in meno dei suoi.

La osservò senza muoversi per qualche istante, ignorando la pioggia che rovinava irrimediabilmente l’ottimo cibo e i loro vestiti costosi. Dopo quello che parve un tempo infinito, Birgit abbassò il viso e lo fissò con un sorriso stampato in faccia, il mascara che fino a poco prima le aveva reso le ciglia incredibilmente nere e lunghe ora in parte sciolto sulle sue guance di solito pallide e al momento arrossate. «Scusa, adoro la pioggia,» si giustificò solo, sembrando quasi in imbarazzo.

Non l’aveva mai vista arrossire, neppure le volte in cui Thommen si era arrischiato a fare commenti piuttosto lascivi le volte precedenti in cui erano usciti insieme. Era un’espressione che le donava e che continuava a farla sembrare più giovane di almeno una decina d’anni. «Penso di adorarla anche io al momento,» confessò studiandola con stampata in faccia un’espressione ammaliata.

Lei ridacchiò e gli si avvicinò, le labbra increspate nel modo che aveva imparato significare che Birgit fosse soddisfatta di ciò che lui le aveva appena detto. Non che Thommen stesse cercando di compiacerla, in quel preciso istante. In realtà credeva di non essere mai stato più sincero di quanto lo fosse in quel momento. Avrebbe dovuto sentirsi vulnerabile, forse, come a volte si era sentito con lei quando era stato davvero sincero e aperto, e non il carismatico latin lover che ammaliava le ventenni con carisma e parole ben piazzate; tuttavia non stava succedendo.

Forse potevano fingere d’essere entrambi più giovani e liberi, meno plasmati dalle aspettative della società che li circondava, almeno per qualche istante mentre restavano lì soli e immobili nel mezzo di un acquazzone e in quello che sembrava un angolo di paradiso al di fuori del resto del mondo.

L’improvviso boato di un tuono in lontananza li fece sobbalzare e ritornare alla realtà, prima di affrettarsi entrambi dentro il locale. Rimasero per qualche secondo immobili un paio di passi oltre la soglia del giardino esterno, gocciolando sul pavimento di legno lucido e tremando appena alla brezza fredda portata dal mare che entrava dalla porta aperta. Dopo qualche momento di silenzio, comunque, Birgit scoppiò in una risata cristallina che spinse Thommen a fissarla stupito. Ci vollero solo un paio di istanti prima che scoppiasse a ridere anche lui.

«Mia figlia sarà parecchio arrabbiata quando le restituirò lo scialle,» commentò Birgit quando finalmente l’ilarità fu passata.

Thommen le sorrise, avvicinandosi a lei e stringendola in un abbraccio, prima di posarle un bacio sulla fronte ancora umida. «Sono sicuro che ne sarà valsa la pena,» sussurrò.

Lei lo guardò negli occhi. «Oh, ne sono certa...» aggiunse solo prima di afferrargli il viso e stampargli un bacio a fior di labbra.

   
 
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