Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: rocchi68    02/06/2017    4 recensioni
Chef Hatchet aveva sempre odiato il suono del telefono.
In particolar modo quando era ancora notte e aveva il sacrosanto diritto di dormire senza l’ansia di preparare la sbobba per i campeggiatori o di dover sopportare quel gran narcisista, approfittatore ed egoista d’un McLean.
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chef Hatchet, Chris McLean
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chef Hatchet aveva sempre odiato il suono del telefono.
In particolar modo quando era ancora notte e aveva il sacrosanto diritto di dormire senza l’ansia di preparare la sbobba per i campeggiatori o di dover sopportare quel gran narcisista, approfittatore ed egoista d’un McLean.
Era la sua fortuna in quanto fonte di assoluto guadagno, ma anche fonte di guai per cause giudiziarie, test mortali e vendette dei campeggiatori.
Quando il telefono iniziò con la sua assordante suoneria, l’ex cuoco militare aveva sperato che non si trattasse di qualche rivenditore d’aspirapolveri.
Anche se, sentendo quella voce, era pronto a ripensarci: chiunque gli andava bene purché non si trattasse di Chris.
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che uno sbadiglio gli sfuggì impetuoso.
 
“È una tragedia Chef.”
 
“Stavo…dormendo.” Borbottò con voce impastata dal lungo sonno.
 
“Non m’importa un fico secco dei tuoi bisogni…qui è capitata una catastrofe.”
 
“È morto…qualcuno?”
 
“Chi se ne frega degli altri…sono disperato.”
 
E lo era davvero.
La voce che giungeva dalla cornetta era piena di singhiozzi, imprecazioni e minacce rivolte verso qualche Entità Superiore.
 
“Che c’è?”
 
“Una disgrazia...perché proprio a me?”
 
“È morto qualcuno del cast?”
 
“Che vuoi che m’importi di quei marmocchi: secondo te perché li faccio partecipare ai miei reality? Io spero solo che muoiano male.”
 
“Eh?”
 
“Immagina che ascolti, ma…che cavolo…non cambiamo discorso.” Ringhiò Chris, stringendo la sua cornetta d’oro con tale forza da stritolarla.
 
“Se quelli del cast stanno bene e non ti hanno denunciato, non riesco a trovare altro.”
 
“È peggio di quando Duncan ha fatto esplodere la mia casetta.”
 
“Non mi dirai che i produttori ci hanno tagliato lo stipendio.” Brontolò il cuoco, rimettendosi a sedere e sbuffando infastidito.
 
“Peggio, molto peggio…”
 
“Ezekiel ti ha trovato?” Chiese Chef, accendendo la luce e iniziando quasi a preparare le valigie per correre incontro all’amico di tanti reality.
 
“Magari fosse così…Chef sono fregato, rovinato…kaputt capito?”

“Non avrai ritentato con i programmi culinari, spero.”
 
“La smetti di parlare di robaccia? Questa è una questione di vita o di morte.”
 
“Sono le 3 di mattina, che ci può essere di così orribile?” Soffiò il cuoco, risedendosi sul suo comodo letto da 2 piazze e chiedendosi se non stesse esagerando.
 
“Quale parte di rovinato non hai compreso? Che ne sarà della mia immagine quando i produttori verranno a sapere di questa storia? Se ricevessero la notizia, perderei il lavoro e anche tu faresti la stessa fine. Ma che può capirne un gorilla pelato?”
 
“Sono le 3 di mattina!” Ripeté Chef, ignorando la sua ennesima offesa e alzando la voce, senza temere tra l’altro di svegliare qualche vicino.
Tanto quella cosuccia chiamata casa era solo di 2000mq, con tanto di piscina, guardiola, cinema e bunker antiatomico.
 
“È una tragedia: dovrò spendere un sacco di soldi per tornare in corsa.”
 
“Si può sapere che hai? Hai finito la tua scorta annuale di gel?” Tentò il cuoco, sbadigliando di nuovo e facendo innervosire il collega.
Dopotutto se quelli del cast erano ancora vivi, nonostante la sbobba e le sfide mortali, se Ezekiel non l’aveva trovato, se Courtney non aveva intentato causa e non aveva vinto e se gli ascolti non erano calati drasticamente, Chris McLean non aveva nulla da temere.
 
“Non parlarmi di gel o ti faccio trascinare Blaineley per tutta la muraglia.”
 
“Non mi pagano abbastanza per ascoltare i tuoi scleri.” Ammise, pensando all’ultimo assegno da 5 zeri che aveva intascato.
 
“Come ti dicevo…è una tragedia.”
 
“Sciogliti la lingua e parla per una buona volta.”
 
“D’accordo.”  Chris respirò con calma, anche se ripensando a quella disgrazia, l’ansia gli mozzava il fiato e gli rendeva impossibile ogni approccio.
 
“E resta calmo: tutto si può sistemare.”
 
“Allora Chef, avevo appena finito di farmi una vasca idromassaggio e sono andato allo specchio per pettinarmi.”
 
“Tutto qui?” Domandò seccato il cuoco, distendendosi a letto e coprendosi con le coperte che aveva cacciato in malo modo.
 
“Un capello bianco…ho visto un capello bianco.”
 
“Un momento: mi hai chiamato alle 3 di notte solo per un capello? Sai vero che esistono le tinte e le parrucche?”
 
“C…come?”
 
“Tinte e parrucche: vai da qualche barbiere e ti fai dare una sistemata.”
 
“Non capisci: oggi è un capello, domani è l’intera chioma…poi diventerò vecchio e i produttori mi manderanno via.”
 
“Se fai tutte queste storie per un capello, non immagino come affronterai le rughe e le occhiaie.”
 
Solo nel sentire quelle 2 orribili parole Chris sbiancò e il silenzio s’inserì tra loro.
Chef era quasi convinto che stesse meditando il suicidio.
L’immagine, quella su cui aveva basato il successo oltre che il sarcasmo e la crudeltà, di Chris era appena andata a farsi un viaggio di sola andata.
Sentiva solamente il suo respiro affannato e il suo picchiettare nervoso sulla cornetta, prima che la sua voce disperata ritornasse a fare capolino.
 
“La mia immagine…non può rovinarsi così.”
 
“Sì, ben detto.” Ironizzò il cuoco, risultando comunque sincero e preoccupato alle orecchie dell’amico.
 
“Non è possibile che il mio fascino svanisca: deve restare immutabile.”
 
“Credo sia meglio dormirci su…notte Chris.”
 
“Ma che vuoi Chef? Smettila di stare al telefono e di occuparmi la linea. Devo parlare assolutamente con il truccatore di Justin.”
 
Nel sentire quelle parole il cuoco sentì pulsargli qualcosa sulla fronte.
Non era un’idea per aiutare Chris, ma era la rabbia che provava nell’essere stato svegliato alle 3 di mattina.
Prima che l’amico riattaccasse, riuscì a urlare un’unica frase che lo avrebbe fatto schizzare male.
 
“Tanto è francese.”
 
L’urlo agghiacciante che seguì poi era degno di un film horror e, dopo essersi gustato quella calda vendetta, Chef Hatchet riagganciò la cornetta e ritornò al suo sogno.
 
 





Angolo Autore:

Ryuk: Rieccoci di nuovo qui...

È la prima volta che usiamo Chris e Chef con la speranza che non sia una schifezza.

Ryuk: Una robetta leggera tanto per cambiare.

E per farvi sapere che non sono ancora schiattato.
Beh...la prossima storia non so quando verrà fuori e, quindi, è meglio salutarvi.
Prima che me ne dimentichi: come potete notare tra una battuta e l'altra ho lasciato una riga di spazio e vorrei sapere se preferite questa modalità oppure se volete che ritorni a quella vecchia che usavo fino a ieri.
Grazie per l'appoggio e per le risposte.
Credo d'aver finito.

Ryuk: Io torno a scirvere sul mio Death Note.

E io non mi dilinguo oltre.
Alla prossima!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: rocchi68