Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: chaorie    04/06/2017    1 recensioni
Nico Di Angelo sta finalmente per diventare maggiorenne ma non è il tipo da grandi festeggiamenti. Il suo ragazzo - Will Solace - invece lo è e non sta nella pelle per il fatidico giorno. È proprio lui ad organizzare una sorpresa per Nico, senza che lui sospetti niente, regalandogli una serata indimenticabile.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Birthday Boy


 

Una leggera brezza mi accarezzava il volto, arruffandomi i capelli corvini. Grazie a quel venticello era più facile fronteggiare il caldo estivo mentre aspettavo che il tempo passasse seduto su una panchina. Guardai l’orologio che segnava le undici di sera. Mancava un’ora esatta al mio compleanno e Will mi aveva dato appuntamento al parco di fronte le nostre case per aspettare la mezzanotte insieme. Quando il giorno prima mi chiese se avevo già preso impegni con la mia famiglia lo guardai un po’ stranito, chiedendomi cosa stesse architettando. Di tutta risposta mi disse che voleva passare del tempo da solo con me prima che i parenti mi prendessero in ostaggio per l’intera giornata.

 

Dopo cinque minuti dall’orario prestabilito Will si fece vivo con uno zainetto sulle spalle. Gli sorrisi andandogli in contro così da potergli rubare subito un bacio.

“Ciao” gli dissi, sorridendogli contro le labbra. Quant’erano soffici! Avrei potuto baciarle per tutta la vita senza stancarmi.

“Ciao a te” disse a sua volta, prendendomi per mano. “Hai messo le scarpe da ginnastica come ti avevo detto? Dovremo camminare un po’”. Avevo seguito alla lettera le istruzioni che mi aveva inviato per messaggio e con me non avevo nient’altro che il cellulare — tra l’altro scarico. Ci eravamo organizzati per dire miei genitori che avrei dormito da Will così da non dire loro bugie su dove sarei andato a quell’ora di sera. Quelli di Will, invece, mi conoscevano già come suo ragazzo quindi non c’era bisogno di fingere — cosa che mi toglieva un peso dalle spalle perché non ero né bravo a mentire né mi piaceva farlo. Era una bella sensazione quella di poter essere sé stessi davanti ad altre persone senza filtri. 

Gli mostrai le scarpe da jogging e ricevetti un sorriso in cambio. Se c’era una cosa che Will amava era che le cose andassero secondo i suoi piani. Era così pragmatico! Gli incomodi lo mettevano di cattivo umore. 

 

Durante la lunga — quasi infinita — passeggiata che facemmo cercai di estorcergli qualche informazione riguardo la serata che ci aspettava ma fu tutto inutile. Quando voleva sapeva tenere la bocca ben chiusa. Man mano che camminavamo mi resi conto che ci stavamo allontanando dal centro della città e ci stavamo dirigendo verso dei quartieri in cui non ero mai stato. Le case erano delle villette con tanto di giardino. Non erano nemmeno ammassate l’una all’altra come i palazzi in cui vivevamo. Quella zona mi diede l’idea di essere tranquilla non solo quella sera ma ogni giorno. Anche i lampioni erano pochi e notai con piacere che potevo vedere molte più costellazioni ad occhio nudo. 

Perso così com’ero nei miei pensieri non feci più molto caso a dove stessimo andando. Stringevo inconsciamente la mano di Will, un’azione a cui ero abituato da così tanto tempo che era diventata involontaria.

 

Will ad un certo punto si fermò dinanzi ad una casa indipendente a due piani. 

“Perché ci fermiamo?” chiesi con un’aria abbastanza confusa. 

“Perché siamo arrivati” rispose Will, tirando fuori dallo zaino un mazzo di chiavi. “La casa è di un mio zio che in estate passa qui le vacanze” spiegò. “Con una piccola bugia e la promessa di non fare danni mi ha dato le chiavi”. Mi fece un gran sorriso. Era di sicuro molto fiero di sé in quel momento. 

Notai che fra le mani aveva anche una benda argentata. La indicai. 

“E quella?” 

“È per te. Fa parte della magia”.

Mi feci coprire gli occhi con quel pezzo di stoffa senza fare storie, sapendo che dovevo stare al gioco fino alla fine se volevo scoprire cosa aveva architettato. 

“Se mi fai cadere giuro che ti taglio tutti i ricci” mormorai, aggrappandomi al suo braccio per paura di inciampare nonostante stessimo ancora fermi. Una paura infondo irrazionale: Will sarebbe stato sempre al mio fianco.

“Di questo passo mi dovranno amputare l’avambraccio, mi stai bloccando la circolazione…”.

 

La porta si apriva su un lungo corridoio. Lo intuì dal fatto che camminammo sempre dritti per un po’ prima di svoltare a destra. Quando ci fermammo pensai che Will si fosse dimenticato o dovesse fare qualcosa ma, invece, mi disse di aspettare in piedi qualche minuto e che non dovevo sbirciare per nessun motivo al mondo. Dovevo trovarmi in una stanza a spazio aperto perché non avevo sentito il rumore di una porta aprirsi poco prima. O forse era già aperta. Aspettai nel silenzio che mi circondava il ritorno di Will, pieno di congetture. 

Ero curioso. Volevo togliermi quella benda e scoprire perché mi aveva portato lì, dove era andato e per quale motivo. Ma se l’avessi fatto lo avrei arrabbiare ed era l’ultima cosa che volevo. Così convissi con la mia curiosità per il tempo restante. 

Will ci mise un po’ a tornare ma alla fine sentii il clangore di un piatto contro del legno, probabilmente un tavolo. Istintivamente girai il volto nella direzione del suono che avevo appena avvertito. Proprio in quel momento la mani di Will raggiunsero i miei capelli, arruffandoli, per poi allungarsi verso il nodo che aveva precedentemente fatto alla benda. 

“Ora puoi guardare” disse. 

Dovetti sbattere le palpebre più volte per far abituare gli occhi alla luce della stanza. 

La prima cosa che notai furono i lunghi fili di lucine a forma di stella appese sulle pareti. E mi meravigliai di averle notate prima dei palloncini ad elio — neri ed argentati, i miei colori preferiti — che formavano la scritta Buon Compleanno Nico e quelli che erano arrivati fino al soffitto. Come se tutto non fosse già sbalorditivo su di un tavolo si stagliava quella che sembrava essere la mia torta preferita con tanto di candeline accese ad indicare gli anni. Non sapevo cosa dire e rimasi lì a contemplare il tutto cercando le parole giuste per ringraziare Will. 

 

“Wil—“
“Manca un minuto! Le candeline, le candeline!” disse in preda all’agitazione, spingendomi verso il tavolo mentre guardava il timer del cellulare. La scena mi fece ridere. Non ero abituato a vedere Will agitato perché non faceva parte della sua indole calma e stacanovista. 

Tornò alla sua postazione per potermi fare una foto al momento dello spegnimento ed iniziò a contare ad alta voce i secondi restanti.

“Tre… Due… Uno… Tanti auguri!” urlò. Mi piegai in avanti e soffiai sulle candeline, rosso in viso a causa dell'imbarazzo provocato delle foto che mi stava facendo. 

“Finalmente maggiorenne!” specificò venendomi incontro per potermi finalmente baciare. Gli cinsi il collo con le mie braccia e mi godei il più lungo possibile il mio primo bacio da diciottenne. E fu bellissimo. 

Solo quando mi allontanai dalle sue labbra fui in grado di ringraziarlo.

“Will… Io… Grazie per tutto questo, non so davvero cosa dire”. Ed era realmente così. Non riuscivo ad elaborare delle parole che fossero all’altezza di quello che lui aveva fatto per me. Di mezzo non c’era solo la cura dei dettagli di quella sorpresa ma tutto l’impegno che ci aveva impiegato. In occasioni come quella realizzavo sempre di più quanto speciale Will Solace fosse per me e che, senza di lui, non sarei andato tanto lontano.

 

Will scosse la testa carezzandomi una guancia. “Devo ancora darti il regalo…” mormorò. 

Ah, cosa devo fare con te?, pensai.

Gli strizzai una guancia con il pollice e l’indice che poi gli morsi. “Anche un regalo?” Come se ce ne fosse stato bisogno dopo tutto quello che aveva già fatto. Allora lui assunse un’espressione seria che solo poche volte da quando ci conoscevamo gli avevo visto. Fissò i suoi occhi nei miei e tale sguardo fu quasi difficile da sostenere. Un respiro profondo e poi la più dolce delle voci.

 

“Nico, io ti amo. Ma ciò non descrive i miei sentimenti a pieno pertanto cercherò di esprimerli ora”. Ora le guance mi bruciavano ma non sapevo se era a causa per il suo “ti amo” a cui ancora non ero abituato o il modo in cui lo pronunciò, soffermandosi lentamente su quelle due parole per evidenziarne l’importanza.

“Voglio che le mie braccia siano la tua casa. Voglio dormire con te e abbracciarti. Voglio svegliarmi con i tuoi baci. Voglio donarti la felicità che meriti. Voglio accarezzare la tua pelle e baciarla. Voglio baciare anche le tue labbra e sussurrarci contro anche se probabilmente le mie parole non avranno senso. Voglio scriverti delle poesie. Voglio starti così da vicino per poter vedere chi realmente sei. Voglio sorprenderti ogni giorno e vedere il tuo sorriso che, alla fine, è la causa del mio. Voglio donarti il mio cuore. Voglio che tu sappia tutte queste cose che magari non hanno un senso. E sembrerà egoistico da parte mia perché forse, infondo, sono una persona egoista ma ti amo, Nico, e voglio che tu sia l’unica persona a stare al mio fianco”. 

In una mano stringeva una sottile catenina d’argento dalla quale pendeva una fedina sottile. Ancora una volta mi mancavano le parole ma in cambio abbondavano le lacrime che mi rigavano le guance. Non volevo piangere ma non riuscivo a smettere. Mi sentii non solo accettato completamente dalla persona che più amavo al mondo ma che anche quel mio amore era ricambiato fortemente. 

Baciandomi le lacrime sulle gote mi mise quella catenina lungo il collo. 

“Sei tremendo se mi fai piangere il giorno del mio compleanno…” dissi scherzosamente mentre guardavo la fedina che ora avevo appeso al collo. “È bellissima, Will”.

“Volevo che tu avessi qualcosa di mio. Qualcosa che ti ricordasse sempre di me. E così…”

Senza aspettare che terminasse la frase lo attirai a me. Lo baciai. Ancora. E ancora. E lo amavo. Così tanto. Glielo sussurrai e poi, ancora una volta, lo baciai.

Io, Nico di Angelo, amavo Will Solace e quello fu il compleanno più bello di sempre.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: chaorie