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Autore: Anemone Grace    07/06/2017    1 recensioni
[JASICO WEEK]
God/Camp Swap.
Questa è la quinta flashfic di sette.
Vorrei spaccarti il naso, ma suppongo che mi perdoneresti lo stesso anche se lo facessi con cattiveria.
Com’è che ti chiami, stronzo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Jason Grace, Jason/Nico, Nico di Angelo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'JASICO WEEK'
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Così tante regole, così tante responsabilità piovute addosso senza mai averle chieste.
E tu?
Tu così spensierato e dedito a quel buon senso che non sembra rispecchiare molto la tua casa.
Vorrei spaccarti il naso, ma suppongo che mi perdoneresti lo stesso anche se lo facessi con cattiveria. 

Libero.
Ecco, mi manca così tanto quella sensazione che solo Bianca mi aveva fatto provare scappando di casa a dieci anni.
Ma per finire dove poi?
In una legione che ci ha accolto come una famiglia e riposto in noi, figli di Giove, una fiducia smisurata. 

È tutta colpa loro se lei è morta per dimostrare che era all’altezza di tutto quello.
È stata tutta colpa mia, per non essere stato abbastanza forte da poterla affiancare, abbastanza coraggioso. 

Stringo la spada dorata tra le mani e questa si elettrizza, perché io non vorrei lei in mano ma solo un fulmine da scagliare contro di te.
Com’è che ti chiami, stronzo?

“Ehi! Anche tu devi far parte del campo di Giove, vero? Siete i benvenuti qua al campo mezzo sangue, io sono Jason.”

Un sorriso cordiale non troppo radioso ma così dannatamente amichevole.
Osservo la mano e senza lasciarmi affliggere da quelli che sono da sempre i miei pensieri, la stringo con risolutezza. 

“Devi essere fiero di te Nico. Devi essere orgoglioso del titolo che porti e del potere che hai.”

Così aveva detto Reyna quando mi aveva iniziato ad allenare per diventare un pretore.
Reyna… cosa avrei fatto senza di lei?
Probabilmente sarei scappato dal campo e mi sarei nascosto da qualche parte, in cima a qualche grattacielo, pregando mio padre di volare via come se fossi stato una candida nuvola. 

“Nico, piacere di conoscerti Jason. Immagino che siete tu e Percy i leader qua dentro…”

La tua risata è così spontanea e il tuo sguardo schifosamente premuroso. 

“Non ci sono capi qua al campo mezzo sangue. Chirone, è il capo se vogliamo proprio etichettare questo titolo a qualcuno qua dentro.”

“Chirone è come Lupa…?”

Scuoti il capo e ridi divertito, alzando poi le spalle e sospirando.

“È semplicemente il nostro tutore.”

Queste risposte così candide…quella poca responsabilità…
Ti invidio e voglio vedere il tuo naso sanguinare.
Sarebbe come infrangere le regole, abbattere i muri e scappare ancora una volta da tutto e tutti.

Inaspettatamente, la terra sotto di me comincia a tremare.
Abbasso lo sguardo e dei solchi sotto i miei piedi si formano, il sollevamento è così veloce da terra, che non ci penso due volte a lasciare quell’orribile terreno pericolante.

Ma quando rialzo lo sguardo eccolo lì, il tuo sorriso divertito.
La spada nera e lunga stretta nella tua mano.

“Avanti, misurati con me. La tua spada non vede l’ora di scaricare tutta quella elettricità.”

Sorrido, abbassando lo sguardo che è già leggermente nascosto dalle ciocche nere dei miei capelli.
È come lasciare le redini di un cavallo, chiudere gli occhi e saltare il prossimo ostacolo.
Come se il tuo invito mi avesse reso libero.

   
 
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