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Autore: Ledypetrova    07/06/2017    0 recensioni
Sanon è distrutto dopo la morte di sua moglie e disperato lascia cadere la sua famiglia nelle disgrazie finendo sul lastrico,gli affari falliscono ed i debiti si fanno sempre più alti.Tre anni dopo la morte di sua madre Kathleen compie diciott'anni ed è a quel punto che suo padre e sua zia Màen la promettono ad un ricco ed influente conte inglese obbligandola a sposarlo. La ragazza non vuole assolutamente sposare un uomo che non conosce e soprattutto non vuole sposare qualcuno che non ama, nonostante questo matrimonio potrebbe salvare la sua famiglia dai problemi economici che l'affliggono. Kathleen non ha alcun potere di decisione al riguardo, tutto dipende dal Conte e sarà solo lui a decidere se confermare il fidanzamento dopo averla incontrata e conosciuta. Per salvare la sua famiglia dalla rovina e per proteggere la sua sorellina Brigit dalle minacce di sua zia Màen, Kathleen si ritroverà obbligata ad assecondare le richieste della sua famiglia.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Kathleen si guardò intorno, Agnees era crollata come un sasso in un lungo sonnellino pomeridiano,se ne assicurò prima di sgattaiolare fuori dalla sua camera,sapeva bene che per una giovane ragazza di buona famiglia non era decoroso aggirarsi da sola fuori dalla propria tenuta, ma non poteva ancora credere di essere stata promessa ad un uomo che neppure conosceva.
Corse verso le stalle assicurandosi che nessuno la vedesse oltre Phil. Raggiunse le scuderie e prese Belfard il suo puledro bianco di due anni dopo aver corrotto Phil lo stalliere, promettendogli una buona ricompensa purchè mantenesse la bocca chiusa, ma come assicurazione pensò bene di completare il pagamento al suo ritorno e solo se nessuno si sarebbe accorto della sua assenza. Nonostante questo suo atto coraggioso misto a follia ,  sapeva bene a cosa sarebbe andata in contro se sarebbe scappata, avrebbe  messo la sua famiglia in una situazione spiacevole e per quanto la ripugnasse l’idea di sposare un uomo che non conosceva non aveva molta scelta.
Aveva sentito da suo padre che l’uomo a cui era stata promessa la sua mano per motivi di affari alloggiava in città, ospite da una delle famiglie benestanti con cui a quanto pareva aveva qualche parentela lontana.La sua intenzione era quella di trovarlo ed incontrarlo,voleva vederlo almeno una volta prima di doverlo sposare per capire realmente che razza di persona fosse , aveva bisogno di sapere a quale uomo la sua famiglia l’avesse venduta.
 

Erano passato ore ormai e Belfard per quanto fosse pieno di energie iniziò a sentirsi stanco. Le era stato detto in ogni posto dove era stata che nessuno aveva visto il Conte e tanto meno era loro ospite, ma aveva capito troppo tardi che anche se fosse stato il contrario, nessuno le avrebbe permesso di vederlo. Si fermò cercando di far riposare il cavallo per poi scendere dalla sella, con presa salda tenne le briglie nella mano destra camminando con passo lento,costretta dall’abito che non le permetteva molte possibilità di movimento cosa a cui ormai era abituata,ma a cavallo non era una delle mise più comode.
In lontananza scorse quella che sembrava essere una taverna, si avvicinò guardandosi intorno quasi come a voler essere certa che nessuno la vedesse,non era mai stata in una locanda e la curiosità premeva ,infondo nessuno lo avrebbe saputo mai, no? Si convinse
Assicurò le briglie in modo che Belfard potesse riposare durante la sua permanenza all’interno,la sua curiosità prima o poi l’avrebbe messa i seri guai ne era consapevole,ma non le capitava spesso di uscire da sola e tanto meno le sarebbe capitata un’altra occasione come questa per visitare un posto che nella sua vita le era sempre stato proibito ,non era interessata all’ alcool o a incontri particolari ,in realtà ciò che la incuriosiva erano le sue letture,le migliori avventure iniziavano tutte da una taverna e finalmente avrebbe potuto dare un luogo alle sue fantasie,fremeva dalla curiosità e spinse la porta con uno strattone piuttosto forte,la porta scricchiolò e quella che prima le era sembrata una porta pesante si aprì quasi troppo facilmente,tanto da farle perdere l’equilibrio,appena entrata notò l’odore acre dell’alcool,si coprì il naso quasi d’istinto e osservò l’ambiente che tanto l’aveva incuriosita, in realtà non era affatto come se l’era immaginato,l’interno era sporco,il soffitto ammuffito ed in parte danneggiato,  le pareti erano di un color grigiastro e tappezzate di macchine,dire che era un luogo poco curato era un complimento,il cattivo odore le faceva arricciare il naso dal disgusto aveva la tentazione di voltarsi e scappare,ma oltre che coraggiosa e sprovveduta era anche piuttosto orgogliosa ed il suo orgoglio in quel momento le impose di piantare i piedi per terra alzare il viso,buttare indietro le spalle e dimostrare a se stessa di non essere affatto una ragazzina,ad  un tratto si sentii osservata, alzò lo sguardo notando diverse occhiate dai presenti,tutti per lo più ubriaconi e giocatori d’azzardo,l’ osservavano come si osserva un cervo in mezzo ad un gruppo di cinghiali,si accigliò ricambiando lo sguardo, probabilmente il suo vestito dava fin troppo nell’occhio, in realtà non era nulla di raffinato, un semplice abito verde acqua con alcuni ricami,ma decisamente in contrasto con l’ambiente, sarebbe stato evidente anche ad un ceco che non faceva parte di quel mondo,non che fosse una ricca nobile viziata,tutt'altro, era crescita nel benessere per gran parte della sua infanzia,ma sua madre le aveva insegnato che nulla si ottiene facilmente e se c'era bisogno di sporcarsi le mani per qualche lavoro o per aiutare non si sarebbe tirata indietro . Una ragazza all’incirca della sua età le si avvicinò e attirò la sua attenzione toccandole il braccio.



«My lady,posso  esservi d’aiuto? »
Il suo sguardo incrociò quello della ragazza che titubante le fece quella domanda,ed ora era certa che la sua presenza doveva essere piuttosto strana. Annuì alla giovane ragazza che nonostante la voglia che aveva sulla guancia aveva sicuramente l’aspetto migliore di chiunque altro la dentro, l’abito che indossava era scollato e più stretto in vita, era di un colore blu scolorito, la stoffa era grezza e di basso costo, aveva il bordo del vestito consumato ed usurato. Aveva i capelli rossi legati in una treccia, e gli occhi castani la osservavano attendendo una risposta.

«si,cerco un uomo, per essere precisi un nobile che potrebbe alloggiare da queste parti.. »
La ragazza l’osservò prima sorpresa e poi mortificata scuotendo il capo.

«Mi dispiace my lady..ma qui non vediamo spesso nobili»
Ammise quasi imbarazzata,la guardò perplessa per poi capire cosa intendesse dire,era evidente che quel posto fosse più che umile e qualsiasi nobile con la puzza sotto il naso e con un minimo di buon senso non ci avrebbe messo piede.

«Capisco.. »
La ragazza le mostrò un sorriso timido ed in quel momento venne chiamata da un ragazzo poco più grande di lei.

«Ana, potresti portare questi due boccali a
Raghnall ed il suo tavolo?»
 il ragazzo dietro il bancone era giovane,venticinque anni o poco più, era un ragazzo di bell’aspetto vestito con una semplice camicia di tela un po’ sgualcita e scucita sulle maniche, non fece caso a lei concentrato nel suo lavoro, con un cenno indicò le caraffe di vino che stava poggiando sul bancone, Ana  annuì e silenziosamente andò verso di lui sollevando subito dopo i due boccali di vino e quando ritornò verso di lei bisbigliò


«qui non si smette mai di lavorare»
Kahtleen le rivolse un sorriso comprensivo e solo allora noto’  lo sguardo stanco della ragazza e le borse che si erano posate sotto i suoi occhi. Sospirò scoraggiata per non essere riuscita in ciò che si era prefissata,si volto verso l’uscita ma a bloccarle la strada c’erano due uomini uno corpulento ed uno più alto e smilzo, entrambi puzzavano di alcool , i loro indumenti erano ingialliti e macchiati da chissà cosa,arricciò il naso e fece per scostarsi ma i loro passi la seguirono bloccandole la strada per la seconda volta,uno di loro aprì la bocca prima che potesse dire qualcosa.

«ehi bel fiorellino,cosa ti porta da queste parti? »
dal modo in cui parlava e capì che era ubriaco e si stupì nel constatare che già nel tardo pomeriggio fossero ubriachi,strinse i denti e assottigliò lo sguardo,l’altro quello più smilzo e alto parlò subito dopo «una ragazzina non dovrebbe visitare certi posti» la frase precedette un ghigno dei due uomini e a quelle parole lei piegò un angolo della bocca in una smorfia



«Il motivo del mia presenza non vi riguarda,e se volete scusarmi stavo giusto andando»
gli rivolse uno sguardo sfrontato facendo un passo in avanti , ma uno dei due la tirò per un braccio facendola scontrare contro il suo petto,arricciò il naso per il tanfo che disturbò immediatamente le sue narici,protestò strattonando il braccio e liberandosi dalla sua presa


«Non azzardatevi mai più a toccarmi,un gentil’uomo non metterebbe neppure un dito addosso una donna. »
entrambi risero in coro suscitando nella giovane Kathleen uno sguardo alquanto perplesso,i due ritornarono quasi subito seri notando il suo sguardo e dopo essersi guardati intorno con una scrollata di spalle risposero

«Un gentil’uomo? Mi dispiace deludervi mia cara..ma qui non ne vediamo»
rispose uno,precedendo di poco l’altro

«c’è anche da dire che una nobil donna non metterebbe piede in una locanda a meno che non voglia divertirsi un po’ »
 li osservò stizzita,per poi sentirsi  strattonare nuovamente per un braccio dall’uomo corpulento che la sollevò di peso obbligandola a sedersi sulle sue gambe,
urlò a pieni polmoni di lasciarla andare,ribellandosi e cercando di liberarsi ,ma l’uomo glielo impediva tenendole i polsi bloccati

 «oh il nostro fiorellino a gli artigli »
 rise e per l’ennesima volta ebbe quasi un conato di vomito per il tanfo che emanò

«LASCIATEMI IMMEDIATAMENTE ANDARE»
risero nuovamente in coro e lo smilzo parlò

 «vogliamo solo divertirci un po’ con te dolcezza»
 impallidì, quella frase aveva qualcosa di inquietante che la fece rabbrividire

 «NON NE HO ALCUNA INTENZIONE! »
 urlò dimenandosi attirando l’attenzione di molti che si voltarono,l’uomo smilzo batté il pugno sul tavolo

«DANNAZIONE STA ZITTA DONNA! »
 a quelle parole gli rivolse un’occhiata torva

«NESSUNO MI DICE DI STARE ZITTA!»
si dimenò e sporgendosi verso l’uomo gli diede un morso sulla spalla di quello che la teneva e di conseguenza ricevette uno schiaffo sulla guancia e l'uomo corpulento urlando lasciò la presa per poi assestarle un pugno nello stomaco lasciandola a bocca aperta e senza fiato

 «dovremo domarti per bene! »
si portò una mano allo stomaco trattenendo il fiato e ricacciando le lacrime indietro,l’uomo smilzo la prese per un braccio ma la ragazza urlò più forte, l’uomo alzò la mano per assestarle un secondo schiaffo, lei chiuse gli occhi aspettando lo schiocco del suo palmo sudaticcio sul suo volto ma non arrivò,avevano cambiato idea? Aprì gli occhi sorpresa e dubbiosa per poi sentire una presenza alle sue spalle,
sopra la sua testa vide la mano dell’uomo bloccata da un'altra mano

«credo sia abbastanza. »
il ragazzo alle sue spalle parlò con tono piatto e asciutto, con la coda dell’occhio potè notare che era più alto di lei e del suo  aggressore, la sua figura era intimidatoria e l’uomo stizzito ritirò il braccio e la spinse di lato così da farla ritrovare in una manciata di secondi sul pavimento,
si voltò e vide entrambi gli uomini avventarsi sul ragazzo che schivò uno e assestò un pugno sulla mascella dell’altro, Ana osservava la scena in un angolo leggermente preoccupata ma allo stesso tempo non sembrava sorpresa,nella locanda era calato il silenzio nessuno interveniva per separare gli uomini, ma poco dopo il locandiere di  prima uscì da una stanza con una mazza di legno spessa e lunga

«ADESSO BASTA! FUORI! »
Osservò la scena ancora confusa,era successo tutto così velocemente,le sembrava surreale,il ragazzo di prima aveva sul volto l’espressione di chi si stava divertendo , anche se di divertente non c’era nulla,prendeva a pugni il volto di uno e nel contempo schivava i colpi dell’altro,alle parole del locandiere i due aggressori si fermarono ma sul volto del terzo uomo si fece spazio quella che pareva.. delusione?

«oh di già?!»
 il locandiere sospirò ed intimò i due uomini di uscire. Kath non rimase a terra,si alzò velocemente e si ripulii il vestito ancora incredula

«vedo che stai bene»
a braccia conserte il ragazzo la osservò visibilmente seccato,lei alzò un sopracciglio infastidita dalla scelta del tono che aveva usato e non rispose ritornando a ripulire il suo vestito dalla polvere  

«pft! Un grazie non guasterebbe mica sai? »
 la guardò sfrontato e si ravvivò i capelli con una mano,aveva le nocche spaccate e leggermente insanguinate

 «…grazie»
rispose velocemente e lo sentii sospirare. Il locandiere tornò indietro correndo dopo aver accompagnato i due uomini all’uscita e ad alta voce urlò

«La stanno cercando!»
gli sguardi di Ana,il locandiere  e dello sconosciuto si concentrarono su di lei e tra le labbra le scappò un sussurro allibito

«Phil! »
 aveva fatto lo spia,non poteva credere che l’avesse tradita nonostante gli avesse promesso in compenso un buon bottino per il suo silenzio.

«Grandioso o appena salvato una viziatella fuggitiva. »
 disse lo sconosciuto con uno sbuffo,il locandiere gli diede una gomitata sul fianco ed il ragazzo in cambio gli rivolse uno sguardo truce

«Non possono trovarla qui, soprattutto non dopo quello che è successo o avrò un sacco di problemi! »
i due si guardarono per qualche minuto in silenzio

«ah dannazione Stan! »
 il ragazzo si portò le mani sui capelli che scompiglio nervosamente per poi sospirare esasperato,Stan il locandiere scrollò le spalle e l’altro rispose spazientito  

«ci penso io!»

 «Chris…grazie»
 risposero in coro Ana e Stan,Kathleen non proferii parola ero ancora furibonda per quella spia di Phil e non capiva cosa intendesse dire il ragazzo con “ci penso io”,per poi rendersi conto troppo tardi che il ragazzo,Chris , si avvicinò a lei sollevandola di pesò per poggiarla sulle sue spalle,Kathleen si agitò e scalciò cercando di liberarsi dalla sua presa, volevano forse ucciderla?!

«LASCIAMI ORA!»
Urlò continuando a scalciare, Chris non rispose continuando a camminare mentre la teneva saldamente sulle sue spalle a testa in giù come un sacco di patate, mentre si dirigeva verso il retro. Gli colpì la schiena con i pugni sperando la lasciasse

«ehi tu la sù! Smettila di colpirmi! Hai una caviglia slogata e per questo che ti ho sollevata! Non farti idee strane,non sei il mio tipo. »

alle sue parole smise di colpirlo ma aggrottò la fronte infastidita «meglio. Neppure tu sei il mio tipo! Comunque credo di riuscire a camminare da sola»
non le piaceva affatto essere trasportata da uno sconosciuto chissà dove, Chris espirò e la lasciò poggiandola a terra ma appena il piede poggiò a terra cedette facendola cadere in avanti verso il petto del ragazzo che prontamente la tenne


«si.. vedo»
Le rispose con ironia e si becco un’occhiataccia da Kathleen che lo fece sogghignare, la prese nuovamente in braccio ma questa volta senza metterla a testa in giù come prima.

All’esterno c’erano due cavalli, uno pezzato ed uno roano, quest’ultimo nitrì non appena li vide e Chris gli accarezzò il muso ridacchiando

«Belfard!»
Chris la aiutò a salire sopra la sella e la guardò alzando un sopracciglio
«chi? » disse infastidito
 «il mio cavallo.. »
lui roteò gli occhi al cielo e scosse il capo

«non possiamo prenderlo. » 
alla sua espressione aggiunse velocemente

«non possiamo rischiare di farci trovare..ma sicuramente te lo riporteranno sano e salvo quelli che ti stanno cercando.»
annuì dubbiosa mentre lui salì in groppa al cavallo dietro di lei.

La ignorò durante tutto il tragitto verso la tenuta a parte quei brevi momenti in cui gli spiegò a grandi linee dove fosse situata. Dopo diverso tempo si fermarono. Fino  a quel momento non avevano incontrato nessun uomo di suo padre e questo era piuttosto positivo , anche se con i debiti al suo servizio aveva pochi uomini, quelli che erano rimasti erano fidati e avrebbero riferito ogni singolo dettaglio a suo padre.

 «sei molto distante? »
scosse il capo,non mancava molto ormai,la tenuta era quasi visibile aldilà degli alberi e a cavallo l’avrebbero raggiunta in pochi minuti

«la caviglia come va? Puoi  camminare?» 
lo guardò confusa e annuì 

«bene..credo di si»,

 «perfetto allora scendi, posso lasciarti qui»
alle sue parole lo guardò male,non aspettandosi una simile risposta, prima che aprii bocca aggiunse seccato

«non posso accompagnarti fino a li o mi farebbero un mucchio di domande..non mi piacciono le domande. »
non aveva tutti i torti e soprattutto lei  non poteva farsi vedere in compagnia  di un ragazzo,soprattutto non ora che era promessa ad un altro.

«si hai ragione..»
annuì e si lasciò aiutare per scendere,senza molti convenevoli e con un breve cenno del capo fece dietro front .

Dopo aver preso un profondo respiro ed essersi assicurata che la caviglia non le creasse problemi si avviò lungo la tenuta,imboccò la stradina più breve e
arrivò dopo una buona mezz'ora di passeggiata, Durate quei minuti ebbe modo di pensare ad una scusa valida da utilizzare per la sua essenza, era certa che al suo arrivo sarebbe stata sommersa da domande.
Ad accoglierla vi erano Agnees, sua sorella Brigit sua zia Màen e suo padre,
 la sua sorellina corse ad abbracciarla non appena la vide, mentre la zia si avvicinò poco dopo verso di loro preoccupata, suo padre le rivolse uno sguardo sollevato, ma non si avvicinò.

«Kathleen eravamo in pensiero per te,abbiamo temuto.. »
non le lasciò terminare la frase
 « Non sono fuggita zia..ero solo uscita a fare una passeggiata con Belfard.. »
sua zia e suo padre la scrutarono poco convinti e aggiunse velocemente

«ma mi ha disarcionata involontariamente ,era piuttosto agitato, ma dopo tutto sono giorni che non andavo a cavallo e lui si è imbizzarrito..»
cercò di giustificare così il suo aspetto trasandato e la sua caviglia gonfia, era la scusa più valida che le era venuta in mente,
sua zia si portò le mani al viso in modo teatrale

«oh cielo sembra che i problemi ci perseguitano..spero che per l’arrivo del conte tu si sia rimessa!»
Kathleen annuì lasciandosi sfuggire un sospiro mentre l’accompagnavano all’interno

«mia cara Màen il conte verrà a farci visita tra una settimana,andrà tutto per il meglio vedrai.»

ebbene si,ormai era diventata solo una merce di scambio,le sorti della sua famiglia ora dipendevano esclusivamente da quelle nozze, se il conte l’avrebbe presa in moglie la sua famiglia sarebbe riuscita a coprire i debiti e a iniziare da capo una nuova vita con la dote promessa, in caso contrario avrebbero perso tutto: la tenuta,i  terreni e ogni singolo possedimento,tutto quello per cui la sua famiglia da generazioni aveva lottato sarebbe andato perduto.
Infondo avrebbe dovuto sacrificare solo se stessa,la sua vita ed il vero amore per sempre. Semplice no?




  G.P



Ciao! Innanzitutto ti ringrazio di aver letto fino a qui, spero che questa breve introduzione alla storia ti sia piaciuta.Chiedo fin da subito scusa per eventuali errori ortografici e grammaticali, spero comunque che sia scorrevole e piacevole da leggere. Sono ben accette tutte le opinioni e le critiche costruttive. Se la storia vi piace e vi interessa la continuerò con piacere, fatemelo sapere con una recensione che gradirei tantissimo.
  
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