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Autore: Dragonheart 95    07/06/2017    4 recensioni
Un piccolo Inuyasha pone una domanda molto importante alla madre, la quale cercherà di dare al figlio una risposta su un argomento delicato quanto molto doloroso: La Morte.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, izayoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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<< Mamma, mamma! >>
 
La donna si arrestò al suono di quella voce, la voce del suo cucciolo, il frutto nato dal suo amore con il grande demone cane.
Fece in tempo a voltarsi verso quella voce e ad accoglierne il proprietario tra le sue braccia materne.
 
<< Inuyasha, piccolo mio. Cosa c’è? >>
 
Lo chiese in modo dolce e premuroso, come solo una madre sa fare. Ogni volta che suo figlio la chiamava e si fiondava nel suo abbraccio significava una sola cosa: era tormentato.
Da semplici dispetti, insulti, risse tra ragazzini, oppure una semplice domanda nata dalla scoperta del nuovo che la vita riservava a chiunque.
 
<< Stavo cercando di convincere quei ragazzini che di solito giocano all’entrata del tempio a giocare con, si sono rifiutati. >>
 
Lo accarezzò per infondergli calore e fargli capire che non doveva essere triste per quel rifiuto. Essendo un mezzo demone era mal voluto da entrambe le fazioni; visto come un mostro dagli umani e considerato impuro dai demoni. Ma per lei non era altro che la metafora dell’amore fatto a persona, quello che supera barriere insormontabili, come la diversità. Era diversa lei, era diverso quel demone forte di cui si innamorò, eppure si amarono con tutto il loro essere. Il risultato fu quel cucciolo con capelli argentei che la chiamava mamma e lei ne era orgogliosa, orgogliosa di essere colei che aveva generato quella vita. Lui era il suo tesoro prezioso, frutto dell’amore tra due razze diverse e unico nel suo genere, forte come un demone e compassionevole come un umano.
 
<< Piccolo mio, capisco che tu voglia giocare con loro, ma siamo qui da poco e si devono abituare alla nostra presenza. Vedrai che fra qualche giorno giocherete tutti insieme.
 
Mentì. Sapeva che nessuno si sarebbe abituato, l’ignoranza la faceva troppo da padrona in quell’epoca mitica e leggendaria, nessuno lo avrebbe accettato o si sarebbe abituato a lui, ma lei non voleva dirgli ciò, voleva lasciare sempre una speranza in lui, conscia che così non si sarebbe arreso, che avrebbe continuato a voler legare con quel mondo anche suo, nella speranza che un giorno sarebbe stato ricambiato.
 
<< Lo spero, non mi va di essere sempre solo. >>
 
Un’altra carezza sulla guancia giovane e liscia del bimbo.
 
<< Non lo sarai. Ci sono io e troverai chi ti amerà come ti amo io e forse di più. La vita è dolore piccolo mio, ma anche gioia, sono due facce di una medaglia che gira scoprendo prima una e poi l’altra. >>
 
Inuyasha ascoltò rapito quelle sagge parole, soffermandosi sulla parola vita, poi cominciò a parlare di nuovo.
 
<< Mamma, cosa è la morte? >>
 
La donna sgranò gli occhi. Dal parlare della vita ora gli era stata posta una domanda sull’aspetto più oscuro di essa:  la morte. Fredda, meschina, nera, silenziosa, ma a volte anche troppo violenta.
 
<< Perché questa domanda Inuyasha? >>
<< Stavo tornando da te, poi ho visto all’improvviso quel bonzo anziano che sta sempre a spazzare l’ingresso del tempio cadere per terra. Ho pensato si fosse preso un momento di riposo, ma non si alzava più. Sono arrivati gli altri monaci a circondarlo e cercare di svegliarlo ma niente. Hanno detto che era morto. Poi hanno pregato per lui e lo hanno sollevato e portato nel tempio. >>
 
Era sbigottita, così giovane era suo figlio e aveva vissuto la prima terribile esperienza del vedere una persona morire.
 
<< Oh, povero monaco. >>
Disse sinceramente dispiaciuta. Era un brav’uomo, uno dei pochi a essere gentile con lei e suo figlio.
 
<< Mamma, cosa è la morta? Voglio saperlo! >>
 
Il suo cucciolo ripetè la domanda più deciso di prima, come un avventuriero in cerca di avventura, lui era una mente in cerca di conoscenza. Prima o poi, pensò sua madre, avrebbe dovuto spiegarglielo, però si era sempre augurata di farlo il più tardi possibile.
 
<< Vedi Inuyasha, la morte è quando smettiamo di vivere. Un po’ come quando andiamo a dormire. Chiudiamo gli occhi, ci stendiamo e dormiamo, però la morte è un sonno particolare, ci addormentiamo, ma non ci sveglieremo mai più. >>
 
Il bambino assorbì l’informazione, un po’ spaventato dalla rivelazione.
 
<< Quindi quel monaco non si sveglierà più? >>
<< Temo di no caro. >>
<< Quindi la morte è una cosa brutta? >>
 
La donna sospirò.
 
<< Si Inuyasha. La morte è una cosa brutta, pensa a chi vuoi bene e immagina che all’improvviso si addormenti per sempre; non la vedrai più, non la sentirai più, lascerà un vuoto incolmabile nel tuo cuore. Lo stesso vale se ciò accadesse a noi in prima persona, se tu morissi io ne sarei distrutta, se io morissi penso che tu ne saresti distrutto. >>
 
Disse queste parole tremando, il pensiero che il suo Inuyasha potesse morire era una stilettata al cuore. Lo stesso pensiero fece il mezzo demone pensando alla morte di sua madre e la strinse più forte.
 
<< E’ brutta anche quella del bonzo? Io non sento dolore. >>
<< Questo perché non lo conoscevi, ma immagina la sua famiglia. Lo conosceva, gli voleva bene, così come i suoi amici che ora stanno soffrendo. >>
 
Inuyasha guardò negli occhi sua madre.
 
<< E tu hai sofferto quando papà si è addormentato per sempre? >>
 
A quell’affermazione sua madre sgranò gli occhi, i quali si riempirono di lacrime.
 
<< Si Inuyasha ho sofferto e sto ancora soffrendo. >>
Si asciugò una lacrima.
<< Era una persona molto importante per me, la sua assenza ha lasciato un vuoto nel mio cuore. >>
 
Il bimbo la guardò sinceramente dispiaciuto e la strinse ancora più forte. Voleva bene alla sua mamma e non voleva che soffrisse, cercò con quell’abbraccio di trasmettergli più amore possibile. Lei si tranquillizzò e ricambiò quella stretta.
 
<< Io non soffro così tanto, ho paura che non sia importante mamma. >>
 
Una lacrima scese anche dal mezzo demone.
Lei lo guardò amorevolmente e si chinò sulle gambe per arrivare alla sua altezza e accarezzargli la guancia.
 
<< Questo perché non lo conoscevi, ma fidati che se lo avessi conosciuto saresti una fontana Inuyasha. Tuo papà era buono, forte e ci  amava tanto, TI amava tanto. >>
 
A quella confessione Inuyasha piegò la sua bocca a forma di O.
 
<< Mamma, la morte può essere cancellata? >>
<< No purtroppo. Però può essere sopportata. >>
 
Il bambino la guardò stranito.
 
<< Come? Come si può sopportare una cosa così brutta senza cancellarla? >>
 
La sua mamma prese un respiro, pronta a dare una risposta esauriente e completa.
 
<< Grazie ai ricordi. I ricordi sono preziosi, regalo dell’esperienza che la nostra mente conserva. L’esperienza di aver vissuto accanto, sia per una vita, che per un secondo a quella persona. La morte ce la porta via, ma i ricordi la fanno rimanere con noi. Come esperienze non possono dire niente di nuovo, ma possono farti rivivere il passato dove tu e le persone a te care sono con te, vive e vegete. Questo è ciò riesce a farmi sopportare la perdita di tuo padre e tutti quelli a me cari che non ci sono più, perché nel mio cuore e nella mia mente loro ci sono, parlano, ridono con me, scherzano. Amano. Nessuno te li porta via. Una persona muore e se ne va, ma i ricordi li lascia a te, i ricordi te la restituiscono nei momenti più belli o significativi. Questo ce la fa accettare e ci fa andare avanti Inuyasha. Magari ora per te è difficile da capire, ma da grande lo comprenderai e ti aiuterà ad andare avanti. >>
 
Il bambino assimilò tutte le informazioni e sorrise abbracciando la madre.
 
<< Grazie mamma, grazie a te so cosa è la morte e grazie a te so come posso affrontarla. >>
<< Di niente piccolo mio. Ora andiamo, dobbiamo fare le nostre condoglianze per il vecchio monaco e assistere alla celebrazione del funerale. >>
 
Il piccolo sciolse la stretta, le sorrise e incamminandosi con lei mano nella mano si diresse all’interno del tempio.
 
 
 
 
 
A distanza di anni, Inuyasha ripensò a quel momento, a quella conversazione con sua madre sulla morte, a ciò che disse lei su come affrontarla e poterla sopportare. A distanza di anni, in cui lui aveva visto morire lei e tante altre persone a lui care, la ringraziò.
 
<< Grazie madre. Tu non ci sarai più, ma i tuoi ricordi si, in quelli tu sei sempre sorridente, mi abbracci, mi parli, mi stringi e sei viva, sei con me. Anche quel giorno in cui mi dicesti cosa è la morte, è un ricordo di te, viva e amorevole.  Grazie madre, sei e sarai sempre nel mio cuore, dove i ricordi non muoiono, ma si ripetono, infiniti, chiari e soprattutto vivi. Così nessuno ci abbandona. >>
 
 
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One shot dedicata a una mia amica scomparsa poco tempo fa. Addio Zaira, ti voglio e vorrò sempre bene, nei miei ricordi sei viva e sei con me. Per sempre.
 
 
  
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