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Autore: Blablia87    07/06/2017    6 recensioni
Qualche foglia si stacca, fluttuando nell’aria fino ad arrivare a toccarlo. Le stringe tra le dita, gli occhi socchiusi puntati verso la stella più luminosa che riesca a scorgere. Quella che in silenzio, generosa, gli indica in quale direzione inclinare il volto per iniziare la propria preghiera sporca di fango, stanchezza e paura.
Per lui.
[song!fic – “Buonanotte a te”, Fabio Concato]
[Missing Moment pre 3x01][Flash composta da quattro drabble]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 È di notte che è bello credere alla luce.
(Edmond Rostand)
 
 
 
 
Sherlock si sdraia a terra, coperto solo dal buio della notte e da un manto di stelle grandi al punto da rendere gli alberi sopra di lui una esile cornice di rami scarni e fronde secche, che ondeggia spinta da un vento feroce, bollente, implacabile. Qualche foglia si stacca, fluttuando nell’aria fino ad arrivare a toccarlo. Le stringe tra le dita, gli occhi socchiusi puntati verso la stella più luminosa che riesca a scorgere. Quella che, in silenzio, generosa, gli indica in quale direzione inclinare il volto per iniziare la propria preghiera sporca di fango, stanchezza e paura.
Per lui.
 
 
Buona notte amore
che sei così lontano,
che questo canto voli sopra il mare e sopra tutte le città.
Così leggero sulle strade
come una brezza sappia dove andare.
È una carezza… lascia un po' socchiusa
e arriverà.



 
 
John si alza da un letto che, ancora, rifiuta di riconoscere come proprio. Lo stesso dove si sveglia ogni notte, bloccato dalle coperte annodate contro un materasso bagnato di sudore e qualche lacrima. E come ogni notte si libera gettandole a terra, rabbia e disperazione strette tra le dita come foglie secche.
Mary non resta mai a dormire. Non vuole che veda. Che chieda. Che sappia.
Che tutte le sere si trascina sino alla finestra e la spalanca, cercando la stella più luminosa.
Che si appoggia al davanzale ed inizia la sua preghiera sporca di colpa. Inutile, tardiva.
Per lui.
 
 
Buona notte amore,
le vedi le mie stelle?
[…]
E non mi riesce di contarle così vicine che potrei toccarle
ma la più bella, la più luminosa l'ho lasciata giù.

 


 
Sherlock sorride appena, le palpebre più pensanti ad ogni respiro.
Il caldo è così forte da diventare appiccicoso, vischioso. Lo sente sulla pelle, un leggero strato di sudore che si mescola con la polvere. Ancora una missione, si ripete, mentre davanti ai suoi occhi chiusi compare il sorriso di John, dolce come una nenia.
Come il vento che gli agita i capelli, asciugando le gocce di sudore che gli solcano il viso, mischiate a qualche solitaria lacrima di stanchezza.
Come l’amore che non credeva di saper provare, fin quando non ha sentito le dita dell’altro tremare attorno al proprio polso.
 
 
Buona notte amore
che dormi così poco
e lo so bene non è per il caldo
è che non sono lì con te.
E avrai una luce nella stanza,
e come me nel cuore una speranza di
rivederti quando fa mattino e non partire più.

 
 


John si stacca dalla finestra, con fatica. Il freddo dell’inverno londinese sulla sua pelle nuda è così forte da essere doloroso, violento. Lo sente nelle ossa, tra i muscoli, nelle vene. Una patina di sofferenza che si acuisce ad ogni movimento.
Chiude gli occhi per un momento. Il viso di Sherlock compare quasi subito, come sempre.
Ha gli occhi attenti, azzurri come il ghiaccio che sente scorrere nel sangue. Dolci.
Come quella sensazione intensa, testarda, che non se ne vuole andare.
Come quel miracolo che, nel silenzio della notte, non sembra mai così assurdo, illogico.
Mai così lontano.
Per lui.

 
Buona notte amore mio lontano,
ti arriva questo canto
o forse dormi già?
E più che sei distante e più che ti amo…
 
Tra le montagne e il mare buona notte a te.

 


 
 



Angolo dell’autrice:
 
questa mattina mi sono svegliata con questa canzone tra i pensieri, e sulle labbra.
Non pensavo a lei da molto tempo, sicuramente più di tre anni.
Non so se sia un segno, che sia riemersa dai ricordi proprio oggi.
Ma mi piace pensare di sì.
Mi piace pensare che sia una piccola carezza lasciata da chi questa canzone l’ha portata nella mia vita, quando ero poco più di una bambina.
 
Ho scritto questa flash di getto, facendomi guidare dalla melodia.
È davvero una sciocchezza, ma riascoltare la canzone, cantarla, scriverci su, mi ha fatto bene.
E, quindi, eccola qui. ^_^
 
Se cliccate sull’immagine iniziale, verrete portati ad un video dove potrete ascoltarla in un live di Concato del 2010. 
(Ormai ho imparato questo "trucchetto" e ne sto abusando, lo so! XD)
 
Grazie, come sempre, a chiunque abbia letto fin qui. ^_^
A presto,
B.
   
 
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