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Autore: Kim WinterNight    12/06/2017    4 recensioni
[Un piccolo tributo a Chris Cornell.]
Questa piccola OS è ispirata all'esibizione di Serj Tankian con i Prophets Of Rage al Rock Im Park, avvenuta il 3 giugno 2017.
Il gruppo ha eseguito "Like A Stone" degli Audioslave per rendere omaggio a Chris Cornell, ex frontman dei Soundgarden e anche, appunto, dei già nominati Audioslave.
Ho provato a immaginare le emozioni provate da Serj nell'esibirsi su un brano del suo caro amico Chris, il quale si è tolto la vita lo scorso 18 maggio.
Spero di aver fatto qualcosa di decente e di riuscire almeno a farvi provare le stesse sensazioni che ho sentito io durante la scrittura.
Grazie anche a chi solo aprirà questa storia.
[Trattandosi di una Song-fic, cliccando sul titolo all'interno della storia, potrete ascoltare "Like A Stone" degli Audioslave durante la lettura.
Ve lo consiglio, perché la voce di Chris Cornell è davvero la compagnia migliore per queste mie umili parole.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Serj Tankian
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Rest In Peace'
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ReggaeFamily

Like A Stone




Serj si trova nel backstage del Rock Im Park, si sente stranamente in ansia e non riesci a capirne esattamente il motivo. Si guarda intorno alla ricerca dei suoi colleghi, ma riesce a individuare solo Shavo; il bassista lo raggiunge, tenendo lo smartphone in mano.

«Come stanno Sonia e i ragazzi?» gli chiede il cantante, sollevando appena il capo.

Il bassista si butta sul divano accanto a lui e sorride. «Stanno bene, dicono che la mia mancanza si sente» racconta. Il suo tono di voce è sereno, però Serj si accorge che è stanco. Lui e i ragazzi sono in tour in Europa da giorni, non riesce a ricordare quanto tempo sia passato esattamente. Quando si trova in giro per concerti, il tempo perde la sua importanza e forma, diventando indistinto e difficile da contare.

«Certo che sentono la tua mancanza, non potrebbe essere altrimenti» risponde Serj con un mezzo sorriso.

All'improvviso nella stanza entrano Tom Morello e Brad Wilk. I due musicisti sono attualmente in tour europeo con il progetto Prophets Of Rage, dopo la loro lunga esperienza con i Rage Against The Machine e gli Audioslave.

Shavo si alza e va loro incontro, salutandoli con strette di mano e vigorose pacche sulle spalle. «Dove avete lasciato Tim C?» domanda poi.

«Daron l'ha rapito per fumare un po' con lui» risponde Brad, il batterista.

«Non si smentisce mai» borbotta Serj, per poi mettersi in piedi a sua volta.

Trovarsi di fronte a Brad e Tom è molto difficile per lui, specialmente dopo ciò che è successo qualche settimana prima; tuttavia, il cantante cerca di non esprimere troppe emozioni, di controllarsi per non creare malumori, non prima di un live.

«Ehi, Serj! Ti cercavamo, fratello. Possiamo parlarti un attimo?» gli domanda improvvisamente Tom, facendosi serio e raggiungendolo in fretta.

«Vi lascio tranquilli se dovete parlare» interviene Shavo in tono sommesso.

«Non dire stronzate» taglia corto Brad. «Il fatto è che vorremmo fare un piccolo tributo.»

Il cuore di Serj perde un battito e posa lo sguardo sul batterista che gli sta parlando. «Un tributo?» sussurra.

Tom gli posa una mano sulla spalla. «Già. Vorremmo fare un piccolo tributo a Chris.»

Il cantante avverte una morsa allo stomaco nel sentir nominare Chris Cornell; la recente scomparsa del suo caro amico è una ferita ancora aperta, troppo fresca e non ancora cicatrizzata. Serj si domanda se questo tipo di dolore potrà mai attenuarsi, ma ora gli sembra impossibile.

«Ci servirebbe il tuo aiuto.» Quelle parole lo riportano bruscamente alla realtà. Non se l'aspettava affatto, non avrebbe mai immaginato che i suoi colleghi e amici volessero contare su di lui per un tributo a Chris.

«Ragazzi, avete scelto la persona giusta» interviene Shavo con un sorriso enorme a illuminargli il viso.

«Cosa posso fare per voi? Sarebbe un vero onore, ma...»

«Vorremmo suonare Like A Stone, ma stavolta vorremmo che al microfono ci fossi tu» conclude Brad, annuendo per dare enfasi alle sue parole. «Ci stai?»

«Be'... ecco...» comincia Serj, cercando le parole giuste per replicare, sperando allo stesso tempo di non esplodere per le mille emozioni che sta provando.

«Ma certo che ci sta!» grida Daron, entrando all'improvviso nella stanza, seguito da Tim C e John.

Dopo un giro veloce di saluti, Serj si ritrova accerchiato da tutti i suoi amici e avverte un leggero imbarazzo.

«Scusate, non so se sono all'altezza. Mi sento molto in ansia, se devo essere sincero...» prova a giustificarsi, mentre i suoi occhi si inumidiscono appena.

«Sei la persona più adatta, Tankian. Non fare tante storie» lo incoraggia Tim C, cercando il suo sguardo e regalandogli un sorriso.

«Ne siete certi?»

Tom gli stringe la mano e lo guarda negli occhi. «Non ho alcun dubbio. Fallo per noi.»

«Fallo per Chris» aggiunge Brad.

«D'accordo, ma a una condizione» accetta infine il cantante.

«Quale condizione?» vuole sapere Tim C.

«Voglio che Vicky abbia un video di ciò che faremo» afferma Serj con il cuore che batte all'impazzata.

«Sarà fatto» acconsente Tom.

«Ci penserò io» si propone Shavo entusiasta.

Serj si guarda intorno e si rende conto che tutte quelle persone contano su di lui e sul suo contributo per rendere il giusto omaggio al grande Chris Cornell. È solo a quel punto che capisce di non volerli deludere, di voler fare la cosa giusta e di volerla fare con tutto il cuore.


È arrivato il grande momento, Serj quasi trema per l'agitazione. Non si aspettava che sarebbe successo davvero, solo ora che i Prophets Of Rage sono sul palco si accorge che tra poco tocca a lui. È strano, sono quelle le sensazioni che non sa mai come spiegarsi. Vorrebbe soltanto che Angela fosse al suo fianco e lo incoraggiasse come solo lei sa fare, vorrebbe stringere la piccola mano di suo figlio e leggere nei suoi occhi la fiducia incrollabile che prova nei suoi confronti.

Adesso però è solo, non sa dove siano finiti i suoi colleghi, non ha pensato di cercarli e di chiedere il loro supporto. Ha ripassato attentamente la linea vocale del brano che dovrà eseguire, ha ripassato anche il testo, ma non ne avrebbe neanche avuto bisogno. Conosce bene quella melodia e quelle parole, quello è sempre stato uno dei suoi pezzi preferiti degli Audioslave. Non l'ha mai detto a Chris, non gli ha mai raccontato di quante volte si è ritrovato a piangere e commuoversi nell'ascolto di quella musica. Ora se ne pente, vorrebbe potergli dire tante cose ancora, ma ormai non può. È troppo tardi.

Poco prima che salga sul palco, John lo raggiunge e gli circonda le spalle con un braccio. «Andrà alla grande» gli dice con calma.

Serj percepisce che il batterista sta cercando di infondergli coraggio e di fargli capire che crede in lui, anche se a modo suo.

«Lo spero» mormora il cantante; proprio in quel momento la voce di Tim C annuncia il suo ingresso sul palco, così comprende che è davvero arrivato il momento di andare.

John si scosta da lui e gli rivolge un ultimo sorriso, annuendo appena per fargli capire che tutto sta andando come deve.

Il cuore di Serj batte a mille, è una sensazione indescrivibile e incontrollabile, è qualcosa che non sa se si sente pronto a vivere. Ma ormai non può tirarsi indietro, ormai è di fronte al microfono. Sul palco ci sono delle persone che considera come fratelli, non può avere paura.

L'ovazione da parte del vasto pubblico che presenzia al festival gli dà calore, lo inonda di luce e di positività, di quella carica che ama e prova sempre quando si trova sul palco. Chiude gli occhi per un attimo, pensa a Chris, immagina che lui sia da qualche parte in mezzo alla folla, immagina che possa sentire la sua voce e sentirla vibrare.

Riapre gli occhi. Adesso è pronto.

«Per me è una vera emozione essere qui, ringrazio i miei fratelli per avermi invitato» esordisce al microfono, mentre Tom accenna i primi accordi con la sua chitarra.

Subito dopo partono Brad e Tim C, ed eccola quell'atmosfera, quell'energia, quel trasporto che fa quasi piangere Serj, che fa tremare la sua voce non appena comincia a intonare le prime note di Like A Stone.


On a cob web afternoon,
In a room full of emptiness
By a freeway I confess
I was lost in the pages of a book full of death;
Reading how we'll die alone.
And if we're good we'll lay to rest,
Anywhere we want to go.

Si è creato uno strano silenzio sotto il palco, è come se tutti ascoltassero in piena contemplazione. Serj è sorpreso, ma allo stesso tempo ciò gli fa capire che tutti i presenti sentono come lui la mancanza di Chris, hanno come lui l'impressione che su quel palco dovrebbe esserci lui.


In your house I long to be;
Room by room patiently,
I'll wait for you there like a stone.
I'll wait for you there alone.

A Serj viene in mente quell'ultima conversazione con Chris, quella che gli era sembrata una chiacchierata come tante altre. Non avrebbe mai pensato che non si sarebbero mai più visti, non avrebbe immaginato che il suo amico arrivasse a togliersi la vita. Aveva sempre creduto che fosse abbastanza forte da superare i suoi disagi interiori, ma infine Chris si era arreso e aveva lasciato che la sua stessa esistenza lo sopraffacesse.


And on my deathbed I will pray to the gods and the angels,
Like a pagan to anyone who will take me to heaven;
To a place I recall, I was there so long ago.
The sky was bruised, the wine was bled, and there you led me on.

Forse qualcuno avrebbe davvero dovuto mostrargli come vivere, si ritrova a pensare Serj, mentre si prepara per il secondo ritornello.

Ha gli occhi umidi, gli manca quasi il fiato e non sa dove troverà ancora la voce per dar vita alle parole del suo amico. Ha su di sé una grossa responsabilità, non vuole deludere Tom, Brad e Tim C, i quali si sono affidati a lui per questo importante tributo. Non vuole deludere i suoi colleghi dei System perché sa che anche loro lo osservano e lo ascoltano con attenzione, con la commozione nel cuore. E non vuole deludere Vicky, la moglie di Chris, perché sa che Shavo sta riprendendo ogni cosa per mostrare a quella donna meravigliosa e ai suoi figli ciò che lui è riuscito a creare durante la sua breve ma intensa esistenza.


In your house I long to be;
Room by room, patiently,
I'll wait for you there like a stone.
I'll wait for you there alone, alone.

Serj riprende fiato e socchiude gli occhi, godendosi la magia del momento. Vorrebbe davvero scappare, vorrebbe che non fosse mai successo, vorrebbe che Chris arrivasse e rivendicasse il suo posto sul palco, mandandolo via in malo modo. Potrebbe perdonarlo, avrebbe tutte le ragioni del mondo, si farebbe una risata e non se la prenderebbe affatto con lui.

Ma no, non può succedere. Ora che si trova su quel palco, a sostituire l'insostituibile, è consapevole che non potrà mai accadere niente di simile. Chris non c'è più.


And on I read until the day was gone;
And I sat in regret of all the things I've done;
For all that I've blessed, and all that I've wronged.
In dreams until my death I will wander on.

Non c'è più, già, Chris non c'è più. Eppure io lo sento così vicino, proprio qui e adesso, pensa Serj, colpito dai suoi stessi pensieri. Forse il suo amico non può essere fisicamente presente, ma nel suo cuore rimarrà indelebile, così come in quello di molte persone. Molte di queste non l'hanno mai conosciuto, non hanno avuto la sua stessa fortuna, ma lo amano e lo considerano un compagno di vita per ciò che lui è stato in grado di creare con la sua musica e con la sua stupenda e inconfondibile voce.


In your house I long to be;
Room by room, patiently,
I'll wait for you there like a stone.
I'll wait for you there alone, alone.


Non gli sembra vero, ce l'ha fatta. Ha cantato fino all'ultimo, seppur travolto dalle emozioni, dai ricordi e dalle immagini che non hanno fatto che vorticare nella sua mente.

I ragazzi smettono di suonare e un forte applauso si leva dal pubblico, un applauso caldo e ristoratore, uno di quelli che Serj considera veramente speciali.

Spera con tutto se stesso che anche Chris possa percepirlo, ovunque lui sia; ma la sua speranza diventa quasi una certezza, perché ci sono delle cose che si sanno e basta, non servono delle prove per essere sicuri che siano vere.


Serj scende dal palco e si prende la testa tra le mani, travolto da una profonda commozione. Si lascia andare alle lacrime e non gli importa che qualcuno posso vederlo o accorgersi di quel momento di debolezza. Cerca sempre di essere forte e di esserlo per sostenere chi lo circonda, ma sa perfettamente che nessun uomo è infallibile. Inoltre, non si vergogna di provare quel lancinante dolore per la perdita di qualcuno che amava come fosse suo fratello.

All'improvviso si sente circondare da due braccia, poi queste diventano quattro e infine sei. Avverte un intenso calore umano attorno a sé, così prende a singhiozzare più forte, abbandonando la testa contro la spalla di Shavo.

Lui, Daron e John sono giunti in suo soccorso e lo abbracciano stretto, creando quasi un bozzolo protettivo e impenetrabile. Nessuno di loro parla, Serj però sente che quel silenzio e quell'abbraccio di gruppo vale più di mille stupide parole.

In quel momento il cantante capisce di non essere solo, ne è consapevole più che mai e vorrebbe tanto ringraziare i suoi amici, dire loro tante cose, liberare i suoi pensieri ed esternare le emozioni che tiene per sé.

Non ci riesce, ma è certo che loro capiscano. Perché loro sono con lui, il loro è un legame senza tempo né spazio, riescono a capirsi al volo.

E Serj lo sa, sa che non potrebbe sopportare di perdere un altro dei suoi fratelli, non potrebbe farcela.

«Sei stato grande» rompe il silenzio Shavo, senza sciogliere l'abbraccio.

«Shavo ha ragione» concorda John in un sussurro, nel quale Serj riesce a cogliere una profonda commozione e la difficoltà del batterista nel trattenere le lacrime.

Daron non dice nulla, si limita a stringere i suoi amici in quel bizzarro contatto che nessuno sembra voler interrompere.

Serj lo sente tirare su con il naso e sa che Daron preferirebbe essere solo in questo momento; perciò gli è molto grato, perché si rende improvvisamente conto che il chitarrista è lì con tutti loro nonostante tutto, solo per stargli accanto e fargli sentire la sua vicinanza.

Il cantante non riesce più a smettere di piangere, è la prima volta che si sfoga così tanto dopo la morte di Chris. «Ragazzi... mi manca così tanto...» riesce a balbettare tra i singhiozzi.

Daron si irrigidisce, sicuramente vorrebbe andare via e rinchiudersi in un angolo con la sua chitarra, tuttavia rimane immobile e cerca di controllarsi. Serj lo apprezza molto, anche se non riesce a trovare le parole per dirlo.

«Lo so» sussurra Shavo con la voce rotta. «Cazzo, è dura» aggiunge con rabbia.

Serj sospira e tira su col naso. «Promettetemi che non farete mai una stronzata simile» dice all'improvviso, mentre il cuore gli si stringe al solo pensiero di una simile eventualità.

«Non dire cazzate, Tankian» lo rimprovera Daron, parlando per la prima volta da quando il cantante è sceso dal palco. Si scosta dai suoi amici e si asciuga le lacrime con un gesto rapido della mano, forse con la speranza di non essere visto. «Sei un coglione. Io non voglio morire!» aggiunge con impeto, stringendo la mano destra a pugno.

«Promettetemelo» lo ignora Serj, senza lasciar andare Shavo e John, mentre il suo sguardo è fisso sul chitarrista.

«Promesso» dice John in tono sicuro.

«Vaffanculo, certo che non faccio certe stronzate! Mi manchereste troppo se non vi avessi più intorno» afferma Shavo, picchiettando sulla testa del cantante con fare affettuoso e rassicurante.

Ma Serj è concentrato su Daron, vuole che anche lui gli faccia quella promessa. Sa che per lui è difficile dire certe cose, ma vuole che lo faccia. Deve farlo.

«Daron?» lo richiama.

Il chitarrista, dopo aver distolto lo sguardo, lo riporta su di lui e Serj si accorge che nuove lacrime stanno sgorgando dai suoi grandi occhi.

Il cantante allunga una mano e afferra il chitarrista per un braccio, trascinandolo nuovamente accanto a sé e ai loro amici. Così Daron si ritrova nuovamente parte di quell'abbraccio infinito e sospira, sembra quasi esasperato.

«Promettimelo» insiste Serj con fermezza.

«Okay» concede infine il chitarrista, non riuscendo a trattenere un singhiozzo.

I quattro rimangono in silenzio, poi pian piano sciolgono l'abbraccio; insieme aspettano che il concerto dei Prophets Of Rage giunga al termine.

E Serj sa che ci saranno altri abbracci, altre lacrime, altri sorrisi e altre emozioni da vivere insieme a loro.

Serj sorride appena e si ritrova a formulare un pensiero, certo come non mai che anche i suoi amici lo stiano elaborando come lui proprio in quel momento.

Chris, ora siamo come delle rocce, siamo forti perché ti abbiamo nel cuore, nell'anima, sottopelle. Siamo forti perché tu sei e sarai sempre con noi.


In your house I long to be;
Room by room, patiently,
I'll wait for you there like a stone.
I'll wait for you there alone, alone.



Caro Serj,

ho visto il video.

Mi sono commossa profondamente, in te ho rivisto il mio Chris.

Hai fatto la cosa giusta, sei una persona stupenda e non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che stai facendo per me e i miei figli.

Chris spesso mi diceva che le persone speciali esistono davvero, basta solo saperle trovare.

Tu sei una di queste.

Con affetto,


Vicky



I'll wait for you there like a stone.
I'll wait for you there alone, alone.




♫ ♫ ♫


Da quando ho scoperto che Serj Tankian ha eseguito “Like A Stone” insieme ai Prophets Of Rage (gruppo in cui ci sono appunto Tom Morello, Brad Wilk e Tim C, musicisti che hanno dato vita, insieme a Chris Cornell, agli Audioslave), non ho potuto fare a meno di immaginare quanto il cantante si sia sentito emozionato durante questa occasione.

Ha cantato questo brano con loro diverse volte in queste ultime settimane di tour europeo (sia i System che i Prophets Of Rage sono a spasso per l'Europa quest'estate), ma io ho voluto immaginare l'atmosfera creatasi al Rock Im Park il 3 giugno.

Spero davvero d aver fatto qualcosa di decente, personalmente mi sono molto commossa mentre scrivevo queste parole, mi sono immedesimata in Serj e nelle sue emozioni; ho provato a mettermi nei suoi panni e a pensare a come avrei reagito io al suo posto.

Non so, ovviamente, se le cose sono andate davvero così, però ecco, questa è stata la mia interpretazione dei fatti.

I Prophets Of Rage apriranno il concerto dei System a Firenze, chissà che anche qui in Italia non si riesca a vivere un attimo tanto bello ed emozionante.

Se ciò dovesse accadere, sarebbe sicuramente un avvenimento storico da non dimenticare.

Infine, se vi va, potete vedere l'esibizione di Serj con i Prophets Of Rage al Rock Im Park, aprendo questo link:

https://www.youtube.com/watch?v=mF-4-wz8mac


Chris, Rest In Peace

  
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