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Autore: DhakiraHijikatasouji    12/06/2017    0 recensioni
Stefano, un timido e curioso ragazzo orfano, con la vita rovinata dal bullismo. Sascha, il tipico Bad Boy con qualcosa da nascondere. Saranno i loro destini che, incrociandosi, daranno vita ad un incontro che il fato non avrebbe mai potuto separare.
"Le difficili sfide della vita esistono per questo, a farti vedere fin quanto puoi resistere...ebbene, facciamogli vedere che insieme noi resisteremo fino in fondo"
#SASCHEFANO
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anima, St3pNy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Tematiche delicate
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Pov's Salvatore

Ci spaventammo tutti a quella scena, ma non ne capimmo perché fosse accaduta. Avevamo capito tutti che Sascha aveva qualcosa di strano, ma se gli si chiedeva, era facilmente irritabile e poteva diventare nervoso. In effetti anche questo tassello non tornava, perché Sascha era un tipo gentile e se gli giravano di solito il motivo era palese. Ovviamente Giuseppe chiamò subito l'ambulanza mentre Stefano era andato nel panico e continuava a dire "Perché?" mentre accarezzava i capelli di Sascha svenuto sulle sue gambe. Sembrava quasi traumatizzato e a quella scena mi veniva un nodo alla gola. Marina e Sabrina erano andati sulla strada per farsi vedere dal veicolo di soccorso. Io e Giuseppe abbiamo riportato velocemente la roba a casa e la chiudemmo a chiave. Prendemmo la macchina per tornare in modo da poi poterli seguire una volta che avrebbero preso Sascha.
 



Pov's Stefano

Mi veniva da piangere, ma non sapevo se era per tristezza o per rabbia. Forse entrambe. Doveva sempre dire cazzate per il mio bene, e poi alla fine si faceva male da solo cercando sempre di tenermene fuori.

Uniti per sempre, ricordi? Sei troppo testardo, e come darti torto?Ma questa volta sei tu quello in pericolo

Continuavo ad accarezzargli il viso. Sembrava...morto, così pallido.

Sascha?

Non mi rispondeva ovviamente, ma cominciai lo stesso ad avere paura pur sapendo che era ancora vivo. Mi salì di nuovo l'ansia e cominciai a scuoterlo e a invocarlo nuovamente. Poi però mi fermai tornando alla realtà. Lo abbracciai stretto perché il vento che saliva dal mare cominciava ad essere freddo, e a lui non piaceva il freddo.

Tu stai bene, ci sono io con te

Dissi per convincermi del contrario di quella che realmente era la situazione. Il rumore delle onde accompagnava quel silenzio insopportabile che calò dopo quelle mie parole dette in un sussurro.

Lo senti il mare, Sascha? Ti ricordi quel giorno? Il mio compleanno, il giorno in cui ci siamo concessi e abbiamo passato quella notte a possederci e a pensare che, se volevamo stare insieme, avremmo dovuto affrontare parecchie sfide. Ebbene, amore...sapevamo che sarebbe stato così. Tu ce la farai, noi ce la faremo.

Dopo poco vidi delle luci e sentii il rumore delle sirene. Di solito l'arrivo dell'ambulanza dovrebbe rassicurare un minimo, ma quello che ricopriva il mio cuore, era un'angoscia mascherata dall'orgoglio che stavo cercando di distruggere.

***

Arrivammo all'ospedale. Dover dire ai dottori che Sascha è il mio ragazzo, non era stato così difficile come invece pensavo. Essendo cambiato l'ospedale, anche i dottori, quindi non ci conoscevano. Nell'altro io e Sascha ci avevamo fatto la permanenza fra poco! Il dottore uscì dalla stanza. Avevo paura, ma mi avvicinai a lui con passo fermo e con sguardo serio.

Maledetto orgoglio...

***

Ebbene eccoci qua. Se ti devo dire la verità da te me lo aspettavo, ma pensavo che saresti riuscito a...CONTROLLARLA, CAZZO! E adesso come faccio io!? Non so neanche se ti risveglierai, se mi abbraccerai di nuovo, se mi donerai ancora un tuo bacio dato con il tuo amore! Perché hai dovuto...cedere!? Perché!? Sascha, scusa, ma non lo capisco! Ci amavamo tanto ed hai permesso a quattro pasticche di ridurti così, fermo, immobile, disteso su un letto...

D'altronde erano quelli gli effetti di un coma...

Sascha...amore mio...perché?

Guardo il tuo viso che è diventato pallido e i pensieri peggiori mi violentano il cervello. Ho paura che il tutto con te sia finito, che quello che doveva essere infinito era terminato in pochi istanti. Eppure non riuscivo a dire che era colpa tua anche se era così. Come sempre una parte me la prendevo io per non essermene accorto prima e per aver pensato di più a me, per insomma aver esaudito i tuoi desideri. Ti prendo la mano, mentre il suono dell'elettrocardiogramma rimbomba nella stanza insieme ai miei sospiri per il pianto.

Io voglio te, Sascha. Spero che tu possa sentirmi. Ti amo, non sai quanto. Sei troppo importante per me e se te ne vai tu, io dovrei fermarmi...ma ammetto che se dovesse succedere, non saprei che fare. Se mi fermassi con te, potremmo stare per sempre insieme; se continuassi a vivere, tu saresti più felice perché non vorresti che io gettassi la mia vita, anche se sai che per te lo farei.

Nessuna risposta. Sentivo soltanto quel bip della macchina che contava i suoi battiti, ed una lacrima che piano piano abbandonò il mio viso. Una delle tante. Momenti felici mi scorrevano nella mente. Chiudo gli occhi.

Scusa...

-Disse continuando a tenere lo sguardo basso senza minimamente provare a vedere chi fosse. Non gli importava molto, dato che comunque non lo conosceva. Cercò di cambiare strada, ma questo mosse i piedi in sincronia con lui nella stessa direzione impedendo che proseguisse.

Sa- La prossima volta bada a dove metti i piedi, ti è chiaro bimbetto?- 
 

Pensare che era stato uno sbaglio...

 

Tu non sei pericoloso, Sascha...lo so

Sascha sentiva come se questo ragazzo potesse leggergli dentro solamente guardandolo negli occhi. Era una sensazione strana.
Aveva capito quello che era davvero in meno di dieci minuti e non si erano scambiati neanche tante parole, ma si sa: a volte le parole non servono. Per forza di cose, se continuava a fissare gli occhi fantastici che possedeva, avrebbe potuto pensare male. Afferrò il suo polso stringendolo con forza per staccare la sua mano dal suo viso.
Sa - Ascolta...o stai fermo con le buone, o giuro che ti lascio dissanguare la mano...ti è chiaro, Stefano?-
 

Nascondeva il fatto che per me voleva esserci...
 

Sascha...sei qui?
 

Quando Giuseppe mi aveva picchiato, Sascha arrivò per aiutarmi e svenni al sicuro tra le sue braccia...
 

Sono innamorato di te, Sascha Burci

Disse tra le lacrime non avendo paura di guardarlo negli occhi. Piuttosto era Sascha che aveva paura.
Sa -Stefano io...non posso dirti che ricambio, perché non so che dire, che fare, che provare...per me eri un amico, Stefano-
Perché? Adesso che sai questo, non avrò più nessuno valore per te? L'amicizia andrà a farsi fottere solo perché al cuore non si comanda?
 

Che confessione...solo al pensarci mi spunta un sorriso in volto...
 

Sa- Beh, allora io vado a disfare la valigia...-

Aspetta,vengo con te.

A passo spedito andò in camera e cominciò a disfarla lui e lì Sascha capì dove voleva andare a parare.

Sa -Non ti fidi di me?-

Domandò appoggiandosi allo stipite della porta incrociando le braccia.

Non è che non mi fido di te, non mi fido della droga, è un'altra cosa.

Sascha rise.

Che hai da ridere?

Sa -La stai prendendo troppo seriamente questa cosa, dovresti farti gli affari tuoi, non sono un bambino-

Non a caso il dottore ti ha affidato a uno di noi, in questo caso io

Rise nuovamente.

Perché ridi adesso? Trovi quello che ho detto divertente? Poi dici che non sei un bambino

Sa- Rido perché ti vedo così protettivo quando prima eri tu quello da proteggere-

Quello da proteggere e non sono mai stato protetto...
 

Quando venne a vivere a casa mia, sotto lo stesso tetto...da lì cominciò tutto...
 

Sascha...

Sa -Stefano...sono qui-

Cominciò a piangere e lo abbracciò forte. Non gliene fregava se era nudo, se sotto di lui poteva sembrare tutt'altra cosa. Stava bene e questo eral'importante.

Sa -Che ti metti a fare queste stronzate!? Hai la febbre! Potevi anche morire!-

Appoggiò la sua fronte a quella di Stefano mentre le lacrime solcavano il suo viso.

Sa -Non farlo mai più, ti prego...ho avuto paura, Stefano...stavolta ho avuto paura...-

Aveva avuto paura che morissi...

Sa -Andiamo a casetta adesso, Stefano!-

Lui si dimenava riempiendolo di pugni, calci e schiaffi.

NO! STRONZO, LASCIAMI!!! FIGLIO DI P*****A, TOGLIMI LE MANI DI DOSSO!!!

Era impossibile trascinarlo anche di un millimetro in quelle condizioni di incazzatura pura.

Sa -Mi dispiace...-

Disse prima di tirargli un pugno sullo stomaco. Stefano fece uscire un lamento strozzato prima di cadergli addosso svenuto. Lo afferrò e se lo mise in spalla.

Sa- Adesso ti farò vedere quanto conti per me-
 

Una mia mano si mosse automaticamente per toccarmi il ventre al solo ricordo di quel pugno.
 

Sascha...

Sa -Zitto, non rovinare questo momento. Lascia che ti dia il tuo regalo-

Le loro labbra si toccarono fino ad unirsi e la sua faceva pressione per entrare nella bocca di Stefano che non esitò ad aprirsi.

Mi sfiorai le labbra con le dita immaginando di baciarlo, di assaporare ancora il suo sapore che forse non avrei più sentito...
Il nostro primo vero bacio...

Sa-Stefano, so di aver sbagliato tante cose, alcune che ho detto e altre che ho fatto, ma io ti assicuro che rimarrò tuo per sempre. La mattina avrò sempre un bel risveglio con te accanto! Tu pensi che mi stancherò di questo tuo ciuffetto ribelle!?-

Glielo fece rimbalzare con un dito.

Sa-O dei tuoi meravigliosi occhi castano-verdi contornati dai tuoi occhiali grandi?-

Gli prese il viso tra le mani.

Sa -O di queste tue labbra che muoio sempre dalla voglia di baciare?-

Allora perché non lo fai subito?

Poi si baciarono mentre il vento che veniva dal mare sfiorava i loro capelli.

Sa -Sei sicuro adesso? Non farti più sopraffare da queste cose. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ti amo, ti amo tanto e lo sai...E fidati di me, Stefano...Non te ne farò pentire mai-
 

Io mi sono fidato, Sascha...ma non volevo che andasse a finire così. Una lacrima scese nuovamente.
 

Hai le mani fredde...

Disse. Sascha si chinò fino ad appoggiare le sue labbra al suo orecchio per farle schioccare in un bacio.

Sa -È una tua impressione perché hai paura, ma sai che non sono qui per farti del male-

Dimmi allora perché sei qui, almeno mi rassicuro.

Sa -Sono qui per dare piacere alla persona che amo-

Adesso va meglio, puoi andare.

Sa -Sicuro?-

Non sono mai sicuro di niente, ma se sei tu a farlo, allora puoi andare tranquillo.

Entrò in lui lentamente. Vide che strinse le coperte molto forte.

Sa -Fa male?-

Un po', ma continua ti prego.
 

Riaprii gli occhi ormai gonfi di lacrime. La mia mano che stringeva forte la sua, che, pallida, non dava segni di vita. Soltanto la macchina segnalava che era ancora in vita, che il cuore del mio amore stava ancora battendo e che non siera ancora arreso. Fino a quel momento erano state solo lacrime versate piano, ma poi scoppiai in un pianto disperato.

Mi manchi di già!

Volevo urlare, ma la voce usciva debole.

Mi manchi troppo...

L'idea che forse avrei dovuto dirgli addio...non lo so. Dire addio a quei momenti, dire addio a tutto il tempo passato insieme. Dire addio ad un futuro che ormai era diventato incerto.

Amore...

Dissi, forse nella speranza di una sua risposta. Non riuscii a dire altro, il resto furono solo lacrime che uscivano copiose e singhiozzi che mozzavano il fiato. Forse era tutto finito e quei ricordi avrebbero dovuto essere cancellati.

 

Piuttosto la morte...




 

MY SPACE ❤💚

Salve a tutti ed eccovi il capitolo 21. Scrivo a mezzanotte interi capitoli quindi spero che vi piaccia. Ovviamente lo faccio più che volentieri, non pensate male. Non infamatemi in caso la storia dovesse finire male, ma comunque non vi spoilero nulla. Non so neanche non certezza se farò il sequel, quindi...potrebbe benissimo finire male.

CIAO CIAO❤💚

   
 
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