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Autore: Partenope    16/04/2005    4 recensioni
...Poi ad un tratto udì una melodia. Una dolcissima ma malinconica melodia. Gli sembrava il grido di un angelo al cielo…
Avanzò nel giardino seguendo quella voce che lo aveva ipnotizzato. Fece pochi metri e la vide...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Moon

NOTA: Salve a tutti! Questo è il primo lavoro che pubblico, spero che vi trasmetta qualche emozione, perchè a me ha emozionato tanto scriverlo! Consiglio a chi può di leggerlo accompagnato dalla canzone che mi ha ispirato, ovvero Dancing di Elisa. Buona lettura!

Moon

Musica. Corpi che volteggiano x la sala al suo ritmo. Salone adornato a festa. Ragazze, tante ragazze. Ragazze bellissime lì solo per lui, con la speranza che lui le notasse. Ma poi perché quelle ragazze volevano lui? Infondo nessuna di loro lo conosceva, ne a nessuna interessava conoscerlo. Loro erano lì solo perché lui era di nobile e ricca famiglia. Era questo che lui si meritava? Una vita senza amore? Essere circondato da persone interessate?

Aria. Aveva bisogno di aria. Quei pensieri gli offuscavano la mente, si sentiva oppresso. Uscì su uno dei numerosi terrazzi che davano sul giardino. Fissò il celo, c’era una splendida luna piena.

Poi ad un tratto udì una melodia. Una dolcissima ma malinconica melodia. Gli sembrava il grido di un angelo al cielo…

Avanzò nel giardino seguendo quella voce che lo aveva ipnotizzato. Fece pochi metri e la vide. Una visione che non scordò per tutta la vita. Una donna,una bellissima donna era in piedi a fissare la luna, intonando una dolce e malinconica canzone. Canzone di un linguaggio arcaico che lui definì la lingua degli angeli. Il vento giocava con i capelli corvini della donna, e con il suo candido vestito. Incantato da quella visone, gli sembrò che il fiato gli mancasse. Sentì per un momento il cuore smettere di battere e dopo poco riprendere a battere più velocemente.

Rimase a osservarla per un tempo che a lui sembrò lunghissimo. Poi notò due gocce d’argento sgorgare dagli occhi di lei. Erano lacrime. La donna asciugò gli occhi e continuò a guardare la Luna. Mise le mani a mo’ di preghiera e ricominciò a cantare in quella lingua incomprensibile da orecchio umano.

A quel punto la Luna brillò intensamente, e l’uomo poté capire il significato di quelle parole.

Oh mia Dea

Somma Luna che risplendi nelle tenebre ascolta la mia preghiera.

Fa tornare colui che amo da me.

Fa che il tempo trascorra più veloce, affinché possa essere più vicino il giorno in cui potrò stare tra le sue braccia.

Fa che il suo cuore rimanga sempre fedele al mio.

Ma se questo non puoi, mia dolce Dea,

Se non è questo il mio destino,

allora fa che io domani mi svegli e non lo ami più,

e che il mio cuore non possa amare nessun altro.

Perché come tu, oh Luna hai bisogno della notte per brillare regina dei cieli,

così io ho bisogno di lui per continuare a vivere.”

La luna emise un altro bagliore, poi di improvviso il tempo cambiò. I venti cominciarono a soffiare forti e le nuvole si affacciarono nel cielo prima limpido. Cominciò a piovere, una pioggia lenta, sottile. Sembrava un pianto. Anche il cielo stava piangendo per quella donna, per quell’angelo.

E si commosse anche lui. Rivolse il suo sguardo alla luna e pregò di trovare una donna che lo amasse almeno la metà di quanto quell’angelo amasse il suo uomo.

  
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