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Autore: Khailea    12/06/2017    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo:
Jack
Daimonas
Ailea
Khal
Lighneers
Zell
Astral
Lacie
Hope
Grace
Milton
Seraph
Alexander
Johanna
Samantha
 
 
 
 
Non appena Lighneers avvertì Daimonas questo si sistemò tra le foglie dell'albero puntando gli occhi sulla finestra da cui Lacie era entrata, concentrando la sua energia creò un filo nero che connetteva l'albero e l'apertura in modo che potessero entrarvi.
La prima fase del piano serviva solo a distrarre gli studenti, erano sicuramente un branco di sciocchi quindi sarebbe parso ovvio per loro credere che avrebbero tentato d'entrare dalla porta principale se questa fosse stata aperta, ed invece loro sarebbero passati dalle finestre.
-E' pronto.-
Quel filo d'energia oscura non si sarebbe spezzato nemmeno con il peso di tutti loro messo insieme, a poco a poco ciascuno salì sull' albero ed iniziò ad avviarsi verso la finestra, il primo ad andare fu Lighneers, come un equilibrista riuscì quasi a correre sulla sottile corda, non c'era pericolo d'esser visti siccome non erano abbastanza vicini alla porta e nessuno controllava, il ragazzo era abbastanza sicuro del proprio piano, dovevano semplicemente trovare altri indizi sui piani del preside e recuperare l'oggetto di Jack, anche se non sapevano cosa fosse e per questo confidavano nel fatto l'avrebbe fatto da solo o che sarebbe stato abbastanza ovvio da rendersi conto di cosa fosse.
La seconda fu Seraph che si mosse con altrettanta agilità, il suo profilo si confondeva tra le ombre della notte, nel suo cuore c'era solamente la calma e la freddezza, doveva solo concentrarsi sul proteggere e l'uccidere, la preoccupava però le condizioni mentali di Astral, che dietro di lei tentava di mantenere il più possibile l'equilibrio ma era visibilmente turbato.
Il gruppo non aveva stabilito uno schema fisso quindi sarebbe potuto correre in aiuto di Lacie, ma avrebbe fatto in tempo?
Per quanto non volesse saperlo non poteva evitare di chiedersi cosa le fosse capitato.
-Astral.-
-Mh?-
La voce di Seraph lo distrasse da quei pensieri cupi.
-Sta bene.-
Si era fatta una mezza idea di come bisognava interagire con lui, il ragazzo aveva bisogno di rassicurazioni e fino a quando non fossero entrati nella scuola glieli avrebbe dati per evitare che li facesse scoprire, dopo non sarebbe stato un problema ma lei per prima aveva bisogno mantenesse la calma. Astral apprezzò quel gesto ed annuì, doveva essere forte e calmo.
Era il turno di Ailea di salire sul filo.
-Hey dove lo tenevi questo?-
Chiese a Daimonas riferendosi al lunghissimo filo.
-Nelle tasche.-
-Profonde.-
-Già...ce la fai da sola?-
Chiese temendo che a causa della ferita al fianco ed il veleno la ragazza non sarebbe stata in grado di prender parte alla missione senza stare male, ma lei sembrava sicura di sé.
-I maledetti non hanno paura di morire. Abbiamo una bella tempra dovresti saperlo.-
Rispose lei facendogli l'occhiolino e sorridendo, il ragazzo era sempre più sorpreso dal modo in cui lei si approcciava, aveva sempre un tono così amichevole e sicuro, gli dava l'impressione che lo considerasse un pari.
E per lei era proprio così, prendendo un respiro mise il piede sul filo iniziando a camminare, anche lei era in grado di farlo visto che a scuola li allenavano a dovere, era leggermente spossata per l'effetto del veleno ma il riposo ed il cibo le avevano fatto recuperare le forze, solamente la ferita al fianco le faceva male se si muoveva troppo in fretta ma era perfettamente capace di sopportarlo, mentre camminava si chiese come stava Lacie, non dubitava fosse in grado di difendersi ma contro un'intera scuola era troppo, avrebbe dato una mano ad Astral se fosse servito a cercarla.
Dopo di lei ci fu ovviamente Khal, Daimonas evitò il suo sguardo concentrandosi sugli altri che stavano camminando, il biondo lo guardò con freddezza ed una nota di disgusto, lo trovava una creatura inutile e superflua, camminò sul filo stando il più vicino possibile a Ailea, la ragazza si mosse più velocemente credendo d'esser lenta ma in realtà lui voleva il più possibile contatto, anche se in quel momento lei lo evitava. Il veleno aveva perso il suo effetto ed era perfettamente in grado di lottare.
Dietro di loro c'era poi Zell, il ragazzo si era assicurato che le ferite di tutti si fossero rimarginate almeno in parte ed ora aveva come obbiettivo principale l'evitare che qualcuno si ferisse gravemente, con le sue efficaci mosse avrebbe potuto facilmente mettere ko molti nemici, respirando a ritmo preciso pensò per un istante alla sua famiglia, non sarebbe scomparso, avrebbe rivisto anche la ragazza al chiosco e si sarebbe fermato più spesso a parlare con lei.
Era poi il turno di Grace, la ragazza oscillava sulla corda a causa dei passi degli altri davanti a lei che la facevano muovere ma manteneva un buon equilibrio, sulle spalle teneva Sammy, non potevano lasciarla sola inoltre lei poteva conoscere la scuola, almeno una volta doveva averla vista quindi potevano evitare di finire in posti pericolosi, la bambina teneva stretto il libro tra le braccia ed aveva promesso di restare in silenzio, voleva evitare quei ragazzi ed in buona parte aveva capito anche la situazione.
Anche Johanna dietro di loro aiutava Grace ad evitare che la bambina cadesse, quando le sembrava oscillassero più del dovuto le afferrava tirandole dal lato opposto, era felice di aiutarle ma aveva anche paura che potesse accadere qualcosa, quel mondo in cui avevano scelto di vivere era molto pericoloso e non voleva che a loro capitasse qualcosa.
Anche Hope era preoccupata per la situazione, per Lacie, per le condizioni di Ailea, per le sue amiche, voleva essere abbastanza forte per tutti loro ma allo stesso tempo non intendeva porre fine alla vita di nessuno...
Mentre ci rifletteva rischiò di mettere un piede fuori dal filo e di cadere, fortunatamente Alexadenr dietro di lei l'afferrò per la vita avvicinandola a sé.
-Tutto bene?-
-S-si grazie!-
Arrossendo la ragazza sorrise, aggrappandosi al ragazzo ritrovò l'equilibrio per tornare a camminare ma lui volle tenerle la mano, per questioni di sicurezza, la sua mente era divisa in due parti, tenere d'occhio il fratello e proteggere Hope, lei era l'unica di cui si fidava ciecamente non avrebbe permesso la toccassero. Anche lei però avrebbe fatto di tutto per aiutarlo, entrambi volevano proteggersi a vicenda.
Gli ultimi a salire furono Daimonas e Milton, grazie al suo talento di ballerina lei riusciva a mantenere l'equilibrio ma Daimonas insistette sul fatto che lei restasse aggrappata al suo braccio, era molto pericoloso da quell'altezza, se fosse caduta...
"Una bella frittata."
Mostro lo mise ancora di più all'erta, doveva fare in modo che tutto andasse bene, dopotutto aveva fatto il patto per lei, che senso avrebbe avuto se l'avesse persa?
I cuori di tutti battevano rapidi dall'incertezza, ma non si sarebbero tirati indietro qualsiasi cosa fosse accaduto.
 
 
Lacie aveva iniziato a tremare debolmente, era riuscita ad aprire la porta ma non a scappare in tempo dalla stanza in cui si trovava, ed un particolare odore aveva iniziato a farsi sempre più forte.
In lontananza sentì l'abbaiare di vari cani e le urla di dolore di molti studenti, la maggior parte si era fatta indietro quando quegli orribili mastini avevano iniziato ad azzannarli senza controllo ma era evidente che il loro principale obbiettivo fosse Lacie.
Non appena i primi due cani entrarono nella stanza lei fece di tutto per evitare d'esser morsa, erano orribili e continuavano ad abbaiarle contro mostrando i denti sporchi di sangue, il cuore le era arrivato in gola e la paura cresceva, uno di questi mastini arrivò quasi a morderle la punta della coda ma lei lo calciò prima che riuscisse a ferirla completamente, procurandosi solo un graffio al tallone.
Saltando dalla parete uscì dalla porta rotolando a terra ma entrambi gli animali le furono sopra ed iniziarono a morderle le braccia.
-NYAAAH!-
Con tutta la forza che aveva li calciò via graffiando ad entrambi gli occhi accecandoli, le braccia le facevano molto male ed aveva iniziato a camminare.
-Wuf.-
Voltandosi vide un uomo dall'aspetto minaccioso, sembrava una montagna di muscoli ed era vestito solo con una sottospecie di gonna fatta di pelo nero di cane, ai piedi aveva due grossi stivali dotati di artigli, i capelli sistemati all'insù ricordavano due orecchie da animale. Il naso rotto era schiacciato nel cranio come se fosse un carlino, le labbra erano tagliate e mostravano dei denti seghettati, al collo portava un collare con su scritto death.
Quel collare fece trasalire Lacie, le ricordò il periodo in cui lei ed il fratello erano stati nella Death Valley, il luogo in cui aveva quasi perso Astral.
Quel ricordo fece tornare dentro di lei quella paura che portò con sé alcune lacrime.
L'uomo schioccò le dita richiamando una decina di cani a sé che rimasero immobili attendendo gli ordini, uno dei ragazzi che erano stati attaccati alzò lo sguardo su di lui.
-Profess...-
Prima di finire la frase il ragazzo cadde a terra in una pozza di sangue.
-Wuf...studenti mal addestrati, sono tutti così...-
L'uomo guardò Lacie con sguardo assassino.
-Odio i gatti...-
Non appena schioccò le dita tutti i cani si avventarono contro Lacie, compreso il professore, in quel momento la ragazza si rese conto della situazione e subito iniziò a correre evitando i morsi degli animali, non era facile con le braccia ferite inoltre l'uomo era incredibilmente veloce.
Più volte le fu talmente vicino che riuscì a colpirla al fianco facendola cadere, ma lei sempre in tempo riuscì a scappare.
Aveva tentato di colpirlo ma gli aveva solo procurato alcuni graffi alle mani che lo fecero infuriare, la sua pelle era durissima.
Uno dei cani si parò davanti a lei saltandole addosso ma lei fu abbastanza veloce da riuscire a scivolare ed a colpirlo con gli artigli al fianco, purtroppo un'altro cane l'azzannò alla caviglia.
Il suo sangue lasciava lunghe scie rosse lungo il terreno e l'uomo non smise di correrle dietro nemmeno per un istante, approfittando di quel momento lui le azzannò l'altra caviglia riuscendo a sollevarla e a lanciarla lontano.
Le lo colpì alla gola con un calcio prima di allontanarsi ma l'urto le fece perdere il fiato, da sola era impossibile battere quel bestione ed i suoi cani, gli altri studenti si limitavano a stare lontani lanciandole vari oggetti ma quelli erano facilmente schivabili.
Era riuscita a battere alcuni cani ma le ferite sull'uomo certo non bastavano, anche il calcio gli aveva solo fatto perdere il fiato per qualche secondo.
Mentre era a terra sanguinante lo guardò avvicinarsi, aveva paura ma non gliel'avrebbe mostrato.
Voleva solo che il suo fratellone arrivasse, che la portasse via e la coccolasse.
-N-nya Astral...-
 
 
 
I ragazzi si trovavano all'interno della stessa torre in cui era entrata Lacie, come tutti avevano sperato l'attenzione dell'intera scuola era rivolta al giardino.
Prima di continuare Lighneers si assicurò non ci fossero nemici nelle immediate vicinanze.
-Bene, sappiamo tutti che siamo qui per trovare un fantomatico oggetto, probabilmente sarà in un luogo sicuro non di certo nelle classi, ed avrà a che fare con Jack, quindi possiamo solo guardare ovunque, prendere tutto ciò che ci sembra essere collegato a lui o ancora meglio trovarlo e fargli prendere quel preciso oggetto. Non occorre un particolare piano visto sanno che siamo qui, cerchiamo solo di non morire. Ognuno di noi ha carta bianca su ciò che vuole fare, ma dobbiamo uscire da questo posto entro un'ora almeno. Ci sono degli orologi quindi non sarà complicato sapere che ore siano, al momento sono esattamente le dieci, alle undici vediamoci sotto l'albero qui fuori. Puntuali ragazzi mi raccomando.-
Il gruppo annuì ed uscendo dalla torre presero diverse strade.
Khal decise che avrebbe seguito Ailea perciò le rimase vicina, lei voleva semplicemente trovare il ragazzo che l'aveva ridotta così e fargliela pagare, non aveva principali obbiettivi quindi scelse di muoversi quasi alla cieca tra le aule, se fosse stato necessario avrebbe ucciso tutti quelli che avrebbe incontrato.
Il gruppo composto da Alexander, Hope, Johanna, Grace e Sammy avrebbero cercato nella aule più sospette, evitando di farsi scoprire però da altri studenti. Anche Zell avrebbe cercato quell'oggetto ma sarebbe andato da solo, allo stesso modo fecero Lighneers e Seraph, non c'era bisogno di muoversi sempre in gruppo ed in quel modo avrebbero coperto anche più spazio.
Astral non perse tempo ed andò subito a cercare la sorella per aiutarla.
Daimonas invece avrebbe cercato assieme a Milton Jack, per assicurarsi fossero dalla stessa parte.
Milton gli teneva le mano e correndo insieme a lui iniziarono a cercare il ragazzo per le classi.
-Daimonas, sei sicuro di volerlo fare?Non voglio...ti succeda qualcosa.-
-Non preoccuparti, andrà tutto bene.-
Si ripeteva quella frase in testa ma non poteva averne la certezza, voleva solo sperare che andasse veramente tutto bene, la ragazza però sorrise fiduciosa, era certa che l'amico sarebbe stato di trovare quell'oggetto, in quel modo sarebbero potuti tornare a casa.
Correndo velocemente i due percorsero vari piani di scale, scoprendo che la scuola non riguardava solo le mura che si vedevano esternamente ma anche dei piani inferiori, qui la puzza di sangue e carne putrida era sicuramente più persistente ed in vari posti c'erano anche molte gabbie, Daimonas provò ad aprire una gigantesca porta dal legno ormai rovinato ed i due si ritrovarono in una biblioteca.
Non c'erano molti libri anzi, tanti scaffali erano vuoti, ma non sembrava nemmeno che ci fosse qualcuno all'interno, non era probabile ci fosse il cuore di Jack ma era uno spazio abbastanza isolato, tanto valeva cercarlo.
Senza separarsi guardarono la stanza da cima a fondo non trovando tuttavia altro che semplici libri rovinati, stavano per dirigersi verso l'uscita quando la porta si aprì, Daimonas subito di guardò intorno per cercare un luogo dove tenere al sicuro la sua amica, ma non c'era nulla dove nascondersi.
Non aveva altra scelta, facendole segno di tacere il ragazzo uscì allo scoperto, davanti alla porta c'era un uomo muscoloso dal viso coperto da varie bende, le vene sulle sue braccia erano chiaramente visibili ma in alcuni punti erano violacee ed aveva delle grosse macchie rosse, aveva soltanto dei pantaloni marroni ed una cintura a cui erano attaccate varie siringhe. Nella mano destra teneva una gigantesca spada ed attorno al collo aveva una lunga catena.
Non appena l'uomo notò Daimonas gli si avvicinò.
-Sei uno degli studenti che stanno cercando immagino...siete così patetici, avrebbero dovuto mandare noi professori ad uccidervi, rimedierò subito all'errore...-
Con un forte slancio l'uomo alzò la spada cercando di colpire saltando la testa di Daimonas, il ragazzo però riuscì a schivare il colpo in tempo, tuttavia non poté evitare di venire colpito da un calcio in pieno stomaco che lo scaraventò contro la parete.
Non doveva permettere che l'uomo vedesse la sua amica, Milton era rimasta ferma ma aveva iniziato a tremare ed a stento tratteneva le lacrime, non voleva vederla così.
Ringhiando Daimonas prese la rincorsa lanciandosi contro l'uomo e scivolandogli alle spalle cercò di colpirgli la schiena, questo però fu altrettanto veloce e lo colpì con un pugno dritto in testa, sbattendolo a terra.
Non diete tempo al ragazzo di reagire che si sfilò la catena dal collo e la usò su di lui come una frusta, colpendolo più e più volte.
Prima che la situazione potesse peggiorare però Daimonas riuscì a scivolare tra le sue gambe, colpendolo alle ginocchia e facendolo così piegare in due, l'uomo però usò la catena per colpirlo scagliandola contro le sue stesse spalle.
Quel colpo gli aprì uno squarcio nella pelle ma riuscì comunque a colpire Daimonas sul viso, quel colpo lo fece sbalzare all'indietro e gli ruppe addirittura il naso, il professore ne approfittò per afferrargli la testa e sollevarlo.
-La vostra scuola ha degli studenti pessimi...-
Prima di continuare la lotta prese una delle siringhe iniettandosi nel braccio il liquido all'interno, sospirò soddisfatto, la forza con cui estrasse l'ago però fu troppa e questo si ruppe nel braccio.
L'uomo senza preavviso iniziò a sbattere la testa di Daimonas al suolo senza smettere nemmeno per un attimo, il sangue macchiò il pavimento mentre le ossa del ragazzo iniziavano a cedere.
L'uomo si fermò solo per lanciarlo in aria e colpirlo poi con la catena, lacerandogli la pelle, quando cadde a terra fece per legarlo, tenendogli fermi i piedi ed iniziando ad avvolgerlo ma in quel momento Daimonas iniziò a muoversi ancora di più.
Non voleva venir legato e portato in una stanza chiusa, non voleva dover subire degli orribili esperimenti.
Non voleva più restare chiuso per anni in un posto senza poter essere libero di muoversi.
Per bloccarlo l'uomo conficcò la spada nella sua spalla, il sangue prese a fuoriuscire ancora più velocemente.
"Usa la spada idiota."
Le parole di Mostro aprirono una speranza nella mente del ragazzo, doveva usarla, doveva salvare Milton, se si fosse lasciato battere l'avrebbe ferita e non ci sarebbe stato nessuno a proteggerla.
Aprendo il palmo della mano destra si generò una sfera nera, questa iniziò a legarsi alla sua mano e velocemente si creò una spada, la lama era lunga ed affilata dall'impugnatura e guardia nera, sull'attaccatura c'era una stella rossa rovesciata circondata da un cerchio rosso, l'impugnatura aveva invece un teschio.
Prima che l'uomo se ne rendesse conto lo colpì a sua volta alla spalla, questo non sembrò sentire molto dolore ma quando il ragazzo la estrasse squarciandogli la pelle si alzò allontanandosi.
Approfittando di quel momento Daimonas estrasse la spada del nemico dalla propria spalla lanciandola in aria e conficcandola nel soffitto, si liberò poi della catena lanciandosi contro all'uomo.
Questo tentò di difendersi con le braccia ma la lama gliele tagliò di netto, Daimonas lo colpì in viso con un calcio e quando questo scivolò si portò alle sue spalle colpendolo con la spada allo stomaco.
La lama passò da parte a parte e stavolta fu il suo sangue a macchiare il pavimento.
-Ghak...figlio di...-
L'uomo nuovamente si iniettò il liquido nel collo ma prima che questo finisse Daimonas colpì l'oggetto facendolo sprofondare nella sua carne. L'uomo iniziò a sanguinare dalla bocca e dal naso ma riuscì ad afferrare con i denti la mano sinistra del ragazzo. Strinse talmente tanto che gli ruppe alcune dita, ma a Daimonas non importava, voleva salvare Milton e per farlo quell'uomo doveva morire.
Alzando la spada colpì stavolta la testa, trapassandola ed aprendola in due, il sangue schizzò contro gli scaffali macchiando i libri ed il suo volto mentre lentamente il corpo perdeva vitalità e si inginocchiava a terra, cadendo con un fragoroso suono.
Liberando la mano il ragazzo colpì nuovamente il corpo al cuore, non voleva infierire ma semplicemente accertarsi che fosse veramente morto.
Gli ci sarebbe voluta almeno un'ora con quelle ferite per curarsi, ma non aveva importanza, subito andò verso l'angolo dove si trovava Milton e la trovò ancora tremante ed a piangere.
Forse l'aveva spaventata, aveva capito che era solo un mostro e l'avrebbe abbandonato...
Ma non fu così, non appena lo vide lei lo corse incontro abbracciandolo, lasciando che le lacrime uscissero senza pensieri.
-Scusami sono stata inutile, non sapevo come aiutarti io...ti prego scusami.-
-Va tutto bene...siamo vivi.-
-Si ma tu...-
-Guarirò presto non preoccuparti, adesso però dobbiamo uscire da questa stanza prima che arrivi qualcun'altro.-
 
 
 
In ogni aula in cui la ragazza era stata non si era fatta scrupoli ad eliminare quelli che incontrava, la maggior parte di questi erano sotto l'effetto di qualche sostanza perciò non c'era stato un vero combattimento.
Le mani di Ailea erano completamente sporche di sangue ma non le importava, voleva trovare il ragazzo che aveva causato il crollo della sua capanna  fargliela pagare. A causa sua era ferita ed era parsa come una debole ragazzina, il suo orgoglio la spingeva ad uccidere chiunque fosse in quel posto.
Non c'era nemmeno Seraph a calmarla quindi non aveva modo di darsi freno, Khal la guardava semplicemente compiaciuto, guardandola spargere il sangue in ogni stanza.
Avrebbe tanto voluto sentire quel sapore ferroso mischiato a quello delle labbra di lei, ma preferiva lasciarla agire avendo così conferma di quanto fossero simili.
Quando era in compagnia fingeva d'essere una ragazza gentile ma in realtà voleva solo vedere il mondo attorno a lei bruciare, o almeno era questa l'idea che si era fatto.
Non gli importava molto dell'obbiettivo di Jack o di quello di Ailea, voleva solo vedere come si sarebbero sviluppate le cose.
-Perché continui a seguirmi, non ho bisogno che mi fai da balia.-
-E' meno rischioso stare in due no?-
-Non per questo ho bisogno di te.-
Quanto si sbagliava, lei aveva bisogno di lui e l'avrebbe convinta.
-Dammi modo di dimostrarti il contrario magari.-
-Tsk.-
Più andavano avanti più lei diventava più fredda, prendeva molto seriamente ogni morte che causava, tuttavia tendeva a diventare instabile dopo varie uccisioni ed il suo umore diventava più aggressivo.
Almeno il ragazzo non aveva detto nulla di stupido.
Qualcosa però attirò l'attenzione della ragazza mentre camminavano tra i lunghi corridoi, un'ombra familiare era appena entrata in una delle aule.
Correndo la ragazza strinse i due pugnali che aveva tra le mani ed entrò, l'aula era priva di banchi, solo qualche tappetino a terra, al posto della cattedra c'era poi un grosso oggetto che veniva utilizzato per affilare le armi.
-Nuovi studenti?-
A parlare era stato un uomo dalla carnagione scura con varie cicatrici sul copro, portava dei pantaloni neri ed una cintura alla quale erano sistemati vari coltelli, sulla schiena teneva poi quattro spade.
La porta alle spalle dei due si chiuse poi con uno scatto, a farlo era stato il ragazzo che Ailea cercava.
Non poteva dividersi in due ma non era certa su chi fosse meglio combattere, Khal aveva solo un pugnale, se avesse lottato contro quell'uomo che ne era quasi coperto non era certa di come sarebbe andata, il suo orgoglio però la spingeva a combattere contro il ragazzo. Il biondo nel frattempo era rimasto completamente calmo.
-Non sono un professore molto paziente sapete...-
L'uomo armato si lanciò contro di loro estraendo due spade, Ailea gli scivolò sul fianco ma rischiò comunque d'essere colpita alla schiena a causa della ferita al fianco.
Khal intanto aveva semplicemente fatto qualche passo indietro, quell'uomo aveva tentato di rovinare il suo giocattolo, gliel'avrebbe fatta pagare.
Anche il ragazzo che aveva chiuso la porta iniziò a lottare, usando a sua volta un pugnale come Ailea, tra lui ed il professore era certamente la minaccia meno rischiosa.
-Khal riusciresti a tenere a bada il prof?-
-Farò anche di più mia cara.-
Il ragazzo si lanciò contro l'uomo schivando facilmente i colpi che questo tentò di usare contro di lui, ferendogli con la lama entrambe le braccia ed allontanandosi solo quando l'altro fece per colpirlo con un calcio.
Non aveva però intenzione di dargli un attimo di respiro, voleva dimostrare a Ailea quanto fosse forte.
La ragazza nel frattempo aveva fatto in modo che ci fosse un grande stacco tra i due combattimenti spingendo il nemico dall'altra parte della stanza.
Girandole in torno il ragazzo la osservò per vario tempo cercando di individuare il momento perfetto per attaccare, ma non ce ne fu bisogno, lei non aveva intenzione di mandare avanti quella lotta per troppo tempo.
Con uno scatto tentò di colpire il ragazzo dritto alla testa ma lui colpì con il suo stesso coltello la lama, cercando con il braccio libero di afferrarle i capelli per evitarle di scappare.
Lei però non si fece cogliere alla sprovvista, era evidentemente più lenta del solito ma il braccio destro funzionava benissimo e riuscì a colpire il ragazzo al fianco, anche se gli provocò solo una ferita superficiale.
Lui tentò di approfittare della ferita al fianco di lei colpendola con una gomitata, non riuscì a riaprirle la ferita ma non per questo lei non sentì un profondo dolore.
Anche se era rischioso lei non tentò nemmeno per un attimo d'allontanarsi anzi aumentava la vicinanza tra i due ogni volta che l'altro tentava di fare il contrario, lui riuscì a graffiarle la guancia con la lama, lei a sua volta gli ferì il braccio.
Il nemico cercò di conficcarle il pugnale nel cranio ma a malapena la sfiorò, Ailea iniziava ad essere affaticata, non era al massimo delle sue energie.
Guardando la stanza notò che c'era un'altra porta oltre da quella da cui erano entrati, ed era ben chiaro quanto fosse fragile e che desse sul giardino esterno, dalle varie crepe si sentivano chiaramente le urla delle persone fuori.
Il nemico in quel momento si trovava con le spalle contro quella porta, doveva approfittarne.
Gli si lanciò contro alzando entrambi i pugnali ma invece che colpirlo li lasciò cadere, questo confuse il ragazzo e lei ne approfittò per saltargli addosso, in questo modo lo spinse contro la porta ed il peso di entrambi la ruppe.
Atterrarono su un piccolo terrazzo di legno senza ringhiera, solo alcune scale di legno che portavano ad un piano superiore.
Il ragazzo afferrò Ailea per la gola stringendo con tutta la sua forza, in quelle condizioni lei non sarebbe mai riuscita ad allontanarlo, guardò alla sua destra vedendo che erano ad un passo dal vuoto.
Era la sua unica occasione...
Khal intanto aveva continuato a lottare contro il professore, per ogni colpo che questo gli mandava glene ridava almeno tre.
Era riuscito facilmente a conficcargli la lama in entrambi i gomiti ed a graffiargli le gambe in vari punti ed anche in maniera piuttosto profonda.
Stava ancora giocando per così dire e non aveva ancora subito alcun danno.
Di tanto in tanto guardava come se la stava cavando Ailea ma la sua concentrazione era quasi totalmente rivolta a quell'uomo, nel momento in cui la ragazza ruppe la porta decise che era il momento di finirla.
Non avrebbe potuto vedere una buona parte della sua forza ma non importava, se non l'aveva sott'occhio non poteva assicurarsi stesse bene.
Osservando l'uomo con i suoi occhi glaciali gli arrivò alle spalle con una finta, nel momento in cui questo alzò una mano per colpirlo con la spada gli tranciò di netto le dita, afferrandogli l'arma e conficcandoglielo nella spalla, scavando a fondo fino a quando il braccio non fu completamente bloccato.
Prima che avesse il tempo di urlare Khal gli conficcò la lama in bocca spingendo verso l'alto, sfigurandogli completamente il viso.
Non appena il corpo del professore cadde a terra in una pozza di sangue Khal si affrettò a raggiungere Ailea, riuscì a vedere la ragazza di sfuggita che veniva strangolata da quel ragazzo, questo fece montare una gran rabbia dentro di lui ma prima che potesse avvicinarsi le spinse entrambi verso il vuoto, cadendo.
Avvenne tutto in una manciata di secondi, prima ancora di pensare a cosa fare lui si era già lanciato sulla mano della ragazza che ancora si vedeva e l'aveva aggrappata, l'altro ragazzo invece era caduto.
Ailea era certa che l'avrebbe seguito da lì a poco ma alzando lo sguardo sentì qualcuno reggerla, Khal la guardò sorridendo.
-Credo proprio che tu abbia bisogno di me.-
Ci fu un attimo di silenzio in cui lei lo fissò stupita, poi sorridendo la ragazza rispose.
-Si.-
 
 
 
Tutti avevano deciso di prendere strade diverse, non c'era modo di decidere abbastanza velocemente da quale parte fosse meglio andare così Zell fu costretto a scegliere per istinto.
Si muoveva con grande calma all'interno della scuola cercando di fare il meno rumore possibile.
Quel posto era veramente pessimo, perfino lui che non amava particolarmente studiare si sarebbe trovato male lì, aveva incrociato un paio di studenti ma erano talmente fuori di testa che non l'avevano nemmeno visto, non era nemmeno certo che alcuni sapessero parlare poi.
Manteneva un atteggiamento freddo e serio cercando di percepire attorno a sé qualsiasi pericolo che tuttavia non arrivava, ad un certo punto però un rumore attirò la sua attenzione.
Proveniva da una stanza con la porta socchiusa, non sembrava un'aula ma più come uno stanzino privo di qualsiasi utilizzo, all'interno c'erano un uomo leggermente in carne dall'aspetto trasandato ed il preside.
-Stasera è la nostra occasione, mi raccomando professore. Tutti gli studenti che sono stati mandati qui devono diventare cadaveri.-
-Lo so signore, gli studenti stanno facendo del loro meglio per ucciderli.-
-Questo però non basta, abbiamo ucciso ogni studente debole, abbiamo convocato nemici da ogni scuola ingannandoli, facendo credere loro volevamo sfidarli per il prestigio quando in realtà ci servivano solo dei corpi, non possiamo usarne altri dei nostri quindi questo gruppo è indispensabile. Deve funzionare, è tutto pronto a proposito?-
-Tra poche ore manderemo una squadra a recuperare il libro, il sangue per il rituale non manca ed anche le formule sono state ripetute fino ad imprimerle nel cervello di tutti.-
Così era stato tutto un imbroglio, quelle persone per i propri assurdi scopi avevano fatto tutto ciò, non avrebbe nemmeno funzionato il loro piano, erano solo dei folli.
Mentre li spiava però non si accorse che anche qualcun'altro si era accorto della sua presenza, il professore infatti si era avvicinato alla porta e sfasciandola l'aveva afferrato per la testa.
Il preside con non curanza iniziò ad allontanarsi.
-Bene, ne abbiamo già uno, uccidilo pure.-
-Si preside.-
L'uomo iniziò stringere con forza la sua testa ma Zell non aveva alcuna intenzione di morire.
Aggrappandosi sia con le braccia che con le gambe torse il grosso braccio dell'uomo fino a quando questo non si piegò a tal punto che fu costretto a lasciarlo.
Siccome la carne avrebbe attutito i vari colpi il ragazzo doveva concentrarsi con le parti meno rischiose, come la testa.
Prima con una finta si allontanò poi spingendosi contro la parete cercò di colpirlo in quel punto ma l'uomo usò il braccio sinistro per pararsi e lo spinse contro il ragazzo schiacciandolo a terra.
A causa del suo peso gli era semplice schiacciarlo, ma aveva più muscoli di quanto dava a vedere.
-Gnh!-
L'uomo afferrò Zell per un piede iniziando a sbatterlo sul pavimento, sulla parete e sul soffitto, rompendo le tavole di legno in quei punti.
Una di queste in particolare sporgeva abbastanza da dar modo al ragazzo di aggrapparvisi e non appena questa si staccò gliela sbatté sulla testa, l'urto fu abbastanza forte da romperla, a causa del dolore l'uomo lasciò il ragazzo che subito cercò di colpirlo alle gambe per rompergliele, ma sempre a causa del grasso il suo obbiettivo non fu raggiunto.
Iniziava ad essere frustrato, non era semplice trovare una debolezza in quel tipo, non poteva usare nemmeno la sua forza contro lui stesso perché era chiaro fosse allenato ad evitarlo.
Tutto ciò che poteva fare era colpirlo con colpi secchi e precisi.
Anche se non lo feriva come avrebbe voluto l'insieme di quei colpi aveva lo stesso il suo effetto, ma stava sempre molto attento ad evitare di venire colpito o afferrato nuovamente.
Non poteva far durare quello scontro in eterno tuttavia, per quanto fosse forte sapeva che alla lunga le cose sarebbero peggiorate, la sua attenzione venne indirizzata sul soffitto sopra all'uomo, nel punto in cui aveva rotto la tegola.
Sembrava sul punto di cedere ormai, grazie anche ai colpi che aveva subito prima.
Avrebbe tentato di sfondarlo facendoglielo crollare addosso, o quello o niente.
Lanciandosi contro il muro prese uno slancio colpendo con un calcio il soffitto nel punto in cui sembrava più  debole.
Fece appena in tempo ad allontanarsi da quel punto che il soffitto come aveva sperato crollò sotto l'uomo, non solo tegole di legno ma anche vari mattoni sistemati in maniera rozza.
Forse non l'avrebbero ucciso ma certamente l'avevano messo ko, e quello bastava al ragazzo.
-Meglio andarsene da qui.-
Sapeva dove sarebbe andato il preside in seguito, avrebbe avvertito gli altri in modo da sconfiggerlo.
Se era come il loro certamente non sarebbe stato un avversario facile...
 
 
Johanna, Grace, Hope, Alexander e Sammy avevano preferito optare per un'azione tranquilla, davanti alle ragazze c'era il biondo che si assicurava la via fosse libera e per ultima c'era Grace, avrebbe steso chiunque si fosse avvicinato alle loro spalle, in quel modo avrebbero dovuto essere al sicuro.
Per muoversi nella scuola si stavano facendo guidare dalla bambina, anche se non era semplice trovare la strada per l'ufficio del preside, lì sicuramente c'era l'oggetto che Jack cercava e se lo avessero trovato non sarebbero dovute restare lì.
I passi di qualcuno li misero in allerta, nascondendosi dietro ad un muro il gruppo aspettò che i nemici passarono, nel gruppo riconobbero anche Jack.
-Controlliamo grotta?-
Chiese un energumeno.
-Non serve, l'ho già fatto io.-
-Ma noi non fidarci di gracilino...-
-Bene, allora uscite pure ed andate a controllare, quando non troverete nessuno fatelo pure sapere al preside che avete sprecato tempo.-
-Stronzo...-
Mentre parlava Jack aveva notato che il gruppo era vicino, il suo si stava pericolosamente avvicinando per questo tentò di portare i nemici da qualche altra parte. Questi sembravano costretti a seguirlo quindi quando lui scese delle scale andarono nella sua stessa direzione, le ragazze sospirarono sollevate.
-Sammy da che parte?-
Chiese Hope a bassa voce, la bambina indicò dritto davanti a loro.
-Là poi a sinistra.-
Probabilmente il resto del gruppo era troppo impegnato con gli altri che stavano facendo molto baccano, era una fortuna per loro ma Hope era molto preoccupata per tutti, non era certa che dividersi fosse stata la soluzione migliore, nemmeno Johanna lo pensava, Grace invece preferiva così, poteva agire da sola e fino a quel momento erano stati al sicuro.
Continuando a seguire la bambina arrivarono davanti ad una grossa porta decorata con delle scritte di sangue.
-Ci siamo...io resterò di guardia voi cercate dentro.-
Disse Alexander dopo essersi assicurato la via fosse libera.
Il preside fortunatamente non c'era e quella stanza era talmente disordinata che non si sarebbe mai accorto se avessero messo mano a qualcosa.
Sammy che non sapeva bene cosa cercare si mise seduta su una sedia osservando le ragazze sorridendo, era così felice di esser stata utile che non smetteva di sorridere.
Le ragazze nel frattempo stavano cercando forsennatamente qualcosa di strano ma trovarono solamente libri, talismani ed oggetti strani senza alcun collegamento a Jack.
-Come crede possiamo aiutarlo se non ci ha detto nulla...-
Disse Grace irritata chiudendo l'ennesimo cassetto della scrivania.
-Dobbiamo farcela.-
Johanna si muoveva velocemente, non voleva perdere troppo tempo anzi, di tempo quasi non ne avevano, all'improvviso Hope si fermò, attirata da una particolare scatola di legno chiusa con un lucchetto.
-Hey forse è questa.-
-Come facciamo ad esserne certi?-
-Potremmo romperla.-
Propose Grace, ma le altre non furono d'accordo, se era un oggetto fragile sarebbe stato un problema, anche se era la soluzione più veloce.
-Se centra un lucchetto possiamo chiedere a Seraph di romperlo con la sua spada.-
Propose Hope, Alexander incuriosito le chiamò.
-Ragazze, anche mio fratello se ne intende di lucchetti, se siete certi che sia quello è meglio andarcene, ora che ne abbiamo la possibilità.-
 


 Seraph si muoveva tra i corridoi con assoluto silenzio, come un'ombra agile e veloce aveva controllato varie classi prima di scendere ad altri piani.
Non c'era traccia del nemico che aveva distrutto la sua capanna anzi, non sembrava esserci alcun individuo capace di ingaggiare con lei un'adeguata lotta, i pochi che avevano incontrati erano morti sotto la forza schiacciante della sua lama, non poteva lasciare che qualcuno avvertisse l'intera scuola della sua presenza. Anche se gli altri si fossero fatti scoprire lei doveva restare nell'ombra, nessuno doveva sospettare della sua presenza. Continuando a muoversi arrivò in un corridoio completamente privo di porte se non per una particolare proprio infondo ad esso, sulla porta c'era una piccola incisione, "Archivio".
Forse avrebbe potuto trovare qualche informazione utile, anche se dubitava che quelle persone fossero in grado di tenere un archivio come si deve, era strano però che non ci fosse quasi nessuno in quel luogo...
Entrando nella stanza non trovò niente più di ciò che già si aspettava, per quanto riguardava la grandezza era molto più simile ad uno sgabuzzino che ad un archivio, su ciascuna parete c'erano alcuni scaffali mal tenuti con ben poche cartelle quasi del tutto vuote, non per questo però non poteva esserci qualcosa di interessante.
Il fatto che fossero poche era un punto a suo favore, non aveva molto tempo ma riuscì comunque a leggerle quasi tutte, molte riguardavano l'incontro con altre scuole che come nel loro caso erano state invitate per provare la loro forza, le foto di ogni studente erano segnate con una grossa X, probabilmente dovevano essere morti.
Trovò anche la cartella che riguardava lei ed i suoi compagni, a ciascuno era stata affidata una determinata persona che aveva il compito di ucciderla, le loro foto però non erano state segnate e questo provava lo facevano solo in caso di morte. Sotto a ciascuna foto c'era poi un'accurata descrizione fisica di tutti loro, comprese le debolezze, i punti di forza ed i voti in ciascuna materia. Sarebbe stato meglio prenderle, non era prudente lasciare simili informazioni ai nemici anche se avevano già tentato di usarle contro di loro, non era detto non sarebbero potute servire in futuro. Ovviamente lei non le avrebbe usate, non c'era alcun onore ad avere un simile vantaggio sul proprio nemico, durante la lotta le anime dei rivali si toccano ed avviene un reciproco scambio d'informazioni, suo nonno spesso le diceva che un abile guerriero è in grado di capire molti dettagli di un nemico da un semplice scontro.
Tra le carte c'era anche scritto che una nave sarebbe arrivata l'indomani per osservare le condizioni dei propri studenti, avevano quindi una notte per porre fine a quello scontro, vincere e poi andarsene.
-Ma che bellissima fanciulla abbiamo qui...-
Alzando lo sguardo Seraph vide sistemato su soffitto un uomo orribilmente magro, indossava degli strettissimi pantaloni che gli evidenziavano il cavallo, in quel punto partiva poi una cintura di castità fatta in pelle con al centro una serratura. L'uomo indossava poi una camicia aperta ed aveva legata al collo una collana con attaccata una chiave, aveva dei lunghi capelli biondi e gli occhi viola, questi erano nascosti sotto uno spesso strato di trucco.
-Sei qui per una mia lezione privata d'educazione sessuale mia cara?-
Subito la ragazza estrasse la spada puntandola contro il suo petto, il soffitto non era molto alto e le bastò un semplice salto per raggiungerlo, ma l'uomo fu abile e la schivò leccando poi la lama della sua spada durante la caduta, quel tipo le faceva venire i brividi.
Tentò nuovamente di colpirlo facendo spostare la spada nella sua direzione ma nonostante lo spazio fosse ridotto lui riusciva comunque a schivare, anzi la colpì perfino con un calcio sul viso.
Seraph però non arretrò, era in una posizione di grande vantaggio visto che si trovava proprio davanti alla porta, non c'erano finestre quindi lui sarebbe stato costretto ad uscire da quella per scappare, ma il professore non sembrava minimamente preoccupato.
-Prima di tutto inizieremo con un po' di petting, stimolando le zone erogene.-
Quell'uomo la disgustava, le sue movenze, il suo parlare, tutto era disgutoso ai suoi occhi. Cose come il piacere carnale non la interessavano, il suo era un sentiero solitario pieno di dolore e sacrifici. Assottigliando gli occhi si lanciò contro di lui colpendolo al ginocchio con una finta, riuscendo a perforargli il ginocchio, tuttavia lui emise solo un sordo verso di piacere ed alzando l'altra gamba la mise dietro al collo di lei spingendole il viso tra le gambe, riuscì incoltre da quella posizione a farla sbilanciare, Seraph fu costretta a lasciare la spada per potersi liberare di lui.
La rabbia stava crescendo mischiandosi al disgusto ed alla furia, ma doveva controllarsi. Con un calcio al seno l'uomo la spinse lontano riuscendo ad uscire dalla stanza, la lama era ancora nel suo ginocchio ma afferrandola riuscì a toglierla, sorridendole leccò la lama pulendola leggermente dal sangue passandosi poi la punta sulla fessura a serratura dai panaloni. Quello era troppo, la spada le era stata donata dal suo maestro, era il suo ricordo più prezioso, un affronto simile non sarebbe stato lasciato impunito. 
Senza controllo si lanciò su di lui colpendolo con rapide mosse ai fianchi ed alle gambe, il professore spesso si parava con la spada tentando addirittura di colpirla ma lei non accennava ad allontanarsi.
Ad un tratto Seraph afferrò a mani nude la lama iniziando a tirarla verso di sé, non le importava del sangue che aveva iniziato a spargersi sul pavimento o del dolore alle mani, a costo di recuperarla se le sarebbe addirittura tagliate.
Tentando d'approfittare di quel momento il professore lasciò la lama avvicinandosi al volto di lei colpendola con una testata, prima di spostarsi le leccò addirittura l'occhio scoperto, ma non importava.
Aveva nuovamente la sua spada.
I suoi movimenti divennero ancora più rapidi, riuscì a colpire l'uomo al fianco ferendolo profondamente, con un calcio sul viso lo fece poi cadere a terra puntando, non gli diede nemmeno il tempo di reagire però che gli tranciò la mano sinistra staccandogliela di netto, stavolta l'urlo non fu di piacere ma di dolore.
Fece lo stesso con la gamba destra e con l'orecchio sinistro, doveva soffrire quel poco non le bastava di certo.
Con il piede lo colpì ripetutamente tra le gambe con tutta la forza che aveva fino a quando dagli stessi pantaloni non iniziò a formarsi una chiazza di sangue che andava ad espandersi.
Mentre osservava il suo corpo dissanguarsi il suo sguardo lentamente cambiò tornando ad essere calmo, fermandosi si spostò alle sue spalle afferrandolo per i capelli e costringendolo ad alzarsi, lo guardò per qualche istante mentre questo cercava di prendere aria pensando a quanto gli uomini fossero disgustosi, incapaci di trattenere i loro impulsi per la carne, non si sarebbe mai ridotta a tanto.
Lasciandolo conficcò la spada nella sua bocca facendola sprofondare all'interno del suo corpo, rigirandola più volte riducendo gli organi ad una completa poltiglia.
Nella vita tutto ciò che contava era l'onore, chi era abbastanza forte da ottenerlo doveva sopportare mille fatiche e dolori, altri come l'uomo che aveva ucciso si accontentavano semplicemente di sguazzare nel fango. 
Con un secco movimento della spada la estrasse dal corpo squarciandolo, allontanandosi con la stessa rapidità con cui era arrivata portando con sé le cartelle.


 
-Mmm...non mi sembra ci sia nulla di interessante qui.-
Lighneers aveva camminato per vario tempo, trovando solo un gruppetto di studenti che era stato fin troppo semplice da battere, aveva preferito dirigersi verso i piani bassi sicuro lì ci sarebbe stato più movimento ma a quanto pare quei tipi non avevano bisogno di loro per morire, quasi tutti erano in condizioni pietose.
Aprendo una porta si ritrovò in una stanza piena di bottiglie di vetro e componenti chimici, seduta sulla cattedra c'era una donna vestita con un corto abito verde, la carnagione scura metteva in risalto gli occhi azzurri che tuttavia erano privi di ciglia, il viso della donna era serio e teneva tra le mani una frusta coperta di spine.
-Ah, sei uno di quegli studenti. Un altro povero sciocco troppo lontano dalla verità per vederla.-
-Come prego?-
-Siete solo dei ciechi che negano la realtà. Non meritate altro che la morte. Noi al contrario riceveremo grandi onori grazie alla nostra devozione!-
-Certo, ha tutto molto senso signora, le andrebbe ora di dirmi dove si trova il vostro preside?-
Per tutta risposta la donna tentò di colpirlo con la frusta, il punto in cui le spine colpirono il pavimento lasciò delle profonde strisce che lentamente corrosero il pavimento in quel punto.
-Non ho voglia di giocare.-
Il ragazzo come tutti non era uscito dalla grotta senza qualche arma, aveva optato per un lungo coltello da caccia che, anche se arrugginito, faceva la sua figura.
Si lanciò contro la donna cercando di colpirla ma questa con un salto si allontanò, usando nuovamente la frusta contro di lui.
-Pentiti ragazzo, solo così la tua anima potrà essere salvata, lascia che il tuo corpo bruci nelle fiamme perenni!-
Il secondo colpo gli aveva sfiorato il braccio, la carne ferita bruciò terribilmente ma l'azione corrosiva non era così forte da ucciderlo, era solo un dolore lancinante.
Muovendosi il più velocemente possibile il ragazzo schivò vari colpi della donna, che tentò perfino di lanciargli contro alcune delle sostanze nelle boccette, lui però le afferrò tutte al volo, se fossero cadute a terra sarebbero esplose attirando l'attenzione.
Il vero problema però era quella frusta, più la usava più era difficile schivarla, doveva trovare il modo di neutralizzarla.
-Non sai fare di meglio?-
Disse cercando di provocarla, la donna sorrise divertita passandosi una mano tra i capelli biondi.
-L'hai chiesto tu.-
La donna iniziò a muovere la frusta in cerchio ad una grande velocità, avvicinandosi lentamente al ragazzo, se non si fosse fatto venire in mente qualcosa avrebbe subito molto più di qualche graffietto.
Lighneers però mantenne la calma osservando la donna che si avvicinava, quando finalmente lo vide, il punto perfetto dove colpire. Lanciò il coltello esattamente al centro della spirale che si era creata colpendo le nocche della donna che urlò dal dolore. In quel momento lasciò la frusta e lui ne approfittò per raccoglierla.
-Mai lasciare la propria arma incustodita.-
Afferrandola la passo prima attorno al collo della donna, stringendo il più possibile, poi la legò sia ai polsi che alle gambe bloccandola.
Velocemente la carne venne corrosa e dalla bocca di lei uscì una grande quantità di sangue, oltre ad un'azione corrosiva su quelle spine c'era anche una grande quantità di veleno. Solo in quel momento Lighneers se ne accorse visto che anche le sue ferite avevano iniziato a bruciare ed a secernere un liquido viola.
Ma visto che era ancora in piedi non doveva essere mortale in quelle minime quantità, non poteva dire lo stesso per quella donna.
-Dimmi se la tua anima avrà la gloria che hai desiderato, anche se al momento hai ottenuto solo dolore. Ne è valsa la pena?-
 
 
 
 
 
Non appena era entrato nella scuola subito Astral aveva individuato la sorella, era ferita, sanguinante ed aveva bisogno di lui.
-Lacie...-
Li avrebbe uccisi, avrebbe ucciso tutti quei bastardi che l'avevano ferita, nemmeno uno doveva sopravvivere.
Estraendo la pistola la puntò contro il colosso vicino a lei, sparando un colpo preciso alla gamba, colpendolo.
Non lo avrebbe ucciso subito, doveva soffrire, aveva ridotto sua sorella in quel modo, non appena lei notò il fratello sorrise felice, le lacrime ora erano di gioia.
-Astral nya...-
Come aveva fatto lei prima anche il fratello si lanciò contro la parete scendendo correndo lungo essa, nel frattempo però non aveva smesso un attimo di sparare contro chiunque fosse nei dintorni, i cadaveri aumentavano a vista d'occhio ed anche la sua furia.
-Non ti azzardare a toccare mia sorella!.
Correndo contro l'uomo gli si lanciò contro colpendolo alla testa con il manico della pistola, con l'altra lo colpì nuovamente al braccio, vedendolo piegare in due dal dolore ne approfittò colpendogli il viso con un calcio, rompendogli così alcuni denti.
-Nya Astral vai nya!-
La sorella entusiasta faceva il tifo per lui, ma non si limitò a questo, anche lei tornò a lottare sconfiggendo tutti quelli che si stavano avvicinando, dandogli modo di agire senza problemi.
Erano veramente una squadra unica.
-Rosicchia le tue ossa cane maledetto.-
Con quest'ultima frase Astral colpì l'uomo dritto alla testa.
 
 
 
 
-Hai fatto tutto come ti avevo detto Jack?-
-Si signore.-
-Meraviglioso, il cuore è al sicuro quindi puoi stare tranquillo, non ho ancora intenzione di gettarti via. Spero solamente che stasera sia la notte in cui potremo unirci ai nostri fratelli demoni...-
Quante volte aveva sentito quei vaneggiamenti, fin troppi. Il preside e Jack si erano incontrati tra i corridoi della scuola ed ora si stavano dirigendo verso il luogo in cui conservavano i cadaveri per i rituali.
Non aveva idea se il gruppo fosse riuscito o no a trovare il suo cuore, aveva solo fiducia nella bambina.
Mentre osservava il preside gongolare tra sé pregustava giù la sua vedetta.
Ormai mancava poco....

   
 
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