Angolino Autrice
Buonsalve gente! Questo è il mio primo angolino ^^
Volevo solo dire che questa fic è nata in contemporanea con quella di una mia amica, avevamo infatti deciso di scrivere entrambe qualcosa sul caro Skull Kid e su Majora, quindi, se non la pubblicherà anche lei cancellerò questa.
Sì, le minacce.
Credo che il rating verde sia appropriato, se non è abbastanza avvertitemi e provvederò a cambiarlo.
Sono aperta a qualsiasi critica costruttiva.
Detto questo vi lascio leggere questa cosa sperando che piaccia anche ad una sola anima. Mi farebbe molto piacere ^^
Terrible Fate
Vai così.
Forza, agitati.
Tanto
È inutile.
***
Muovi le braccia su e giù, lentamente, scrutando quel curioso oggetto, noncurante di quella strana persona accasciata al suolo, per chi sa quale motivo.
Ne sei affascinato, è così curioso trovare qualcosa in quel luogo desolato, tanto sperduto dal resto del mondo.
Sempre che ne esista, un resto.
Afferri quella che riconosci essere una maschera, in città ne vendono tante, specialmente durante le feste, te lo ricordi bene perché ti hanno sempre affascinato con quelle b U fF e decorazioni.
E perche ti hanno sempre allontanato, senza mai fartele minimamente toccare.
Ma questa è diversa.
Senti che il tizio strambo sta cercando di muoversi per afferrarla e subito ti scansi, non vuoi cedergliela, hai deciso che sarà tua, come un sacco di altra roba fregata in precedenza, a molti altri.
Perchè, in fondo, tu sei solo, loro no.
Tu sei misero.
Loro no.
Tu non hai niente.
Loro hanno tutto.
Quindi prendersi qualcosa non è poi un così gran crimine, no?
La osservi meglio.
Ma quello che vedi, forse, non te l’aspettavi.
Quei due occhi sembravano così soli, così sofferenti, come se qualcuno li avesse condannati all’eterna agonia.
Con un biglietto di sola andata.
***
‘Ahahaha ma cosa pensi di poter fare minuscolo come sei? Rivuoi il tuo flauto? Vienitelo a prendere allora!’
‘Ahahaha’
Quelle botte avrebbero forse fatto meno male, se non ti fossi opposto.
È sempre colpa tua, dovevi prenderle in silenzio.
Per cosa poi?
Per un misero flauto di legno.
Sei patetico.
‘È proprio davanti ai tuoi occhi, forza! Se ti sporgi ce la fai!’
È normale che nessuno ti sia venuto ad aiutare.
Erano normali quelli sguardi che correvano via come cavalli impauriti dal frustino della tua figura stesa a terra sanguinante.
Ed era normale il tuo dolore.
Era normale
Che tu fossi morto
Almeno dentro,
se non fuori.
***
Forse, se ti fossi accorto prima di quella strana, gialla, malvagia luce in quei due occhi assatanati, l’avresti scagliata via, magari ridata al capellone, e saresti scappato lontano, lontano,
lontano.
Ma purtroppo sei stato troppo lento.
Perché…
Si erano spostati forse?
Non ricordavi quegli inquietanti venamenti rossi all’interno delle iridi.
Perciò avvicini piano, al volto, la cosa, per guardarla meglio.
E lei
Ti afferra.
***
Senti un tonfo a terra, forse quello del tuo stremato corpo che cade, forse quello della tua casa che va a pezzi, bruciata.
Muovi gli occhi per capire cosa sta succedendo, ma non vedi niente.
Ed è strano.
È giorno.
Beh… tu non vedevi niente per via delle lacrime che ti annegavano gli occhi confusi.
E
Te lo meritavi
Perché non eri abbastanza forte.
***
Ed è inutile divincolarsi.
È inutilmente inutile cercare di scappare da lei, dal tuo destino, dal destino di tutte quelle persone che hai appena condannato a morte, senza nemmeno accorgertene.
***
Finalmente avevi degli amici, e che amici!
Dei grossi giganti che ti facevano correre e giocare volentieri sulle loro enormi mani, senza lamentarsi.
Loro sì che erano diversi, simpatici!
E quelle due fatine… sì, stavi davvero bene con loro, non te ne saresti mai più separato.
Ridevi sempre, ormai.
Ogni giorno era diverso, divertente, arrivasti perfino ad incidere tutte le loro figure su un bellissimo ceppo in mezzo alla foresta, mentre ridevano contenti con una creatura che aveva finalmente raggiunto la pace.
Nessuno, da quando li avevi conosciuti, si era permesso di toccarti minimamente, ferirti, ed eri…
Mmhn… qual è la parola esatta?
Felice?
Felice.
E poi
Trak
Il filo si ruppe.
Ridevi ancora forse?
Io non credo
‘Hey Tael… dove sono finiti tutti?’
‘Non lo so! Proviamo a cercarli dai!’
‘Ahaha si saranno nascosti per farmi uno scherzo!’
Eh sì
Tu li cercasti
Per giorni
E giorni
Solo al dodicesimo, quando ti specchiasti in una pozzanghera quasi del tutto prosciugata, come te, realizzasti che anche loro
I tuoi unici amici
Ti avevano
Lasciato
Solo
Qualcosa quel giorno si ruppe, dentro di te.
Qualcosa che è impossibile riparare una seconda volta.
Gli amici non esistono, concludesti.
Esistevano i più forti
E i più deboli, destinati ad essere sottomessi.
Perciò anche le due fatine (che erano rimaste con te), non potevano esserti amiche.
Quindi dovevano essere…
Tue schiave?
Da quel momento nessuno ti avrebbe mai più fatto del male.
***
Probabilmente è anche per questo che hai raccolto quella maschera: così simile a te, stesa inerme e impotente nel terreno, abbandonata dal proprietario per chissà quale motivo, senza nessuno che la sollevasse da lì e, perché no, la mettesse (è una maschera in fondo).
Tu l’hai raccolta perché per te era come una liberazione, una voce che nell’animo ti sussurrava ‘C’è ancora speranza’.
C’è ancora speranza per quel suonatore di flauto che ha perso la vita.
Senza morire.
Sei inutile.
Nessuno ti hai mai voluto no?
Quei bambini ti hanno sempre evitato
Quegli adulti ti hanno sempre indicato
Nessuno ti ha mai amato.
Quindi te lo chiedo: sei inutile no?
Gli unici amici che avevi ti hanno abbandonato perchè sei piccolo, debole.
Ma…
Ho un affare da proporti.
Sei curioso eh?
Beh
Con me tu puoi diventare forte. Il più forte.
Davvero?
Che c’è, non mi credi?
Lasciami fare.
No, non danneggerai nessuno.
Ma ancora ti interessa non fare male alla gente?
È proprio da qui che devi partire.
Loro ti hanno ferito.
Non meritano la tua
Preoccupazione
La tua compassione
La tua pietà
O
Il tuo perdono.
Bravissimo.
Sei mio
Adesso.
Ora le tue mani hanno un aspetto molto diverso; ed è strano, perché dall’esterno sono completamente uguali a prima.
Solo più decise, più forti, pronte a far fuori chiunque si intrometta sulla tua strada.
Pronte ad ammazzare tutti gli adulti che ti odiano, che ti insultano, che ti picchiano.
Ed anche i tuoi occhi, sebbene con quella maschera a coprirli non possano essere visibili, sono cambiati.
Adesso sono più simili a quelli della cosa che tieni sul volto.
Più rossi
Più profondi
Più
Malvagi.
Perché tu non hai ancora capito
Che quello che hai fatto
Non ha fatto altro
Che
Darti il colpo di grazia
Che nessuno ancora
Ti aveva mai dato.
Alla fine qualcuno che ti amava c’era.
Ma tu eri troppo cieco dalla rabbia per notarlo.
Sul far della sera
Il sole è il solvente
E, tutt’intorno,
Macerie.
“You’ve met with a terrible fate,
haven’t you?”