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Autore: apeirmon    13/06/2017    3 recensioni
Neutor è un allenatore da anni, ormai. Sin da prima di ricevere il suo Chimchar, ha studiato le strategie delle lotte Pokémon in ogni variante. No, non per vincerle: è molto più ambizioso. Per questo sfida un allenatore che sa essere disgustato dalla sua filosofia.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Paul
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Nickname: apeirmon
Titolo: Ma chi ha voglia di confrontarsi!
Fandom: Pokémon
Personaggi: Neutor, Paul e i loro Pokémon, Marzia, Infermiera Joy, Chansey
Introduzione: Neutor è un allenatore da anni, ormai. Sin da prima di ricevere il suo Chimchar, ha studiato le strategie delle lotte Pokémon in ogni variante. No, non per vincerle: è molto più ambizioso. Per questo sfida un allenatore che sa essere disgustato dalla sua filosofia.
[Storia partecipante al contest “Pokémon: New Chronicles” indetto da Czerwony sul forum di EFP]
Note dell’autore: Ho scritto la storia di getto. Le idee mi sono arrivate spontaneamente, nonostante non mi interessi più ai Pokémon da tempo, salvo qualche lotta online.
Mi è piaciuta l’originalità del giudice, per quanto il concorso non sia molto complicato.
 
La città di pietra grigia apparve non appena avemmo raggiunto il limite del sentiero che sovrasta il Tunnel Rovine. Il suo Centro Commerciale, la sede di ricerca Galassia e il casinò mi hanno sempre mandato in estasi per la regolarità con cui distano dagli altri edifici, la geometria delle basi su cui poggiano e la neutralità di colori da cui sono circondati. “Guarda, Infernape: siamo di nuovo a Rupepoli!”
Per chi non mi conoscesse, mi chiamo Neutor, ho quindici anni e sono appena tornato dalla Lega di Kanto.
Come mi sono posizionato? Non ho vinto neanche una lotta. Intendo mai.
Dovete sapere che l’unico scopo della mia carriera è pareggiare qualsiasi incontro a cui partecipi: le medaglie le ho sempre vinte per l’esasperazione dei capipalestra dopo varie sfide, o a volte una sola. Alle Leghe c’è la regola che i Pokémon causanti un pareggio vengono considerati sconfitti, ma non mi importa: la maestria con cui raggiungo l’Equilibrio Mistico Ostentato, in breve EMO, non verrà intaccata dalla vile sete di vittoria. Gli incontri di Pokémon devono essere un divertimento, non un prevalere sull’altro allenatore per abilità. Inoltre, niente è più appagante che riuscire a eseguire la difficile arte del pareggio. Non parlo della faccia schifata dell’avversario quando esulti per l’assenza di Pokémon capaci di continuare.
Ero a Rupepoli per affrontare un allenatore che aveva appena perso ai quarti di finale della Lega di Sinnoh. Avevo sentito parlare di lui due anni prima, ma ero piuttosto impegnato e ho dovuto aspettare. Sembra che sia ossessionato dalla vittoria come pochi. Persone così folli mi hanno sempre divertito. Il suo nome è Paul.
Sapevo che a quell’ora si recava al Centro Pokémon  per la conclusione degli allenamenti, specialmente avendo ricevuto una sconfitta così di recente, per cui ci dirigemmo là, curandoci di osservare lo splendore delle strade e i meteoriti tipici del luogo.
 
Entrato nel Centro Pokémon, vidi Chansey posare un vassoio con cinque Pokéball sul bancone: “Ecco i tuoi Pokémon, Paul. Ah, dì a Reggie che un’allenatrice ha lasciato qui un Piloswine da allevare, per favore.”
“Glielo riferirò, grazie.” rispose all’infermiera Joy prima di andare all’uscita senza degnarmi d’uno sguardo.
Internamente stavo ridendo, ma mi trattenni e parlai con voce austera: “Allora sei tu Paul di Rupepoli, quello che ha appena perso ai quarti di finale.” Lui si voltò, lasciando richiudere le porte automatiche.
“E tu chi sei, che hai bisogno di rassicurarti evidenziandolo?” Stavolta mi sfuggì un sorriso.
“Mi chiamo Neutor e la sconfitta degli altri non mi è mai piaciuta. È un po’ di tempo che cerco l’occasione di sfidarti, ma a causa di vari impegni ho dovuto rimandare.”
“Come mai non hai preferito seccare qualcun altro?”
Scostai la frangia grigia per rendere simmetria alla mia capigliatura: “Mi interessano tutti gli allenatori che puntano alla vittoria con determinazione. Vedi, ho una piccola mania: non sopporto che in una lotta ci siano un vincitore e uno sconfitto. Ho viaggiato in cinque regioni, senza mai creare questa situazione.”
Gli occhi freddi e neri si spalancarono per un attimo dallo stupore, prima di tornare alla loro abitudine.
“Che assurdità! Non vale la pena di combattere con un avversario che non cerca neanche di vincere. Non mi piace perdere tempo.” Paul fece due passi, ma non mi diedi per vinto.
“Ti garantisco che per pareggiare è necessaria una conoscenza e capacità strategiche molto più avanzate che per vincere. A me interessa vedere se riuscirai a interrompere la mia serie di pareggi. A te non interessa confrontarti con un avversario che ha ambizioni pressoché uniche?” Si voltò di nuovo con un sogghigno.
“D’accordo. I miei Pokémon hanno proprio bisogno di nuovi bersagli su cui impiegare le nuove strategie.” Era stato un gioco da aspiranti Maestri di Pokémon. “Marzia mi deve un favore: ci vediamo alla Palestra di Rupepoli tra mezz’ora. Farà lei da arbitro. Sceglierò una squadra adatta. Che vinca… o pareggi, il migliore!”
Lo guardai soddisfatto uscire dall’edificio. “Sembra che potrò mostrare tutto il mio talento.”
 
“Sono senza parole!” gridò la Capopalestra alle mie spiegazioni. “E io sarò l’arbitro! Oggi sì che mi diverto! Quest’anno mi sono preoccupata per le mie capacità di vittoria quando Paul ha sconfitto Lucario, ma sentendo il tuo punto di vista, il problema che avevo sembra banale!”
“Vedo che hai una mente aperta. Mi dispiace che non fossi in città la prima volta che sono capitato qui.”
“Sembra che stiamo per iniziare!” Seguì lo sguardo di Marzia fino a notare che Paul risaliva il sentiero.
“Vedo che sai già tutto. Allora: ci presti il campo di battaglia per l’incontro?”
“Certamente! Lo considero un privilegio! Che tipo di lotta avete in mente?”
“Lascio scegliere sempre l’avversario, ma sarebbe uno spreco lottare con meno di tre Pokémon.” sostenni.
“Anche con un solo Pokémon potrei sbilanciare facilmente le tue tattiche di pareggio, ma vada per tre.”
“Perfetto, allora. Iniziate pure ad entrare!”
 
Ogni volta che visito una palestra, rimango incantato dalla simmetria del campo, delle tribune e dei riflettori che disegnano nell’aria un preciso schema geometrico. Furono le parole di Marzia a rendermi l’attenzione.
“L’incontro tra Paul di Rupepoli e Neutor di Giardinfiorito sta per cominciare. Entrambi gli allenatori potranno mandare in campo tre Pokémon e sostituirli finché non saranno esausti.” Strinse gli occhi e portò i pugni davanti alla bocca per l’eccitazione: “Nel caso in cui l’ultimo Pokémon di entrambi perdesse la capacità di combattere contemporaneamente all’altro, verrà dichiarato pareggio. Potete cominciare!”
“Torterra, comincia tu.” La Pokéball lanciata da Paul rilasciò il Pokémon Continente, che rimase in silenzio.
“Se non sbaglio, quello è stato il tuo primo Pokémon. Viste le sue difese… Vai, Gengar!” Lanciai la sfera verticalmente con entrambe le mani, secondo il mio stile, per mandare in campo il mio tipo Spettro/Veleno, con tanto di Gengarite fissata al centro della fronte.
Paul scattò leggermente in avanti: “Una Megapietra! Reggie me ne ha parlato, ma è la prima volta che ne vedo una con i miei occhi.”
“Sì, a Hoenn ne stanno trovando qualcuna, e sono riuscito a impossessarmene con una scommessa. Ma non mi tirerò indietro perché non conosci la Megaevoluzione!” Toccai il Megabottone bianco al centro della mia camicia nera e il mio Pokémon viola cominciò a brillare, scendendo di quota. Quando tornò opaco, il corpo principale, la coda e le mani, tutti sconnessi tra loro, emergevano dal terreno, mentre la Gengarite era stata sostituita da un anello giallo.
“Non chiedo favoritismi. Inoltre avevo immaginato un Pokémon con Pedinombra come abilità.”
“Molto bene, allora. Sostituto!” Un alone nero lasciò il corpo di MegaGengar per svanire nel terreno.
“Disponi il Levitoroccia.” Varie pietre appuntite scaturirono dalle zampe di Torterra, librandosi sul campo.
“Mi piace quando una mossa si distribuisce sul campo, ma ancora di più se lo occupa tutto: Ultimocanto!”
La melodia regolare e acuta si sprigionò dal terreno, obbligando Torterra a inclinare il capo.
“Allora eccotene un’altra sonora: leviamolo di mezzo con Boato.” Rimasi compiaciuto, ma non sorpreso.
Un rombo partì dalla bocca di Torterra, tramutando in nebbia il Sostituto di MegaGengar e spedendo un raggio rosso nella sua Pokéball dal terreno. Un altro, invece, prese la forma di Electrode che, nonappena toccato il pavimento, venne prontamente lapidato dal Levitoroccia per un istante.
“Una strategia comune per salvarsi dall’Ultimocanto: ora che Pedinombra non è più attiva, potrai sostituire subito Torterra. Ma l’Antisuono di Electrode impedirà altre sostituzioni forzate.”
“Non ne ho alcun bisogno. Torterra, ritorna. Occupatene tu, Gliscor.” Al rientro del Pokémon Erba/Terra seguì l’apparizione di quello Scorpidente, che cominciò a volare in cerchio per la Palestra.
“Un altro tipo Terra difensivo, eh? Electrode, Introforza!” Piccole sfere celesti cominciarono a roteare attorno al confine tra i colori del Pokémon Ball, per poi colpire, come una scarica di mitraglia, Gliscor.
Paul contrasse le labbra, vedendo il proprio Pokémon precipitare. “Un’Introforza Ghiaccio, suppongo. Vedo che contrasti bene il vantaggio di tipo, ma un Pokémon accettabile dev’essere versatile in ogni situazione. Terremoto.” Le chele e la coda forcuta di Gliscor percossero contemporaneamente il pavimento.
“Magnetascesa!” Prima che l’onda sismica raggiungesse il mio Electrode, con uno sprizzare di scintille si librò in aria, risultando un centro immobile e preciso attorniato da un’enorme stanza vibrante. “E ora, rimuovi il Levitoroccia con Sprizzalampo.” Attorniato da scariche che mutavano continuamente, il Pokémon sferico rimbalzò da una pietra all’altra sgretolandole, come in una partita di ping-pong in equilibrio.
“Strabiliante!” sentì esclamare Marzia mentre si rialzava.
“Gliscor, riprenditi con Trespolo.” Il Pokémon ripiegò le ali e brillò fiocamente di viola, mentre Electrode terminava il lavoro. “E ora, impediscigli di riattivare la Magnetascesa con Provocazione.”
“Gli! Gliscor!” si rivolse quello ad Electrode sogghignando prima ancora d’aver recuperato del tutto le forze.
“Rode?!” Il mio Pokémon socchiuse gli occhi guardando l’avversario con astio.
“Dagli una lezione per la sua impudenza con un altro Introforza!” Le sfere di energia colpirono di nuovo il Pokémon di Paul ripetutamente, mentre mi accorgevo che l’elettromagnetismo diminuiva.
“Leviamocelo di torno con Ghigliottina!” Al grido del suo allenatore, Gliscor si scagliò con una tenaglia tesa verso il punto in cui si trovava Electrode. Ma non lo toccò mai.
“Esplosione!” In meno di un secondo, una nube infuocata occupò buona parte della Palestra, inglobando entrambi i Pokémon in campo. Una volta dissoltasi, tutti e tre potemmo smettere di ripararci gli occhi, ma io li tenni chiusi per inebriarmi del risultato, che non necessitavo di vedere.
“Gliscor ed Electrode non sono più in grado di combattere.”
Io e Paul ritirammo simultaneamente i nostri compagni immobili. “Allora: cosa ne pensi dei miei pareggi?”
“Ti ho permesso io di riuscirci, non sostituendo Gliscor. Sapendo della tua ossessione, Esplosione era una mossa scontata. Ma ti ricordo che questa è una lotta tre contro tre. Vieni fuori, Gastrodon.”
Osservai con interesse la Forma Ovest del Pokémon Lumacomare: “Una squadra completamente di tipi Terra. Non ti sembra troppo monotono e disomogeneo? Così non copri le loro debolezze.”
“Ci sono i secondi tipi, per questo. Il tipo Terra si adatta bene alla piattezza delle tue ambizioni. Inoltre, se si vuole avere controllo della lotta, si ricorre alla paralisi, e il tipo Terra è immune a quella elettrica.”
“Come vedi non mi è servita. MegaGengar, torna in campo.” Rilanciai la sua Pokéball con lo stesso metodo.
“Potete proseguire con il secondo incontro!” annunciò Marzia.
“Pantanobomba!” gridò immediatamente Paul, e Gastrodon sputò palle di fango dalla bocca. Ma ero pronto.
“Sostituto.” La mossa colpì in continuazione il corpo visibile di MegaGengar, disintegrandolo in pochi secondi, ma il mio vero Pokémon riemerse dal terreno riprendendo il suo aspetto. “Adesso Inibitore.”
Un raggio giallo emerse dalla fronte del Pokémon Ombra e penetrò in quella del Gastrodon rosa e marrone.
“Mi aspettavo anche questo. Idropulsar.” La sfera idrica colpì MegaGengar in pieno, ma il mio Pokémon ha ottime difese. Si scrollò l’acqua di dosso rimanendo perfettamente lucido.
“Di nuovo Sostituto.” Per la terza volta, l’anima abbandonò la manifestazione dello Spettro, svanendo nel terreno. A quel punto Paul mostrò un’espressione compiaciuta che mi fece venire dei dubbi, similmente all’inizio della mia carriera.
“Geloraggio su tutto il campo!” Quella scelta mi confuse parecchio. Gastrodon ricoprì ogni parte del pavimento con uno spesso strato di ghiaccio, tant’è che dovetti fare un balzo per non restare bloccato come il sostituto del mio Pokémon, e scivolai. Anche Paul saltò, riuscendo però a mantenere l’equilibrio, mentre Marzia si era rifugiata sulle tribune.
“Cosa credi di ottenere? MegaGengar può attraversare qualsiasi materiale. È il momento di Ultimocanto!”
Ma il suono che udimmo non era la melodia stridente e precisa che adoravo, bensì un insieme di rumori irregolari, sovrapposti e con volumi scostanti. “Cos’è questo obbrobrio?!”
“La differenza di superfici non sarà un problema per un Pokémon Spettro, ma distorce il suono che lo attraversa, così che Gastrodon non ha subito gli effetti di una frequenza precisa. Invece, il tuo Pokémon ha sentito proprio quella sotto terra e, a meno che tu non lo sostituisca, finirà al tappeto prima di Gastrodon, così che potrò utilizzarlo di nuovo dopo Torterra. In ogni caso, la tua strategia è fallita.”
I miei pantaloni bianchi erano ancora a contatto con il ghiaccio, ma non era per quello che mi sentivo raggelato: quella era una strategia che non avevo mai affrontato.
“Strabiliante…” commentò Marzia senza fiato.
“Ho fatto bene a venire a Rupepoli, ne è valsa la pena.” dissi rialzandomi. “Essere al livello di strategie fuori dagli schemi è un rischio, ma c’è tutto il gusto delle lotte Pokémon. Per fortuna ho sempre un’alternativa.”
La mia ultima frase preoccupò Paul: “Rimuovi il Sostituto con un altro Idropulsar!”
Il Pokémon d’Acqua eseguì, costringendo il vero MegaGengar a riemergere. Per l’ultima volta.
“E ora, Fanghiglia!” Il corpo di Gastrodon rilasciò un’enorme quantità di melma, che si innalzò fino a formare un’onda dirigentesi sul Pokémon ormai indebolito dai tre Sostituti usati.
“Destinobbligato.” Non appena il fango si fu abbattuto sul mio Pokémon Veleno, due spirali eteree si alzarono dal punto dell’impatto, raggiungendo gli occhi del Pokémon di Paul, che si afflosciò sul ghiaccio.
Ci fu una pausa, prima che Marzia parlasse. “En…Entrambi i Pokémon non sono in grado di continuare.”
Mentre ritiravo Gengar, ormai tornato alla forma base, tirai un sospiro di sollievo. Per un periodo avevo temuto che tutti gli sforzi di MegaGengar fossero stati inutili. Meno male che so da quando ho iniziato quanto gli assi nella manica facciano la differenza.
Al contrario, gli occhi chiusi di Paul presentavano un tic nervoso, mentre faceva rientrare Gastrodon.
“Ora finiamola con i giochetti.” Paul scagliò la prima e ultima sua Pokéball. “Torterra, distruggi il suo prossimo Pokémon!” Il primo compagno del mio avversario spaccò una zona di lastra con il suo peso.
“Allora concludiamo.” Utilizzai il solito metodo per mandare in campo Infernape. Paul spalancò la bocca.
“Sì: è la stessa specie di Pokémon che ti ha fermato alla Lega di Sinnoh. Nonché il mio primo compagno.”
Il mio avversario si riprese dallo stupore: “Ti dirò di più: l’Infernape che ha sconfitto Electivire alla Lega era un mio Pokémon all’inizio. Vorrà dire che mi prenderò una mezza rivincita, adesso. Rallentalo con Rocciotomba.” Diversi massi vennero sputati in aria dal muso sollevato di Torterra.
“Usa Sostituto e fagli deviare le pietre sul ghiaccio per spaccarlo!” Un doppione di Infernape balzò fuori dall’originale e colpì con pugni concatenati la pioggia di rocce, che frantumarono in più punti il campo ghiacciato, incrementando la sua capacità di attrito. Una colpì il Sostituto di Infernape, che non smise comunque di dare pugni. “Ora interrompi il Rocciotomba colpendo Torterra con Zuffa.”
Il mio Pokémon Fiamma scivolò da una crepa all’altra finché un suo calcio non fece slittare il tipo Erba contro le tribune. Dopodiché, si portò dietro di lui nello stesso modo e lo spedì contro il muro dell’entrata. Ma, prima che potesse riavvicinarsi, Paul intervenne: “Aggrappati a lui con Gigassorbimento!”
Una liana si protrasse dall’albero che spuntava dal dorso di Torterra e si diresse sul mio Pokémon, impossibilitato a deviare per la scorrevolezza del punto su cui si muoveva. Ma il Sostituto si frappose tra i due combattenti, venendo stritolato fino a svanire. “Ancora Rocciotomba.”
Torterra sollevò di nuovo la testa, ma non potevo permettergli di prendere un vantaggio in velocità.
“Fermalo con Ripeti.” Infernape batté due volte le mani e la bocca del Pokémon di Paul si richiuse, mentre un’altra liana si avvolse attorno al corpo di Infernape, sottraendogli energie. Era toppo debole per formare un altro Sostituto: dovevo concludere. “Usa Fuococarica!”
Il Pokémon dello stesso tipo della Palestra venne avvolto da un turbine di fiamme che incenerirono la liana. Il ghiaccio attorno alle due forme finali dei Pokémon iniziali della nostra regione si liquefece. Poi, Infernape si avventò su Torterra: l’impatto generò una colonna di vampe che celava il risultato di quella mossa.
Quando il fuoco si spense, sia io che Paul gridammo la stessa parola: “No!!!”
Marzia ci mise del tempo prima di dare il responso con voce strozzata: “Torterra non…non è più in grado di combattere. La vittoria va a Neutor e al suo Infernape.”
La toppa nera sotto il mio ginocchio cozzò di nuovo contro il ghiaccio. Era la mia prima vittoria! Una disgrazia indelebile nella mia carriera! Cos’avrei potuto fare? Ritirarmi e vendere Pokémelle?
Paul ritirò il proprio Pokémon nella Sfera Poké, mentre Marzia si avvicinava. Guardai Infernape, ancora in piedi, che rivolgeva colpevole gli occhi al pavimento carbonizzato.
“Sembra che nessuno di noi abbia raggiunto il risultato sperato.”
Le parole di Paul mi diedero la forza di rialzarmi. “Sembra di no. Complimenti: sei il primo allenatore che non mi permette di pareggiare. Quel Gigassorbimento era davvero potente.”
“Abbiamo pareggiato nei primi due turni. Questo dovrebbe compensare.” Ma non era lo stesso.
“È stata…è stata la lotta più incredibile che abbia mai visto!” proruppe la Capopalestra con gli occhi fissi nel vuoto. “Devo installare una telecamera per i video lotta al più presto. Sì.”
Mi avvicinai al mio compagno e gli posi una mano sulla spalla: “Hai fatto del tuo meglio. Ho sbagliato io a ordinarti Ripeti anziché rinnovare il Sostituto. Ora riposati.” Lui si trasformò in energia e rientrò nella Pokéball tra le mie mani.
Paul controllò il Pokétch: “Se devi pernottare qui ti consiglio di sbrigarti: l’infermiera Joy sta per andare a letto a quest’ora. Ad ogni modo, la lotta mi è piaciuta. Quando sarò pronto ti chiederò la rivincita.”
“E io il pareggio!” Tutti e due scoppiammo a ridere. L’espressione dell’abitante di quella città era diventata amichevole e spensierata improvvisamente, come se fosse diventato un’altra persona.
Marzia distolse lo sguardo dal muro e batté le palpebre due volte, fissandolo. “Non t’avevo mai visto ridere.”
Lui tornò in silenzio: “Solo mio fratello ha questo privilegio di solito. Non c’è molto per cui divertirsi.”
 
Andammo insieme a curare i Pokémon da un’assonnata infermiera Joy, poi ci salutammo e Paul rincasò, mentre io rimasi al Centro Pokémon fino al mattino dopo. In seguito decisi di dover riequilibrare il punteggio con una sconfitta non cercata apposta, per cui mi diressi a Evopoli, in cui si soffermava la Campionessa Camilla. Quel giorno avevo imparato qualcosa, ma sono sicuro di aver trasmesso anche degli insegnamenti.
Insomma: si poteva dire che io e Paul, in qualche modo, fossimo pari.
   
 
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