Addio
“Come
sta?” Kara atterrò al DEO e guardò Winn.
Le
squadre del DEO erano arrivate mentre lei e gli alieni superstiti legavano gli
agenti Cadmus che erano sopravvissuti, assieme a Lillian Luthor. Il cyborg era fuggito,
malgrado fosse solo in mezzo ai ghiacci Kara non dubitava che sarebbe riuscito
a tornare a National City od ovunque avesse desiderato. La prima cosa che Alex
le aveva detto era che Lena era stabile, il suo cuore si era fermato, ma i
medici erano riusciti a salvarla.
“Stabile,
ma non cosciente.” Le comunicò Winn, come le aveva
detto cinque minuti prima mentre lei tornava a casa a tutta velocità.
Kara
entrò nell’infermeria e osservò la donna stesa sul lettino. Era pallida,
estremamente pallida anche per i suoi standard, le era stata praticata una
tracheotomia e una macchina respirava al suo posto.
Vederla
le fece uno strano effetto e rimase immobile sulla porta. Si era convinta di
non poterla più avvicinare, ora poteva? Era sicura di quello che era successo?
E se fosse stato…
“Non
essere ridicola.” La voce di Winn era seria, secca. “È
quasi morta per salvarti: ti ama.” Kara arrossì e al contempo si vergognò per
aver esitato.
Pochi
passi e fu accanto a lei, le prese la mano e la strinse.
“Perché
non si sveglia?” Chiese, accarezzando la fronte della donna.
“Aspettiamo
J’onn per dirlo, ma…” Kara lo guardò interrogativa e
lui sospirò. “J’onn l’aveva avvista che avrebbe
potuto perdersi se esagerava. La sua mente non era ancora guarita dalla
prolungata esposizione alla tua e alla connessione psichica, farlo di nuovo e
con una simile intensità, avrebbe potuto…”
“Ucciderla.”
Mormorò lei, accarezzando il viso della ragazza, la mano stretta tra le dita.
“Mi hai promesso che tutto sarebbe andato bene se fossi tornata a casa.” Le
disse. “Hai promesso.” Ripeté piegandosi su di lei e lasciandole un piccolo
bacio sulla fronte.
Winn osservò la scena, poi si voltò e
chiuse la porta lasciando le due donne sole.
Il
cuore di Lena batteva, ma la donna era intrappolata da qualche parte e non era
sicuro che la sua mente avrebbe mai potuto svegliarsi da un trauma simile.
***
Kara
entrò nella stanza e si sedette al suo posto.
“Non
credi che stia diventando imbarazzante? Insomma, va bene un sonno di bellezza,
ma ora diventa un pochino troppo lungo.” Si obbligò a sorridere. “Oh, guarda
cos’ho qui per te!” Agitò il giornale economico davanti alla ragazza. “Jess ne
manda un plico ogni giorno.” Si sistemò meglio sullo sgabello e si preparò a
leggere, ma fu interrotta dall’arrivo di J’onn.
“Stai
lontano da lei.” Intimò subito mettendosi davanti al corpo della donna con aria
protettiva.
“Kara…
non le farei mai del male, ma devi capire che non c’è più. Devi lasciarla
andare.” Il marziano aveva il volto sconfitto, ma questo non impedì a Kara di
arrabbiarsi ancora di più.
“Ne
ho a sufficienza dei tuoi discorsi! Me l’hai portata via una volta, non ti
permetterò di farlo ancora!” Alex arrivò di corsa nella stanza, attirata dal
tono di Kara che di certo non era basso.
“Smettetela.”
Intimò, decisa.
“Alex,
non t’immischiare. Tu faresti di tutto per Maggie, io farò di tutto per Lena, troverò
un modo di riportarla indietro, così come lei ha trovato il modo di salvare
me.”
“Ho
fatto tutto quello che ho potuto per lei, lo sai che ci ho provato.” Kara sentì
la rabbia scemare davanti all’arrendevolezza del marziano. Era vero, aveva
passato giorni a tentare di risvegliarla, frugando nella sua mente, ma aveva
trovato solo il vuoto.
“Lo
so…” Ammise. “Scusami.” J’onn annuì piano.
“Rimarrà
qui tutto il tempo che vuoi.” Disse allora l’uomo e poi uscì, tornando ai suoi
doveri.
Alex
guardò Kara che si sedeva accanto al lettino in cui era stesa Lena e sospirò.
“Kara…”
“Non
lo dire, ti prego, non tu.” La supplicò lei.
“Conosceva
i rischi, sapeva a cosa andava incontro, ma ha deciso che voleva rischiare, per
te o forse, solo per l’amore che vedeva in te.”
“Se
l’avessi uccisa?” Domandò piano e Alex le posò una mano sulla spalla scuotendo
la testa.
“No,
se c’è qualcuno da incolpare quella è Lillian Luthor, passerà la vita in carcere per quello che ha fatto,
puoi starne certa.”
“Non
mi basta.” Ringhiò lei, con rabbia. “Avrei dovuto ucciderla subito, ma sono
stata stupida, ho voluto darle la possibilità di arrendersi e così lei…”
“No,
uccidere non sarebbe stata comunque la scelta giusta. Lo sai.” Kara abbassò il
capo, ma non discusse quella verità, uccidere era inaccettabile e lo sarebbe
sempre stato, ma…
“Come
posso svegliarla?” Domandò alzando lo sguardo verso la sorella, implorante,
alla ricerca di una soluzione che da sola non riusciva a trovare.
“Abbiamo
iniettato altro XV-439 nel suo corpo affinché tu provassi a raggiungerla quando
J’onn non riusciva, abbiamo provato ogni stimolante
che conosciamo, chiesto alla scienza di Krypton, credo a ogni alieno sulla
Terra con potenziale psichico… sei persino andata da Barry per chiedere aiuto e
non siamo riusciti a risvegliarla. Sono due mesi che è in coma, il suo
encefalogramma è piatto, presto i suoi muscoli si atrofizzeranno e un giorno il
suo cuore smetterà di battere.”
“Non
voglio arrendermi.” Affermò, però lei, rifiutando la logica a cui portava quel
discorso. “Non voglio vivere in un mondo in cui lei non esiste più.”
“Mi
dispiace, ma non ho soluzioni per te.” Kara abbassò lo sguardo fissandolo sul
volto pallido di Lena, era bella, anche così era la creatura più bella che
avesse mai visto.
Alex
si allontanò lasciandola sola, ma lei aveva dimenticato il giornale, invece
rimase a guardarla per lunghe ore, mentre il sole si spostava nel cielo lei
rimase immobile a vegliare, pronta a cogliere un segno, uno qualsiasi che la
donna si sarebbe presto svegliata.
Entrarono
nella stanza James, Mon-El, Winn,
Maggie e J’onn, rimasero con lei per un po’ poi
andarono via.
Sapevano,
lo sapevano anche se lei non lo aveva ancora ammesso neppure con se stessa.
Alex
fu l’ultima, arrivò e si sedette accanto a lei.
“Devo
dirle addio, non è vero?” Chiese piano, quando ormai era notte fonda.
“Quando
sarai pronta.” Mormorò con lo stesso tono, come a non voler disturbare quella
veglia anticipata.
“Sembra
così calma, così serena.” Argomentò Kara. “Ho l’impressione che potrebbe
svegliarsi da un momento all’altro.”
“È
venuta qui con un obiettivo e l’ha portato a termine.” Rimarcò Alex e Kara
sorrise appena, annuendo, gli occhi sempre fissi sul volto della donna.
“Lei
è così: testarda, determinata, non sa cosa significa arrendersi. Si arrabbiava
e a volte si disperava quando non riusciva a venire a capo di un progetto, ma
poi, qualche ora dopo, o il giorno dopo, era di nuovo lì, pronta ad affrontare
il problema con rinnovato vigore.”
“Ti
assomiglia.” Le fece notare Alex. Rimasero in silenzio per un poco poi Kara la
guardò.
“È
venuta a salvarmi.”
“Sì.”
“Sapeva
che avrebbe potuto morire e lo ha fatto lo stesso.”
“Ti
amava.” Parole che aveva già detto, parole che aveva già sentito.
“Mi
amava…” Mormorò, quel passato bruciava nel suo petto, peggio della kryptonite, molto peggio. “Devo lasciarla andare, non è
vero?” Alex sospirò, non annuì, ma Kara sapeva che quella era l’ultimo gesto di
rispetto che poteva dare alla donna. Lasciarla andare. Il suo cuore si spezzò,
ma lei seppe che, ormai, aveva preso la sua decisione. “Domani, quando il sole
sorge e… vorrei che si sapesse che è morta per salvarmi. Vorrei che il mondo la
veda attraverso i miei occhi che la pianga come la piangerò io. Vorrei che…” La
sua voce si spezzò e Alex la prese tra le braccia cullandola mentre lei
piangeva, per la prima volta da quando era tornata.
“Come
sta?” Chiese, Winn, con aria afflitta.
Alex
scosse la testa, non c’era bisogno di dire nulla, tutti lì sapevano che Kara
era a pezzi.
“Dovremmo
pensare a qualche altra nuova idea.” Affermò decisa Maggie. “Siete voi i geni,
pensate fuori dagli schemi!” La detective si sentiva in colpa, era lei ad
essere andata a cercare Lena.
“Non
c’è nulla che non abbiamo tentato.” Disse sconsolato J’onn,
sembrava invecchiato, non era difficile immaginare quanto quella situazione
fosse pesante per lui, ancora una volta pensava di aver fallito nel proteggere
Kara e colei che la ragazza amava.
“Non
è possibile!” Mon-El sbatté frustrato il pugno sul
tavolo, come al solito la rabbia e la violenza erano il suo modo di comunicare,
ma anche lui, come tutti, era sconvolto da quella situazione, poteva non amare
Lena, ma provava comunque un forte affetto per Kara e lo distruggeva vederla
così sofferente.
“Ha
deciso e lo sappiamo tutti.” Affermò Alex, mettendo a tacere proteste vane e
discorsi che aveva sentito milioni di volte in quegli ultimi due mesi.
“Dobbiamo
starle vicina, dobbiamo farle sapere che siamo con lei e non mettere in dubbio
la sua decisione. L’ha presa con estrema difficoltà, ma è coraggiosa e sa che è
la cosa giusta da fare.”
“Quando?”
Chiese allora James.
“Domani
all’alba.” Rispose Alex poi guardò il direttore del DEO. “Kara vorrebbe che il
mondo sapesse cos’ha fatto.”
“Non
possiamo divulgare informazioni…” J’onn alzò la mano
interrompendo Winn.
“Il
mondo saprà che è morta facendo la cosa giusta. Una Luthor
ha donato la sua vita per un Super, i dettagli non sono necessari.” Alex fece
un sorriso tirato, ringraziando il marziano con uno sguardo.
Maggie
si voltò e se ne andò, arrabbiata. Alex la lasciò andare, sapeva che più tardi
avrebbero parlato.
Accettare
di lasciarla andare era la decisione più difficile che avesse mai dovuto
prendere in tutta la sua vita. Kara abbassò il capo appoggiando la fronte al
lettino e chiuse gli occhi.
“Sarebbe
stato bello, non è vero? Ti avrei fatta impazzire obbligandoti a tornare a casa
presto e facendoti mangiare la pizza con l’ananas che odi, ma ti avrei anche
fatta ridere, spesso. E tu saresti riuscita a farmi arrossire anche dopo
vent’anni di matrimonio soltanto alzando un sopracciglio. Lo sai che per
sposarmi avresti dovuto chiedere a Kal? Sì, la
tradizione kryptoniana è un po’ medievale ora che ci
penso.” Sorrise, gli occhi sempre chiusi. “Avrei fatto forgiare due bracciali
matrimoniali, ma tu avresti scelto la musica, promesso. Ti fa ridere che io
pensi al nostro matrimonio? O ti spaventa? Se fossi nella tua mente lo saprei…”
Si interruppe, rimanendo in silenzio per un po’, poi sospirò. “Chi lo avrebbe
mai detto che quella voce nella mia testa mi avrebbe rubato il cuore? È
successo così in fretta, credo che un solo sorriso sia bastato. O forse è stata
quella volta che hai riso perché mi sono quasi soffocata con quel bicchiere di
coca cola. Era divertente che la ragazza d’acciaio morisse per aver riso,
mentre beveva, non è vero?” Ridacchiò al ricordo, Lena aveva quasi pianto dal
ridere, si conoscevano da tre giorni… “E quella volta che ti sei addormentata
alla tua scrivania perché ti ho tenuta sveglia tutta la notte per fare un rewatch insieme della saga di Star Wars?
Sono sicura che Jess ti ha beccato, perché quando sei uscita, dopo il pisolino,
aveva una faccia strana.” Rise, questa volta con maggior divertimento. “Per non
pensare a quando mi hai svegliata in piena notte perché hai capito come bilanciare
non so che reazione ed eri così eccitata che è stato impossibile per me dormire
fino a quando non hai scritto tutto su di un foglio? Tre ore del mio sonno
rubato, mentre tu scrivevi come una forsennata su un foglio con una matita e mi
zittivi ogni volta che provavo a dire qualcosa!”
Alex
alzò la testa stupita, sorpresa di udire la risata di Kara. Per un istante
sperò che l’impossibile fosse successo, ma incrociò lo sguardo di J’onn e il marziano scosse la testa.
“Le
sta dicendo addio.” Spiegò l’uomo. “E lo sta facendo nel migliore dei modi.”
“Rao, quanto eri bella! Così bella da togliere il fiato! Non
pensavo, voglio dire, certo che mi ero immaginata il tuo aspetto, ma incrociare
i tuoi occhi, anche attraverso lo specchio mi ha tolto il respiro e lo sai che
posso trattenere il respiro per trenta minuti, hai voluto persino testarlo.”
Ricordò con un altro sorriso. Ora era in piedi e gesticolava. “Credevo, che il
tuo sguardo fosse bello, ma quando…” Arrossì, guardando Lena con imbarazzo, poi
si chinò e sussurrò soltanto. “Quando abbiamo fatto l’amore… oh i tuoi occhi
erano così intensi! Avrei potuto perdermici per sempre. Anzi, credo di averlo
fatto.” Accarezzò il viso della donna, ora così vicino a lei, poi sospirò.
“Vorrei essere stata più forte, vorrei non averti lasciata sola quando avevi
bisogno di me. Forse credevo troppo nel mio amore per te. Ironico, non credi?
Sapevo quanto ti amassi e così ho accettato che proprio il mio troppo amore
avesse avuto il potere di influenzarti. Che stupida. C’è una mente più forte e
determinata della tua? No. Lo hai dimostrato, sai? Oltre ogni dubbio, nella
Fortezza, opponendoti a tua madre, vincendo persino la kryptonite
con la sola forza della volontà.” Sorrise. “Neppure Kal
è mai riuscito a stringere tra le mani della kryptonite
e avere ancora la forza di lanciarla lontano.” Accarezzò il viso della donna e
poi si piegò su di lei, lasciò sulle sue pallide labbra un bacio e mormorò un
ultima frase. “Sei la donna più forte che io abbia mai conosciuto e il tuo
amore resterà nel mio cuore per sempre. Addio, amore mio.”
Note: Come ho appena scritto in una risposta di commento il lieto fine è un lusso e, questa volta, sembra sfuggirci tra le dita.
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo…
A voi la parola. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo addio.