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Autore: Najara    15/06/2017    9 recensioni
Un cappio si sta stringendo attorno al collo di Lena, il destino della Luthor Corporation, ora, è nelle sue mani, la sua libertà è finita, il suo destino tracciato. Kara sente quel cappio come se il collo fosse il suo, perché e com'è possibile?
Kara e Lena: due persone, due menti, due entità distinte, destinate, però, a vedere il loro destino intrecciarsi, così come a intrecciarsi sono le loro menti.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Addio

 

“Come sta?” Kara atterrò al DEO e guardò Winn.

Le squadre del DEO erano arrivate mentre lei e gli alieni superstiti legavano gli agenti Cadmus che erano sopravvissuti, assieme a Lillian Luthor. Il cyborg era fuggito, malgrado fosse solo in mezzo ai ghiacci Kara non dubitava che sarebbe riuscito a tornare a National City od ovunque avesse desiderato. La prima cosa che Alex le aveva detto era che Lena era stabile, il suo cuore si era fermato, ma i medici erano riusciti a salvarla.

“Stabile, ma non cosciente.” Le comunicò Winn, come le aveva detto cinque minuti prima mentre lei tornava a casa a tutta velocità.

Kara entrò nell’infermeria e osservò la donna stesa sul lettino. Era pallida, estremamente pallida anche per i suoi standard, le era stata praticata una tracheotomia e una macchina respirava al suo posto.

Vederla le fece uno strano effetto e rimase immobile sulla porta. Si era convinta di non poterla più avvicinare, ora poteva? Era sicura di quello che era successo? E se fosse stato…

“Non essere ridicola.” La voce di Winn era seria, secca. “È quasi morta per salvarti: ti ama.” Kara arrossì e al contempo si vergognò per aver esitato.

Pochi passi e fu accanto a lei, le prese la mano e la strinse.

“Perché non si sveglia?” Chiese, accarezzando la fronte della donna.

“Aspettiamo J’onn per dirlo, ma…” Kara lo guardò interrogativa e lui sospirò. “J’onn l’aveva avvista che avrebbe potuto perdersi se esagerava. La sua mente non era ancora guarita dalla prolungata esposizione alla tua e alla connessione psichica, farlo di nuovo e con una simile intensità, avrebbe potuto…”

“Ucciderla.” Mormorò lei, accarezzando il viso della ragazza, la mano stretta tra le dita. “Mi hai promesso che tutto sarebbe andato bene se fossi tornata a casa.” Le disse. “Hai promesso.” Ripeté piegandosi su di lei e lasciandole un piccolo bacio sulla fronte.

 

Winn osservò la scena, poi si voltò e chiuse la porta lasciando le due donne sole.

Il cuore di Lena batteva, ma la donna era intrappolata da qualche parte e non era sicuro che la sua mente avrebbe mai potuto svegliarsi da un trauma simile.

 

***

 

Kara entrò nella stanza e si sedette al suo posto.

“Non credi che stia diventando imbarazzante? Insomma, va bene un sonno di bellezza, ma ora diventa un pochino troppo lungo.” Si obbligò a sorridere. “Oh, guarda cos’ho qui per te!” Agitò il giornale economico davanti alla ragazza. “Jess ne manda un plico ogni giorno.” Si sistemò meglio sullo sgabello e si preparò a leggere, ma fu interrotta dall’arrivo di J’onn.

“Stai lontano da lei.” Intimò subito mettendosi davanti al corpo della donna con aria protettiva.

“Kara… non le farei mai del male, ma devi capire che non c’è più. Devi lasciarla andare.” Il marziano aveva il volto sconfitto, ma questo non impedì a Kara di arrabbiarsi ancora di più.

“Ne ho a sufficienza dei tuoi discorsi! Me l’hai portata via una volta, non ti permetterò di farlo ancora!” Alex arrivò di corsa nella stanza, attirata dal tono di Kara che di certo non era basso.

“Smettetela.” Intimò, decisa.

“Alex, non t’immischiare. Tu faresti di tutto per Maggie, io farò di tutto per Lena, troverò un modo di riportarla indietro, così come lei ha trovato il modo di salvare me.”

“Ho fatto tutto quello che ho potuto per lei, lo sai che ci ho provato.” Kara sentì la rabbia scemare davanti all’arrendevolezza del marziano. Era vero, aveva passato giorni a tentare di risvegliarla, frugando nella sua mente, ma aveva trovato solo il vuoto.

“Lo so…” Ammise. “Scusami.” J’onn annuì piano.

“Rimarrà qui tutto il tempo che vuoi.” Disse allora l’uomo e poi uscì, tornando ai suoi doveri.

Alex guardò Kara che si sedeva accanto al lettino in cui era stesa Lena e sospirò.

“Kara…”

“Non lo dire, ti prego, non tu.” La supplicò lei.

“Conosceva i rischi, sapeva a cosa andava incontro, ma ha deciso che voleva rischiare, per te o forse, solo per l’amore che vedeva in te.”

“Se l’avessi uccisa?” Domandò piano e Alex le posò una mano sulla spalla scuotendo la testa.

“No, se c’è qualcuno da incolpare quella è Lillian Luthor, passerà la vita in carcere per quello che ha fatto, puoi starne certa.”

“Non mi basta.” Ringhiò lei, con rabbia. “Avrei dovuto ucciderla subito, ma sono stata stupida, ho voluto darle la possibilità di arrendersi e così lei…”

“No, uccidere non sarebbe stata comunque la scelta giusta. Lo sai.” Kara abbassò il capo, ma non discusse quella verità, uccidere era inaccettabile e lo sarebbe sempre stato, ma…

“Come posso svegliarla?” Domandò alzando lo sguardo verso la sorella, implorante, alla ricerca di una soluzione che da sola non riusciva a trovare.

“Abbiamo iniettato altro XV-439 nel suo corpo affinché tu provassi a raggiungerla quando J’onn non riusciva, abbiamo provato ogni stimolante che conosciamo, chiesto alla scienza di Krypton, credo a ogni alieno sulla Terra con potenziale psichico… sei persino andata da Barry per chiedere aiuto e non siamo riusciti a risvegliarla. Sono due mesi che è in coma, il suo encefalogramma è piatto, presto i suoi muscoli si atrofizzeranno e un giorno il suo cuore smetterà di battere.”

“Non voglio arrendermi.” Affermò, però lei, rifiutando la logica a cui portava quel discorso. “Non voglio vivere in un mondo in cui lei non esiste più.”

“Mi dispiace, ma non ho soluzioni per te.” Kara abbassò lo sguardo fissandolo sul volto pallido di Lena, era bella, anche così era la creatura più bella che avesse mai visto.

Alex si allontanò lasciandola sola, ma lei aveva dimenticato il giornale, invece rimase a guardarla per lunghe ore, mentre il sole si spostava nel cielo lei rimase immobile a vegliare, pronta a cogliere un segno, uno qualsiasi che la donna si sarebbe presto svegliata.

Entrarono nella stanza James, Mon-El, Winn, Maggie e J’onn, rimasero con lei per un po’ poi andarono via.

Sapevano, lo sapevano anche se lei non lo aveva ancora ammesso neppure con se stessa.

Alex fu l’ultima, arrivò e si sedette accanto a lei.

“Devo dirle addio, non è vero?” Chiese piano, quando ormai era notte fonda.

“Quando sarai pronta.” Mormorò con lo stesso tono, come a non voler disturbare quella veglia anticipata.

“Sembra così calma, così serena.” Argomentò Kara. “Ho l’impressione che potrebbe svegliarsi da un momento all’altro.”

“È venuta qui con un obiettivo e l’ha portato a termine.” Rimarcò Alex e Kara sorrise appena, annuendo, gli occhi sempre fissi sul volto della donna.

“Lei è così: testarda, determinata, non sa cosa significa arrendersi. Si arrabbiava e a volte si disperava quando non riusciva a venire a capo di un progetto, ma poi, qualche ora dopo, o il giorno dopo, era di nuovo lì, pronta ad affrontare il problema con rinnovato vigore.”

“Ti assomiglia.” Le fece notare Alex. Rimasero in silenzio per un poco poi Kara la guardò.

“È venuta a salvarmi.”

“Sì.”

“Sapeva che avrebbe potuto morire e lo ha fatto lo stesso.”

“Ti amava.” Parole che aveva già detto, parole che aveva già sentito.

“Mi amava…” Mormorò, quel passato bruciava nel suo petto, peggio della kryptonite, molto peggio. “Devo lasciarla andare, non è vero?” Alex sospirò, non annuì, ma Kara sapeva che quella era l’ultimo gesto di rispetto che poteva dare alla donna. Lasciarla andare. Il suo cuore si spezzò, ma lei seppe che, ormai, aveva preso la sua decisione. “Domani, quando il sole sorge e… vorrei che si sapesse che è morta per salvarmi. Vorrei che il mondo la veda attraverso i miei occhi che la pianga come la piangerò io. Vorrei che…” La sua voce si spezzò e Alex la prese tra le braccia cullandola mentre lei piangeva, per la prima volta da quando era tornata.

 

“Come sta?” Chiese, Winn, con aria afflitta.

Alex scosse la testa, non c’era bisogno di dire nulla, tutti lì sapevano che Kara era a pezzi.

“Dovremmo pensare a qualche altra nuova idea.” Affermò decisa Maggie. “Siete voi i geni, pensate fuori dagli schemi!” La detective si sentiva in colpa, era lei ad essere andata a cercare Lena.

“Non c’è nulla che non abbiamo tentato.” Disse sconsolato J’onn, sembrava invecchiato, non era difficile immaginare quanto quella situazione fosse pesante per lui, ancora una volta pensava di aver fallito nel proteggere Kara e colei che la ragazza amava.

“Non è possibile!” Mon-El sbatté frustrato il pugno sul tavolo, come al solito la rabbia e la violenza erano il suo modo di comunicare, ma anche lui, come tutti, era sconvolto da quella situazione, poteva non amare Lena, ma provava comunque un forte affetto per Kara e lo distruggeva vederla così sofferente.

“Ha deciso e lo sappiamo tutti.” Affermò Alex, mettendo a tacere proteste vane e discorsi che aveva sentito milioni di volte in quegli ultimi due mesi.

“Dobbiamo starle vicina, dobbiamo farle sapere che siamo con lei e non mettere in dubbio la sua decisione. L’ha presa con estrema difficoltà, ma è coraggiosa e sa che è la cosa giusta da fare.”

“Quando?” Chiese allora James.

“Domani all’alba.” Rispose Alex poi guardò il direttore del DEO. “Kara vorrebbe che il mondo sapesse cos’ha fatto.”

“Non possiamo divulgare informazioni…” J’onn alzò la mano interrompendo Winn.

“Il mondo saprà che è morta facendo la cosa giusta. Una Luthor ha donato la sua vita per un Super, i dettagli non sono necessari.” Alex fece un sorriso tirato, ringraziando il marziano con uno sguardo.

Maggie si voltò e se ne andò, arrabbiata. Alex la lasciò andare, sapeva che più tardi avrebbero parlato.

 

Accettare di lasciarla andare era la decisione più difficile che avesse mai dovuto prendere in tutta la sua vita. Kara abbassò il capo appoggiando la fronte al lettino e chiuse gli occhi.

“Sarebbe stato bello, non è vero? Ti avrei fatta impazzire obbligandoti a tornare a casa presto e facendoti mangiare la pizza con l’ananas che odi, ma ti avrei anche fatta ridere, spesso. E tu saresti riuscita a farmi arrossire anche dopo vent’anni di matrimonio soltanto alzando un sopracciglio. Lo sai che per sposarmi avresti dovuto chiedere a Kal? Sì, la tradizione kryptoniana è un po’ medievale ora che ci penso.” Sorrise, gli occhi sempre chiusi. “Avrei fatto forgiare due bracciali matrimoniali, ma tu avresti scelto la musica, promesso. Ti fa ridere che io pensi al nostro matrimonio? O ti spaventa? Se fossi nella tua mente lo saprei…” Si interruppe, rimanendo in silenzio per un po’, poi sospirò. “Chi lo avrebbe mai detto che quella voce nella mia testa mi avrebbe rubato il cuore? È successo così in fretta, credo che un solo sorriso sia bastato. O forse è stata quella volta che hai riso perché mi sono quasi soffocata con quel bicchiere di coca cola. Era divertente che la ragazza d’acciaio morisse per aver riso, mentre beveva, non è vero?” Ridacchiò al ricordo, Lena aveva quasi pianto dal ridere, si conoscevano da tre giorni… “E quella volta che ti sei addormentata alla tua scrivania perché ti ho tenuta sveglia tutta la notte per fare un rewatch insieme della saga di Star Wars? Sono sicura che Jess ti ha beccato, perché quando sei uscita, dopo il pisolino, aveva una faccia strana.” Rise, questa volta con maggior divertimento. “Per non pensare a quando mi hai svegliata in piena notte perché hai capito come bilanciare non so che reazione ed eri così eccitata che è stato impossibile per me dormire fino a quando non hai scritto tutto su di un foglio? Tre ore del mio sonno rubato, mentre tu scrivevi come una forsennata su un foglio con una matita e mi zittivi ogni volta che provavo a dire qualcosa!”

 

Alex alzò la testa stupita, sorpresa di udire la risata di Kara. Per un istante sperò che l’impossibile fosse successo, ma incrociò lo sguardo di J’onn e il marziano scosse la testa.

“Le sta dicendo addio.” Spiegò l’uomo. “E lo sta facendo nel migliore dei modi.”

 

Rao, quanto eri bella! Così bella da togliere il fiato! Non pensavo, voglio dire, certo che mi ero immaginata il tuo aspetto, ma incrociare i tuoi occhi, anche attraverso lo specchio mi ha tolto il respiro e lo sai che posso trattenere il respiro per trenta minuti, hai voluto persino testarlo.” Ricordò con un altro sorriso. Ora era in piedi e gesticolava. “Credevo, che il tuo sguardo fosse bello, ma quando…” Arrossì, guardando Lena con imbarazzo, poi si chinò e sussurrò soltanto. “Quando abbiamo fatto l’amore… oh i tuoi occhi erano così intensi! Avrei potuto perdermici per sempre. Anzi, credo di averlo fatto.” Accarezzò il viso della donna, ora così vicino a lei, poi sospirò. “Vorrei essere stata più forte, vorrei non averti lasciata sola quando avevi bisogno di me. Forse credevo troppo nel mio amore per te. Ironico, non credi? Sapevo quanto ti amassi e così ho accettato che proprio il mio troppo amore avesse avuto il potere di influenzarti. Che stupida. C’è una mente più forte e determinata della tua? No. Lo hai dimostrato, sai? Oltre ogni dubbio, nella Fortezza, opponendoti a tua madre, vincendo persino la kryptonite con la sola forza della volontà.” Sorrise. “Neppure Kal è mai riuscito a stringere tra le mani della kryptonite e avere ancora la forza di lanciarla lontano.” Accarezzò il viso della donna e poi si piegò su di lei, lasciò sulle sue pallide labbra un bacio e mormorò un ultima frase. “Sei la donna più forte che io abbia mai conosciuto e il tuo amore resterà nel mio cuore per sempre. Addio, amore mio.”

 

 

 

Note: Come ho appena scritto in una risposta di commento il lieto fine è un lusso e, questa volta, sembra sfuggirci tra le dita.

Il prossimo capitolo sarà l’ultimo…

A voi la parola. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo addio.

  
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