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Autore: micchan91    18/06/2017    0 recensioni
(...) I giorni successivi passano avvolti in una nuvola di fumo, il corpo del mio migliore amico non può essere subito restituito per i funerali perchè devono fare l'autopsia e mentire dicendo che è stata una bestia feroce ad ucciderlo, forse un orso...l'ennesimo caso di morte causata da un animale, ma noi sappiamo che non è così, io so che non è così e vorrei urlarlo a tutti, vorrei dire a chiunque che Stiles è morto da eroe, salvandomi, salvando la città e non per la prima volta. Ma non posso...non posso e quindi mi limito a continuare la mia vita come tutti si aspettano che faccia, continuando a fingere di essere Scott Mccall, il capitano della squadra di lacross, studente mediocre e sconvolto dalla morte del suo migliore amico. Ancora non riesco ad accettare del tutto la sua assenza e nonostante il branco fa di tutto per consolarmi, per distrarmi e non farmi fissare il suo banco vuoto o il suo armadietto io sento un vuoto immenso dentro di me.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Stiles...

Stiles mi sta chiamando...il suo nome è sullo schermo del mio cellulare mentre mi avvisa di una chiamata in arrivo e non smette, sono già tre minuti che squilla e non accenna a smettere. Come in trance allungo finalmente la mano sul letto e lo afferro. Sento la vibrazione scuotermi la mano, quindi sta squillando veramente...o forse sto solo impazzendo come pensano gli altri. Prendo un lunghissimo respiro e chiudo gli occhi dopo aver premuto il tasto verde per rispondere, portandomi poi il telefono all'orecchio. Mi aspetto che da un momento all' altro una risata mi rimbombi nell'orecchio, ma non la risata di Stiles, la risata di qualche ragazzino idiota che si sta divertendo a fare uno scherzo dopo aver rubato il cellulare di Stiles dagli oggetti trovati all'obitorio. Stringo gli occhi quando sento il silenzio dall'altro lato e faccio per allontanare il cellulare dall'orecchio e chiudere la chiamata, ma poco prima che io possa farlo sento un lieve sospiro che alle mie orecchie risulta fin troppo familiare.

< Stiles? > sussurro non riuscendo ad impedirmelo, dandomi dell'idiota un attimo dopo. Ciò che sento subito dopo però mi sconvolge.

< Eih Scott > la sua voce...è la sua voce! Sento immediatamente gli occhi farsi lucidi e l'idea che sono impazzito torna a ripresentarsi nella mia testa.

< Stiles > mi ritrovo a piagnucolare in bilico tra pazzia e sanità mentale.

< Si Scott, sono io. Mi manchi anche tu sai? > mi dice ed io mi guardo intorno come se potessi vederlo in camera, ha sentito mentre gli dicevo che mi mancava?

< Stiles, dove sei? Dove ti trovi? > gli chiedo, ma lui non mi degna di una risposta, si mette invece a parlare del tempo, come se domani dovessimo uscire e lui fosse preoccupato dal fatto che sta piovendo. Io non so che dire e mi limito ad ascoltare il suo monologo sul tempo e sull'affidabilità delle previsioni meteo, è sempre stato da lui non darmi la possibilità di infilarmi nelle sue conversazioni a senso unico, ma io l'ho sempre adorato. Il mio cuore e la mia testa sono in subbuglio mentre la sua parlantina mi stordisce per solo un minuto buono.

< Ora devo andare > dice poi all'improvviso ed io stringo forte il cellulare con la mano.

< No...ti...ti prego > dico ricordandomi immediatamente che lui non potrebbe avermi chiamato, che non sentirò mai più la sua voce.

< Devo andare Scott, ci risentiamo presto ok? > mi dice dolcemente ed io stringo nuovamente gli occhi, stavolta per non piangere.

< Mi manchi troppo Stiles > dico e lui sospira piano, per quanto tutto questo sia assurdo o semplicemente frutto della mia immaginazione sentirlo parlare mi rende felicissimo e triste nello stesso momento.

< Io sono sempre vicino a te fratello > mi dice ed io torno a guardarmi attorno.

< Dove? Dove Stiles, dove?! > esclamo.

< Sono in un bel posto, non preoccuparti. E...sono sempre con te > mi risponde.

< Ora devo davvero andare, non piangere domani > aggiunge ed io faccio giusto in tempo a soffiare un "no" che l'orecchio mi si riempie con il suono ritmico della linea interrotta. Tengo il telefono sull'orecchio per diversi minuti nonostante la chiamata sia finita, poi lo stacco e lentamente vado a guardare lo schermo, della chiamata nessuna traccia. Sospiro pesantemente e lo riposo sul letto, pazzia o no ho potuto risentire la sua voce...e dire che stavo già iniziando a scordarla. Mi butto sul letto e poggio una mano sullo schermo caldo, chiudendo gli occhi e addormentandomi di botto per la prima volta dopo giorni.

Il giorno seguente tengo fede alla parola data, non verso nemmeno una lacrima e non permetto che ci sia silenzio. Chiacchero con tutti, sto vicino a suo padre e lo tengo su di morale con battute che gli ricordano il figlio, parlando di tutto ciò che ha fatto di bello e di divertente e mi si riempie il cuore di gioia nel vederlo sorridere nonostante la tristezza che gli vela gli occhi.

< Grazie Scott > mi sussurra alla fine della cerimonia, mettendomi una mano sulla spalla e stringendomela delicatamente.

< Grazie di tutto > mi sorride dolcemente ed io mi ritrovo a pensare che dovrebbe odiarmi, che è colpa mia se Stiles è morto. Ricaccio indietro il pensiero e mi concentro sul mio obiettivo, niente lacrime e su il morale. Gli faccio un largo sorriso e gli do una pacca sulla spalla.

< Per qualsiasi cosa io ci sono > gli dico guardandolo negli occhi e lui annuisce stanco, i suoi occhi rivelano tutta la distruzione che ha dentro. Sento il cellulare vibrarmi per pochi istanti nella tasca e scusandomi con lo sceriffo mi allontano di qualche passo per vedere chi è. C 'è un solo messaggio da parte di Stiles ed io mi irrigidisco immediatamente. Lo apro con la mano tremante e leggo il semplice "grazie" sullo schermo illuminato. Forse dovrei chiedere ai miei amici se lo leggono anche loro, se c'è veramente questo messaggio o se sono solo io a vederlo, ma c'è qualcosa dentro di me che me lo impedisce come se fossi geloso di questa semplice parola scritta, non voglio che nessun'altro sappia o la veda così mi rimetto il telefono in tasca con un sorriso e torno dagli altri, ignorando come sempre i loro sguardi preoccupati.

Mi sono ripetuto più volte che è stato semplicemente lo stress del funerale, che non ci stavo con la testa e che avevo bisogno di un conforto in quel momento anche se inesistente, ma non faccio che guardare il telefono scatenando spesso e volentieri l'ira dei professori a lezione o del coach che continua a minacciarmi di togliermi il ruolo di capitano...che lo facesse pure, ormai non mi interessa più niente. Passo gran parte della mia giornata dividendomi tra l'osservare il telefono, fingere di essere il solito Scott, fare l'alpha e fissare i punti dove era solito mettersi Stiles per obbligare la mia mente a non scordare il suo viso, la sua voce, la sua risata...

Passano settimane dopo il funerale, è strano quanto fino ad oggi non riuscissi a capire il concetto de "il mondo va avanti anche se noi stiamo soffrendo tantissimo". Ognuno ha il suo dolore, ma va avanti con la sua vita, cercano cose alternative a cui pensare, si fanno nuove amicizie e cercano di essere felici...io semplicemente non ci riesco.

In questo momento sono seduto sul tetto della scuola a fissare il tramonto dopo l'ennesima litigata con Derek e con il branco. Ho il cellulare stretto nella mano e dondolo mollemente le gambe sospirando di tanto in tanto, vorrei così tanto potergli parlare ancora, avere un modo per chiamarlo o contattarlo. Sono così assorto nei miei pensieri che non mi accorgo subito della suoneria che inizia a diffondersi nell'aria e anche quando lo faccio lascio passare pochi altri secondi prima di alzare il telefono e vedere chi è. Quando leggo il nome sullo schermo però quasi perdo l'equilibrio e premo immediatamente sul tasto verde.

< Stiles! > esclamo con il cuore in gola, stringendo forte la mano sul cornicione.

< Eih, problemi con il branco? > mi chiede lui dolcemente ed io mi lascio sfuggire un sospiro pesante.

< Senza di te non è la stessa cosa > gli dico e lo sento ridacchiare piano.

< Non farlo > dice poi serio nello stesso istante in cui ho tirato fuori gli artigli e sto per conficcarmeli nel palmo della mano per assicurarmi di non stare sognando o di non stare immaginando tutto. Nuovamente mi ritrovo a guardarmi intorno per vedere se lui è lì che mi guarda, vedendo però soltanto il tetto deserto.

< Dai, racconta > riprende Stiles distraendomi dai miei pensieri, usando lo stesso tono che usava a volte per farmi capire che quella volta avrei parlato io e non lui. Stiles è sempre stato bravo a capire quando sono io ad aver bisogno di far uscire le parole come un fiume in piena. Ed è quello che accade, come se avesse aperto la diga inizio a raccontargli di tutte le mie preoccupazioni, del fatto che io non riesco ad adeguarmi a questa nuova condizione della vita, del fatto che essendo l'alpha tutti si aspettano che io riprenda il controllo...insomma, mi sfogo per tutto. Lui mi ascolta in un religioso silenzio, tanto che tra una pausa e l'altra temo di stare parlando al vento, ma mi fa così bene dire ciò che mi premeva sul cuore a voce alta che continuo...e continuo...e continuo. Quando finalmente chiudo la bocca la sento secca, segno che ho parlato davvero tanto e davvero a lungo. Mi umetto piano le labbra cercando di darmi un po' di sollievo mentre nuovamente la paura che Stiles non sia più all'altro capo del telefono torna a farsi sentire, ma poco dopo lui sospira. Mi sarei aspettato un suo lungo discorso in risposta, qualche battuta, qualche insulto verso gli altri e soprattutto verso Derek, invece lui si limita a dirmi "tu sei forte", quasi lo sussurra.

< Io non sono forte Stiles > ribatto sconsolato e lo sento ridacchiare.

< Tu sei la persona più forte che io conosca > mi dice e il suo tono è così carico di emozione che quasi riesco a vedere la sua espressione dolce mentre lo dice.

< Perchè non puoi farti vedere? > gli chiedo.

< Perchè queste sono le regole > risponde pacato, lui ha sempre odiato le regole e l'ha sempre infrante e sto per dirglielo quando lui mi avverte di dover andare.

< Ok, ci sentiamo presto Stiles > rispondo io, stupendomi con la naturalezza con la quale mi è uscito, come se fossi convinto che mi richiamerà quando più avrò bisogno di parlare. Lo sento sospirare divertito e ridere tra se.

< Certo Scott, ci sentiamo presto > mi dice prima di interrompere la chiamata. Stavolta la interrompo anche io e sorrido al telefono, anche da non so quale posto stia Stiles riesce sempre a sorprendermi.

La telefonata mi ha fatto bene, molto più bene di quanto credessi. Torno dal mio branco e mi scuso con loro, promettendogli che mi impegnerò di più per quanto possibile e li abbraccio. Con la mia ancora nuovamente accanto a me sono sicuro di poter andare ancora avanti.

 

 

 

Angolino dell'autrice

Ecco qui, veloce veloce un nuovo aggiornamento! Alla fine non è trasformato, ma lo sta semplicemente chiamando dall'aldilà...o forse è solo Scott che sta impazzendo? Chi lo sa U_U

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per eventuali errori, ma non ho trovato tempo di rileggerlo. Intanto grazie a chi ha recensito e a chi ha messo la storia tra le seguite!

A presto <3

  
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